L’uomo del labirinto – Donato Carrisi

Una ragazza scomparsa e ritrovata. Un uomo senza più nulla da perdere. La caccia al mostro è iniziata. Dentro la tua mente. L’ondata di caldo anomala travolge ogni cosa, costringendo tutti a invertire i ritmi di vita: soltanto durante le ore di buio è possibile lavorare, muoversi, sopravvivere. Ed è proprio nel cuore della notte che Samantha riemerge dalle tenebre che l’avevano inghiottita.

Tredicenne rapita e a lungo tenuta prigioniera, Sam ora è improvvisamente libera e, traumatizzata e ferita, è ricoverata in una stanza d’ospedale. Accanto a lei, il dottor Green, un profiler fuori dal comune. Green infatti non va a caccia di mostri nel mondo esterno, bensì nella mente delle vittime. Perché è dentro i ricordi di Sam che si celano gli indizi in grado di condurre alla cattura del suo carceriere: l’Uomo del Labirinto. Ma il dottor Green non è l’unico a inseguire il mostro.

Là fuori c’è anche Bruno Genko, un investigatore privato con un insospettabile talento. Quello di Samantha potrebbe essere l’ultimo caso di cui Bruno si occupa, perché non gli resta molto da vivere. Anzi: il suo tempo è già scaduto, e ogni giorno che passa Bruno si domanda quale sia il senso di quella sua vita regalata, o forse soltanto presa a prestito. Ma uno scopo c’è: risolvere un ultimo mistero. La scomparsa di Samantha Andretti è un suo vecchio caso, un incarico che Bruno non ha mai portato a termine…

E questa è l’occasione di rimediare. Nonostante sia trascorso tanto tempo. Perché quello che Samantha non sa è che il suo rapimento non è avvenuto pochi mesi prima, come lei crede. L’Uomo del Labirinto l’ha tenuta prigioniera per quindici lunghi anni. E ora è scomparso.

Recensione de “L’uomo del labirinto”:

La penna di Donato Carrisi è inconfondibile, e anche in questo nuovo capitolo si fa riconoscere subito per la sua scrittura fluida schietta e cruda. Ma si fa amare proprio per questa ragione: i casi gialli, di persone scomparse o uccise non possono essere edulcorati, non sarebbero realistici. L’uomo del labirinto è un personaggio che pensa di poter fare agli altri quello che è stato fatto a lui in passato, che tutto faccia parte della natura umana e della realtà delle cose.

Ho apprezzato molto la figura di Genko, l’investigatore privato, coerente con il filo della narrazione e con un carattere contrapposto nella vita privata e nel lavoro. In questo dettaglio mi ci sono ritrovata, ma all’inverso. Io in casa sono disordinata e a volte trascuro qualche faccenda per il relax, mentre a lavoro sono accurata e dettagliata. Non ho invece capito e compreso la rivalità tra polizia e investigatori provati. Dovrebbero collaborare insieme alla risoluzione di un caso, poiché l’importante è trovare il colpevole.

Il libro è stato ben raccontato e la narrazione è stata fluida e coerente, ma poi è arrivata la fine. Ecco io la fine non l’ho capita appieno. Sembra quasi che, in mancanza di un finale migliore, l’autore abbia voluto dare un colpo di scena pazzesco, risultando però non coerente e lineare con il resto della storia. Aggiungendo addirittura personaggi già conosciuti dalle sue opere che però con la storia non lega per nulla. Dato un finale flop, si voleva per caso riconnettere il lettore con la narrazione persa?!

Devo ammettere che queste ultime letture di Carrisi non mi hanno lasciato soddisfatta appieno. Preferisco di gra lunga le opere scritte tempo fa: La ragazza della nebbia o Il suggeritore. Ringrazio il gruppo di lettura L’assassino è il maggiordomo per la condivisione di questa lettura.

Libri consigliati: Uomini che odiano le donne, Scomparsa.