Le segnatrici

Le segnatrici – Emanuela Valentini

Le cose che nascondiamo a noi stessi possono ucciderci. O salvarci. Il ritrovamento delle ossa di Claudia, bambina scomparsa ventidue anni fa, richiama a Borgo Cardo, nell’Appennino emiliano, Sara Romani, chirurgo oncologico di stanza a Bologna. Per lei il funerale è una pericolosa occasione di confronto con un passato da cui è fuggita appena ne ha avuto la possibilità. Al ritorno nella routine bolognese, il desiderio è quello di dimenticare.

I segreti, gli amici d’infanzia rimasti inchiodati a una realtà carica di superstizioni e pregiudizi, le ossa di una compagna di giochi riemerse da un tempo lontano. Finché scompare un’altra bambina: Rebecca. Sara ha avuto giusto il tempo di conoscerla. Dopo il funerale Rebecca le ha curato una piccola ferita secondo l’antica tradizione della segnatura e adesso Sara è in debito con lei. Un legame che sa di promessa. Un filo rosso che unisce il passato di Sara, schiava della convinzione di dover salvare tutti, con un incubo appena riemerso dall’oblio. Mentre il paese si mobilita per ritrovare Rebecca, la donna è costretta a tornare.

È l’inizio di una discesa negli inferi dell’Appennino, un viaggio doloroso nelle storie sepolte nel tempo attraverso strade, boschi, abitazioni e volti che lei aveva imparato a cancellare dalla memoria, e che ora diventano luoghi neri in cui cercare una bambina innocente. Quale oscuro mistero si cela dietro la secolare tradizione delle segnatrici?

In una sfrenata corsa contro il tempo per scoprire chi ha rapito Rebecca e riuscire a salvarla prima che sia troppo tardi, Sara dovrà scendere a patti con una parte di sé messa a tacere ventidue anni prima. A costo di perdersi nel labirinto dei ricordi e non trovare più la via d’uscita.

Recensione di “Le segnatrici”:

Buongiorno a tutti e benvenuti ad un altro appuntamento del Gruppo di Lettura, L’assassino è il maggiordomo, creato da me. Se sei appassionato alla lettura del genere giallo/thriller, qui potrai condividere con noi questa passione e la scoperta dell’assassino. Ti stiamo aspettando 🙂

Questo mese il libro in questione era Le segnatrici di Emanuela Valentini e per me è una bocciatura totale. La protagonista Sara è assolutamente un personaggio ambiguo e mal descritto. Si interessa ad un caso di sparizione nella sua vecchia città in senso di riscatto per l’amica, scomparsa quando lei era piccola, e per un senso di debito. Ma quali sono le sue capacità per potersi improvvisare investigatrice, a parte sentire delle voci nella testa che la indirizzano al continuare? Nessuna!

Tanto che rischia di compromettere le prove, porta la polizia a risultati sbagliati e rischia lei stessa la vita. E la sua amica poliziotta cosa fa? Le dice continuamente di smettere e di non continuare perché non è addestrata. Ma davvero? Lavori nella polizia, stanno mettendo disordine e tu le recrimini il fatto di non essere addestrata? Inverosimile.

Mi dispiace poi perché l’autrice sembra voler inserire nelle varie descrizioni dei luoghi frasi filosofiche, facendo diventare lo scritto troppo pomposo. Ricordiamoci che stiamo scrivendo un thriller. L’esempio lampante è quando descrivendo la casa della vecchia dice (non con le medesime parole, ma il significato è quello) che la casa è protetta dalle montagne e mai vento, né bufere di neve e né altro potranno scalfirla. Infatti, da che mondo è mondo, la montagna non ha mai distrutto case a causa di frane, tempeste, incendi etc, vero? (questa era ironica).

Mi è sembrato che la scrittrice volesse esagerare, forse per paura di essere banale, arrivando però al punto di esagerare in ogni aspetto: descrizioni, dialoghi e personaggi. Questo è il mio pensiero.

Il finale non è nemmeno così tanto chiaro e vengono lasciati dei dettagli al caso (non posso dire di più perché farei spoiler). L’assassino non l’avevo indovinato, in effetti, ma giuro che sarebbe stato davvero difficile a causa della confusione della storia.

Voto 2, perché “1” lo do solamente ai casi gravi, dove vorrei chiudere già dalle prime pagine il libro perché noioso.

Libri consigliati: Il buio dentro, Scomparsa.

