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Delitti a Fleat House

Delitti a Fleat House – Lucinda Riley

L’improvvisa morte di Charlie Cavendish, nell’austero dormitorio di Fleat House, è un evento scioccante che il preside è subito propenso a liquidare come un tragico incidente.

Ma la polizia non può escludere che si tratti di un crimine e il caso richiede il ritorno in servizio dell’ispettore Jazmine “Jazz” Hunter. Jazz ha le sue ragioni per aver abbandonato la carriera nella polizia di Londra e accetta con riluttanza di occuparsi dell’indagine come favore al suo vecchio capo.

Quando uno dei professori viene trovato morto e poco dopo un alunno scompare, è chiaro che la vicenda sia molto più complicata di quanto potesse sembrare all’inizio. Intrighi familiari, tradimenti e vendette: sono tanti i segreti racchiusi nelle mura di Fleat House e alcuni attendono di venire alla luce da tempo.

Recensione di “Delitti a Fleat House”:

Non è propriamente un 4 ma il voto si avvicina più a quest’ultimo che a 3. Mi ha sorpreso molto leggere questa autrice in un genere nuovo e devo dire che la sua scrittura incalzante è sempre apprezzata.
Il giallo qui è veramente basilare: no, non parlo della storia che è molto articolata e ben studiata (fatto mooooolto apprezzato da me).

Parlo però della struttura narrativa del giallo: ogni capitolo finisce con un cliffhanger utilizzato per rendere più scorrevole la lettura e tenere alta l’attenzione del lettore (espediente riuscito alla perfezione). Vengono inseriti parecchi personaggi e ognuno di loro ha un segreto da nascondere e quando tutti i nodi vengono al pettine si capisce l’intricata caratterizzazione dei personaggi.

Il voto non è altissimo perché il libro sembra anche fin troppo studiato nei dettagli, come fosse stato scritto da qualcuno alle prime armi che si basa su informazioni puramente tecniche per scriverlo. Non è un male, ma io personalmente preferisco gialli un po’ meno studiato a tavolino e più di cuore.

In più la protagonista, seppur con tutte le ragioni a suo vantaggio, viene idolatrata un po’ troppo per i miei gusti. A qualcuno nel suo ex lavoro dovrà pur stare antipatica, no?! E invece sembra che tutti la ammirino come fosse seduta alla destra del padre. Questa parte qui proprio non l’ho sopportata e alcune parti le ha rese non troppo credibili.

Per il resto, avesse potuto scriverne altri, li avrei letti tutti.

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Il ricordo che ho di te

Il ricordo che ho di te – Daniela Perelli

Emma ha realizzato il suo sogno di diventare una floral designer: la sua grande passione per i fiori nasce molti anni prima quando, ancora bambina, osservava quelle timide margherite selvatiche nascere, trovare il loro posto in quel giardino abbandonato e lugubre nel piccolo paese valdostano.

Anche Noè ha realizzato il suo sogno: è un’insegnante tanto amato dai suoi piccoli alunni e uno zio speciale per Matteo, il suo nipotino. Come Emma, anche lui non potrà mai dimenticare quelle piccole margherite che per entrambi rappresentano la nascita della loro amicizia e di come quel giardino, che ora è rimasto nei loro pensieri solo come un dolce ricordo, li ha cambiati profondamente.

Il loro piccolo ma grande giardino segreto che li aveva fatti sentire vivi fino al giorno della partenza di Noè per Genova. Un’amicizia continuata per anni grazie alle loro lettere, a sporadiche telefonate, senza però trovare il coraggio di rivedersi.

Fino a che, un giorno, Emma riceve un’inaspettata proposta di lavoro proprio nella grande città di mare. Non ci sono più scuse, adesso: per la prima volta dopo molti anni si incontreranno, riportando in superficie troppe emozioni che saranno difficili da gestire, per via dei tristi ricordi che in quelle lettere mai riaffioravano…

Recensione di “Il ricordo che ho di te”:

Non amo questo genere di libri e se non fosse per una challenge e per la copertina, forse, non lo avrei nemmeno notato. Devo ammettere che l’autrice ha una bella mano e la sua scrittura scorrevole è piacevole da leggere.

