Tu leggi? Io scelgo!

Hunger Games. Ballata dell’usignolo e del serpente

Hunger Games. Ballata dell’usignolo e del serpente – Suzanne Collins

È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria.

La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l’unica, esile, possibilità di riportarlo all’antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi.

I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.

Recensione di “Hunger Games. Ballata dell’usignolo e del serpente”:

Per questo mese ragazzi ho colto la palla al balzo e ne ho approfittato per leggere questo libro, appena uscito, che aspettavo di leggere da circa un annetto. Grazie a Graziella per averlo letto così io ho potuto sceglierlo :P.

Vi è mai capitato di finire di leggere un libro e non sapere che emozioni vi ha lasciato perché sono troppo contrastanti? Ecco questo è proprio il caso.

Il libro mi è piaciuto e tanto e non vedo l’ora di leggere il seguito. Ho amato entrare nei dettagli della vita di Snow e di leggere quali sentimenti e quali avvenimenti della sua vita lo hanno portato a quello che poi noi conosciamo per la saga di Hunger Games. L’unica cosa è che mi aspettavo più riferimenti chiari al seguito della saga.

C’è una relazione di rabbia con il distretto 12 e finalmente viene chiarito il senso delle rose bianche, molto presenti nella saga primaria. Ma perchè non dire che alla fine lui odiava il distretto 12, così anche da capire la sua rabbia verso Katniss? Viene lasciata intuire ma nulla di concreto. Adoro quando vengono concatenati avvenimenti del presente e del passato. Qui invece i due libri risultano completamente scollegati e sconnessi (a parte per il protagonista e per l’ambientazione).

Mi è piaciuta la descrizione della guerra e di quello che ha portato anche alla sua famiglia. Mi è piaciuta la motivazione psicotica che viene data alla creazione degli Hunger Games, ma penso che sia surreale coinvolgere degli adolescenti in qualcosa di questo tipo. Sarebbe stato più realistico se alla base dell’idea degli sponsor ci fosse stato uno stratega o un aiuto stratega piuttosto che dei ragazzi.

Per concludere ripeto che il libro mi è piaciuto, ma forse mi ero aspettata che fosse più collegato alla saga e mi ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca. Sono sicura che i seguiti mi chiariranno meglio le idee. Per ora, come voto, rimango a metà, perché ho ancora bisogno di tempo per metabolizzarlo.

Buone letture a tutte voi.

Libri consigliati: Bringer, Absence. Il gioco dei quattro.

Gala Cox

Gala Cox – Raffaella Fenoglio

Gala Cox Gloucestershire ha quindici anni e frequenta il liceo artistico. Ha un carattere indeciso, un’intelligenza fuori dal comune e la passione per le materie tecniche. E non sta affrontando un bel momento. Ha appena perso la sua migliore amica, Nadia, in un terribile incidente dai risvolti misteriosi e suo padre se n’è andato di casa.

Ora vive solo con la mamma, Orietta, medium scostante e autoritaria, e alcuni spiriti vaganti tra i quali l’indiano Matunaaga e la monaca benedettina Ildegarda di Bingen. Gala crede di sapere tutto sull’aldilà, fino a quando non inizia a frugare nello studio del papà alla ricerca di una traccia che le permetta di ritrovarlo.

Qui, una scoperta casuale le aprirà le porte di un mondo prima sconosciuto e lei dovrà ricredersi e affrontare una lotta che la renderà una ragazza più forte, molto più di quanto abbia mai potuto immaginare.

Recensione di “Gala Cox”:

Buongiorno a tutte e buon Martedì, che è sempre meglio del Lunedì. Oggi vi presento la mia nuova lettura: Gala Cox, scelta la blog La biblioteca del libraio di Floriana. Mi sono fatta attirare molto dalla copertina e dalla trama che mi aveva dato l’idea di nuove avventure nel corso del tempo, misto a qualcosa di mistico e paranormale. La trama in effetti prometteva bene, ma ragazzi poi l’ho letto e mi sono un po’ cadute le braccia.

Gala sta facendo di tutto per dimenticare ciò che è successo in passato e che ad oggi ha cambiato tutto il suo mondo. La sua migliore amica, Nadia, è morta in un tragico incidente e ora lei si ritrova in una nuova scuola, a doversi fare dei nuovi amici, e in più suo padre è scomparso e con sua madre non riesce ad avere un rapporto sano, ma fatto solo di fronzoli e circostanza. Meno male che vicino a lei c’è sempre la sua super tata Matunaaga. Lui fa parte della cerchia di “amici” della mamma che può vedere solo lei. Perché dovete sapere che sua mamma è una medium e, spesso, in giro per casa ci sono personaggi strani che vanno e vengono per essere aiutati proprio da sua madre. Ma adesso il suo obiettivo è quello di ritrovare suo padre, scomparsa che nessuno in casa sembra notare. Insieme al suo amico Dennis ripercorreranno insieme tutti i passaggi alla ricerca di Sam. Ma come spiegare anche il ritorno di Nadia?

