Gruppo di lettura

Il regno di cenere

Il regno di cenere #7 – Sarah J. Maas

Aelin ha rischiato tutto per salvare il suo popolo, ma ha pagato un prezzo altissimo: è stata rinchiusa in una bara di ferro dalla regina Maeve, costretta a sopportare mesi di torture se non vuole condannare coloro che ama.

Ma anche la sua forza e la sua determinazione iniziano a incrinarsi.

Non è l’unica a dover combattere per assicurarsi un futuro, mentre i fili del destino dei vari personaggi si intrecciano inesorabilmente.

Recensione di “Il regno di cenere”:

Con non poca fatica siamo arrivati al finale di serie, insieme alle mie amiche del gruppo i lettura con la quale abbiamo seguito tutta la saga e senza la quale, quasi sicuramente, avrei abbandonato molto tempo fa questi libri.

Tutto finisce in un insieme di battaglie ovunque, su ogni lato, su ogni fronte: un tutti contro tutti che effettivamente ci si aspettava fin dall’inizio. E volete sapere cosa risulta? Queste battaglie non sono credibili. Sono epiche nelle loro descrizioni, portano morti e feriti in ogni dove e su ogni fronte, ma è davvero così? Io sinceramente mi aspettavo qualcosa di più realistico, anche se avrei dovuto tirare giù qualche lacrima.

(SPOILER DELLE NOVELLE:  eppure quando c’è stato da uccidere Sam, non si è fatta così tanti problemi)

L’unico pensiero della Maas sembrano essere i matrimoni: nel senso che alla fine di tutto l’importante è che tutti i protagonisti o co-protagonisti abbiamo un partner con la quale passare il resto della propria vita. Io forse tutta questa parte romance all’interno di quello che voleva essere un epico fantasy non l’avrei messa, o forse non gli avrei dato così tanta importanza. Anche perché teoricamente lo scopo della storia non era quella di trovare marito/mogli a tutti, ma quella di raccontare di popoli, mondi, re e regine, riscatto, amicizia e fedeltà.

In effetti, per quanto mi aspettassi qualcosa di diverso, tutto quello che è stato raccontato è perfettamente nel suo stile e ci aveva preparato a ciò fin dal principio. Devo ammettere, come nota positiva, che almeno lo stile di scrittura è migliorato e anche se le descrizioni a volte sono sembrate fin troppe, almeno qui il libro è risultato più scorrevole e comprensibile – cosa che veniva difficile in alcuni dei suoi testi o in alcune parti.

Dopo questa saga non so se riuscirò a dare un’altra chance a questa autrice, o forse mi basterà un bel lungo periodo di lontananza dalla sua scrittura.

Libri consilgiati: Hunger Games. Illuminae.

Black Friars. L’ordine della croce

Black Friars. L’ordine della croce #3 – Virginia De Winter

La Vecchia Capitale non ha pace. Scossa dai tumulti del Presidio, avvelenata dai malefici di Belladore de Lanchale, l’antica città dovrà ora affrontare un nemico senza eguali. L’ultima erede della dinastia Blackmore, garante della tregua con le creature del Presidio, è stata ritrovata, ma le malvagie entità accetteranno che sia proprio la giovane Sophia a custodire un armistizio suggellato dalla sua antenata migliaia di anni prima?

Le forze del male hanno destato dal suo riposo l’Ordine della Croce e i cavalieri sono pronti a imbracciare le mitologiche spade per difendere il genere umano dalla minaccia delle nebbie demoniache. Intanto, ancora ignara del pericolo, Eloise Weiss è alle prese con il misterioso ritrovamento dello scheletro di uno studente dell’ Università. Questa volta i suoi poteri di Evocatrice sono vani, ma grazie alle sole conoscenze mediche giunge a una verità inquietante: le ossa rinvenute sono le chiavi di uno scrigno che sigilla i segreti più oscuri della Vecchia Capitale, segreti di personaggi potenti disposti a tutto perché non siano svelati.

Eppure, come in un labirinto di delitti e apparizioni dal passato, ogni filo di questa storia passionale e avvincente sembra destinato a ricongiungersi.

Recensione di “Black Friars. L’ordine della croce”:

Siamo arrivati alla conclusione di questa serie, devo ammettere, molto bella. La cosa che mi ha colpito più di tutto, e forse andrò a ripetere qualche commento fatto nelle precedenti recensioni, è stata la caratterizzazione dei personaggi. All’inizio, ammetto, che facevo fatica a ricordarmi i nomi e chi fossero, in più essendoci ordini diversi, per me era davvero complicato. Arrivati a questo punto però, non solo i nomi non sono più un problema, ma si riesce ad intuire da una sola piccola frase chi sta dicendo cosa e perché.