Vertigine

Vertigine – Sophie Jomain

All’alba dei diciotto anni, Hannah è semplicemente furiosa all’idea di lasciare Parigi per trascorrere un’altra vacanza estiva a Wick, la piccola cittadina a nord della Scozia dove vive la nonna. Per una ragazza della sua età, abituata alla frenesia della metropoli, non esiste posto più noioso.

A risollevarle il morale, per fortuna, ci sono le vecchie amicizie ma anche le nuove conoscenze, fra cui il misterioso Leith, dalla bellezza statuaria e dal fascino irresistibile. Non importa se su di lui circolano strane voci: l’attrazione è immediata, reciproca e incontenibile.

Per Hannah sembra che stia iniziando la storia d’amore che tutte le ragazze sognano, ma ogni fiaba che si rispetti ha il suo lato oscuro, e quella della giovane si sta per trasformare in un incubo.

 

Recensione di “Vertigine”:

Buongiorno a tutti, cari lettori, ecco che oggi ci ritroviamo ad un altro appuntamento di Tu Leggi? Io scelgo, rubrica creata da Chiara e Rosy, ormai mie amiche di lettura con la quale condividiamo questa passione. Per questa mese la mia scelta sarebbe ricaduta sulle letture del blog Libri al caffè di Erika.

Mi sono fatta consigliare dalla mia amica su quali letture potevo scegliere, avevo bisogno di qualcosa di leggero e infatti mi ha consigliato questo libro perfetto per lo scopo.

Vertigine è una classica storia d’amore tra una ragazza parigina, costretta a trasferirsi in Scozia per stare con la nonna, e il classico super figo del paese che, guarda caso, è un lupo mannaro. Hannah ha un bellissimo carattere con la quale mi sono trovata subito affine e che dire sui suoi gusti in fatto di ragazzi: super approvata! La storia è ben scritta e ben descritta e in effetti ho finito il libro praticamente in una notte. E’ davvero molto leggero e piacevole da leggere, scorrevole e scritto bene.

Ci sono all’interno, però, davvero troppi cliché: la ragazza in pericolo che viene salvata dal super figo. Lui che compare sempre in ogni luogo, come lei scopre che lui è un lupo. Tutti questi dettagli troppo scontati lo fanno sembrare un Twilight versione lupi. Mi è piaciuta molto l’ambientazione con le descrizioni dell’isola, del faro e del mare. L’ho davvero adorata. Se vi piace il genere o siete in cerca di una lettura leggera, o qualcosa da far leggere ai vostri figli adolescenti è super consigliato. Sicuramente leggerò altro dell’autrice.

Letture consigliate: Book Jumpers, Gala Cox.

La nona casa

La nona casa – Leigh Bardugo

Galaxy “Alex” Stern è la matricola più atipica di tutta Yale. Cresciuta nei sobborghi di Los Angeles con una madre hippie, abbandona molto presto la scuola e, giovanissima, entra in un mondo fatto di fidanzati loschi e spacciatori, lavoretti senza futuro e di molto, molto peggio. A soli vent’anni, è l’unica superstite di un orribile e irrisolto omicidio multiplo. Ma è a questo punto che accade l’impensabile.

Ancora costretta in un letto d’ospedale, le viene offerta una seconda possibilità: una borsa di studio a copertura totale per frequentare una delle università più prestigiose del mondo.

Dov’è l’inganno? E perché proprio lei?

Ancora alla ricerca di risposte, Alex arriva a New Haven con un compito ben preciso affidatole dai suoi misteriosi benefattori: monitorare le attività occulte delle società segrete che gravitano intorno a Yale. Le famose otto “tombe” senza finestre sono i luoghi dove si ritrovano ricchi e potenti, dai politici di alto rango ai grandi di Wall Street.

E le loro attività occulte sono più sinistre e fuori dal comune di quanto qualunque mente, anche la più paranoica, possa immaginare. Fanno danni utilizzando la magia proibita. Resuscitano i morti. E, a volte, prendono di mira i vivi.

Recensione di “La nona casa”:

Buongiorno a tutte e benvenute nel mio piccolo mondo. Oggi purtroppo la mia recensione sarà negativa. Sono stata spinta a leggere questo libro dalla mia curiosità. La maggior parte delle blogger che conosco ha letto questo libro e i pareri erano discordanti, più a favore che contro. Io invece non mi ci sono proprio trovata.

