Il dio delle piccole cose – Arundhati Roy

La storia narra di due piccoli gemellini dizigoti nati in India su una corriera per l’ospedale. Fin da subito il legame tra i due piccoli è molto speciale: sembra che entrambi riescano a percepire tutto ciò che fa l’altro e questo di sicuro li rende molto uniti; ognuno dei due sa che la propria vita dipende da quella dell’altro ma un giorno vengono separati e il piccolo Estha restituito mentre la piccola Rahel rimane con la madre Ammu. Attraverso gli occhi di due piccoli uomini viene raccontata una storia difficile di una donna separata con due piccoli bimbi al seguito che torna a casa.

Molte cose possono succedere nel giro di pochi anni di vita, una molestia, un amore pericoloso tra due persone molto diverse che secondo la società non possono stare insieme, l’arrivo di una piccola mol e la disgrazia e poi, finalmente, il ritrovo di due gemellini molto legati tra di loro che vengono separati e finalmente possono ritrovarsi.

““Noi siamo prigionieri di Guerra” disse Chacko. “I nostri sogni sono stati manipolati. Non apparteniamo a nessun posto. Navighiamo senza ormeggi in un mare agitato. Non ci sarà mai permesso di attraccare. I nostri dolori non saranno mai abbastanza felici. I nostri sogni mai abastanza grandiosi. Le nostre vite mai abbastanza importanti. Per contare qualcosa.” Quindi, per dare a Estha e Rahel il senso della prospettiva storica (benchè la prospettiva fosse una cosa di cui, nelle settimane a venire, Chacko stesso sarebbe stato desolatamente privo), parlò loro della donna Terra.”

Commento:

Mamma mia ragazzi, non avete idea di quanto tempo io ci abbia messo a leggere e a finire questo libro: dicono che sia corto ma a me è sembrato davvero eterno. La scrittura è davvero particolare: le frasi sono molto corte e l’autore si esprime molto spesso in metafore o sotto piccole allusioni da lui create. In più le descrizioni non sono precise. Ho fatto davvero molta fatica a leggerlo; non mi ha preso la sua storia in nessun punto e molte volte facevo fatica a capire cosa stessi leggendo: si perdevano i soggetti nelle frasi o anche i luoghi. Non c’era un nesso logico nelle cose che venivano raccontate: epilogo di vita quotidiana raccontate ma senza avere una cronologia logica se non quella del tempo.

Mi dispiace ma non mi sento di consigliare questo libro, magari è stata colpa mia e non sono riuscita a coglierne il suo senso interno, o forse semplicemente non è assolutamente il mio genere.

Mai come in questo caso dovete assolutamente farmi sapere cosa ne pensate e nel frattempo…

Buona lettura a tutte/i voi!