Questo è stato il mio capitolo preferito: qui non ci si focalizza su una coppia e basta ma vengono portati avanti tutti i personaggi contemporaneamente con le proprie storie e le proprie crescite. Capite bene che avere in testa così tanti personaggi diversi e farli parlare e interagire ognuno a modo loro potrebbe portare alla follia chiunque. Invece, soprattutto in questo capitolo, qui l’autrice fa un uso magistrale del suo talento.

Forse avrei dedicato un capitolo a parte proprio per il matrimonio di Axel ed Eloise – si la loro coppia non mi fa impazzire e ce n’è una in particolare che ho amato molto di più, ma magari quell’avvenimento l’avrei sottolineato un po’ di più, visto che i fan tanto lo aspettavano. Gli avvenimenti in questo capitolo sono tantissimi e descriverli provocherebbe qualche spoiler involontario. Sappiate solo che alla fine tutti i nodi vengono al pettine e che riusciremo a dare un significato in quello che è successo nei tre libri precedenti. Avremo anche qualche scena più commovente e sicuramente non mancheranno quelle divertenti, dove Bryce ne è assolutamente il protagonista.

Direi che a differenza di altri libri il finale di questa saga è stato tanto atteso e le aspettative non sono state deluse. Ottimo libro in todo e nel finale.

Libri Consigliati: La chimera di Praga, Caraval.

Black Friars. L’ordine della penna

Black Friars. L’ordine della penna #2 – Virginia De Winter

Altieres, una delle antiche dinastie regnanti del Vecchio Continente, si è estinta dopo la violenta morte di tutti i suoi discendenti, e a portare il nome della casata sono rimasti solo i vampiri Blackmore, creature immortali a cui regnare non è permesso.

Ma qualcosa ora è cambiato: Sophia, unica erede ancora in vita, creduta morta da anni, è stata ritrovata e le già fragili dinamiche del regno sono vicine a spezzarsi una volta per tutte. Gli oscuri segreti di Altieres stanno tornando a celare ombre sulla Vecchia Capitale, fulcro del potere politico e religioso, e spettri senza volto si aggirano per le strade terrorizzando cittadini e studenti.

Intanto Sophia sta imparando a conoscere la sua nuova vita. Essere una Blackmore infatti non significa solo indossare meravigliosi vestiti ed essere un giorno incoronata regina, come innocentemente credeva, ma evitare matrimoni politici e sfuggire a continui attentati alla sua vita, anche da parte degli stessi parenti.

Eloise Weiss deve affrontare invece forze che nemmeno i suoi poteri possono governare. I morti non riposano più in pace nella Vecchia Capitale, disturbati nel loro eterno sonno da forze oscure e implacabili, forse collegate al ritorno dell’erede di Altieres e alle sconvolgenti verità che i vampiri Blackmore nascondono da secoli e sono ora sfuggite al loro controllo.

Eloise, grazie al suo potere di dominare le forze oscure, sarà forse la chiave per riportare l’ordine là dove ormai esiste solo il caos.

Recensione di “Black Friars. L’ordine della penna”:

Sì, ci siamo! Ci siamo decisamente. Questo libro sì che è nelle mie corde. In questo capitolo vengono presentati altri personaggi, che nel primo libro erano stati solo marginali nella storia. Qui troviamo Sophia, che scopriamo essere una Blackmore e Gabriel Stuart Sinclair, primo cavaliere dell’Ordine della Croce.

Decisamente ho trovato questo capitolo diverso dai precedenti: innanzitutto viene dato molto più spazio agli altri personaggi e non siamo focalizzati solo sulla coppia Eloise e Axel (perdonatemi amanti di questa coppia). Questi due personaggi, in particolare rispetto a tutti gli altri, li ho adorati di più. Sophia si può ancora definire una bambina che purtroppo è cresciuta come orfana in un mondo più spartano dovendosi fare strade con il suo carattere e la sua sola voce. Risulta ancora un po’ acerba e ovviamente non pronta per il ruolo che le spetta e che le è stato attribuito da un giorno all’altro. Fortunatamente le viene affiancato un maestro di prim’ordine: Bryce Vanderberg.

Gabriel invece è un personaggio molto strano: è molto ligio alle regole ed è pronto a qualsiasi tipo di sacrificio per ottenere quello che vuole, che non gli è stato attribuito per ordine di nascita. Così ligio alle regole che sembra a volte esagerare in tal senso e non avere mezze misure (io amo questo tipo di carattere forte e crudo).