L’idea generale del “La nona casa” mi piaceva molto, adoro tutto ciò che parla e riguarda la magia in genere: pozioni, incantesimi (anche se non chiamati così :P). La penna della Bardugo non è nemmeno così male e le descrizioni mi sono piaciute. Quando Alex soffriva per le botte ricevute giuro che mi sono alzata dal divano come se fossi io ad essere dolorante.

Passiamo, però, alle noti dolenti. Purtroppo ho trovato la storia molto confusa. All’inizio non riuscivo a capire se stesse ancora parlando del presente o del passato. Non riuscivo a ricordare i nomi (ci sono anche tanti personaggi) e quindi non riuscivo a mantenere la linea della storia. Ultimo, ma non per questo meno importante, la trama non partiva. Era noioso e io non riuscivo davvero a trovare la voglia di continuarlo. Ci ho messo circa un mese a finirlo e nel frattempo ho terminato altre 4/5 letture.

La fine poi (dal 75% in poi) è stata una sorpresa in positivo. Davvero originale e non credo che ci sarei mai arrivata. Sono riuscita anche ad affezionarmi a qualche personaggio come la Daws e Alex stessa, che prima era rimasta molto enigmatica.

Penso che in futuro le darò un’altra possibilità. Ho letto che ha scritto parecchie opere. Adesso però sono rimasta scottata un po’ in negativo. (Scusa Chiara ahahahah :P)

Libri consigliati: La chimera di Praga, Caraval.

La sesta opera

La sesta opera – Luca Centi

1863, New Orleans. Lavinia ha quindici anni e vive a villa Menard con zia Sabine fin da quando è rimasta orfana.Ma la famiglia Menard non è come le altre, fa parte delle cinque Famiglie eredi della Sibilla che anticamente ha scisso il suo Potere creando così le cinque Opere. Lavinia viene cresciuta come una Scevra, una semplice umana senza alcun dono, nel disprezzo della zia che non fa altro che definirla Mezzosangue.

Nessuno conosce però il segreto della ragazza: nonostante non sia mai stata preparata per fare il suo ingresso nel Conclave delle Sibille, riesce comunque ad accedere al Limbo, la realtà che i Testimoni delle Opere del Futuro e del Passato proteggono.

A Lavinia basta canticchiare mentalmente una Filastrocca per ritrovarsi in quel luogo incantato e poter scorgere attraverso i due Veli del Tempo.Il giorno dell’iniziazione di Claudia e Marcus, inaspettatamente però accade qualcosa di terribile e un’entità oscura annuncia che i cancelli del Limbo sono definitivamente chiusi. Solo Lavinia riesce ancora a creare un varco tra i due mondi e con l’aiuto di Marcus e Alistair, il primogenito di zia Sabine disconosciuto perché figlio di un amore proibito, scoprirà la terrificante verità su chi si cela davvero dietro le oscure ombre che hanno invaso il Limbo con lo scopo di soggiogare anche il mondo reale.

Recensione di “La sesta opera”:

La sesta opera è un fantasy nuovo, con una storia mai letta ed originale, nato dallo studio dell’autore sul quartiere francese di New Orleans e sulla cultura creola. Il romanzo ha una scrittura semplice e che arriva subito ai sentimenti. Fin dal principio mi sono legata al personaggio di Lavinia, protagonista, che fin da piccola ha avuto la sventura di perdere entrambi i genitori e dover andare a vivere con la zia. Una zia fredda e calcolatrice che non nasconde il fatto che Lavinia per lei sia un peso.

I personaggi sono davvero realistici in ogni loro emozione, fin da subito avevo capito che il cugino Marcus, anche se messo in mezzo dalla zia a bugie e intrighi, sarebbe stato uno dei “buoni” della storia e mi è piaciuto subito, ha sempre protetto Lavinia, in fin dei conti. Non ho mai sopportato, invece, la zia Sabine, troppo fredda e austera e rancorosa nei confronti della nipote. Odiosa che di più non si può.

Le ambientazioni e le loro descrizioni sono davvero stupende. Ho amato quelle parti dove veniva descritta la villa, in particolar modo la biblioteca, e il quartiere creolo. fatto di queste capanne molto spartane ma ricche di cultura e del valore del rispetto della propria gente. Non so se l’ho reso proprio chiaro, ma nel caso ribadisco che ho amato la sua scrittura :P.

Credo poi che la storia sia unica nel suo genere, molto ben pensata e studiata. Curiosa come sono penso che avrei voluto ereditare l’Opera del Futuro, ma anche quella della mente mi attira molto, perché non un miscuglio allora :P.