Sul genere, come dicevo all’inizio, sono una pessima promotrice. Infatti la storia mi è sembrata un po’ banale e dal finale scontato. È vero che le vicissitudini della vita portano a cambiare strada a volte ma i due personaggi sembrano avere un carattere all’inizio che diventa alla fine l’opposto.

Timido e introverso lui e dolce e sicura di sè lei. Alla fine i loro caratteri saranno completamente invertiti. Volontà dell’autrice? Probabile, ma questo rende un po’ meno credibile la storia.

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Dark Rise

Dark Rise – C. S. Pacat

Londra, 1821. Il mondo antico è scomparso insieme alla sua magia. Gli eroi sono morti, i castelli giacciono in rovina, e l’epica battaglia tra la Luce e l’Oscurità è caduta nell’oblio.

Solo l’Ordine dei Custodi ne tramanda la memoria e vigila, secolo dopo secolo, per preservare l’umanità dal ritorno del Re Nero. Will, un ragazzo in fuga dagli uomini che gli hanno ucciso la madre, viene rintracciato da un vecchio servitore che, prima di morire, lo indirizza dai Custodi.

È così che Will si trova catapultato in un mondo di leggende e magia, e scopre di avere un ruolo fondamentale nella lotta contro le Tenebre sempre più vicine. In una Londra minacciata dal ritorno del Re Nero, gli eroi e gli antieroi di una guerra a lungo dimenticata iniziano a pianificare le proprie strategie. E mentre i giovani discendenti delle due parti assumono i ruoli a cui sono destinati, si risvegliano antichi conflitti, vecchi amori e si forgiano nuove alleanze.

In questo scenario, Will si schiererà al fianco degli ultimi eroi della Luce per impedire che ciò che ha distrutto il loro mondo torni per annientare anche il suo.

Recensione di “Dark Rise”:

E gruppo di lettura fu anche per questo libro è per questa mia nuova autrice. La partenza è quella di un classico fantasy molto semplice ma la parte finale ti fa capire di non aver capito nulla e di dover rivedere tutte le tue opinioni.

I personaggi sono ben caratterizzati e le descrizioni molto ben fatte. La scrittura è semplice ma proprio per questo arriva subito al lettore e lo costringe a continuare a leggere.

Abbiamo Will, ragazzo per bene, che cerca di scappare dai cattivi e forse dal suo stesso destino, che però sembra trovarlo sempre per le strade di Londra. Violet, cresciuta all’ombra di suo fratello e del suo obiettivo che vuole raggiungere a tutti i costi, ma sarà davvero questo il suo destino?

Abbiamo i custodi, rinchiusi in una fortezza segreta che si preparano alla battaglia finale e abbiamo Simon e la parte dei cattivi che cercano di risvegliare un vecchio potere malvagio.
I rimandi ad altri epic fantasy sono davvero palesi e in ogni dove, ma nel complesso si fa leggere molto piacevolmente e la fine rende tutto più bello e inatteso.

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Mille splendidi soli

Mille splendidi soli – Khaled Hosseini

Nate a distanza di una generazione e con idee molto diverse, Mariam e Laila sono due donne che la guerra e la morte hanno costretto a condividere un destino comune.

Mentre affrontano i pericoli che le circondano – sia nella loro casa che per le strade di Kabul – Mariam e Laila danno vita a un rapporto che le rende sorelle e che alla fine cancellerà il corso delle loro vite e di quelle dei loro discendenti.

Recensione di “Mille splendidi soli”:

La prima domanda che mi sono fatta alla fine di questo libro è stata: ma come si può scrivere una storia così triste e straziante? Si può se si pensa che queste cose sono successe davvero ed erano la realtà fini a qualche anno fa. Forse in alcuni posti la realtà lo è ancora.

Questo libro fa davvero male, ma leggerlo è necessario per capire una cultura che non è la nostra è che ha segregato le donne fumo a ridurli a semplici involucri non pensanti. La cultura islamica è stata questo è in parte lo è ancora oggi. Cambiare questa mentalità non è semplice, ma è necessario se si vuole crescere come umani.

Mariam ci racconta la vita di una donna qualunque che è vissuta all’ombra di uomini inetti e privi di coraggio; Laila ci racconta una vita di speranza, che ha conosciuto più volte l’amore. Dai suoi genitori, a Tariq e alla stessa Mariam che ha deciso di dare la sua vita per salvare Laila, Tariq e i suoi bambini. Se non è questo amore, ditemi voi cos’è.