Questo libro parla principalmente di loro e del motivo del loro odio reciproco: Sophia sarà il centro di una disputa familiare e dovrebbe essere anche la soluzione per il contenimento della gente del Presidio che giorno dopo giorno sembra si stia dissolvendo. Anche Eloise avrà un ruolo fondamentale in questo capitolo e cioè quello di scoprire la grandezza, i limiti e l’origine dei suoi poteri.

Questo libro è assolutamente da leggere e da scoprire e ovviamente non potrete farlo se non leggendo tutta l’intera saga. Cosa state aspettando?

Libri consigliati: La chimera di Praga, Vertigine.

Black Friars. L’ordine della chiave

Black Friars. L’ordine della chiave #0.5 – Virginia De Winter

Axel Vandemberg, giovane erede al trono del regno più importante del Vecchio Continente, farebbe qualsiasi cosa per amore, anche picchiare uno dei suoi migliori amici. Imprigionato nel carcere degli studenti per una rissa, il suo unico, struggente pensiero è dedicato a Eloise Weiss, la ragazza cui ha consacrato la vita fin dall’infanzia.

Axel non sa che il suo mondo sta per essere sconvolto dal fatale incontro con Belladore de Lanchale, una cortigiana dal fascino oscuro che ben presto imprigiona il ragazzo in una trama fitta di bugie e ricatti. Mentre Axel lotta contro la seduzione del male, la città pare farsi specchio dei suoi tormenti, trasformandosi in uno scenario di efferati delitti.

Protetto dalla notte, tra i vicoli non ancora illuminati dalla luce a gas di una città ammantata di atmosfere gotiche, un assassino inafferrabile uccide giovani umane e bellissime vampire. Unica traccia utile alla Magistratura incaricata delle indagini è il macabro e accurato gioco dell’omicida, che ricompone i corpi delle vittime ispirandosi a celebri fiabe: Raperonzolo strangolata dalle sue lunghe trecce, la Bella Addormentata dilaniata dal morso del principe. Biancaneve avvelenata dalla mela…

Recensione di “Black Friars. L’ordine della chiave”:

Si torna indietro nella storia per andare a conoscere un po’ di più il nostro giovane Axel Vanderberg, erede al trono di Aldenor. Fin da subito possiamo ben inquadrare il suo carattere: molto ambizioso, tanto che il suo obiettivo ultimo è diventare Duca dell’Ordine della Chiave, volto a conquistare prestigio e rispetto. In pratica titoli degni del suo lignaggio.

Purtroppo viene adocchiato da una vampira molto antica di nome Belladore, nota per aver portato nel suo letto e ai suoi ordini chiunque avesse voluto e puntato. Un misto di antichità e malvagità che sembrano non scalfire il giovane Axel, che cerca in tutti i modi di starne alla larga. Ma purtroppo i suoi poteri sono molto antiche e molto più forti e subdoli di quello che lui poteva credere, tanto che si ritroverà immerso nella sua ragnatela di inganni.

Questo personaggio non mi ha mai fatto impazzire, ormai lo sapete, perché credo che il suo carattere estremamente possessivo e geloso sia una macchia da estirpare e non condividere (ovviamente se paragonato alla società odierna). Ma in questo capitolo l’autrice vuole regalargli delle attenuanti andando a condividere con noi le motivazioni di alcune sue azioni “crudeli” nei confronti di Eloise. Ci sarà riuscita?

Sni. Purtroppo non mi ha convinto del tutto perché credo che le cose potessero essere affrontate in maniera diversa: sono una fan sfegatata della comunicazione in una coppia, che sicuramente avrebbe portato a risultati diversi. Per non parlare del fatto che raccontare fin da subito ad Eloise cosa stava succedendo le avrebbe dato diritto di poter scegliere da sola cosa fare per il suo bene. Questa eccessiva protezione nei suoi confronti alla fine ha portato ad incasinare ulteriormente la faccenda.

Nonostante questo la scrittura della De Winter è davvero magica e, ulteriormente ci dimostra con che magistrali riesce a tenere le redini di così tanti personaggi insieme, rendendoli sempre credibili in ogni azione e parola pronunciata. Credo che questa sia una dote di pochi e andrebbe elogiata in ogni modo. Alla fine di tutto non mi resta che aspettarvi al prossimo capitolo.

Libri consigliati: Illuminae; Caraval.