Mi dispiace solo che siano stati poco descritte le Opere della vita e della morte. Non essendo, forse, i protagonisti della storia sono stati un po’ relegati a semplici menzioni. Mi sarebbe piaciuto se nel corso del racconto si fossero approfonditi anche quei temi e curiosità. In più credo che la parte della sesta opera sia stata un po’ troppo breve e descritta troppo di sfuggita. Va bene essere legata ad un alone di mistero ma mi è sembrato un po’ eccessivo, visto che l’autore ha descritto molti dettagli anche più piccoli molto bene. Mi ha dato l’impressione di essere lasciata un po’ troppo al caso.

Sono certa per che il secondo capitolo spiegherà meglio i dettagli e questi miei quesiti avranno sicuramente un riscontro. In effetti bisogna lasciare un po’ di materiale per il secondo capitolo no?!

Nel frattempo vi lascio i link per altri due fantasy straordinari sempre della stessa casa editrice. Buone letture 🙂

Libri consigliati: Luna d’inverno, Bringer.

Ringrazio La Corte per la copia omaggio del libro.

La legge del drago

La legge del drago – Lorenzo Visconti

«E questo dove sta scritto?»

«Da nessuna parte: è la legge del Drago. Se non la rispetti ti spezzo le ossa.»

Lorenzo Visconti, detto il Drago, è un poliziotto della questura di Milano che dopo essere stato incastrato per un delitto che non ha commesso, vede andare in frantumi la propria carriera. Rilasciato in attesa di processo ha un solo obiettivo: scoprire il vero colpevole.

Senza lavoro e senza prospettive, non gli resta che mettere l’esperienza e il fiuto da ex sbirro a disposizione del miglior offerente, legale o illegale che sia.

Quando però viene assunto per indagare sull’apparente suicidio di una ragazzina in un parco, si trova invischiato in una storia più grande di lui che lo proietta in un incubo di marciume e violenza. A coprirgli le spalle la sua ex collega Lara Serrano e Jamel Blanchard, un francese dalla pelle scura con la fissa per le nuove tecnologie.

La legge del Drago è un noir dai toni forti, in una Milano corrotta e spietata, nel pieno di una crisi economica che sta per devastare le esistenze di molti.

Recensione di “La legge del drago”:

Buongiorno a tutti e benvenuti ad un altro appuntamento di L’assassino è il maggiordomo, GdL nato per condividere assieme la passione per i libri gialli e per il tentare di scoprire l’assassino.

In questo capitolo, devo dire, che la scelta a metà mese su chi poteva essere l’assassino è stata ardua. Arrivati infatti a metà del libro le cose e le storie erano così intrecciate da non poter capire bene quale sarebbe stato l’epilogo del tutto. Il libro è molto particolare e la bravura dello scrittore è stata proprio quella di legarmi ai suoi personaggi e alle loro storie fin da subito.

I due personaggi sono in netta contrapposizione ed è per questo che, in maniera simpatica ci si lega subito a loro. Lorenzo è il classico bulletto che sta dalla parte del giusto e che pensa di poter risolvere tutti i problemi con le botte, ma è vegetariano (già questo non vi fa un po’ ridere?). Jamal è un marocchino francese buono e che viene vessato a causa della sua ingenuità. Proprio l’opposto di ciò che gli stereotipi ci fanno credere tutti i giorni :).

La storia mi è piaciuta davvero un sacco e tanto mi è piaciuto anche il tema della mafia italiana che si mescola con le grandi opere. Soprattutto a Milano, dove le grandi opere sono sempre di più. Un tema molto attuale e della quale ho sentito sempre poco parlare. Il racconto poi viene raccontato secondo due punti di vista differenti. Quella del Drago, Lorenzo Visconti, e del suo amico Jamal. Entrambi raccontati in prima persona. Scelta particolare, non credete? Solitamente i punti di vista sono sempre la parte del buono e la parte del cattivo. Qui invece entrambi sono dalla parte del buono ma raccontano le cose secondo due prospettive diverse. Scelta molto curiosa e davvero simpatica :).

Il libro è super consigliato e con il gruppo penso che continueremo la serie. Se volete partecipare vi aspetto a L’assassino è il maggiordomo :P.

Buona festa di Halloween a tutti :).

Libri consigliati: Ogni giorno ha il suo male, Il mercante di libri maledetti.

Acqua passata

Acqua passata – Valeria Corciolani

Una colf dai fianchi robusti e dalla mente sottile capace di leggere la realtà più lucidamente di Sherlock Holmes.

