Il nome della rosa – Umberto Eco

Verso la fine del Medioevo, Guglielmo, ex inquisitore, viene chiamato da un abate di un monastero nel nord Italia per scoprire la causa e l’artefice di un assassinio. Insieme ad un giovane frate, Adso, affidatogli all’inizio del suo viaggio per comprendere e intraprendere quella che sarà la sua vita da religioso, si reca in questo monastero benedettino dell’Italia settentrionale e in sette giorni riuscirà a scoprire la natura del primo omicidio e di tutti quelli che purtroppo seguiteranno ad esso.

Molto di più si cela dietro a queste spesse mura e l’Abate, ignaro di quello che accade all’interno, cerca di nascondere e proteggerne i suoi abitanti. Ma forse è protio all’interno che scorre il fiume del pericolo. Forse gli omicidi non sono l’unica cosa che accade nel monastero?! Forse altri eventi stanno macchiando il buon nome del monastero e di chi ne è a capo, l’abate Abbone?!

“Accanto al salterio v’era, evidentemente terminato da poco, uno squisito libro d’ore, dalle dimensioni incredibilmente piccole, sì che avresti potuto tenerlo nel palmo della mano. Esigua la scrittura, le miniature marginali erano a malapena visibili a prima vista e chiedevano che l’occhio le esaminasse da vicino per apparire in tutta la loro bellezza (e ti chiedevi con quale strumento sovrumano il miniatore le avesse tracciate per ottenere effetti di tanta vivacità in uno spazio così ridotto).”

Commento:

Ragazzi non avete idea di quanto sia stato difficile portare a termine questo libro, ma era un mio obiettivo e quindi ce l’ho fatta!

Il problema non è nemmeno il racconto in se ma tutto ciò che gli gira attorno: la scrittura (con anche parti in latino) diciamo che non è delle più semplici, alcune frasi ho dovuto rileggerle più volte perché troppo lunghe e spariva così il soggetto in questione; il racconto viene spesso interrotto da spiegazioni e precisazioni su quello che è il mondo della cristianità all’epoca, poiché molti si sono divisi dal ramo classico sulla base de pensiero “Dio era povero, dobbiamo esserlo anche noi” e quindi vengono fornite spiegazioni su ogni fazione nata; infine, il libro è ricchissimo di descrizioni, pagine e pagine vengono spese solo per descrivere nei minimi dettagli molte cose, che a volte sono inutili (come nel caso della biblioteca) poiché tanto senza una mappa non ci avrei capito una mazza lo stesso. Il libro nel complesso però è proprio bello e mostra una cultura sull’argomento che fa paura. Bravo Guglielmo che alla fine svela il mistero: personaggio un po’ particolare che si differenzia dagli altri poiché riesce a trovare un equilibrio per quello che è il suo credo e il suo sapere, per la prima volta nella storia si trova un personaggio che fa viaggiare di pari passo la Chiesa e la Scienza!

In più il suo intuito è spettacolare: è come se avesse un albero in testa, dove ogni ramo diventa un’ipotesi che spiega quel fatto, ogni particolare in più trovato va a far cadere quelle che sono le ipotesi sbagliate e a far ingrandire le ipotesi giuste fino ad arrivare ad un’unica soluzione, il tronco!

Buona lettura a tutte/i voi!