Quando mi sono fatta attrarre da questo libro ero in cerca di qualcosa di leggero, facile da leggere e che mi portasse nuove avventure tutta da vivere. Sono rimasta un po’ delusa perché la storia già dall’inizio faticava a partire e a diventare interessante. I personaggi sono descritti male e a volte in maniera contrastante. Dennis viene descritto all’inizio come uno “sfigatello” (passatemi il termine) per poi sembrare tutt’altro: bello, alto e forte, ricercato da più donne. E la madre viene descritta come fredda, calcolatrice, abituata alla routine (una signorina Rottenmeier) per poi vederla abbracciare la figlia e consolarla (due comportamenti opposti e contrastanti. La figura che mi è piaciuta di più è stata proprio quella del padre Sam, di cui si parla bene ma che non è quasi mai presente.

La storia, poi, risulta davvero noiosa. ho fatto davvero fatica a leggerla. Credo che sia più un libro per ragazzini sui 10 anni. Magari che si affacciano da poco alla lettura. Scrittura e descrizioni semplici ma a mio parere mancava qualcosa a livello di struttura. La fine poi è davvero troppo banale e scontata.

Speriamo nelle prossime letture allora 😛

Libri consigliati: Harry Potter, Absence.

La ragazza del dipinto

La ragazza del dipinto – Ellen Umansky

Vienna, 1939. Mentre lo spettro della guerra terrorizza l’Europa, i genitori di Rose Zimmer cercano disperatamente un modo per lasciare l’Austria. Non riuscendoci, decidono di salvare almeno la loro giovane figlia. Rose viene così affidata a degli sconosciuti e portata in Inghilterra.

Sei anni più tardi, quando la guerra è finalmente terminata, Rose tenta di ricostruire la propria vita devastata: si mette quindi alla ricerca di un quadro del pittore Soutine, appartenuto alla madre, e al quale la donna era legatissima. Sulle tracce di quel dipinto, diventato per lei quasi un’ossessione, Rose arriverà fino a Los Angeles e a Lizzie Goldstein, figlia di un famoso collezionista.

Tra Lizzie e Rose nasce un’amicizia inaspettata, destinata però a interrompersi bruscamente quando le due donne si troveranno di fronte a una verità dolorosa: un segreto che ha a che fare con il quadro di Soutine e che è rimasto nascosto per tanti anni.

Recensione di “La ragazza del dipinto”:

Buongiorno a tutti e benvenuti ad un altro appuntamento della rubrica Tu Leggi? Io Scelgo! creata da Chiara e Rosaria. Questo mese la scelta della lettura da fare è ricaduta sul blog di La ragazza in rosso. Ho pensato che sarebbe stato bello andare a leggere un libro che avevo sul kindle da tempo e che non avevo mai avuto il tempo di aprire e leggere. Sfoltiamo un po’ questa TBR!

Come vedrete poi dalle stelline assegnate la lettura non mi ha entusiasmato per niente.

La storia gira intorno a due protagoniste diverse. Rose è una ragazza ebrea che ha vissuto i suoi anni dalla seconda guerra mondiale fino ad oggi. La sua narrazione parte già dalla paura del nazismo in Europa e di come la poteva vivere una bimba al di sotto dei dieci anni. La partenza per l’Inghilterra, e della famiglia sconosciuta alla quale i genitori l’avevano affidata per salvarla e alla separazione dal fratello. Parla della vita nel dopoguerra, di come fosse difficile trovare lavoro perché la discriminazione razziale non era sparita del tutto e di come fosse difficile ritrovare quello che era rimasto della sua famiglia e della sua vita. Di un dipinto, che era stato il preferito di sua madre e che era andato disperso, rubato durante la guerra e mai più ritrovato.

Mi piace leggere racconti che parlano della seconda guerra mondiale. Il male di quegli anni dovrebbe essere letto e riletto poiché nessuno possa mai dimenticare ciò che è stato fatto e quindi leggo volentieri i racconti che arrivano a noi e che ci portano più prospettive di vita.

A questo racconto viene affiancato quello di Lizzie, una ragazza moderna cresciuta forse un po’ troppo viziata, alla quale è appena mancato il padre. Io questo personaggio proprio non l’ho sopportato, tanto da rovinarmi la lettura dell’intero libro. Partiamo dal presupposto che con Rose non c’entra nulla. Lei è una ragazza che ha sempre avuto tutto e alla quale lei ha reagito facendo la super viziata con il padre. Ha perso la madre in giovane età ma credo che proprio per questo sarebbe dovuta maturare prima invece che regredire. Ha sempre ricercato affetto in ogni uomo che trovasse considerandolo l’uomo della sua vita dopo un paio di giorni. E risultando solo frivola e capricciosa.

Conclusione?!

Cosa c’entra con la figura drammatica e forte di Rose? Perché accostarle insieme? A questo non ho trovato risposta. In sintesi La ragazza del dipinto mi ha un po’ deluso.

Se volete leggere qualcosa di meglio che riguardi la seconda guerra mondiale e il dopo, questi libri sono quelli che mi sono piaciuti di più.

Libri consigliati: La sarta di Dachau, La strada in fondo al mare

 

 

 

La storia che volevamo

La storia che volevamo – Marion Seals

“Io avevo un unico obiettivo: giocare a football. Ero grosso e cattivo, veloce e coordinato, intelligente e determinato. Ecco perché risultavo un vincente, perché non permettevo a niente e a nessuno di ostacolarmi.”

La cosa che Gregory “Ego” Madden desidera di più nella vita è vincere il campionato con i California Bears, diventare il più famoso wide receiver della storia e riscattare un passato da emarginato. Il suo innato talento potrebbe garantirgli un futuro di successo e denaro, se solo fosse capace di controllare la rabbia che lo divora.

