Review

Bringer

Bringer – Giuliano Scavuzzo

2081. Il pianeta viene devastato da un cataclisma causato dall’inquinamento. I Bringer, grazie alla loro straordinaria capacità di ricevere doni dalle vite precedenti, hanno sventato l’apocalisse.

Sono loro a governare il mondo ora, sfruttando lo mnemonium, un potente materiale proveniente da un asteroide che permette di abbassare le temperature e rendere l’aria respirabile. Efi vive nella Città di Cristallo, circondata da Bianche Mura alte centinaia di metri.

Anche lei dovrebbe essere una Bringer, ma alla soglia del suo ventesimo compleanno non ha mai sperimentato un bring-back delle esistenze passate, e se ciò non dovesse accadere, verrà esiliata nel mondo dei fermi. Mossa dal desiderio di scoprire il mistero della sua identità, Efi, insieme a Garth e Lake, intraprenderà un viaggio pericoloso e incredibile.

In fuga verso la Foresta dei Grandi Alberi, dimora dei ribelli Outcast, scoprirà la sua vera natura e, soprattutto, che il mondo che la circonda nasconde terribili segreti.

Recensione di “Bringer”:

Buongiorno a tutti ed eccoci qui con una nuova recensione. Questa volta mi sono dedicata ad una lettura dove non vado troppo forte: un distopico fantasy. Ho letto altre volte di questo genere ma non sono una brava “opinionista” in merito perché ne ho letto ancora molto poco. Prometto che rimedierò :P. Questo libro l’avevo acquistato per il mio ragazzo (l’argomento anime, reincarnazioni e anime affini è il suo forte) e alla fine mi ha convinto a leggerlo per poterne parlare insieme.

Partiamo dal presupposto che è ambientato in un futuro distopico e post apocalittico che, ragazzi miei, non ho mai trovato tanto attuale come in questo momento. Parla di restrizioni, problemi climatici che hanno portato alla semi-distruzione della Terra, allo scarso valore che l’uomo dà alla natura che ci circonda e di menti illuminate che hanno trovato il modo per sopravvivere in tutto questo. Ma la domanda fondamentale è: qual è il metodo oggettivo di salvare la Terra e anche l’umanità?

Quando entra in gioco il libero arbitrio di oggettivo non rimane nulla. Ecco perché il Decimo Uomo decide di imporre una quotidianità alle menti illuminare, i Bringer, per poter salvaguardare il territorio. Tutti coloro che non risulteranno essere Bringer, quindi semplici umani, anche chiamati Fermi, verranno esclusi dalla città. Outcast, invece, è il nome che viene dato ai Bringer che si oppongono alle leggi del Decimo Uomo e pensano che tutte le anime abbiano lo stesso valore, sia essi Bringer o Fermi.

E’ la ricerca di questa verità oggettiva che porta Garth, Bringer, Efi, una Ferma e Lake, Outcast ad incontrarsi e a combattere per capire quale sia la giustizia da seguire come credo.

E’ un libro molto profondo, che non solo tratta di anime e giustizia, di verità e menzogne, ma uno dei pochi libri che ho letto che parla del concetto di amore a 360°. Parla di poter esprimere il proprio essere in qualsiasi modo e forma e l’ho davvero trovato emozionante da quel punto di vista. E’ stata una lettura pesante, non lo nego. I dettagli che vengono descritti per dare forma a questo mondo sono davvero tanti e forse a volte troppi. La mia testa è stata bombardata di informazioni dal primo all’ultimo capitolo tanto che facevo fatica a leggere più di 5 capitoli al giorno. Anche la sua scrittura non è delle più semplici, ma credo sia un fattore dovuto all’argomento importante che viene trattato. La fine poi non mi ha soddisfatto appieno. Non saprei definire il mio stato, ma mi aspettavo qualcosa di più epico.

il mio voto è tanto a metà tra 3 e 4 (e purtroppo non ho le mezze stelline 🙁 ). Gli darò un 3 che spera di poter diventare un 4 con un suo prossimo libro :).

Libri Consigliati: Hunger Games. Absence.

Bacio di fuoco

Bacio di fuoco #2 – Ilaria Varese

Sono trascorsi due mesi da quando Nicholas ha attaccato il branco di Bristol in Tennessee, lasciando dietro di sé una scia di terrore e morte. Per salvarsi, Gwen e Chase sono fuggiti a Los Angeles dove hanno trovato un rifugio sicuro dallo zio Dom. Ricominciare a vivere però non è affatto facile e la mente di entrambi sembra essere occupata da un solo pensiero: la vendetta. Intanto Christian Arden, il potente Alfa di L.A., si mostra molto interessato alla giovane ragazza dai capelli color della luna: fa di tutto per riuscire a incontrarla e conoscerla, tenta di avvicinarla con ogni mezzo, spinto da un’attrazione misteriosa nei suoi confronti.