Chiavari. In un vicolo della placida cittadina ligure, uno sconosciuto viene rinvenuto in fin di vita. Poche ore dopo, Alma Boero, quarantenne dallo sguardo acuto, poche parole e selvatica fierezza, trova il cadavere di una giovane editor nel palazzo dove lavora come colf.

A indagare sui casi è l’ispettore Jules Rosset, che resta presto folgorato dalle intuizioni della giunonica colf e dalla sua capacità di fotografare le persone scandagliandole attraverso le loro abitudini, la loro spazzatura, il loro modo di sistemare i calzini e dalle piccole e grandi manie che ogni essere umano custodisce gelosamente.

Quando alle indagini si aggiunge un nuovo mistero, Rosset capisce di avere per le mani uno strumento impareggiabile per sbrogliare la matassa di quegli eventi all’apparenza slegati tra loro e per evitare le reticenze investigative del questore: una colf insospettabile, discreta e affidabile, che può infilarsi nelle pieghe più intime delle vite altrui. Ma Alma – quattro figli, una suocera e un ex marito – è uno strumento tutt’altro che facile da usare.

Recensione di “Acqua passata”:

Era da tanto che vedevo circolare questo libro tra le letture di chi conoscevo e tra le proposte di Amazon. Sono un’amante del genere giallo, anche quello leggero se dichiarato tale e quindi mi sono fatta convincere facilmente alla sua lettura.

I protagonisti sono effettivamente insoliti: un’ispettore separato con un figlio, spedito da una località di montagna ad una di mare con gravi problemi di ipocondria, e una colf madre di due coppie di gemelli abbandonata dal marito con una suocera a carico. Non è stato facile immedesimarsi in questi due personaggi, tanto che mi è piaciuta di più la suocera (che avrebbe dovuto essere un elemento discordante di amore e odio) e il figlio Luca, che porta alla luce il problema del bullismo nelle scuole.

Adoro gli studi di Lombroso e ne sono sempre stata affascinata. Ma sono anche stati superati dalla scienza. Non è possibile che persone diverse con tratti somatici simili possano considerarsi anche simili nei comportamenti e nel carattere. Mi piacerebbe tanto, sarebbe quasi più semplice conoscere le persone e le loro personalità. Ma la scienza ha provato, già tempo fa, che non esiste alcuna relazione tra le due cose. Per questo credo che il libro, che si basa su questa caratteristiche per trovare le prove di un crimine e del colpevole, non sia per nulla credibile.

Mi è piaciuta, però, l’ironia che viene messo in tutto il racconto. Quel gioco di battute che Alma utilizza sia con l’ispettore Rosset sia con la suocera. Ho anche apprezzato la scrittura scorrevole e la bravura di Valeria. Per l’idea del racconto, invece, siamo proprio lontani dal mio gusto.

Libri consigliati: L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome, Il buio dentro.

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Cavie

Cavie – Liliana Marchesi

Cora si risveglia all’interno di una teca di cristallo. Non sa dove si trova, come sia finita lì dentro, e soprattutto non ne capisce il perché. Ma non è sola. Con lei ad affrontare lo stesso incubo c’è Kurtis, un ex soldato che sembra essersi risvegliato poco prima e che, come lei, sembra non ricordare nulla. Hanno tutti e due degli strani tatuaggi sul braccio e ben presto capiranno di essere finiti in un labirinto di prove al limite della sopravvivenza, e che avranno bisogno l’uno dell’altra per superarle.

E mentre poco alla volta i ricordi iniziano a riaffiorare, e scomode verità a emergere, dovranno dare fondo a tutte le loro abilità e a ogni goccia del loro coraggio per poter sopravvivere al folle esperimento in cui sono stati catapultati.

E scoprire quali segreti si celino dietro quello che viene chiamato “Progetto Pentagono”.

Recensione di “Cavie”:

Buongiorno a tutti e benvenuti ad un altro appuntamento di Tu Leggi? Io Scelgo. Questo mese la mia scelta di lettura era ricaduta sul blog di Rosy, ed essendo lei una mia amica con la quale condividiamo più o meno gli stessi generi di lettura la scelta è stata ardua. Mi ero però ripromessa di leggere questo libro, che non è proprio il mio genere. Se mi seguite da un po’ sapete che lo sci-fi non è esattamente un genere che leggo.