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“Io ero strana, non sapevo socializzare, ma ero brava in ciò che facevo, io non ero spazzatura, lo avevo dimostrato a loro e a me stessa, soprattutto. Il fatto che non lo urlassi al mondo, che non lo esprimessi con rabbia e aggressività, non significava che fosse meno vero.”

La cosa che Dawn Riddle desidera di più nella vita è laurearsi e poi specializzarsi in Paleontologia. Ha sempre preferito la compagnia dei libri a quella dei suoi coetanei e ha potuto frequentare l’università solo grazie a una borsa di studio. Nella sua vita, segnata dal dolore e dalle rinunce, non c’è spazio per niente altro.

Solo tra le braccia del buio, la luce risplende.
Questa è la storia del loro incontro.

Recensione di “La storia che volevamo”:

Eccoci qui ad un altro appuntamento della rubrica Tu Leggi? Io Scelgo!. Questo mese il blog dalla quale dovevo scegliere è stato quello di Alessia e, visto che in questo periodo un po’ strano il mio obiettivo personale è quello di provare nuovi generi, ci ho provato nuovamente. Sarà che non riesco ad apprezzarli ragazzi ma questo romance mi è sembrato un po’ banale.

La storia parla di questi due ragazzi nei pieni anni dell’adolescenza che vanno al liceo: due personalità completamente diverse. Lui, giocatore di rugby, al centro delle attenzioni della scuola e dei gossip; lei, ragazza dal passato difficile, concentrata solo sullo studio e sul suo futuro. Cosa può far incontrare loro due se non un tentativo di lui di far credere in giro di aver messo la testa a posto e di star rigando dritto per essere ammesso in una delle squadre più quotate? Niente di più scontato, in pratica una storia alla Kiss Me (il film, ve lo ricordate?).

La storia e la scrittura sono molto scorrevoli e questo fa sì che si riesca a leggere in modo piacevole anche in maniera rapida. Ma una grossa pecca è stata che i dettagli descritti che fanno da contorno alla storia sono davvero non credibili. che Dawn venga perseguitata dalla sua compagna di stanza, senza che nessuno dei professori faccia nulla è assolutamente non credibile. Non è assolutamente credibile che i due per tutto il tempo capiscano di piacersi ma continuino a pensare cose tipo: ” Con lei/lui era diverso ma non sapevo perché”. Ma poi, come ultimo, non è assolutamente credibile che una ragazza vergine possa approcciarsi al mondo del sesso per la prima volta in quella maniera.

Il particolare che però ho apprezzato davvero tanto è stata la fine, non voglio spoilerarla e quindi dirò poco e nulla, ma sono contenta che non sia stata scontata come un finale dove l’amore vince su tutto ed esiste solo l’amore per sopravvivere. I ragazzi, soprattutto, che vanno a leggere questo genere di romanzi hanno bisogno di una morale e di altri tipi di obiettivi. Stare bene con se stessi e capire cosa si vuole veramente per poi poter stare bene anche in coppia. Il personaggio preferito è stato Carole in assoluto. Spigliata e con un senso profondo di amicizia che ammiro tanto.

Mi spiace tanto, ci provo e ci proverò ancora lo giuro, ma per ora non sono ancora riuscita ad appassionarmi ad un romance (a meno che non si parli di grandi classici :P).

Buone letture Readers! 🙂

Libri Consigliati: La moglie del califfo, Il profumo del pane alla lavanda.

Le spose sepolte

Le spose sepolte – Marilù Oliva

Dove sono finite quelle donne misteriosamente sparite da anni, mogli e madri di cui i mariti sostengono di non sapere nulla? Uno dopo l’altro, i loro corpi vengono ritrovati grazie a un killer implacabile che costringe chi le ha fatte scomparire a confessare dove si trovano le loro ossa e poi uccide i colpevoli, sempre assolti dai tribunali per mancanza di prove. Il rituale è feroce e spietato: l’assassino vuole così rendere giustizia alle spose sepolte.

I pochi indizi lasciati sulla scena del crimine conducono a un piccolo paese, Monterocca, soprannominato la Città delle Donne, un territorio nell’Appennino bolognese circoscritto da mura ed elementi naturali, governato da una giunta completamente al femminile. Il team investigativo, in cui spicca la giovane ispettrice Micol Medici, si trova catapultato in una realtà di provincia quasi isolata dal mondo, con una natura montana che fa da contorno e molti misteri avvolti nella nebbia. Un inquietante enigma conduce gli inquirenti al Centro Studi Rita, un’azienda farmaceutica che sta sintetizzando un anestetico speciale: lo stesso utilizzato dal serial killer come siero della verità per far confessare i colpevoli.