Black Friars. L’ordine della spada

Black Friars. L’ordine della spada #1 – Virginia De Winter

Libro primo: la saga Black Friars è composta da tre libri in formato ebook e cartaceo.
La Vecchia Capitale si prepara alla Vigilia di Ognissanti e il coprifuoco è vicino perché il Presidio sta per aprire le sue porte. Il lento salmodiare delle orde di penitenti che si riversano per le vie, in cerca di anime da punire, è il segnale per gli abitanti di affrettarsi nelle proprie case, ma per Eloise Weiss è già troppo tardi.

Scambiata per una vampira, cade vittima dell’irrazionalità di una fede che brucia ogni cosa al suo passaggio. In fin di vita esala una richiesta d’aiuto che giunge alle soglie della tomba dove Ashton Blackmore, un redivivo secolare, riposa protetto dalle ombre della Cattedrale di Black Friars. Il richiamo della ragazza è un sussurro che si trasforma in ordine, irrompe nella sua mente e lo riporta alla vita.

Nobili vampiri di vecchie casate, spiriti reclusi e guerrieri, eroici umani e passioni che il tempo non è riuscito a cancellare: Black Friars – L’ordine della Spada è un mondo nuovo che profuma di antico, un romanzo che si ammanta di gotico per condurre il lettore tra i vicoli della Vecchia Capitale o negli antri del Presidio, in un viaggio che continua oltre la carta e non finisce con l’ultima pagina.

Recensione di “Black Friars. L’ordine della spada”:

In questo primo volume si capisce già che la penna della De Winter sarà incalzante e sarà difficile fermarsi ad ogni tappa. Sì, se ve lo stavate chiedendo, mi sono incastrata in un altro Gruppo di Lettura, questa volta di fans sfegatate di questa autrice.

Eloise Weiss incombe in un pericolo mortale, ma fortunatamente verrà salvata da un essere che si credeva scomparso per sempre: Ashton Blackmore. Dopo averla portata in salvo, sembra essere ossessionato da lei e dal salvarla da qualsiasi pericolo in cui viene coinvolta (e sembrano non essere pochi). Sarà per questo che l’affascinante Axel, ragazzo storico di Eloise, sembra esserne così geloso. Ma forse ciò che si nasconde questa improbabile coppia è ben altro.

Ci troviamo in un mondo antico, anche se non viene definita una vera e propria epoca storica, ma lo possiamo dedurre dagli abiti che vengono descritti in modo così magistrale, dal lessico e da alcune usanze un po’ retrò. Un mondo fatto di vampiri e umani che coesistono e coabitano: gli uni sono a conoscenza della vita degli altri e viceversa e sembrano accettare la cosa. Solo la gente del presidio, esseri che vivono nel male, vengono allontanati e relegati e lasciati liberi solo una sera all’anno. Ma questo equilibrio sembra che pian piano si stia dissolvendo, perché la gente del presidio è sempre più presente nella vita quotidiana della Vecchia Capitale.

Finalmente ci troviamo in un contesto nuovo. Siamo sempre stati abituati a vedere mondi in cui i vampiri dovevano nascondersi dagli umani perché la paura dominava quest’ultimi. Sono contenta che finalmente si sia usciti da questo cliché e si sia provato qualcosa di nuovo e sono contenta che l’autrice aggiunga dei dettagli rilevanti (in questo caso in favore delle donne) in un’epoca storica così difficile da descrivere in maniera giusta.

Il racconto scorre come fosse acqua fresca in una giornata di sole: la caratterizzazione dei personaggi credo che sia la cosa più incredibile creata da Virginia. Sembra che ognuno di essi goda di vita propria e che lei si sia solo limitata a riportarne e a tenere traccia delle loro conversazione (che risultano del tutto credibili).

Sono molto felice di aver iniziato questa nuova avventura. Mi dispiace solo che non riesco ad accettare la coppia Axel – Eloise. Lui è davvero troppo possessivo e maniacale, sull’orlo dell’ossessivo compulsivo. Questa tipologia di carattere proprio non la tollero. Ultima cosa: sto facendo una fatica assurda a ricordarmi nomi, cognomi, personaggi, ordini e chi ne ha più ne metta. Ma voi come fate a ricordarvi tutto?

Libri consigliati: Magic. La sesta opera.