È ormai fine febbraio e c’è un matrimonio alle porte a villa Arden: l’occasione perfetta. Nonostante Gwen non sia dell’umore di partecipare a una festa, si lascia persuadere dal fratello e dallo zio ad andare con loro. La sua speranza è che, presentandosi all’evento, l’Alfa smetta di farle pressioni e la lasci in pace, ma le cose prenderanno una piega completamente diversa.

E proprio nel momento in cui la vita sembra tornare a sorriderle, Gwen riceve una telefonata inattesa che la rispedirà dritta sull’orlo del baratro. Ma stavolta non ci sarà nessuno a proteggerla. Stavolta dovrà affrontare le tenebre completamente da sola.

 

Recensione di ” Bacio di fuoco”:

Buongiorno a tutti ragazze, eccoci qui con una nuova recensione tutta per voi. Bacio di fuoco è il secondo capitolo della saga di Winter Fe’ di Ilaria Varese. Il primo capitolo si intitola Luna d’inverno, e qui potrete trovare la sua recensione.

Se il primo capitolo mi aveva attratta il secondo capitolo mi ha davvero catturata. (Ilaria ti do solo tre mesi per finire il seguito altrimenti ti tampinerò così tanto che gli stalker ti sembreranno amici d’infanzia :P). Dopo questa piccola parentesi parliamo del racconto: ho adorato davvero Gwen e mi è dispiaciuto in alcuni momenti che le cose non andassero di nuovo come aveva sperato. Questa volta si ritrova a L.A. con suo fratello, sotto la protezione dell’alfa Christian Arden, una famiglia molto antica di lupi mannari. Lui farà di tutto per proteggerla ma il motivo reale potrebbe essere un altro dalla semplice bontà di cuore che lui vuole far credere. Lui prova qualcosa per lei e forse l’ha sempre provato, ma Gwen è, e rimarrà un lupo a metà. O forse no?!

Ho trovato questo capitolo davvero eccezionale: tanti dubbi vengono risanati (come il comportamento del padre e del fratello che sono un po’ troppo possessivi) e tanti nodi vengono al pettine un po’ più chiari. Adoro Christian ma lo adoro solo quando è insieme a Gwen, peccato che sia l’alfa di un branco davvero troppo numeroso e con troppe responsabilità. Odio con tutta me stessa Sawiyer e vorrei proprio che Christian lo dimettesse dal ruolo di Beta.

Il rapporto tra Gwen e suo fratello si complica in questo capitolo e non mi piace. Il fratello, forse si sente anche fin troppo legato alla sorte e alla sopravvivenza di sua sorella. Ma perché ha cambiato idea così facilmente? Prima non poteva immaginare di vivere senza di lei e alla fine questa freddezza nel rapporto? Perché?

Immagino che la risposta alle mie altre mille mila domanda avrà risposta nel prossimo capitolo, che uscirà molto presto, vero Ila? 😛

Libri Consigliati: Hunger Games, La chimera di Praga.

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La casa delle voci

La casa delle voci – Donato Carrisi

Gli estranei sono il pericolo. Fidati soltanto di mamma e papà.

Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l’ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l’addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall’altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un’adulta.

Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un’illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un’adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio.

O forse non ha semplicemente visto. Forse l’assassina è proprio lei.

Recensione di “La casa delle voci”:

E’ la seconda volta che mi approccio ad un libro di Donato Carrisi, e con La casa delle voci credo di poter confermare che il suo stile è davvero inconfondibile. Lui è quell’autore che per tutto il racconto ti vuole portare in una direzione per poi al primo bivio sconvolgerti i piani. Dei piccoli segnali di chi poteva essere il colpevole li aveva anche dati fin dall’inizio. Ma la trama risulta talmente intricata alla fine che non si sarebbe mai capito il “come” della storia.

Carrisi è proprio bravo a lasciare tutti con il fiato sospeso e a farti aspettare fino all’ultimo per farti capire davvero cosa sia successo. Anche se di domande alla fine del libro me ne sono rimaste tante, e questo è un’altra caratteristica di Carrisi che ho riscontrato anche nel primo libro che ho letto suo: Il suggeritore.