Ma quanti altri segreti si nascondono dentro i confini del piccolo paese? Solo Micol ha l’innata capacità di scoprirli, anche se questo potrebbe costarle la vita…

Recensione di “Le spose sepolte”:

In questi giorni di reclusione forzata leggere è la nostra unica soluzione alla visione di un mondo esterno oltre che casa nostra. Questo periodo un po’ strano della nostra storia sta continuamente condizionandomi anche nelle letture. Vi spiego: come saprete ormai siamo obbligati a rimanere in casa per la nostra sicurezza e quella delle persone che ci circondano. I negozi sono chiusi già da un po’ e le persone, se ci capita di incontrarle, le scansiamo. Leggendo le pagine di questo libro mi chiedevo spesso come mai i negozi fossero ancora aperti a tarda sera e perché le persone si abbracciavano correndo rischi. Datemi della pazza ma non riuscivo a scollegare la testa da quello che stava accadendo. E’ capitato anche a voi, anche solo per qualche dettaglio letto?

mi sono addentrata nella lettura di questo libro, Le spose sepolte, trovato nel blog di Francesca, incuriosita dal titolo e dal genere. Mi dispiace non aver optato per altro poiché la lettura è stata davvero noiosa. Ogni dettaglio descritto che avevo lo scopo di tenere alta l’attenzione del lettore era un particolare scontato. Nella narrazione gli eventi erano tutti abbastanza scontati. Nessun colpo di scena diverso da quelli che ci si aspetta in un classico giallo. La fine, peggio che mai, arriva di punto in bianco (anche quella dopo che il lettore l’aveva già intuita da tempo) senza nessuna spiegazione del caso. “Ecco lui è il colpevole”. Fine della storia.

Mi è stato difficile anche affezionarmi e/o immedesimarmi nella protagonista poiché l’ho trovata senza carattere. Dimostra di avere una passione smisurata per il suo lavoro, si ma ridursi a dormire qualche ora per poter lavorare di più è impossibile. La mancanza di sonno porta ad avere problemi di allucinazioni, non è scientificamente né umanamente possibile una cosa simile. Vogliamo parlare della sua apatia (ogni tanto mista a tristezza) verso la sua storia, durata anni, appena terminata?! Trovo che il personaggio non abbia un senso logico. Carattere forte e determinato sul lavoro, apatico nell’amore. Cioe?! Chi mi trovo davanti?

Il retroscena di Le spose sepolte non sarebbe stato male ma credo sia stato sviluppato molto male, da rendere la sua lettura noiosa e mal descritta. Per carità, non ho fatto fatica a leggerlo ma non ho trovato nessun elemento che mi convincesse nella lettura.

Mi spiace per questo libro ma spero che la prossima lettura mi appassioni di più :).

Libri Consigliati: Ogni giorno ha il suo male, La donna silenziosa.

 

 

Il mio cuore cattivo

Il mio cuore cattivo – Wulf Dorn

C’è un vuoto nella memoria di Dorothea. Quella sera voleva uscire a tutti i costi ma i suoi l’avevano costretta a fare la babysitter al fratello minore mentre loro erano a teatro. Ricorda che lui non ne voleva sapere di dormire e urlava come un pazzo. Ricorda una telefonata che l’aveva sconvolta, ricorda di aver perso la testa, e poi più niente. Più niente fino agli occhi sbarrati del fratellino, senza più vita.

C’è un abisso in quel vuoto di memoria, un abisso che parole come “arresto cardiaco” non riescono a colmare. Perché la verità è che lei non ricorda cosa sia successo. Solo adesso, dopo mesi di ospedale psichiatrico, di terapie, di psicologi, ha raggiunto faticosamente un equilibrio precario. Ha cambiato casa, scuola, città: si aggrappa alla speranza di una vita normale. Ma una notte vede in giardino un ragazzo terrorizzato che le chiede aiuto e poi scompare senza lasciare traccia.

E quando, dopo qualche giorno, Dorothea scopre l’identità del ragazzo e viene a sapere che in realtà lui si sarebbe suicidato prima del loro incontro, le sembra di impazzire di nuovo. I fantasmi del passato si uniscono a quelli del presente precipitandola in un incubo atroce in cui non capisce di chi si può fidare, e in cui la sua peggiore nemica potrebbe rivelarsi proprio lei stessa…

Recensione di “Il mio cuore cattivo”:

Buongiorno a tutti e buon inizio di settimana, anche se arrivato con un giorno di ritardo, per merito di questa stupenda rubrica e del blog di Mariarosaria ho potuto continuare con le letture del (ormai ho capito di amarlo) mio adorato Wulf Dorn. Avete mai letto nulla di suo? Una suspense continua per arriva a dei finali davvero pazzeschi ed inaspettati. Quindi grazie mille Mary per avermi fatto scegliere questo capolavoro!

Vi ricordate la storiella che tutti i genitori ci raccontavano da piccoli, quella di “Al lupo, al lupo”? mia madre, mi ricordo, che me la raccontava ogni volta che scopriva che avevo detto una qualsiasi bugia innocente. Così ho smesso di dire bugie e ogni qual volta non venivo creduta la mia rabbia era folle. Ma cosa succederebbe e cosa proveresti se, a seguito di un brutto trauma per la quale hai dovuto prendere medicinali forti, tutti smettessero di crederti e ti ritenessero solo una pazza?

Doro dovrà trovare tanta forza in se stessa per continuare a portare avanti la sua opinione anche se il mondo intorno a lei continua a non crederle e a evitarla perché solo una povera pazza. Ma Doro ha capito che solo con le sue forze potrà arrivare a capire chi davvero sta inseguendo Kevin e chi sta cercando di farla credere pazza. Ma se fosse poi la persona della quale si fida di più? Come fare per farsi credere? Anche perché Doro, piano piano, inizia a ricordare qualcosa di quel giorno traumatico che la sua mente ha deciso di dimenticare. Forse in lei c’è qualcosa che non vuole accettare. Si tratta di un cuore cattivo.

Un libro stupendo, come il primo che ho letto di questo autore. Se amate i thriller psicologici, adrenalinici fin dalla prima pagina, allora ragazze questo è l’autore che fa per voi. Racconta storie incredibile che rasentano la realtà per poi sbalordire tutti con dei finali inaspettati e mozzafiato.