Cavie per mi ha stupito in positivo. Le descrizioni di queste scenografie molto diverse le une dalle altre sono entusiasmanti e i due personaggi, per quanto molto diversi ed ambigui, mi hanno subito fatto appassionare, tanto che non riuscivo più a staccarmi dal libro. La scrittura di Liliana è semplice, diretta ed efficace. Ho provato le stesse emozioni e la stessa angoscia di Cora nello svegliarsi e non capire cosa sia successo. Avrei solo descritto un pochino di più anche la sensazione di non sapere se rivedrai le persone che conosci, ma credo che la mancata descrizione fosse un modo per far capire al lettore che questi due personaggi, nel mondo reale, vivevano una vita molto solitaria, tanto da non chiedersi che fine avessero fatto i propri amici.

Odio Jacob con tutta me stessa, e leggendo il libro imparerete ad odiarlo anche voi.

L’unica cosa che mi ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca è stato il ritorno di Cora e Kurtis alla capsula di partenza. Mi sembra sia stata un po’ frettolosa e forse avrei aggiunto qualche capitolo in più dal momento che i due personaggi capiscono cosa devono fare per tornare indietro al ritorto vero e proprio.

Per il resto dovete assolutamente acquistare il libro e iniziarne la lettura :).

Libri Consigliati: Absence, Caraval.

La candidata perfetta

La candidata perfetta – Greer Hendricks e Sarah Pekkanen

Eminente psichiatra di New York cerca donne tra i 18 e i 32 anni per uno studio su etica e morale. Compenso generoso. Anonimato garantito. Una sola richiesta: sincerità assoluta. Quando Jessica Farris, make-up artist squattrinata, accetta di partecipare a uno studio condotto da un certo dr. Shields, misterioso psichiatra della New York University, non sa bene cosa immaginarsi.

Ma in fondo a lei interessa più che altro il compenso “generoso”, e forse il brivido della novità: la sua vita è fatta di corse su e giù per Manhattan a truccare studentesse per le loro notti pazze, di tranquille serate in compagnia del suo cane e poco altro. Eppure, nel momento in cui mette piede nell’aula 214 – una stanza asettica con soltanto un computer accesso, su cui lampeggia un: Benvenuta, Soggetto 52 – qualcosa le dice che forse è stata troppo avventata.

Sincerità assoluta: ne sarà capace? Ti senti in colpa se dici una bugia? Hai mai fatto molto male a qualcuno a cui tieni? Spieresti i messaggi del tuo partner? Pian piano, le domande del fantomatico dr. Shields si fanno più incalzanti, più personali, più pericolose. È come se avesse capito tutto di Jess: quello che pensa, quello che nasconde. E quando le chiederà di passare dall’aula 214 al mondo reale, per lei sarà già troppo tardi per sottrarsi al gioco. Perché Jessica Farris è la candidata perfetta per quello che il dr. Shields ha in mente.

Almeno finché, ormai prigioniera di una sottile rete di lusinghe, dipendenza, e ossessione, Jess non scoprirà che la stessa sorte è toccata a qualcun’altra prima di lei…

Recensione di “La candidata perfetta”:

Buongiorno a tutti e benvenuti ad un’altra puntata del gruppo di lettura L’assassino è il maggiordomo. Per questo mese il libro estratto e scelto è stato” la candidata perfetta”: libro scritto a 4 mani e molto particolare.

Una ragazza con problemi economici sente che si possono fare soldi facili partecipando ad un questionario sulla moralità messo in atto da una psicologa. Perché no se basta rispondere a delle domande? Tutte noi lo avremo valutato. Ma questo questionario sembra portarla sempre un pochettino oltre, a contatto con questa psicologa, che fingerà di aiutarla a superare dei suoi limiti ma che invece la porterà ad esaudire i propri desideri.

Il racconto è scritto molto bene, attira subito l’occhio del lettore e fa sì che staccare gli occhi sia difficile. La voglia di conoscere cosa avveniva dopo era parecchia perché il dubbio rimaneva sempre sul “dove vuole portarmi l’autore?”. Il libro vi dicevo che è particolare perché viene raccontato da due persone: da Jessica e dalla dottoressa. Mentre la parte di Jessica è un racconto in prima persona sulle sue emozioni e sensazioni, la parte della dottoressa è il racconto in seconda persona di quello che deve provare Jessica o fare, in stile stalker. Questa parte giuro che mi ha angosciato parecchio. Ho iniziato a non sopportare più quella parte di racconto e a volerlo a volte saltare perché mi metteva ansia, come se fossi io quella che veniva spiata e analizzata.

