Absence: il gioco dei quattro – Chiara Panzuti
Quattro ragazzi, in un giorno come tanti, diventano invisibili agli occhi di tutti. Tutto ciò che sono e che sono stati diventa invisibile e viene dimenticato; loro per il mondo e per le persone che hanno a cuore non sono più nessuno. Nessuno si ricorda più di loro e tanto meno riescono a comunicare qualcosa dato che nessuno li può vedere né sentire.
Vengono trovati da un uomo vestito di nero che consegna loro degli oggetti: delle lenti a contatto che permettono loro di vedersi, degli auricolari che consentono loro di poter sentire le proprie parole e dei guanti che fanno si che gli oggetti non spariscano nel nulla al loro tocco. Nessuna parola da parte sua nè nessuna spiegazione: solo un bigliettino con su scritto delle coordinate inspiegabili.
Faith, dopo essere stata dimenticata da sua madre, incontra Jared nascosto dietro a delle bancarelle intento a non farsi vedere da altri ragazzi che come lei indossano quegli strani guanti, ma a differenza di tutti e due questi passano il tempo a rubare e l’impressione è che siano abbastanza pericolosi. L’amicizia ed alleanza con questo nuovo ragazzo sembra portare i suoi frutti: insieme riescono a trovare la soluzione alle coordinate trovate. Qualcuno vuole che loro vadano in Ecuador .
Ma perchè tutto questo? Come hanno fatto a diventare invisibili per il mondo intero e come hanno fatto i loro familiare a dimenticarsi di loro? Ci sono troppe domande a cui non esiste una risposta, ma cosa fare? Rimanere fermi e senza risposte o provare ad andare avanti e a seguire questo folle gioco che li vede protagonisti? La soluzione sembra essere quasi costretta, ma il percorso non sarà così semplice: Altri giocatori partecipano a questo folle gioco e sembrano non essere troppo amichevoli. Anzi, sembrano voler ostacolare il loro viaggio in tutti i modi e il motivo rimane un’altra domanda senza risposta.
Per fortuna nel tragitto incontrano Christabel e Scott, altri due ragazzi che come loro sembrano essere spaesati e spaventati in questo nuovo corpo e in questo mondo nuovo. Almeno insieme riusciranno a fare squadra contro altri ragazzi che lottano per avere le risposte alle loro domande. Chi vincerà questa sfida alla fine dei giochi?
“Jared Price. Conobbi meglio quel ragazzo una sera di gennaio, seduta con lui al tavolino di un Internet point, mentre fuori era buio pesto. Fu un incontro senza troppi preliminari, dato che entrambi avevamo un problema piuttosto urgente da risolvere. Ma fu importante lo stesso, perché di Jared Price memorizzai ogni lineamento, ogni espressione, ogni singola sfaccettatura del corpo. Pollice. Indice. Click. Lui mi vedeva e io vedevo lui, intrappolando la sua immagine in un fotogramma indelebile. Memoria vuol dire per sempre. Per sempre vuol dire identità. Vita. Certezza.”
Commento:
Dare un commento a questo libro mi sarà un po’ difficile perché ancora non sono riuscita a metabolizzare la storia e la trama. Il racconto di per sé mi piace: la storia (anche se un po’ alla lontana mi ha ricordato gli Hunger Games) è originale e particolare. I personaggi mi piacciono davvero: adoro Faith e i cambiamenti che sta affrontando.
Probabilmente questa esperienza la farà crescere molto prima di tornare a casa da sua madre e la sua sorellina (no, tranquilli, non vi ho raccontato la fine del libro ma una mia speranza). E Jared e il classico ragazzo che da fuori sembra cattivo ma poi in realtà è buono come il pane. Devo essere sincera del fatto che il pessimismo di Christabel proprio non lo sopporto ma per fortuna c’è Scott.
Ma dopo questo?
La storia mi sembra organizzata male: non si capisce chi sia questa enigmista, cosa voglia e perché faccia tutto questo; credo che questa sia la base per iniziare un racconto. Va bene non dire proprio tutto per lasciare un po’ di mistero e per poter svelare piano piano i dettagli nei vari capitoli successivi, ma così mi sembra davvero troppo. Viene detto solo il suo nome e qualche piccolo particolare ma nulla di più viene svelato.
Le descrizioni dei luoghi poi sono un po’ scarne: non sono riuscita ad immaginarmi nessun luogo in particolare e non ne ho tutt’ora memoria: ricordo solo l’albergo e il bosco, ma non saprei poi raccontarveli di nuovo. E mi duole ammetterlo ma avrei potuto sorvolare questi dettagli se la fine fosse stata da urlo. E invece? Nessun finale. Se del cattivo e dei suoi intenti viene detto poco, mi spiace dirlo ma non troverete un finale a questo libro.
In realtà mi è piaciuta la scrittura e la storia e l’autrice secondo me potrebbe scrivere delle grandi opere, ma credo che di fondo ci sia stata un po’ di confusione nel raccontare il tutto. In definitiva questo libro mi è piaciuto e non e il mio giudizio starà nel mezzo perché non saprò mai come valutarlo.
Facciamo che dare una possibilità al secondo capitolo e vi farò sapere.
Buone letture readers!
Questa volta leggo…Un autore che non ho mai letto prima