Ho adorato il personaggio di Pietro, lo psicologo infantile. E’ descritto alla perfezione, sia nel suo lavoro che nella sua vita privata. Il suo attaccamento ai casi alla quale lavora è affascinante e denota molta passione, anche se sembra avere un conflitto interiore che riguarda il padre e che coinvolge anche la sua sfera lavorativa. Hanna Hall invece per me è stato un personaggio a punto interrogativo: viene descritta come una donna sciatta e poco curata e tutta la storia è contornata da fatti strani che le capitano alla quale lei non reagisce. Non sono mai riuscita ad inquadrarla e le domande finali, alla quale non sono riuscita a trovare una risposta riguardano tutte lei. Sarà stato tutto programmato così da Carrisi? Altro quesito che non troverà mai risposta :P.

L’unica cosa che non è stata chiara è il rapporto che ha con sua moglie. Sembrano avere molto dialogo, dovuto anche dal fatto che praticano lo stesso lavoro, ma a volte sembrano molto distanti come pensieri e ragionamenti. Molto freddi come comportamenti.

I suoi libri sono assolutamente consigliati se siete amanti dei thriller e soprattutto dei thriller psicologici che intrattengono la nostra mente con mille cambia di scena. La sua scrittura poi ti prende e non ti fa scappare: molto fluida e chiara e le descrizioni sono molto dettagliate. Quello che adoro di Carrisi è proprio come descrive le persone: più che fisicamente lui fa rispecchiare il dentro di una persona dal suo “fuori”. Lo trovo un escamotage stupendo.

Se volete sapere cosa ne hanno pensato le altre blogger, qua sotto trovate i nomi di chi ha partecipato al Gruppo di Lettura – L’assassino è il maggiordomo.

 

Libri Consigliati: Il codice Da vinci, Dieci piccoli indiani

I battiti dell’amore

I battiti dell’amore – Jewel E. Ann

Flint Hopkins è convinto di aver trovato la persona ideale a cui affittare lo spazio sopra il suo studio legale a Minneapolis. Spera ardentemente che la proposta di Ellen Rodgers vada a buon fine: le sue referenze sono ottime ed è persino di bell’aspetto. Ma quando Flint scopre che la ragazza passa le sue giornate a suonare… tutte le sue attese crollano. Ellen, infatti, è una terapeuta che usa la musica per aiutare i suoi pazienti. Tamburi, chitarre, persino urli a squarciagola.

Flint è sul punto di scriverle una di quelle lettere degne di un avvocato d’assalto come lui, quando si accorge che a suo figlio, Harrison, affetto da una forma di autismo, Ellen sembra piacere molto. Un padre single non può certo competere con l’allegria contagiosa di una ragazza che suona la chitarra, ammaestra topolini e ha sempre il sorriso stampato sul viso. Purtroppo tende anche a invadere gli spazi di Flint…

A sistemargli la cravatta, ad abbottonargli la camicia… Una cosa è certa: deve starle lontano!

Recensione di ” I battiti dell’amore”:

Buongiorno a tutti e buon inizio settimana. Ci credete che anche Maggio sta giungendo al termine? Sarà stata per colpa di queste restrizioni ma a me sembra che due mesi siano proprio volati. Siamo passati dal cappotto quando si usciva, alle insalate e alle diete per smaltire i chili accumulati in questa quarantena. Ma nel frattempo i libri ci hanno aiutato a sopportare meglio questa latitanza :).

Per parlare de I battiti dell’amore inizierò stroncando la copertina: non c’entra nulla con il racconto. La protagonista ha lunghi capelli rossi fluenti e occhi azzurri e direi che ha decisamente più anni della ragazza della copertina. Quanto non sopporto quando le due cose non combaciano per nulla. Mi sento quasi presa in giro. E il titolo? Scontatissimo! Per poi narrare qualcosa di divertente e spensierato e non un romance puro, ma ricco di note particolari.

Da questa premessa sembrerà che mi sia piaciuto il libro: non è del tutto così in effetti. La storia racconta la vita di un avvocato di successo con un passato da alcolista che, proprio a causa di questo problema, in un incidente stradale perde la moglie mentre lui era al volante. Sottomesso dal rimorso continua a vivere la sua vita escludendo qualsiasi tipo di gioia. Ma incontra Ellen, una ragazza che si occupa di musicoterapia, piena di vita e di gioia ma che nasconde anche lei un passato di tristezza dalla quale sta cercando di scappare.

Volete sapere come descriverei Ellen? Fastidiosa all’ennesima potenza! Se solo l’avessi conosciuta di persona l’avrei davvero detestata. Non rispetta gli spazi altrui e le regole altrui. Pensa di poter fare come vuole e di poter decidere le vite degli altri senza chiedere. E tocca. Tocca tutto: le persone, le cose, come se fosse tutto possibile perché le regole le detta lei.