La conclusione mi ha un po’ deluso: mi aspettavo un finale un po’ più ingarbugliato con colpi di scena invece è risultato scontato e quasi prevedibile. Poi Jessica, che doveva essere il personaggio ignaro, buono e da comprendere mi è letteralmente caduta.

Alla fine non è una lettura spiacevole, è vero che per mi aspettavo un po’ di più.

Libri consigliati: La vita perfetta, Uomini che odiano le donne.

Il mercante di stoffe

Il mercante di stoffe – Coia Valls

Nel 1320 Barcellona è in fermento: sorgono palazzi, fioriscono commerci, le strade si riempiono di viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Le vie traboccano di profumi esotici e spezie, di stupendi tessuti e di scintillanti gioielli cesellati dagli orafi di tutta Europa.

Una città così nuova e attiva offre mille occasioni a un giovane intelligente e pronto a tutto. Come Jaume Miravall. Che vuole diventare un ricco mercante e fondare una grande famiglia. Due imprese ambiziose, due obiettivi che richiedono coraggio, lavoro, astuzia e fortuna. E che possono essere messi in pericolo dai segreti e dai peccati di un uomo. Quando arriva a Barcellona, insieme con la dolcissima moglie Elvira, Jaume deve accontentarsi di vivere in un miserabile quartiere dove tradimento, malvagità e morte fanno parte indissolubile del paesaggio. Ma non si lascia scoraggiare e, mentre Elvira dà alla luce l’attesissimo primo erede, Jaume si avventura nella città alla ricerca della sua occasione. La troverà commerciando in stoffe: prima raccogliendo gli scarti degli altri, poi solcando il Mediterraneo infestato dai pirati saraceni con un manipolo di amici fedeli, e infine stabilendo una florida impresa.

Sul suo cammino, però, inaspettata, trova anche la grande passione: l’aristocratica Blanca, bellissima e altera, che gli potrà concedere solo sporadici e infuocati incontri clandestini. Diviso tra l’affetto della moglie e dei figli e l’irrefrenabile amore per Blanca, Jaume resta sempre più invischiato nel segreto del suo peccato, al punto da rischiare tutto quanto ha costruito – il suo piccolo impero, il futuro dei suoi figli. Tra misteri e amori proibiti, sul magnifico sfondo della Barcellona medievale – resa così vividamente da diventare un vero e proprio personaggio – la storia di un uomo che si è fatto da sé, della maledizione che minaccia di distruggere la sua famiglia…? e persino la sua immensa ricchezza.

Recensione de “Il mercante di stoffe”:

Buongiorno a tutte, eccoci qui con un’altra recensione della rubrica Tu Leggi? Io Scelgo!. Per Settembre ho provato a dare una possibilità a questa autrice che mi insegue già da tempo e il risultato non è stato male.

La storia parla appunto di questo mercante di stoffe che cerca di affermarsi in un periodo abbastanza difficile dove la povertà regna sovrana. Ci troviamo a Barcellona intorno al 1330 e Jaume e sua moglie Elvira devono costruirsi una nuova vita in questa città, pensando anche all’arrivo di un bambino. La vita di Jaume sarà contornata da intrghi e amore, passione e ambizione, tanto che tutto ciò lo porteranno a creare davvero un nuovo impero e un nuovo piccolo mondo.

La storia è davvero piacevole ed è divisa tra romanzo d’amore e storico, raccontando anche come veniva vissuto il medioevo in un paese come Barcellona e come le credenze popolari, in quel periodo, facessero da padrone nella testa del popolo.

Il libro risulta molto scorrevole. Diciamo che mi aspettavo un po’ più di suspense in determinati momenti, ma devo dire che ci si affeziona facilmente ai personaggi e non si fa fatica ad andare avanti nella narrazione.

I due personaggi che ho preferito rimangono Alexia (terza figlia del mercante) e Abelard (primo figlio avuto con l’amante nobile Blanca). Sono entrambe due figure molto contorte e fuori dagli schemi per quel periodo e ammiro tanto il coraggio di andare contro tutto e tutti per portare avanti i propri sogni. Jaume, invece, è il personaggio che non ho capito appieno. Molto ambizioso tanto da voler ottenere sempre di più dal suo lavoro, sempre più soldi e sempre più potere. Ma questo non l’ha forse allontanato dalla sua famiglia? Secondo me sì, e visto che la sua volontà era quella di creare una bella famiglia credente, forse questa sua ambizione ha messo un po’ da parte Elvira, personaggio paziente e comprensivo ma anche un po’ tenebroso.