La scrittura non è proprio lèggerà, come non lo è la storia del resto, e il finale è davvero troppo lungo è pieno di parole e dettagli a volte inutili. Ma nel complesso è un libro meraviglioso che vale la pena di leggere. Anzi no, che DEVE essere letto.

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Un tè a Chaverton House

Un tè a Chaverton House – Alessia Gazzola

“Mi chiamo Angelica e questa è la lista delle cose che avevo immaginato per me: un fidanzato fedele, un bel terrazzino, genitori senza grandi aspettative. Peccato che nessuna si sia avverata. Ecco invece la lista delle cose che sono accadute: lasciare tutto, partire per l’Inghilterra e ritrovarmi con un lavoro inaspettato. Così sono arrivata a Chaverton House, un’antica dimora del Dorset.

Questo viaggio doveva essere solo una visita veloce per indagare su una vecchia storia di famiglia, e invece si è rivelato molto di più. Ora zittire la vocina che lega la scelta di restare ad Alessandro, lo sfuggente manager della tenuta, non è facile. Ma devo provarci.

Lui ha altro per la testa e anche io. Per esempio prepararmi per fare da guida ai turisti. Anche se ho scoperto che i libri non bastano, ma mi tocca imparare a memoria i particolari di una serie tv ambientata a Chaverton. La gente vuole solo riconoscere ogni angolo di ogni scena cult. Io invece preferisco servizi da tè, pareti dai motivi floreali e soprattutto la biblioteca, che custodisce le prime edizioni di Jane Austen e Emily Bronte. E come immergermi nei romanzi che amo. E questo non ha prezzo. O forse uno lo ha e neanche troppo basso: incontrare Alessandro è ormai la norma. E io subisco sempre di più il fascino della sua aria da nobiltà offesa. Forse la decisione di restare non è così giusta, perché io so bene che quello che non si dovrebbe fare è quello che si desidera di più.

Quello che non so è se seguire la testa o il cuore. Ma forse non vanno in direzioni opposte, anzi sono le uniche due rette parallele che possono incontrarsi”.

Alessia Gazzola, dopo “L’allieva”, torna con un nuovo libro che fa sognare tra dolci fatti in casa, la magia di un’ambientazione che riporta al fascino del passato e un piccolo mistero di famiglia da risolvere.

Recensione di “Un tè a Chaverton House”:

In realtà il mio voto dovrebbe essere un 2 stelle e mezzo. Questo perché ho trovato nel romanzo alcune cose che proprio non stavano in cielo né in terra. Ma partiamo dall’inizio:

Angelica è un bel personaggio e fin da subito mi è sembrato che immedesimarmi in lei sarebbe stato facile. Una ragazza alla quale vengono messe sulle spalle fin troppe aspettative da una famiglia esigente: aspettative ovviamente disattese da un carattere un po’ ribelle e che vuole fare ciò che piace e non ciò che è giusto. In pratica, una classica pecora nera (detto in modo bonario).

Dopo la chiusura del posto in cui lavorava decide di seguire una sua idea e cercare ciò che ancora si celava nei racconti di famiglia e parte per Londra. Li inizia la sua avventura e il mio stupore.

Non vi racconterò nei dettagli cosa succede nella storia ma c’è un punto preciso in cui il libro cambia completamente e diventa inverosimile e il punto è quello dove la protagonista dice una frase tipo: sei cambiato da quello che conoscevo. Contestualizzando la frase Angelica si riferisce al comportamento di Alessandro che però conosce solo da dieci giorni (dichiarato da lei stessa nel libro). Come si fa a pensare credibile una frase del genere, sapendo che le due persone non si conoscono affatto? E soprattutto come mai da quel punto anche la parte discorsiva cambia completamente registro e i dialoghi non sono più fluidi e credibili ma diventano macchinosi?

L’impressione generale è che la parte finale sia stata scritta in maniera più frettolosa rispetto al resto del romanzo e dei dettagli di stile si perdono completamente. Carina anche la storia generale del bisnonno, ma anche lì la spiegazione finale sembra essere stata un po’ buttata lì per dare senso al libro, ma poco pensata.

Ci sarebbe stato un buon potenziale, ma ritengo che il finale sia tutto per un romanzo e in questo caso ha rovinato il resto del romanzo.