I delitti della gazza ladra

I delitti della gazza ladra – Anthony Horowitz

Niente riesce a battere un buon giallo: con il più classico dei detective narcisisti, gli indizi ben disseminati nella trama, le false piste, i colpi di scena e, da ultimo, ogni tassello che si incastra nel posto giusto. Susan Ryeland, editor di una piccola casa editrice, ne trova immancabilmente conferma nei libri di Alan Conway che hanno come protagonista Atticus Pünd, infallibile investigatore per metà greco e per metà tedesco. Ora l’ultimo manoscritto di Conway è finalmente tra le sue mani, e Susan non vede l’ora di calarsi nei panni dell’investigatore per dare la caccia a un assassino che compie le sue efferatezze in un sonnolento paesino della campagna inglese degli anni Cinquanta. Ma stavolta, il nuovo romanzo dell’autore bestseller è destinato a cambiarle la vita.

Perché oltre i cadaveri e la lista dei sospettati, dissimulata tra le pagine, Susan legge un’altra, incredibile vicenda – reale, questa volta – che intreccia la sua storia a quelle di Atticus Pünd e dello stesso Alan Conway, una vicenda che ribolle di gelosie, avidità e ambizioni sfrenate.

Ipnotico giallo al quadrato, labirintica storia nella storia, “I delitti della gazza ladra” immerge personaggi degni dei migliori classici del crime in un thriller moderno ad alto tasso di suspense.

Recensione de “I delitti della gazza ladra”:

Buongiorno e benvenuti nell’ultima recensione del 2021!! Finalmente questo anno drammatico è terminato e possiamo lasciarci alle spalle momenti difficili con la speranza che il nuovo anno possa lasciarci un po’ di respiro e regalarci momenti di serenità.

Sicuramente per quanto mi riguarda, il nuovo anno mi porterà una nuova sfida e una nuova gioia tutta al femminile. Verso i primi di Febbraio arriverà una nuova piccola lettrice in casa, per la gioia di mamma e papà: la nostra piccola Sabrina. Già non vedo l’ora!

Veniamo ora al libro:  dopo una serie di letture thriller un po’ scialbe questa è stata una boccata di aria fresca. Sono ritornata a leggere qualcosa di bello e coinvolgente sullo stile di Agatha Christie. Un duplice mistero raccontato e un doppio assassino da scovare. Troviamo infatti in parallelo la storia di una editor, che si trova a dover leggere l’ultimo romanzo dell’autore di punta della casa editrice, ma alla quale mancano i due ultimi capitoli, proprio quelli che svelavano il colpevole. L’autore però non è più rintracciabile. Sembra infatti che, a seguito della scoperta di una malattia terminale l’autore si sia suicidato. Ma sarà stato davvero un atto volontario. Eccoci prospettati nella risoluzione di un altro mistero.

Devo dire che lo scenario del romanzo descritto nel romanzo è stato il mio preferito. Ho amato infinitamente il periodo e la caratterizzazione dei personaggi. Le loro vicende e gli intrecci creati ad hoc per farci sospettare di tutti e di nessuno in particolare. Il finale credo sia stato perfetto per quello che è stato l’intero racconto.

Per quanto riguarda il romanzo attuale, quello che racconta del suicidio e dell’editor che deve scoprire se esso è realmente tale: è stato bello, ma rovinato un po’ dal finale. La caratterizzazione dell’assassino nella parte finale è stata secondo me non studiata bene. Senza svelarvi troppo ma credo ci sia una differenza sostanziale tra il carattere e l’espressività di un colpevole che agisce d’impulso e uno che studia a tavolino un omicidio. Qui sembra che le due cose vengano un po’ confuse e mescolate per giustificare fatti incongruenti. Alla fine di ciò il personaggio però non risulta credibile.

Salvo questo dettaglio, devo ammettere che il libro me lo sono divorato in poco tempo e credo che leggerò altro dell’autore, anche se sarebbe bello creare la vera saga di Atticus Pund.

Scrivetemi i vostri commenti sul libro qua sotto e sarò felice di condividere le mie impressioni particolari con voi. Non mi resta che augurarvi buon anno nuovo e felici letture.

Libri Consigliati: Perchè non l’hanno chiesto a Evans?, La verità sul caso Harry Quebert.

Il Killer delle tombe

Il killer delle tombe – Alexander Hartung

È sera. Un uomo in lacrime chiama il pronto intervento di Berlino. È al cimitero e ha appena trovato la propria tomba. Con la data della sua morte: l’indomani. La giovane centralinista gli consiglia di rivolgersi al posto di polizia più vicino, ma ha sottovalutato la situazione. Il giorno dopo l’uomo viene rinvenuto nella propria fossa col cranio fracassato.

Quello che sembra iniziare come uno scherzo di cattivo gusto, diventerà presto un autentico incubo per Jan Tommen e la sua squadra di inquirenti ben poco convenzionale: Chandu l’esattore, Max l’hacker informatico e Zoe il medico legale.