Spero che lo leggiate e scriviate qui i vostri commenti e i vostri pareri.

Buona lettura a tutti.

Libri consigliati: Victoria, Giacomo Casanova.

Il morso della vipera

Il morso della vipera — Alice Basso

Il suono metallico dei tasti risuona nella stanza. Seduta alla sua scrivania, Anita batte a macchina le storie della popolare rivista Saturnalia: racconti gialli americani, in cui detective dai lunghi cappotti, tra una sparatoria e l’altra, hanno sempre un bicchiere di whisky tra le mani. Nulla di più lontano dal suo mondo. Eppure le pagine di Hammett e Chandler, tradotte dall’affascinante scrittore Sebastiano Satta Ascona, le stanno facendo scoprire il potere delle parole.

Anita ha sempre diffidato dei giornali e anche dei libri, che da anni ormai non fanno che compiacere il regime. Ma queste sono storie nuove, diverse, piene di verità. Se Anita si trova ora a fare la dattilografa la colpa è solo la sua. Perché poteva accettare la proposta del suo amato fidanzato Corrado, come avrebbe fatto qualsiasi altra giovane donna del 1935, invece di pronunciare quelle parole totalmente inaspettate: ti sposo ma voglio prima lavorare. E ora si trova con quella macchina da scrivere davanti in compagnia di racconti che però così male non sono, anzi, sembra quasi che le stiano insegnando qualcosa.

Forse per questo, quando un’anziana donna viene arrestata perché afferma che un eroe di guerra è in realtà un assassino, Anita è l’unica a crederle. Ma come rendere giustizia a qualcuno in tempi in cui di giusto non c’è niente? Quelli non sono anni in cui dare spazio ad una visione obiettiva della realtà. Il fascismo è in piena espansione. Il cattivo non viene quasi mai sconfitto. Anita deve trovare tutto il coraggio che ha e l’intuizione che le hanno insegnato i suoi amici detective per indagare e scoprire quanto la letteratura possa fare per renderci liberi.

Recensione di “Il morso della vipera”:

Buongiorno a tutti, cari lettori. Eccoci oggi che vi propongo il primo capitolo di un’autrice che già conosciamo. Eh sì, Alice abbiamo imparato a conoscerla con la bellissima saga di Vani, una ghostwriter di Torino.

Ho adorato questa autrice fin da subito per la sua ironia che si distingue notevolmente nei suoi libri e per il fatto che lei scriva e ambienti i suoi libri nella mia città, Torino. Il morso della vipera è il primo libro della sua nuova saga sempre ambientato a Torino ma, pensate un po’, nel 1935, periodo storico importante poiché si vede arrivare e prendere piede il fascismo nelle città e il suo regime. Cosa mai potrebbe convincermi di più se non leggere un libro dell’epoca che preferisco ambientato proprio nella mia città?!

(Vi ho mai detto che amo gli storici ambientati a Torino? No?! Ecco ora lo sapete. ihih)

Il suo stile è inconfondibile, leggero e soave e caratterizzato da ironia pura che i suoi personaggi utilizzano come fossero proprio di fronte a noi, e le descrizioni sono davvero minuziose e per nulla noiose. Si vede lo studio che c’è dietro a questo libro sui luoghi della città e sugli usi e costumi della popolazione dell’epoca. Torino all’epoca era poco più che un piccolo centro abitato e già metà Corso Francia era tutta periferia e campagna.

Una cosa mi ha disturbato durante tutto il libro: le incursioni tutt’altro che storiche. Sì, perchè Alice racconta la storia di Anita come fosse proprio lei stessa (Alice) a raccontarla, inserendo parole e luoghi che nel 1935 erano sconosciute. Comprendo che lo stile di Alice faccia sì che questo dettaglio detti ancora più ironia, ma per me che sono un’amante degli storici, questo dettaglio è fastidioso.

Nel lessico utilizzato per scrivere un romanzo storico (o più generalmente ambientato in un’epoca che non è la nostra), lo studio che si fa per i luoghi è il medesimo che si fa per il lessico utilizzato e trovo che utilizzare un lessico sbagliato vada a sminuire la storicità del testo.

Con questo concludo la recensione e ve ne consiglio la sua lettura. Fatemi sapere cosa ne pensate :).

Libri consigliati: L’imprevedibile caso di una scrittrice senza nome, La città delle streghe.