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Artia di Camelot

Artia di Camelot – Cecilia Randall

La leggenda più famosa del fantasy ha una nuova protagonista! Per Artia, sedici anni, il futuro sembra già scritto: un matrimonio che altri hanno deciso per lei, come si conviene a una ragazza di buona famiglia.

Solo che lei non ci sta: rivendica il diritto di scegliere la propria strada, opponendosi alle convenzioni e alle forze contrapposte che conoscono il segreto della sua nascita e che vorrebbero usarla nel grande gioco di potere che ruota attorno al trono. Nella lotta tra chi la vorrebbe eliminare e chi invece vorrebbe spingerla verso una misteriosa spada infilata in una roccia, Artia dovrà decidere chi è davvero.

La sua risposta può cambiare il futuro della Britannia. Una storia coinvolgente con protagonisti a cui è impossibile non affezionarsi.

Recensione di “Artia di Camelot”:

Non sono un’appassionata della storia di re Artù e Mago Merlino (anche se ammetto che i nomi usati mi sono sempre piaciuti, anche quelli del cartone, e che mia figlia ha rischiato di chiamarsi Morgana e la prossima non si sa se si salverà).

Devo dire che questo retelling in versione al femminile, però mi è piaciuto parecchio. I personaggi sono studiati e strutturati molto bene: ammiro molto quegli autori che più che i personaggi positivi, sanno descrivere e rendere bene quelli negativi o anche solo antipatici.

La trama risulta molto originale ed è stata studiata molto bene tanto da rendere credibile e accurato ogni passaggio. Niente viene lasciato al caso nemmeno le più piccole descrizioni.

Lo stile dell’autrice mi piace molto: certo il lessico usato non è quello storicamente giusto, ma devo dire che nel complesso non si nota nemmeno. Anzi rende molto attuale una storia che vanta più di 1500 anni (a detta di alcuni studiosi).

Per alcuni sembrerà strano, ma ho anche molto apprezzato la parte romance e la storia d’amore tra Artia e Drien (quest’ultimo personaggio preferito) e in particolare quel pezzo del libro dove lui dice che si sarebbe innamorato di lei, qualsiasi forma lei avesse avuto è decisamente il mio pezzo preferito.

Assolutamente apprezzato e leggerò sicuramente con molto piacere altri suoi romanzi.

Libri Consigliati: Jack. La spia di Richelieu.

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C’era una volta un cuore spezzato

C’era una volta un cuore spezzato – Stephanie Garber

Evangeline Volpe ha sempre creduto nell’amore e nel lieto fine… Fino al giorno in cui scopre che quello che credeva essere il ragazzo della sua vita sta per sposare un’altra.
Nel disperato tentativo di impedire le nozze, Evangeline stringe un patto con il Fatidico Principe di Cuori, affascinante quanto malvagio. In cambio del suo aiuto, il Fato chiede a Evangeline tre baci, che dovrà dare quando e a chi deciderà lui.
Ma già al primo dei tre baci promessi, Evangeline impara a sue spese che mettersi in affari con un immortale può rivelarsi un gioco molto pericoloso, e che ciò che il Principe di Cuori vuole da lei è più di quanto si è fatto promettere. I piani che ha fatto per Evangeline potrebbero portare al più straordinario dei lieto fine o alla più spettacolare delle tragedie…

Recensione di “C’era una volta un cuore spezzato”:

Ho letto questo primo capitolo tutto d’un fiato e senza quasi staccare gli occhi dal libro, come non mi capitava ormai da tempo.

La scrittura dell’autrice riesce davvero ad attanagliasti alle pagine e a non farti pensare ad altro durante tutta la giornata. Le sue descrizioni di questi mondi incantati sono così realistiche che appena chiuse le pagine del libro ti sembra di aver appena concluso la visione di un bellissimo film. Potrà non piacere la natura delle storie che racconta ma trovo che la sua scrittura sia davvero talentuosa.

In questo capitolo la protagonista è Evangeline che si vede portar via il suo amato dalla sorellastra. Per scongiurare le nozze si rivolge al nostro amato Principe Di Cuori, che promette di non far verificare le nozze in cambio di tre baci che richiederà lui a tempo debito. È così che Evangeline si immerge in una serie di avventure dolorose che la porteranno nel magico Nord, mondo che aveva imparato a conoscere solo tramite le storie mia finite raccontate da sua madre.