Anche se nutro questa antipatia nei suoi confronti è stata una lettura piacevole e divertente e mi ha fatto impazzire il lessico schietto e quotidiano della nostra età. Non so se lo consiglierei a delle ragazzine, dipende dall’età e dalla maturità. La nota dolentissima è stato il finale. Un cliché dopo l’altro e una tiratura di forza per far sì che la storia avesse un lieto fine. Scontato e ritrito.

Sarei curiosa però di leggere altre opere dell’autrice. A patto che non siano troppo, troppo romance :p!

Libri Consigliati: Io prima di te, La moglie del califfo.

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La ragazza del dipinto

La ragazza del dipinto – Ellen Umansky

Vienna, 1939. Mentre lo spettro della guerra terrorizza l’Europa, i genitori di Rose Zimmer cercano disperatamente un modo per lasciare l’Austria. Non riuscendoci, decidono di salvare almeno la loro giovane figlia. Rose viene così affidata a degli sconosciuti e portata in Inghilterra.

Sei anni più tardi, quando la guerra è finalmente terminata, Rose tenta di ricostruire la propria vita devastata: si mette quindi alla ricerca di un quadro del pittore Soutine, appartenuto alla madre, e al quale la donna era legatissima. Sulle tracce di quel dipinto, diventato per lei quasi un’ossessione, Rose arriverà fino a Los Angeles e a Lizzie Goldstein, figlia di un famoso collezionista.

Tra Lizzie e Rose nasce un’amicizia inaspettata, destinata però a interrompersi bruscamente quando le due donne si troveranno di fronte a una verità dolorosa: un segreto che ha a che fare con il quadro di Soutine e che è rimasto nascosto per tanti anni.

Recensione di “La ragazza del dipinto”:

Buongiorno a tutti e benvenuti ad un altro appuntamento della rubrica Tu Leggi? Io Scelgo! creata da Chiara e Rosaria. Questo mese la scelta della lettura da fare è ricaduta sul blog di La ragazza in rosso. Ho pensato che sarebbe stato bello andare a leggere un libro che avevo sul kindle da tempo e che non avevo mai avuto il tempo di aprire e leggere. Sfoltiamo un po’ questa TBR!

Come vedrete poi dalle stelline assegnate la lettura non mi ha entusiasmato per niente.

La storia gira intorno a due protagoniste diverse. Rose è una ragazza ebrea che ha vissuto i suoi anni dalla seconda guerra mondiale fino ad oggi. La sua narrazione parte già dalla paura del nazismo in Europa e di come la poteva vivere una bimba al di sotto dei dieci anni. La partenza per l’Inghilterra, e della famiglia sconosciuta alla quale i genitori l’avevano affidata per salvarla e alla separazione dal fratello. Parla della vita nel dopoguerra, di come fosse difficile trovare lavoro perché la discriminazione razziale non era sparita del tutto e di come fosse difficile ritrovare quello che era rimasto della sua famiglia e della sua vita. Di un dipinto, che era stato il preferito di sua madre e che era andato disperso, rubato durante la guerra e mai più ritrovato.

Mi piace leggere racconti che parlano della seconda guerra mondiale. Il male di quegli anni dovrebbe essere letto e riletto poiché nessuno possa mai dimenticare ciò che è stato fatto e quindi leggo volentieri i racconti che arrivano a noi e che ci portano più prospettive di vita.

A questo racconto viene affiancato quello di Lizzie, una ragazza moderna cresciuta forse un po’ troppo viziata, alla quale è appena mancato il padre. Io questo personaggio proprio non l’ho sopportato, tanto da rovinarmi la lettura dell’intero libro. Partiamo dal presupposto che con Rose non c’entra nulla. Lei è una ragazza che ha sempre avuto tutto e alla quale lei ha reagito facendo la super viziata con il padre. Ha perso la madre in giovane età ma credo che proprio per questo sarebbe dovuta maturare prima invece che regredire. Ha sempre ricercato affetto in ogni uomo che trovasse considerandolo l’uomo della sua vita dopo un paio di giorni. E risultando solo frivola e capricciosa.

Conclusione?!

Cosa c’entra con la figura drammatica e forte di Rose? Perché accostarle insieme? A questo non ho trovato risposta. In sintesi La ragazza del dipinto mi ha un po’ deluso.

Se volete leggere qualcosa di meglio che riguardi la seconda guerra mondiale e il dopo, questi libri sono quelli che mi sono piaciuti di più.

