L’ombra del vento – Carlos Ruiz Zafon

Ogni amante della lettura sa che c’è quell’unico libro capace di rappresentarci sempre in ogni istane della nostra vita e Daniel, che da sempre a vissuto immerso nei libri come suo padre gli ha sempre insegnato, ha trovato il suo.

All’interno del Cimitero dei Libri Dimenticati, Daniel trova un libro maledetto scritto da un certo Julian Carax. La sua scrittura e il suo racconto fanno innamorare quel giovane ragazzino in poco tempo e così nasce dentro la voglia di saperne di più, di cercare altre sue opere e collezionarle tutte. Ma qualcuno prima di lui si è inoltrato alla scoperta dei libri di Carax ma con un intento diverso da quello di leggerli: Il soggetto ha fatto si che tutti quei libri furono persi nel fuoco.

Che storia è questa? Chi è quell’uomo che si fa chiamare con il nome di uno dei personaggi dei libri di Carax? E chi è davvero Carax?

A Daniel non rimane che andare alla scoperta che nascondono Carax e i suoi libri. Ma quei segreti iniziano a diventare anche i suoi. Intrighi e sotterfugi ormai sono il suo pane quotidiano tanto che lo porteranno ad un punto di non ritorno.

“L’immagine di Penélope Aldaya sullo scalone gli tenne compagnia durante le prime settimane al San Gabriel. Quella nuova realtà era piena di contraddizioni e non tutto gli piaceva. Gli allievi si comportano come principi mentre i loro colti insegnanti parevano servi deferenti. Il primo ragazzo con cui Julian fece amicizia, a parte Jorge Aldaya, fu Fernando Ramos, figlio di uno dei cuochi del collegio, che mai avrebbe immaginato che un giorno avrebbe indossato la tonaca e avrebbe insegnato in quelle stesse aule. Fernando, a cui i compagni avevano dato il nome di Fornelletto, trattandolo alla stregua di un domestico, era sveglio ed intelligente e aveva un solo amico, Miquel Moliner, un ragazzo un po’ strano che in seguito sarebbe diventato il miglior amico di julian.”

Commento:

La scrittura di questo romanzo è uno spettacolo. Il racconto sembra rispecchiare in pieno, in ogni punto, il vero carattere del protagonista Daniel, sempre un po’ introverso e schivo con le persone quando si parla di sentimenti.

Le parole che vengono utilizzate per raccontare i fatti sembrano misurate con il contagocce come se essendo lo stesso Daniel che racconta i fatti, determinate cose siano proprio scontate perché ognuno conosce se stesso. Ma nonostante questo nessun particolare della storia viene lasciato al caso e la storia è davvero comprensibile e amabile. Questo autore è stato capace di trasmettermi pensieri ed emozioni solo descrivendomi dei semplici gesti. Nulla è stato lasciato al caso. Ogni parola è stata pensata e ponderata nei minimi dettagli.

Ci si ambienta subito nella Barcellona del dopo guerra e nell’ambientazione essenziale e soprattutto non si fa fatica ad immedesimarsi co i personaggi. Devo essere sincera qui il mio preferito è stato di sicuro Fermìn (quanto mi ha fatto ridere) così particolare e tenero ma anche molto leale verso chi lo ha salvato. Si vede subito che ha un cuore grande ma che tiene segregato dietro ad un alto muro molto spesso. E come invece non si fa ad odiare Fumero: un pazzo psicopatico che gira libero per la città armato e libero di fare quello che vuole perché protetto dalla legge. Questo si che mi fa paura.

La storia, poi, è piena di imprevisti e colpi di scena che ti tengono legati alla storia. L’unica minuscola pecca è stata che all’inizio ho fatto un po’ fatica a legarmi alla storia, ma appena si entra nel clou vi giuro che staccarvi da lui sarà difficile. Un po’ come Daniel con il suo “Ombra del vento”.

Buona lettura a tutte/i voi!