Ancora una volta i personaggi descritti sono ben caratterizzati è pieno di fascino. La matrigna cinica e la sorellastra bisognosa di amore e poi Evangeline, una povera ragazza che ha perso tutto e continuerà a perdere tutto ciò che le è più caro. Ho amato veder ripresi piccoli particolari della vecchia saga. Una nuova saga ma ambientato nello stesso mondo. In più adoro più di ogni cosa il modo in cui l’autrice abbia creato dei piccoli dettagli magici che rendono la usato mondo ancora più incredibile.

Falla storie dei castelli, alle carte dei fati. Dai libri magico nascosti in ricettari alle fiabe senza un finale. Trovo davvero che la fantasia di questa autrice sia infinita e piena di originalità.

Non sto quindi a precisare che attendo con mooooolta ansia l’arrivo del nuovo capitolo.

Libri Consigliati: Caraval, La chimera di Praga.

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Il regno di cenere

Il regno di cenere #7 – Sarah J. Maas

Aelin ha rischiato tutto per salvare il suo popolo, ma ha pagato un prezzo altissimo: è stata rinchiusa in una bara di ferro dalla regina Maeve, costretta a sopportare mesi di torture se non vuole condannare coloro che ama.

Ma anche la sua forza e la sua determinazione iniziano a incrinarsi.

Non è l’unica a dover combattere per assicurarsi un futuro, mentre i fili del destino dei vari personaggi si intrecciano inesorabilmente.

Recensione di “Il regno di cenere”:

Con non poca fatica siamo arrivati al finale di serie, insieme alle mie amiche del gruppo i lettura con la quale abbiamo seguito tutta la saga e senza la quale, quasi sicuramente, avrei abbandonato molto tempo fa questi libri.

Tutto finisce in un insieme di battaglie ovunque, su ogni lato, su ogni fronte: un tutti contro tutti che effettivamente ci si aspettava fin dall’inizio. E volete sapere cosa risulta? Queste battaglie non sono credibili. Sono epiche nelle loro descrizioni, portano morti e feriti in ogni dove e su ogni fronte, ma è davvero così? Io sinceramente mi aspettavo qualcosa di più realistico, anche se avrei dovuto tirare giù qualche lacrima.

(SPOILER DELLE NOVELLE:  eppure quando c’è stato da uccidere Sam, non si è fatta così tanti problemi)

L’unico pensiero della Maas sembrano essere i matrimoni: nel senso che alla fine di tutto l’importante è che tutti i protagonisti o co-protagonisti abbiamo un partner con la quale passare il resto della propria vita. Io forse tutta questa parte romance all’interno di quello che voleva essere un epico fantasy non l’avrei messa, o forse non gli avrei dato così tanta importanza. Anche perché teoricamente lo scopo della storia non era quella di trovare marito/mogli a tutti, ma quella di raccontare di popoli, mondi, re e regine, riscatto, amicizia e fedeltà.

In effetti, per quanto mi aspettassi qualcosa di diverso, tutto quello che è stato raccontato è perfettamente nel suo stile e ci aveva preparato a ciò fin dal principio. Devo ammettere, come nota positiva, che almeno lo stile di scrittura è migliorato e anche se le descrizioni a volte sono sembrate fin troppe, almeno qui il libro è risultato più scorrevole e comprensibile – cosa che veniva difficile in alcuni dei suoi testi o in alcune parti.

Dopo questa saga non so se riuscirò a dare un’altra chance a questa autrice, o forse mi basterà un bel lungo periodo di lontananza dalla sua scrittura.

Libri consilgiati: Hunger Games. Illuminae.

Cinque falci di luna. Missing Moment

Cinque falci di luna. Missing Moment – Virginia De Winter

Cinque frammenti di vita dei personaggi di Black Friars, cinque momenti originati dall’Ordine della Spada e dall’Ordine della Chiave, approfonditi e ampliati per un nuovo, breve viaggio nella Vecchia Capitale.

Edizione arricchita di Black Friars. Outtakes

Recensione di “Cinque falci di luna. Missing Moment”:

Non c’è davvero molto da dire su questa piccola novella, anzi, non diamo false speranze. Questa è tutto fuorché una novella. Molti, quando si innamorano di un autore o un’autrice, leggerebbero di suo anche le liste della spesa :P.