Mi sono immedesimata subito nel personaggio, non tanto per l’evento traumatico che ha vissuto, ma proprio perché fin da piccola odiavo non essere creduta e non riuscivo mai a darmi pace. Il mio cuore cattivo è stato un libro che ho letto nel giro di pochi giorni nonostante la sua mole (quasi 400 pagine). Quindi ragazze dovete assolutamente leggerlo 😛

Libri consigliati: Incubo, La ragazza del treno

 

 

Dopo di te

Dopo di te – Jojo Moyes

Quando finisce una storia, ne inizia un’altra.Come si fa ad andare avanti dopo aver perso chi si ama? Come si può ricostruire la propria vita, voltare pagina? Per Louisa Clark, detta Lou, come per tutti, ricominciare è molto difficile. Dopo la morte di Will Traynor, di cui si è perdutamente innamorata, si sente persa, svuotata. È passato un anno e mezzo ormai, e Lou non è più quella di prima.

I sei mesi intensi trascorsi con Will l’hanno completamente trasformata, ma ora è come se fosse tornata al punto di partenza e lei sente di dover dare una nuova svolta alla sua vita. A ventinove anni si ritrova quasi per caso a lavorare nello squallido bar di un aeroporto di Londra in cui guarda sconsolata il viavai della gente. Vive in un appartamento anonimo dove non le piace stare e recupera il rapporto con la sua famiglia senza avere delle reali prospettive. Soprattutto si domanda ogni giorno se mai riuscirà a superare il dolore che la soffoca. Ma tutto sta per cambiare.

Quando una sera una persona sconosciuta si presenta sulla soglia di casa, Lou deve prendere in fretta una decisione. Se chiude la porta, la sua vita continuerà così com’è: semplice, ordinaria, rassegnata.

Se la apre, rischierà tutto. Ma lei ha promesso a se stessa e a Will di vivere, e se vuole mantenere la promessa deve lasciar entrare ciò che è nuovo.

Recensione di “Dopo di te”:

Complice questa bellissima rubrica, e la ragazza da cui dovevo scegliere Francesca, mi sono finalmente decisa a finire questo capitolo di storia e sapete cosa ne penso?

Ho fatto male! Per carità lo stile della Moyes è sempre quello e la scrittura è molto bella e coinvolgente, tanto da avermi fatto finire un romance (quindi è tutto dire). Ma forse chissà cosa mi aspettassi, un’altro mega successo come il primo Prima di te?! Probabilmente sì e forse per questo sono rimasta molto delusa.

In questo capitolo, effettivamente vediamo una Louisa completamente diversa da quel personaggio stravagante e sempre sorridente che era stato nel primo. Avvolta da una delusione e una depressione portata dalla morte di Will e dai sensi di colpa nel pensare di non aver fatto abbastanza, la nostra Clark si è chiusa in se stessa. E cosa ne è stato di lei dopo Will? Un vero e proprio fallimento. Se il consiglio di quel ragazzo che ha scelto di morire era stato quello di dirle di godersi ogni istante e di vivere, mi sa che allora le sue parole si sono perse in un bistrot di Parigi. Louisa infatti si è accontentata di una vita vissuta a metà nella sua classica routine che non le fa pensare (o così lei si convince) a ciò che era stata la sua con Will.

Posso capire che, anche nella vita reale, un fatto del genere possa segnare davvero l’animo umano, ma vi assicuro che quella descritta nel libro non è Louisa. Se il libro fosse stato raccontato senza il libro precedente, l’avrei letto con più gusto. Ma qui sembra davvero che si sia dovuto dare un seguito ad una storia che terminava nel primo ed unico libro? Perché forzare una storia riempiendola di cliché e storie già trite e ritrite?

E poi scusate ma quando Louisa è passata dall’essere un’ombra nera ad essere quella ragazza sexy che i ragazzi sognano la notte nel primo libro?

Avrei davvero preferito che questo libro fosse stato presentato come una storia a parte e non come il seguito di una storia che avrei definito “perfettamente studiata e scritta” con la fine nel primo capitolo. No alle forzature, grazie!

Libri consigliati: Io prima di te, Un altro giorno ancora

Un caso speciale per la ghostwriter

Un caso speciale per la ghostwriter – Alice Basso

Per Vani le parole sono importanti e questa volta c’è un caso speciale per la ghostwriter da risolvere. Nel modo in cui una persona le sceglie o le usa, Vani sa leggere abitudini, indole, manie. E sa imitarlo. Infatti Vani è una ghostwriter: riempie le pagine bianche di scrittori di ogni genere con storie, articoli, saggi che sembrino scaturiti dalla loro penna. Una capacità innata che le ha permesso di affermarsi nel mondo dell’editoria, non senza un debito di gratitudine nei confronti dell’uomo che, per primo, ha intuito la sua bravura: Enrico Fuschi, il suo capo.

Non sempre i rapporti tra i due sono stati idilliaci, ma ora Vani, anche se non vorrebbe ammetterlo, è preoccupata per lui. Da quando si è lasciato sfuggire un progetto importantissimo non si è più fatto vivo: non risponde al telefono, non si presenta agli appuntamenti, nessuno sa dove sia. Enrico è sparito. Vani sa che può chiedere l’aiuto di una sola persona: il commissario Berganza.