Nel frattempo continuano ad affiorare nuove tombe, con le loro promesse di morte. La polizia assiste impotente, perché nessuno è in grado di proteggere le vittime annunciate da un serial killer inafferrabile, scaltro quanto anomalo

Recensione di “Il killer delle tombe”:

Il nuovo appuntamento del GDL – L’assassino è il maggiordomo ci ha portato a conoscere questo sorprendente autore. Purtroppo non è stata una lettura facile: questo era il secondo capitolo di una serie e capire la caratterizzazione dei personaggi, i collegamenti fra di loro e la loro storia pregressa è stato difficile. Diciamo che non era un vero e proprio auto-conclusivo. Si la storia raccontata era a sé, ma gli strascichi di quella precedente erano palesi e molto evidenti soprattutto sui personaggi principali.

Il colpevole della situazione, anche se non uno tra i personaggi conosciuti, è stato intuito fin da subito. Gli elementi dati dall’autore sono stati sufficienti e improntati fin dall’inizio a farci capire qual’era il filo logico di tutto il racconto. Alla fine è stato un po’ tutto troppo scontato.

La cosa sorprendente è stata però la modalità di scrittura e la parte descrittiva. Mi è davvero piaciuto molto il modus operandi di Alexander Hartung: fin da subito sono riuscita ad entrare nella mentalità dei personaggi e a capire il loro tipo di ragionamento. Staccare dal libro è risultato difficile e quando, dopo la metà del mese, abbiamo ripreso, il libro è finito in qualche giorno. Ottima scrittura e struttura del libro. Cliffhanger al punto giusto e usati in maniera intelligente. Sicuramente leggerò con piacere altro di suo.

Libri Consigliati: Urla nel silenzio, Il suggeritore.

 

La furia del drago

La furia del drago – Lorenzo Visconti

Una Milano nera.Una vendetta da cercare.Un protagonista senza freni. PAOLO ROVERSI torna nelle vesti di Lorenzo Visconti.Lara Serrano è scomparsa senza lasciare traccia e Il Drago, dopo averla cercata a lungo e invano si è rifugiato in una baita sperduta nei boschi del Trentino. Lì si è dedicato all’unica attività che ancora lo fa sentire vivo: dare la caccia ai bracconieri che con violenza se la prendono con le loro prede tanto ignare quanto indifese.

Dopo due anni di completo isolamento, però, riceve un messaggio: la sorella di Lara gli fa capire che c’è una nuova pista su cui lavorare.Il Drago torna così nella sua Milano, e ritrova la stessa vecchia signora borghese con tutte le sue contraddizioni e le sue manie: immobile e frenetica, sonnolenta e veloce, lenta e iperattiva. Per il Drago, certo non mancano i cattivi ricordi, ma anche i vecchi buoni amici: Jamel, il francese mago del computer, e l’ex maresciallo dei Carabinieri Barillà.

Insieme a loro, e all’eccentrico Alan G. Ronketts, uno scrittore di noir dalla personalità goliardica, con il sigaro sempre in bocca e con una smodata passione per la boxe e per le donne, indagherà su diversi cold case, di cui la polizia non si occupa più: in particolare sulla morte di un giovane ragazzo archiviata come incidente, su cui stava indagando la stessa Lara.Riuscirà il Drago a placare la sua furia?IL DRAGO È TORNATO IN CITTÀ.

Recensione di “La furia del drago”:

Eccoci di nuovo qui con un altro appuntamento del Gruppo di Lettura – L’assassino è il maggiordomo, e con questo libro abbiamo per ora concluso la lettura della serie del Drago di Paolo Roversi (alias Lorenzo Visconti). Attenzione: la serie non è conclusa ancora, mancherebbero all’appello ancora due libri per terminarla, ma per ora i pubblicati sono stati 5. Attendiamo impazienti l’uscita degli ultimi due capitoli.

Si nota fin da subito il cambio di registro, nella struttura del libro sicuramente. Cambia l’impostazione dei capitoli. Si nota anche un riepilogo di quelli che sono stati i personaggi e le loro caratteristiche principali, che io personalmente ho trovato ridondante poiché le mie letture della serie sono state abbastanza consecutive. Capisco però la scelta di fare un po’ il punto della situazione per chi era rimasto al quarto capitolo. Un dettaglio particolare cambiato nel comportamento del Drago è quello verso il padre. Se fino al quarto capitolo il padre del Drago nella clinica era un personaggio coperto da un alone di mistero (mal celato perché si intuisce fin da subito che si tratta di suo padre), in questo capitolo Lorenzo usa proprio il termine “papà” per rivolgersi a lui o “mio padre” per raccontare di lui.