Libri consigliati: La sarta di Dachau, La strada in fondo al mare

 

 

 

Guida Galattica per Dogsitter

Guida Galattica per dogsitter – Virginia Salucci

Nate su internet, le vignette di “sopravvivenza” di Virginia Salucci hanno avuto un immediato successo. Battute (e scene di vita vissuta) che insegnano a vivere con i cani e malgrado i cani…, per chi ne subisce il fascino e per chi ne subisce le furberie. Duecento vignette tra già viste su internet e completamente inedite.

 

Recensione di “Guida Galattica per Dogsitter”:

E’ una delle prime volte che mi approccio alla tipologia Fumetto come lettura. Devo essere sincera nel dire che mi piace molto ma faccio fatica a legarmi ad una serie poiché odio con tutta me stessa dover aspettare per leggere i vari proseguo e, a differenza dei libri, le serie dei fumetti sono molto più ampie.

Ho scelto questa lettura proprio perché autoconclusiva e poiché si parlava di animali (che io amo). Non ho mai pensato di fare la dogsitter in effetti, e penso che dopo questa lettura (e le immagini soprattutto terrificanti) credo di aver fatto bene (ahahahah). Scherzi a parte è stata una lettura sorprendente: mi ha fatto ridere e mi ha dato delle piccole nozioni sui cani che non sapevo e che mi ritorneranno assolutamente utili. Mi è piaciuta anche molto la sua matita nei disegni. Sono semplici e schietti e simpatici esattamente come i suoi racconti. Risulta tutto molto legato e con un senso logico.

 

Virginia in questo capitolo ha deciso di raccontare la sua vita da dogsitter: le sue avventure con i cani (e le loro famiglie) attraverso scenette molto simpatiche e dialoghi molto divertenti. Se vi piace il genere o volete iniziare ad approcciarvi ve lo consiglio altamente. Adattissimo anche per letture dei più piccoli poiché sono presenti cani, giochi finali davvero stupendi (che ho fatto anche io) e dialoghi davvero semplici. Ottima idea anche per un regalo!

Conclusioni finale? Ho rivalutato davvero tanto il lavoro del dogsitter!

Libri consigliati: Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, E’ una specie di magia.

La malalegna

La malalegna – Rosa Ventrella

Teresa e Angelina sono sorelle diverse in tutto: tanto delicata, schiva e silenziosa è Teresa, la voce narrante di questa storia, quanto vitale, curiosa e impertinente è Angelina, la sorella più piccola.

Siamo all’inizio degli anni Quaranta a Copertino, nelle Terre d’Arneo, un’immensa distesa di campi coltivati nel cuore della Puglia. Qui, Teresa e Angelina crescono in una famiglia di braccianti, povera ma allegra e piena di risorse. I nonni sono dei grandi narratori, briganti, lupi e masciare diventano vivi nei loro racconti davanti al camino, mentre la madre Caterina ha ricevuto in sorte una bellezza moresca, fiera, che cattura gli sguardi di tutti gli uomini, compreso quello del barone Personè, il latifondista più potente del paese. “La tua bellezza è una condanna” le dice sempre nonna Assunta. Una bellezza – e una condanna – che sono toccate in eredità ad Angelina.

Quando il padre parte per la guerra lasciando sole le tre donne, Caterina per mantenere le figlie non ha altre armi se non quella bellezza, ed è costretta a cedere a un terribile compromesso. O, forse, a un inconfessabile desiderio. È qui che comincia a essere braccata dalla malalegna, il chiacchiericcio velenoso delle malelingue, un concerto di bisbigli che serpeggia da un uscio all’altro e la segue ovunque. Questa vergogna, che infetta tutta la famiglia, avrà su Angelina l’effetto opposto: lei, che non sopporta di vivere nella miseria, inseguirà sfacciatamente l’amore delle favole. Anche a costo di rimanerne vittima.

Sono la nostalgia e il rimpianto a muovere con passo delicato la voce di Teresa, che, ricostruendo la parabola di una famiglia, ci riconsegna un capitolo di storia italiana, dalla Seconda guerra mondiale alle lotte dei contadini salentini per strappare le terre ai padroni nel 1950.

Con una voce ruvida e di arcana bellezza, Rosa Ventrella scrive un magnifico romanzo corale, animato da comari, briganti e mammane, in cui protagonista è anche la terra: un lembo di Puglia aspro e profumato, coperto da rovi e fichi d’India, capace di dare tutto e tutto togliere.

Recensione di “La malalegna”:

Eccoci qua miei lettori arrivati alla fine di questo mese. Tutti con la speranza che dal 3 Maggio le cose possano cambiare e si possa riiniziare ad uscire. Non saranno cambiamenti radicali ma almeno un inizio per sperare nel definitivo miglioramento. Questa per noi non è stata una vera e propria guerra, ma questa pandemia ha comunque messo a dura prova il nostro fisico e il nostro spirito. E’ con questo spirito che ho iniziato la lettura di La malalegna per provare a capire cosa succedeva nei paesini, e soprattutto alle persone dei paesini, ai tempi della guerra.