Dopo tante indagini condotte fianco a fianco, Vani deve ammettere di sentirsi sempre più legata all’uomo che l’ha scelta come collaboratrice della polizia per il suo intuito infallibile. Insieme si mettono sulle tracce di Enrico. Tracce che li porteranno fino a Londra, tra le pagine senza tempo di Lewis Carroll e Arthur Conan Doyle. Passo dopo passo, i due scoprono che Enrico nasconde segreti che mai avrebbero immaginato e, soprattutto, che ha bisogno del loro aiuto. E non solo lui. Vani ha di fronte a sé un ultimo caso da risolvere e fra le mani, dalle unghie rigorosamente smaltate di viola, le vite di tutte le persone cui ha imparato a volere bene.

Come già detto, fra le altre cose oggi è giovedì. Il che di per sé non costituirebbe una gran notizia, essendoci ben cinquantadue giovedì in un anno. Se non fosse che il giovedì pomeriggio è una delle due parentesi settimanali durante le quali, da quattro mesi circa, alla mia testa è consentito distrarsi. Ascoltare voci diverse dal mio chiacchiericcio interiore, manifestare attenzione verso problemi squisitamente mondani. Il giovedì pomeriggio, come il lunedì pomeriggio, vado infatti a trovare Irma, la mia amica ottantaduenne.

Commento di “Un caso speciale per la ghostwriter”:

Ed eccoci qui alla fine di questa serie. Con un misto di tristezza e malinconia anche io oggi saluto l’ultimo capitolo di questa serie che ormai seguo da cinque anni, forse qualcosa in meno perché l’ho conosciuto più tardi rispetto alle sue uscite. Complice una rubrica e il blog di Chiara, dalla quale avrei dovuto scegliere, mi sono fatta convincere a chiudere la serie. Forse una delle prime che concludo, anche perché mi mette sempre un po’ di tristezza. Con “Un caso speciale per la nostra ghostwriter”, da oggi dovrò salutare la mia “dolce” Vani, e il mio amato Romeo, da tutti conosciuto come Berganza.

Ma sarò davvero pronta a salutarli?

Vani è la solita ragazza cinica e in lei mi sono sempre riconosciuta. Come lei non sopporto le persone (o almeno buona parte) e una vita in solitaria su un’isola deserta mi affascina molto. Ma di qualcosa si deve pur vivere. Ovviamente in comune abbiamo anche la stessa passione per i libri e per la lettura. Magari però sapessi scrivere come lei :). Berganza è quel genere di uomo che tutte cerchiamo (o almeno buona parte, quella che mi piace solitamente). Istruito, con un forte intuito, che sa affascinarti ma soprattutto che ti accetta per quella che sei, anche se cinica e terribilmente sincera con il mondo esterno.

Sono seduta accanto al commissario, nella sua macchina, mentre lui guida lungo corso Francia, quando il mio cellulare emette due suoni quasi contemporaneamente. Come fanno gli smartphone quando ricevono insieme un’e-mail e un messaggio: un avviso sonoro si fonde nell’altro e quello che ne risulta è una cacofonia delle peggiori, come se un gatto avesse camminato su un sintetizzatore.

In questo ultimo capitolo, stranamente, non si vede nessun libro particolare affidato a Vani, ma in realtà si trova a dover risolvere un caso reale. Il suo capo Fuschi è scomparso dopo aver “abbandonato” il suo lavoro in tronco solo per difenderla. Questo ha sconvolto molto Vani che era convinta che al suo capo fregasse di lei quanto a lei di salvare il mondo intero dall’ignoranza. Per questo si lancia alla sua disperata ricerca, speranzosa in cuor suo che Enrico non abbia commesso un terribile gesto. La sua ricerca si trasforma in qualcosa di più difficile di quanto vani avesse immaginato, e le sue intuizioni vengono meno fino a che l’ultima idea sembra funzionare alla grande. Ora non resta che rendere ad Enrico pan per focaccia.

E’ stato davvero strano leggere questo ultimo capitolo (soprattutto sapendolo tale) forse ci si aspetta un’uscita con fuochi d’artificio dal primo capitolo in poi con colpi di scena a iosa. Invece il tutto inizia molto mestamente con la ricerca di Enrico come argomento principale e tutti i colpi di scena sembrano passare in secondo piano, ma alla fine eccoli. Arrivano i fuochi d’artificio ed esplodono tutti insieme nell’ultimo capitolo.

Una vera e propria sorpresa. Ed è stato davvero bello poter finire così in bellezza con un finale aperto ad ogni immaginazione.

Siete ancora qui? 😉 Direi che vi tocca finire o, se non l’avete ancora fatto, iniziare del tutto la serie.

Buona letture misteriose a voi!!!

Vuoi leggere i primi quattro libri della serie? Eccoli: L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome, Scrivere è un mestiere pericoloso, Non ditelo allo scrittore e La scrittrice del mistero.

La scrittrice del mistero

La scrittrice del mistero – Alice Basso

Per Vani fare la ghostwriter è il lavoro ideale. E’ lei la nostra scrittrice del mistero. Non solo perché così può scrivere nel chiuso della sua casa, in compagnia dei libri e lontano dal resto dell’umanità per la quale non ha una grande simpatia. Ma soprattutto perché può sfruttare al meglio il suo dono di capire al volo le persone, di emulare i loro gesti, di anticipare i loro pensieri, di ricreare perfettamente il loro stile di scrittura. Una empatia innata che il suo datore di lavoro sa come sfruttare al meglio.