Il Drago nel corso del tempo è cambiato: Lara è sparita anni fa e dopo attente ed estenuanti ricerche il Drago fallisce e decide di rintanarsi su per le montagne, dove ad accoglierlo c’è solo neve e natura, per poter pensare di espiare la sua colpa e forse dimenticare ciò che è accaduto. Ma ovviamente le cose non funzionano propriamente così e qualcosa, o in questo caso qualcuno, lo riporta alla realtà dei fatti e a nuovi potenziali sviluppi sulla scomparsa di Lara. Nel frattempo in quegli anni l’amico Jamal e l’ex carabiniere Barillà hanno messo su un attività di investigazione privata dove una volta Jamal aveva il negozio. Al ritorno del Drago le tracce di Lara portano ad un cold case della quale si stava occupando prima della sparizione, sarà forse per questo motivo che Lara è sparita? A Lorenzo, Jamal e Barillà non resta che indagare e provare a seguire le tracce lasciate proprio da lei.

Il registro è cambiato, vero ma il nostro Drago rimane lo stesso pezzo di pane che abbiamo imparato a conoscere negli episodi precedenti: croccante fuori e morbido all’interno. Viene aggiunto un nuovo personaggio, un certo scrittore di noir, un po’ eccentrico, Alan G. Ronketts, che devo dire ho iniziato ad adorare fin da subito perché riesce a tenere testa al nostro eroe. Saranno forse scritti da lui i futuri libri sulle avventure del Drago? Noi del gruppo di lettura non vediamo l’ora di scoprirlo e di vedere cosa ancora ci riserverà il nostro Lorenzo, amante degli animali e vegetariano convinto.

Se volete conoscere gli episodi precedenti eccovi qui i link: La legge del Drago, Le piume del Drago, Il morso del Drago, Il karma del Drago.

Ringrazio di cuore la casa editrice La Corte Editore per la copia digitale omaggio.

Il karma del drago

Il karma del drago – Lorenzo Visconti

L’anno nuovo è iniziato male per il Drago, che assiste impotente a una tragedia che segnerà Lara Serrano, la sua ex collega in polizia, ma non lui. L’investigatore molto sui generis ha infatti perso da tempo la fiducia nell’umanità e raramente si lascia commuovere.

Alcuni comportamenti però non li sopporta da sempre: la violenza contro gli animali e la spregiudicatezza di certi ricchi boriosi. Così, quando lui e il suo socio Jamel vengono coinvolti nei casi di un pet-influencer rapito e di un broker milanese con qualche conto in sospeso, decide di accettarli entrambi. Il primo per convinzione, il secondo per i soldi.

Ma non ha messo in conto i sentimenti. E il karma. Perché prima o poi quello che fai, buono o cattivo che sia, ti torna indietro.

Recensione di “Il karma del drago”:

Eccoci arrivati al giro di boa di questa fantastica e divertente serie. Devo ammettere che senza il gruppo di lettura L’assassino è il maggiordomo, forse non mi sarei mai approcciata a questo genere di thriller, ma invece mi devo ricredere. Il drago è diventato il mio vegetariano spacca-faccia preferito, soprattutto quando la faccia che spacca è quella di uno che maltratta gli animali.

In questo episodio abbiamo la ricerca di un gatto influencer rapito e il ritrovamento di un locale degli orrori, dove il rispetto per l’essere vivente è stato abbandonato alla nascita per far posto alla vendetta e ai soldi facili e illegali. In questo caso avrei voluto anche io far parte della punizione inflitta a quei barbari. In più un secondo caso impegna il Drago e Jamel, quello di un broker finanziario che viene derubato da uno dei suoi soci in affari.

Più che le due storie gialle, in questo libro, troviamo un coinvolgimento più ampio dei sentimenti di vari personaggi che stiamo imparando a conoscere. Vediamo una Lara preoccupata e afflitta che si lascia sopraffare dai sentimenti a tal punto da avere un inizio di depressione. Il rapporto tra il Drago e Barillà, e a tratti anche Jamel, si stringe in una vera e propria collaborazione e scambio delle parti. Vogliamo poi parlare del Drago che piange e che alla fine fa un gesto carino nei confronti di Lara?! Beh se non è una vera e propria evoluzione dei personaggi questa, ditemi voi cosa lo è :P.