Questo in effetti è quello che succede con questo estratto. Qui vengono raccolti tutti quei capitoli che erano stati eliminati dalla saga originaria, poiché non significanti per la riuscita della storia complessiva, immagino. A me sinceramente non ha fatto impazzire, mi è sembrata una trovata fin troppo commerciale. Avrei preferito leggere qualche piccola storiella divertente con Bryce, o qualche scorcio della vita di coppia di S. e G., o magari quel matrimonio mancato tra E. e A. o anche quello della coppia nominata precedentemente.

Così purtroppo non mi ha saputo né di carne né di pesce. Voi, che novelle preferite? In che gruppo rientrare: quello dei piccoli scorci o delle liste della spesa?

Libri consigliati: Notte di marionette e torte.

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Black Friars. L’ordine della croce

Black Friars. L’ordine della croce #3 – Virginia De Winter

La Vecchia Capitale non ha pace. Scossa dai tumulti del Presidio, avvelenata dai malefici di Belladore de Lanchale, l’antica città dovrà ora affrontare un nemico senza eguali. L’ultima erede della dinastia Blackmore, garante della tregua con le creature del Presidio, è stata ritrovata, ma le malvagie entità accetteranno che sia proprio la giovane Sophia a custodire un armistizio suggellato dalla sua antenata migliaia di anni prima?

Le forze del male hanno destato dal suo riposo l’Ordine della Croce e i cavalieri sono pronti a imbracciare le mitologiche spade per difendere il genere umano dalla minaccia delle nebbie demoniache. Intanto, ancora ignara del pericolo, Eloise Weiss è alle prese con il misterioso ritrovamento dello scheletro di uno studente dell’ Università. Questa volta i suoi poteri di Evocatrice sono vani, ma grazie alle sole conoscenze mediche giunge a una verità inquietante: le ossa rinvenute sono le chiavi di uno scrigno che sigilla i segreti più oscuri della Vecchia Capitale, segreti di personaggi potenti disposti a tutto perché non siano svelati.

Eppure, come in un labirinto di delitti e apparizioni dal passato, ogni filo di questa storia passionale e avvincente sembra destinato a ricongiungersi.

Recensione di “Black Friars. L’ordine della croce”:

Siamo arrivati alla conclusione di questa serie, devo ammettere, molto bella. La cosa che mi ha colpito più di tutto, e forse andrò a ripetere qualche commento fatto nelle precedenti recensioni, è stata la caratterizzazione dei personaggi. All’inizio, ammetto, che facevo fatica a ricordarmi i nomi e chi fossero, in più essendoci ordini diversi, per me era davvero complicato. Arrivati a questo punto però, non solo i nomi non sono più un problema, ma si riesce ad intuire da una sola piccola frase chi sta dicendo cosa e perché.

Questo è stato il mio capitolo preferito: qui non ci si focalizza su una coppia e basta ma vengono portati avanti tutti i personaggi contemporaneamente con le proprie storie e le proprie crescite. Capite bene che avere in testa così tanti personaggi diversi e farli parlare e interagire ognuno a modo loro potrebbe portare alla follia chiunque. Invece, soprattutto in questo capitolo, qui l’autrice fa un uso magistrale del suo talento.

Forse avrei dedicato un capitolo a parte proprio per il matrimonio di Axel ed Eloise – si la loro coppia non mi fa impazzire e ce n’è una in particolare che ho amato molto di più, ma magari quell’avvenimento l’avrei sottolineato un po’ di più, visto che i fan tanto lo aspettavano. Gli avvenimenti in questo capitolo sono tantissimi e descriverli provocherebbe qualche spoiler involontario. Sappiate solo che alla fine tutti i nodi vengono al pettine e che riusciremo a dare un significato in quello che è successo nei tre libri precedenti. Avremo anche qualche scena più commovente e sicuramente non mancheranno quelle divertenti, dove Bryce ne è assolutamente il protagonista.

Direi che a differenza di altri libri il finale di questa saga è stato tanto atteso e le aspettative non sono state deluse. Ottimo libro in todo e nel finale.

Libri Consigliati: La chimera di Praga, Caraval.