Lui sa che solo Vani è in grado di mettersi nei panni di uno dei più famosi autori viventi di thriller del mondo. E non importa se le chiede di scrivere una storia che nulla ha a che fare con i padri del genere giallo che lei adora da Dashiell Hammett a Ian Fleming passando per Patricia Highsmith. Vani è comunque la migliore. Tanto che la polizia si è accorta delle sue doti intuitive e le ha chiesto di collaborare.

E non con un commissario qualsiasi, bensì Berganza la copia vivente dei protagonisti di Raymond Chandler: impermeabile beige e sigaretta sempre in bocca. Sono mesi ormai che i due fanno indagini a braccetto. Ma tra un interrogatorio e l’altro, tra un colpo di genio di Vani e l’altro qualcosa di più profondo li unisce.

E ora non ci sono più scuse, non ci sono più ostacoli: l’amore può trionfare. O in qualunque modo Vani voglia chiamare quei crampi allo stomaco che sente ogni volta che sono insieme. Eppure la vita di una ghostwriter non ha nulla a che fare con un romanzo rosa, l’happy ending va conquistato, agognato, sospirato. Perché il nuovo caso su cui Vani si trova a lavorare è molto più personale di altri: qualcuno minaccia di morte Riccardo, il suo ex fidanzato. Andare oltre il suo astio per aiutarlo è difficile e proteggere la sua nuova relazione lo è ancora di più. Vani sta per scoprire che la mente umana ha abissi oscuri e che può tessere trame più ordite del più bravo degli scrittori.

Decide per me il mio telefono, che vibra di nuovo. E sei. << Okay, ora basta.>> Stavolta seguo il consiglio e accetto la chiamata. <<Riccardo, un indovinello facile facile:se una persona non ti risponde per cinque volte di fila, cosa potrà mai significare? Sono a cena. Fuori, se hai orecchie per intendere. Quindi non ti…>> <<Lo so>>, dice la voce di Riccardo. E poi aggiunge un paio di parole che mi inducono a chiudere la bocca di colpo, sbarrare gli occhi, e rivolgere uno sguardo surreale al commissario, che mi osserva sempre più curioso. Gli porgo il telefono. <<Vuole te.>>

Commento di La scrittrice del mistero:

Buongiorno a tutti readers cari, come state? Eccoci qui ad un altro appuntamento della rubrica “Tu leggi? Io scelgo!” creata dalle bravissime blogger Rosaria e Chiara. Questo mese il mio compito era quello di scegliere dal blog dalla lista dei libri di Ludovica del Blog La lettrice sulle nuvole. Quale notizia più bella nel vedere che avrei potuto continuare la serie iniziata, oltretutto nei giorni successivi all’uscita dell’ultimo libro della serie.

Potrò leggerli a distanza di poco tempo e poi dare un ultimo saluto alla nostra amatissima ghostwriter Vani!

Avete mai letto questa ed iniziato questa serie? Allora un piccolo avvertimento, se lo farete entrerete in un tunnel nella quale non riuscirete mai più ad uscirne a meno che non vogliate leggere interamente questa serie di 5 libri. Fatelo! E’ assolutamente consigliato entrare in questo tunnel.

  1. L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome
  2. Scrivere è un mestiere pericoloso
  3. Non ditelo allo scrittore

Vani è la ragazza che tutte noi vorremo essere: intelligente da fare paura, con un lavoro strepitoso (ma che ha le sue grandi pecche e le sue grandi rotture, come direbbe Vani) e, la cosa più bella e che adoro fra tutte, può permettersi di dire al suo titolare quello che più le passa per la testa. Anche se vessato di continuo dalla nostra Vani, Enrico, il titolare, è buono in fondo e vuole davvero bene a Vani. Forse in questo capitolo si vede più che mai, e dal non sopportarlo nei libri antecedenti, sono arrivata alla fine di quest’ultimo che l’avrei abbracciato e baciato! Grande Enrico per la grande dimostrazione di cuore.

Ma adesso cosa ne sarà di tutti loro? Mannaggia, dal quarto al quinto capitolo proprio non si può prendere fiato. Non vedo già l’ora di iniziarlo.

In questo capitolo Vani verrà chiamata per scrivere libri gialli, thriller, o almeno questi viene definito da Enrico: una vera è propria scrittrice del mistero questa volta, che riuscirà, in modo molto versatile, ad entrare nella testa dell’autore e ad eseguire le sue assurde richieste. Come sempre d’altronde.

Trenta metri dopo, da dietro l’angolo di uno dei palazzi storici che caratterizzano il quartiere di Riccardo, vediamo la schiena dell’uomo. Non tanto alto, abbastanza massiccio, gambe leggermente divaricate e braccia conserte. Giacca e pantaloni neri. Dalla giacca sbuca un cappuccio, nero anche quello. A quanto pare, io e lo stalker condividiamo i gusti cromatici in fatto d’abbigliamento. Se lo prendiamo e il commissario me lo fa interrogare, potremmo finire a parlare di shopping.

Vogliamo parlare anche del fatto che in questo capitolo Vani e Barganza (rispettivamente Sarca e capo) e di conseguenza la loro storia sono la parte centrale, e quindi il fulcro del racconto. Finalmente riusciamo a vederli parlare, insieme e a vivere la loro storia come se fosse del tutto normale. Peccato per le interruzioni del caso volute dal loro lavoro. Sarà tutto un caso o del tutto voluto perché fosse protratta la loro felicità?