Il libro è risultato fin da subito lento e piatto. Nessun avvenimento degno di nota riusciva a tenere alta la mia attenzione. Leggevo con la curiosità di conoscere le vicende della famiglia Sozzu ma alla fin fine non succedeva nulla di che. I personaggi, seppur tipici di un paesino del sud Italia a metà degli anni ’40, sono piatti e apatici. Caterina, la madre, sembra essere in possesso di uno spirito focoso (almeno così viene descritto) che non dimostra di avere nei momenti importanti. Tutto ciò che le capita lo accetta a testa china. Per non parlare di Teresa e Angelina, mai due sorelle furono così diverse sia nel carattere che nell’aspetto fisico. Teresa viene descritta come una bambina, ragazza e donna, bruttina e senza carattere. Al contrario Angelina è la sorella minore, quella bella e con un carattere indomabile. Assolutamente fuori luogo per l’epoca e le usanze.

Non mi sono piaciuti nemmeno i passaggi dove l’autrice parlava in dialetto senza spiegare che cosa dicesse. Purtroppo conosco poco i dialetti e mai saprei leggerli. Avrei preferito ci fossero delle note a piè di pagina che potessero spiegare il significato di parole e canzoni scritte in dialetto. Sapete, per questo motivo non ho ancora capito a cosa si riferisce la parola Malalegna e quindi non so a cosa si riferisca il titolo.

Voi l’avete letto o avete letto qualcosa che vi ha dato la stessa impressione? Condividete con me le vostre esperienze così che io possa sentirmi meno sola Ahahahah. Buone letture 🙂

Libri Consigliati: Il volo dei cuori sospesi, Le tartarughe tornano sempre.

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La storia che volevamo

La storia che volevamo – Marion Seals

“Io avevo un unico obiettivo: giocare a football. Ero grosso e cattivo, veloce e coordinato, intelligente e determinato. Ecco perché risultavo un vincente, perché non permettevo a niente e a nessuno di ostacolarmi.”

La cosa che Gregory “Ego” Madden desidera di più nella vita è vincere il campionato con i California Bears, diventare il più famoso wide receiver della storia e riscattare un passato da emarginato. Il suo innato talento potrebbe garantirgli un futuro di successo e denaro, se solo fosse capace di controllare la rabbia che lo divora.

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“Io ero strana, non sapevo socializzare, ma ero brava in ciò che facevo, io non ero spazzatura, lo avevo dimostrato a loro e a me stessa, soprattutto. Il fatto che non lo urlassi al mondo, che non lo esprimessi con rabbia e aggressività, non significava che fosse meno vero.”

La cosa che Dawn Riddle desidera di più nella vita è laurearsi e poi specializzarsi in Paleontologia. Ha sempre preferito la compagnia dei libri a quella dei suoi coetanei e ha potuto frequentare l’università solo grazie a una borsa di studio. Nella sua vita, segnata dal dolore e dalle rinunce, non c’è spazio per niente altro.

Solo tra le braccia del buio, la luce risplende.
Questa è la storia del loro incontro.

Recensione di “La storia che volevamo”:

Eccoci qui ad un altro appuntamento della rubrica Tu Leggi? Io Scelgo!. Questo mese il blog dalla quale dovevo scegliere è stato quello di Alessia e, visto che in questo periodo un po’ strano il mio obiettivo personale è quello di provare nuovi generi, ci ho provato nuovamente. Sarà che non riesco ad apprezzarli ragazzi ma questo romance mi è sembrato un po’ banale.

La storia parla di questi due ragazzi nei pieni anni dell’adolescenza che vanno al liceo: due personalità completamente diverse. Lui, giocatore di rugby, al centro delle attenzioni della scuola e dei gossip; lei, ragazza dal passato difficile, concentrata solo sullo studio e sul suo futuro. Cosa può far incontrare loro due se non un tentativo di lui di far credere in giro di aver messo la testa a posto e di star rigando dritto per essere ammesso in una delle squadre più quotate? Niente di più scontato, in pratica una storia alla Kiss Me (il film, ve lo ricordate?).

La storia e la scrittura sono molto scorrevoli e questo fa sì che si riesca a leggere in modo piacevole anche in maniera rapida. Ma una grossa pecca è stata che i dettagli descritti che fanno da contorno alla storia sono davvero non credibili. che Dawn venga perseguitata dalla sua compagna di stanza, senza che nessuno dei professori faccia nulla è assolutamente non credibile. Non è assolutamente credibile che i due per tutto il tempo capiscano di piacersi ma continuino a pensare cose tipo: ” Con lei/lui era diverso ma non sapevo perché”. Ma poi, come ultimo, non è assolutamente credibile che una ragazza vergine possa approcciarsi al mondo del sesso per la prima volta in quella maniera.