Eh si, questo forse, è il mio capitolo preferito. Credo molto nel karma e trovo entusiasmante che sia stato proprio lui a nominarlo e a volerlo applicare, seppur a modo suo. Amo questo quarto libro anche perchè finalmente si riesce a vedere il cuore d’oro e altruista che Lorenzo ha sempre nascosto dietro le botte che dava ai cattivi. Lara, suo padre e tutte le persone attorno, sono diventata qui la dimostrazione del suo grande carattere dolce.

E voi? Ancora non conoscete il Drago? Allora dovete iniziare subito a leggere di lui (La legge del Drago).

Libri Consigliati: Il morso della vipera, Il richiamo del cuculo.

L’uomo del labirinto

L’uomo del labirinto – Donato Carrisi

Una ragazza scomparsa e ritrovata. Un uomo senza più nulla da perdere. La caccia al mostro è iniziata. Dentro la tua mente. L’ondata di caldo anomala travolge ogni cosa, costringendo tutti a invertire i ritmi di vita: soltanto durante le ore di buio è possibile lavorare, muoversi, sopravvivere. Ed è proprio nel cuore della notte che Samantha riemerge dalle tenebre che l’avevano inghiottita.

Tredicenne rapita e a lungo tenuta prigioniera, Sam ora è improvvisamente libera e, traumatizzata e ferita, è ricoverata in una stanza d’ospedale. Accanto a lei, il dottor Green, un profiler fuori dal comune. Green infatti non va a caccia di mostri nel mondo esterno, bensì nella mente delle vittime. Perché è dentro i ricordi di Sam che si celano gli indizi in grado di condurre alla cattura del suo carceriere: l’Uomo del Labirinto. Ma il dottor Green non è l’unico a inseguire il mostro.

Là fuori c’è anche Bruno Genko, un investigatore privato con un insospettabile talento. Quello di Samantha potrebbe essere l’ultimo caso di cui Bruno si occupa, perché non gli resta molto da vivere. Anzi: il suo tempo è già scaduto, e ogni giorno che passa Bruno si domanda quale sia il senso di quella sua vita regalata, o forse soltanto presa a prestito. Ma uno scopo c’è: risolvere un ultimo mistero. La scomparsa di Samantha Andretti è un suo vecchio caso, un incarico che Bruno non ha mai portato a termine…

E questa è l’occasione di rimediare. Nonostante sia trascorso tanto tempo. Perché quello che Samantha non sa è che il suo rapimento non è avvenuto pochi mesi prima, come lei crede. L’Uomo del Labirinto l’ha tenuta prigioniera per quindici lunghi anni. E ora è scomparso.

Recensione de “L’uomo del labirinto”:

La penna di Donato Carrisi è inconfondibile, e anche in questo nuovo capitolo si fa riconoscere subito per la sua scrittura fluida schietta e cruda. Ma si fa amare proprio per questa ragione: i casi gialli, di persone scomparse o uccise non possono essere edulcorati, non sarebbero realistici. L’uomo del labirinto è un personaggio che pensa di poter fare agli altri quello che è stato fatto a lui in passato, che tutto faccia parte della natura umana e della realtà delle cose.

Ho apprezzato molto la figura di Genko, l’investigatore privato, coerente con il filo della narrazione e con un carattere contrapposto nella vita privata e nel lavoro. In questo dettaglio mi ci sono ritrovata, ma all’inverso. Io in casa sono disordinata e a volte trascuro qualche faccenda per il relax, mentre a lavoro sono accurata e dettagliata. Non ho invece capito e compreso la rivalità tra polizia e investigatori provati. Dovrebbero collaborare insieme alla risoluzione di un caso, poiché l’importante è trovare il colpevole.

Il libro è stato ben raccontato e la narrazione è stata fluida e coerente, ma poi è arrivata la fine. Ecco io la fine non l’ho capita appieno. Sembra quasi che, in mancanza di un finale migliore, l’autore abbia voluto dare un colpo di scena pazzesco, risultando però non coerente e lineare con il resto della storia. Aggiungendo addirittura personaggi già conosciuti dalle sue opere che però con la storia non lega per nulla. Dato un finale flop, si voleva per caso riconnettere il lettore con la narrazione persa?!

Devo ammettere che queste ultime letture di Carrisi non mi hanno lasciato soddisfatta appieno. Preferisco di gra lunga le opere scritte tempo fa: La ragazza della nebbia o Il suggeritore. Ringrazio il gruppo di lettura L’assassino è il maggiordomo per la condivisione di questa lettura.

Libri consigliati: Uomini che odiano le donne, Scomparsa.