Sicuramente lo scoprirete leggendo. Sappiate che questa serie e questo libro saranno per voi un misto di risate e di “Wow” e sopratutto di “ma davvero?????”! Non potrete stare senza la nostra Vani, improbabile ma adorabile proprio per la sua improbabilità.

Cosa state aspettando? Io sarei già corsa a leggerlo!

Buone letture strepitose…

Il buio dentro

Il buio dentro – Antonio Lanzetta

Il corpo di una ragazza viene ritrovato appeso ai rami di un albero. Il filo spinato scava nei polsi e nella corteccia di un vecchio salice bianco. Le hanno tagliato la testa e l’hanno lasciata sul terreno solcato dalle radici, gli occhi vuoti ora fissano quelli di Damiano Valente. Lui è lo Sciacallo, un famoso scrittore specializzato nel ricostruire i casi di cronaca nera nelle pagine dei suoi libri.

Nessuno conosce il suo aspetto, e per Damiano questa è una fortuna: il volto deturpato da cicatrici e quella gamba spezzata che si trascina dietro come un fardello non sono trofei che gli piace mettere in mostra. Lo Sciacallo è un cacciatore che insegue nella morte le tracce lasciate dall’assassino della sua amica Claudia. Un omicidio avvenuto nell’estate del 1985, quando lui era solo un ragazzino con la passione per la corsa e amici in cui credere. Un omicidio che gli ha cambiato la vita.

Trentuno anni dopo, Damiano ritorna ai piedi di quel maledetto salice bianco, per dare una risposta a quella sua ossessione che come una ferita pulsante gli impedisce di andare avanti. Con lui ci sono gli amici di sempre, Stefano e Flavio, le cui esistenze si intrecciano inesorabilmente nella dura e cruda scoperta della verità, riportandoli a rivivere le emozioni di una folle estate che ha segnato le loro vite per sempre.

Parcheggiò il motorino dietro a un muretto e lo coprì con la cerata. Teneva il telo nascosto in una buca in mezzo agli ulivi. Aveva iniziato a prendere quelle precauzioni da quando erano arrivati i primi autobus con i turisti. I sentieri del sale, una volta battuti dai contrabbandieri per arrivare fino alla costa, erano diventati percorsi per gli escursionisti. Le stradine che costeggiavano le montagne erano asfaltate, il traffico era aumentato e c’erano maggiori probabilità che altri lo vedessero. e lui non voleva essere visto.

Commento:

Già dalle prime pagine si può capire che il libro ci terrà legati dalla prima all’ultima pagine. Si entra fin da subito nel clou della storia: ci immergiamo in un mondo pieno di emozioni contrastanti. Damiano è un personaggio strano e freddo, difficile legarsi a lui a meno che non si conosca la sua storia.

L’autore fa si che essa ci venga presentata attraverso due linee temporali diverse ma che hanno in comune qualcosa: i protagonisti. Il presente ci mostra un omicidio efferato e le indagini che puntualmente incorrono successivamente al ritrovamento della ragazza; il passato ci presenta dei protagonisti bambini, mentre si conoscono, imparano a volersi bene e trascorrono insieme le loro giornate. Come si fa a non affezionarsi a bimbi che hanno così poco nella loro vita ma non si stancano di ridere e divertirsi.

A questo punto la domanda sorge spontanea: dove vuole portarci l’autore? Perché dobbiamo conoscere l’infanzia dei nostri protagonisti?

Flavio attese. Contò i giorni, le ore, i minuti che lo separavano dal sabato vagando come uno spettro nella proprietà del nonno. Doveva fare davvero pena, pensò, se Stefano l’aveva invitato ad aggregarsi al suo gruppo senza conoscerlo. Flavio De Martino, l’orfano miserabile venuto dal nord. Era stato sul punto di chiedere al vecchio di riportarlo al capannone dei Fabiani. Voleva dire a quel ragazzo che aveva dimenticato d’aver preso già un impegno per sabato, ma non l’aveva fatto. Non era un cacasotto […]

Dietro a questo omicidio c’è molto di più che risveglia in Damiano dei ricordi che aveva cercato di soffocare per tanto, troppo tempo. Ecco perchè Damiano il buio se lo porta davvero dentro. Non basta un semplice racconto per capirlo e per raccontarlo. Le descrizioni, poi, ci aiutano ad immergerci in questo mondo che non conosciamo e a farci partecipe di un dolore che non è nostro.

Per tutta la narrazione Lanzetta utilizza vocaboli semplici, frasi corte e spiazzanti. Tutto ciò fa sì che la nostra mente si immedesimi subito nel racconto e ci rende difficile chiudere il libro. Ovviamente per credermi dovete iniziare a leggerlo. Se siete come me, ci metterete solamente 3 giorni a finire tutto il racconto e vorrete subito comprare e iniziare il capitolo 2 e 3!

Ho trovato davvero tutto stupendo: ogni capitolo finisce con un sospiro che viene mantenuto fino al capitolo successivo dove viene ripresa la storia. Solitamente ( ma non per regola) si alternano un capitolo del passato con uno del presente, così che la suspense viene mantenuto quel capitolo in più da non farci fermare più.

Che devo dirvi ancora per convincervi a leggerlo? Nono! Mi sa che già vi ho convinti!

Buona lettura readers!