Il particolare che però ho apprezzato davvero tanto è stata la fine, non voglio spoilerarla e quindi dirò poco e nulla, ma sono contenta che non sia stata scontata come un finale dove l’amore vince su tutto ed esiste solo l’amore per sopravvivere. I ragazzi, soprattutto, che vanno a leggere questo genere di romanzi hanno bisogno di una morale e di altri tipi di obiettivi. Stare bene con se stessi e capire cosa si vuole veramente per poi poter stare bene anche in coppia. Il personaggio preferito è stato Carole in assoluto. Spigliata e con un senso profondo di amicizia che ammiro tanto.

Mi spiace tanto, ci provo e ci proverò ancora lo giuro, ma per ora non sono ancora riuscita ad appassionarmi ad un romance (a meno che non si parli di grandi classici :P).

Buone letture Readers! 🙂

Libri Consigliati: La moglie del califfo, Il profumo del pane alla lavanda.

Il suggeritore

Il suggeritore – Donato Carrisi

Qualcosa di sconvolgente è successo, qualcosa che richiede tutta l’abilità degli agenti della Squadra Speciale guidata dal criminologo Goran Gavila. Il loro è un nemico che sa assumere molte sembianze, che li mette costantemente alla prova in un’indagine in cui ogni male svelato porta con sé un messaggio. Ma, soprattutto, li costringe ad affacciarsi nel buio che ciascuno si porta dentro. È un gioco di incubi abilmente celati, una continua sfida.

Sarà con l’arrivo di Mila Vasquez, l’investigatrice specializzata nella caccia alle persone scomparse, che gli inganni sembreranno cadere uno dopo l’altro, grazie anche al legame speciale che comincia a formarsi fra lei e il dottor Gavila. Ma un disegno oscuro è in atto, e ogni volta che la Squadra sembra riuscire a dare un nome al male, ne scopre un altro ancora più profondo…

Una storia che non dà tregua, che esplora la zona grigia fra il bene e il male fino a cogliere l’ultimo segreto, il minimo sussurro.

Recensione di “Il suggeritore”:

Buongiorno a tutti, questo per me è il giorno di quarantena numero 38. La pazzia non ha ancora preso il sopravvento di me, sarà forse perché anche prima non è che fossi così tanto normale, ma ancora non sono impazzita del tutto. Riesco effettivamente a lavorare da casa e avendo le giornate impegnate a lavorare non sono ancora uscita di senno. Ma forse poco ci manca, quindi RESTIAMO A CASA e combattiamo insieme questo virus! 🙂

Oggi vi propongo la recensione di un grande autore come Carrisi (lettura suggerita dalla mia amica Rosy): è la recensione de Il suggeritore. L’inizio un po’ lento di questo capitolo diventa un libro alla quale non si è riesce a staccare gli occhi dalle pagine. Carrisi è un grande maestro della suspense e il suo finale è una cannonate nella testa di chi cercava di trovare il colpevole. Carrisi è stato esemplare nel far pensare al lettore che avesse in mano le redini del gioco e che alla fine il colpevole non fosse così difficile da individuare. Alla fine capisci che è stato proprio l’autore a fartelo pensare e infatti, tu lettore, non ti sei nemmeno lontanamente avvicinato alla soluzione del caso.

La protagonista di questo caso si chiama Mila. La sua abilità la portano ad essere assegnata al caso della squadra di Gavila che si sta occupando del ritrovamento di sei braccia sinistri che appartengono a sei casi di bambine scomparse. Ma l’assassino sembra prenderli in giro. Lascia tracce in modo che la squadra possa venire a conoscimento di criminali che sono liberi nella città. Un vecchio caso di omicidio in un’orfanotrofio, un pazzo che ha sequestrato una famiglia in casa propria e poi li ha massacrati e fatti sparire: quello che si chiama solitamente il suggeritore. Ma ciò che sconvolgerà di più la squadra e quando gli indizi porteranno direttamente ad uno di loro. Da quel momento tutto cambierà: il male diventerò il bene e il bene il male.

Mila è un personaggio strano e contorto. Non riesce a provare dolore, ne piacere. Non riesce a provare empatia per niente e nessuno. E’ difficile immedesimarsi in lei, perché la sua vita è stata segnata da parecchi eventi non usuali, ma Carrisi riesce a far provare a noi empatia per il suo personaggio in maniera semplice e magistrale. Non vi resta che leggerlo 🙂

Libri Consigliati: Dieci piccoli indiani, il codice Da Vinci.

 

 

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La ragazza delle perle

La ragazza delle perle – Lucinda Riley

Da quando Star ha trovato la sua vera famiglia e un nuovo amore, CeCe si sente sola, vulnerabile e inadeguata. Ha ormai perso tutto: il rapporto speciale che aveva con la sorella, e anche l’ispirazione per i suoi quadri. In fuga da una vita in cui non si riconosce più, si ritrova in volo per l’Australia, sulle tracce che il padre le ha lasciato prima di morire: una foto in bianco e nero e il nome di una donna sconosciuta.

Ma quello che doveva essere lo scalo di una notte a Bangkok si trasforma nella prima tappa di un viaggio eccitante e avventuroso. Sulle meravigliose spiagge di Krabi, CeCe incontra Ace, un giovane affascinante, solitario e alquanto misterioso. Tra un bagno nelle acque cristalline e una cena romantica, Ace l’aiuta a scoprire la storia della sua antenata Kitty McBride, donna forte e coraggiosa, emigrata in Australia agli inizi del Novecento: sulla scia fatale di una rarissima perla rosata, Kitty si ritrova divisa tra l’amore di due fratelli rivali, e al centro delle trame di una famiglia che possiede un vero e proprio impero…

Quando infine CeCe arriva nel caldo feroce del deserto australiano, la sua creatività si risveglia all’improvviso: forse questo continente immenso e selvaggio è davvero casa.

Recensione di “La ragazza delle perle”:

Buongiorno a tutte ragazze, ed essendo questo l’ultimo post prima del break delle feste, ne approfitto per fare a tutti i miei cari lettori un augurio di Buona Pasqua e che possiate tutti abbuffarvi di cioccolata (tanto per quest’anno la prova costume è andata!). Mi raccomando: ricordiamoci di stare tutti a casa e approfittiamone per leggere tutto ciò che ci eravamo programmate (comprese le mie recensioni :P).

Ora vi presenterò il quarto capitolo della saga de Le sette sorelle: La ragazza delle perle. Questa saga racconta la storia di sette sorelle che sono state adottate, ognuna molto diversa dalle altre, che si incontrano per commemorare la morte del loro padre adottivo. Dall’avvocato di famiglia ognuna di loro riceve una lettera del padre e qualche indizio nel caso si volesse provare a scoprire da dove sono venute e la storia della loro famiglia. Ognuna di loro porta il nome di una stella della costellazione delle pleiadi.

Questo capitolo in particolare parla della quarta sorella Cece, cresciuta fin dall’infanzia in simbiosi con la sorella Star, di poco più grande di lei. Tanto che le porterà a trasferirsi insieme a Londra e lì acquistare un appartamento per due. Ma a Star quella vita sembra stare stretta e comincia la ricerca della sua storia passata lasciando Cece sola, in balia dei suoi problemi che non sa come affrontare. Cece, creduta da tutti con un carattere forte ed espansivo, si sente spaesata e non più appoggiata dalla sorella e decide quindi di partire alla ricerca della sua storia che la porterà a vivere un’avventura pazzesca sulle coste dell’Australia.

Ogni capitolo di questa saga è molto particolare perché racconta due storie diverse: quella della protagonista-sorella in questione, e quella dell’antenata dalla quale è partita la storia della famiglia. Si può semplicemente dire che tenere alta l’attenzione del lettore su due storia diverse che si muovono nel libro in parallelo risulta davvero complicato. Ed è qui che si nota la straordinaria penna di Lucinda Riley e la fantasia nelle storie è davvero pazzesca, tanto che mi ha fatto innamorare di questa saga. Qui si racconta la famiglia, l’amore ma anche l’avventura e la crescita personale.

E’ anche vero che su una saga così lunga, il rischio di annoiare c’è e devo dire che rispetto agli altri capitoli della saga, questa è quello che ho trovato un po’ più lento nella partenza. Ma il finale stupisce così tanto da rendere impossibile non continuare con le future letture.

Non mi sono immedesimata nel personaggio più di tanto, forse anche per questo ho trovato lunga la partenza, ma ho guardato Cece con gli occhi di una sorella e la sua crescita personale mi hanno resa orgogliosa della sua crescita e della sua voglia di rinnovarsi. Non vedo l’ora di poter continuare la saga e se non vi avessi convinto a fare altrettanto, qui sotto trovate il link al primo capitolo delle serie.

Buone letture 🙂

Libri consigliati: Le sette sorelle, La moglie del califfo

 

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