La torre dell’alba

La torre dell’alba #6 – Sarah J. Maas

Chaol Westfall e Nesryn Faliq sono giunti nella sfolgorante città di Antica per stringere un’alleanza con il khagan del Continente meridionale: le sue possenti armate sono l’ultima speranza per l’Erilea.

Ma questo non è il loro unico scopo: nella famosa Torre Cesme cercheranno una guaritrice che possa far tornare Chaol a camminare. Una come Yrene Towers, sopravvissuta agli orrori delle persecuzioni di Adarlan contro chi, come la sua famiglia, usava la magia per curare. Yrene non ha alcun desiderio di aiutare il giovane un tempo nemico.

Tuttavia ha giurato di assistere chi ha bisogno, e onorerà la sua promessa. Stretti tra gli intrighi del khaganato, Chaol, Nesryn e Yrene stanno per ottenere le risposte di cui sono in cerca. Risposte che potrebbero salvare il loro mondo. O distruggerlo.

Recensione di “La torre dell’alba”:

Questa saga sta iniziando a diventare pesante e inconcludente, non è che forse si potevano tagliare molte parti e far sì che il tutto finisse in massimo quattro libri? Risposta molto ovvia: Sì, assolutamente! Ma alla Maas sembra piacere questo gioco di portare avanti con descrizioni e fatti inutili ai fini della storia finale interminabili capitoli. Aggiungiamo a tutto questo che questo capitolo è incentrato tutto su Lagnaol. Ops! Scusate. Intendevo Chaol. Una bimba viziata e petulante che passa il suo tempo a ripetere che lui non si piange addosso, mentre si sta piangendo addosso.

È stato davvero insopportabile e interminabile questa lettura e sono contenta che sia finita e che sia il penultimo della serie. Sì, che nel frattempo sono stati portati alla luce fatti nuovi e che forse aiuteranno i protagonisti a risolvere il grande casino, ma davvero non era possibile inserirli in un altro modo e doverci portare a sopportare un libro intero sulle lagne di Chaol?

Forse sarò troppo negativa in questa mia recensione, ma vi giuro che tutto ciò sta portando all’esasperazione e se non fosse stato per il gruppo di lettura forse avrei interrotto al primo capitolo di questo libro.

Purtroppo della storia non vi posso dire molto, perché effettivamente non capita nulla che ci aiuti a capire come può andare avanti la storia. Arrivata fin qui il mio unico consiglio è quello di non leggere questa saga i cui unici aggettivi che mi vengono in mente per descriverla sono: interminabile e frustrante.

Almeno voi salvatevi! Alla prossima.

Libri consigliati: qualsiasi altro fantasy.

Posted in Review | Commenti disabilitati su La torre dell’alba

Black Friars. L’ordine della penna

Black Friars. L’ordine della penna #2 – Virginia De Winter

Altieres, una delle antiche dinastie regnanti del Vecchio Continente, si è estinta dopo la violenta morte di tutti i suoi discendenti, e a portare il nome della casata sono rimasti solo i vampiri Blackmore, creature immortali a cui regnare non è permesso.

Ma qualcosa ora è cambiato: Sophia, unica erede ancora in vita, creduta morta da anni, è stata ritrovata e le già fragili dinamiche del regno sono vicine a spezzarsi una volta per tutte. Gli oscuri segreti di Altieres stanno tornando a celare ombre sulla Vecchia Capitale, fulcro del potere politico e religioso, e spettri senza volto si aggirano per le strade terrorizzando cittadini e studenti.

Intanto Sophia sta imparando a conoscere la sua nuova vita. Essere una Blackmore infatti non significa solo indossare meravigliosi vestiti ed essere un giorno incoronata regina, come innocentemente credeva, ma evitare matrimoni politici e sfuggire a continui attentati alla sua vita, anche da parte degli stessi parenti.

Eloise Weiss deve affrontare invece forze che nemmeno i suoi poteri possono governare. I morti non riposano più in pace nella Vecchia Capitale, disturbati nel loro eterno sonno da forze oscure e implacabili, forse collegate al ritorno dell’erede di Altieres e alle sconvolgenti verità che i vampiri Blackmore nascondono da secoli e sono ora sfuggite al loro controllo.

Eloise, grazie al suo potere di dominare le forze oscure, sarà forse la chiave per riportare l’ordine là dove ormai esiste solo il caos.

Recensione di “Black Friars. L’ordine della penna”:

Sì, ci siamo! Ci siamo decisamente. Questo libro sì che è nelle mie corde. In questo capitolo vengono presentati altri personaggi, che nel primo libro erano stati solo marginali nella storia. Qui troviamo Sophia, che scopriamo essere una Blackmore e Gabriel Stuart Sinclair, primo cavaliere dell’Ordine della Croce.

Decisamente ho trovato questo capitolo diverso dai precedenti: innanzitutto viene dato molto più spazio agli altri personaggi e non siamo focalizzati solo sulla coppia Eloise e Axel (perdonatemi amanti di questa coppia). Questi due personaggi, in particolare rispetto a tutti gli altri, li ho adorati di più. Sophia si può ancora definire una bambina che purtroppo è cresciuta come orfana in un mondo più spartano dovendosi fare strade con il suo carattere e la sua sola voce. Risulta ancora un po’ acerba e ovviamente non pronta per il ruolo che le spetta e che le è stato attribuito da un giorno all’altro. Fortunatamente le viene affiancato un maestro di prim’ordine: Bryce Vanderberg.

Gabriel invece è un personaggio molto strano: è molto ligio alle regole ed è pronto a qualsiasi tipo di sacrificio per ottenere quello che vuole, che non gli è stato attribuito per ordine di nascita. Così ligio alle regole che sembra a volte esagerare in tal senso e non avere mezze misure (io amo questo tipo di carattere forte e crudo).

Questo libro parla principalmente di loro e del motivo del loro odio reciproco: Sophia sarà il centro di una disputa familiare e dovrebbe essere anche la soluzione per il contenimento della gente del Presidio che giorno dopo giorno sembra si stia dissolvendo. Anche Eloise avrà un ruolo fondamentale in questo capitolo e cioè quello di scoprire la grandezza, i limiti e l’origine dei suoi poteri.

Questo libro è assolutamente da leggere e da scoprire e ovviamente non potrete farlo se non leggendo tutta l’intera saga. Cosa state aspettando?

Libri consigliati: La chimera di Praga, Vertigine.

Black Friars. L’ordine della chiave

Black Friars. L’ordine della chiave #0.5 – Virginia De Winter

Axel Vandemberg, giovane erede al trono del regno più importante del Vecchio Continente, farebbe qualsiasi cosa per amore, anche picchiare uno dei suoi migliori amici. Imprigionato nel carcere degli studenti per una rissa, il suo unico, struggente pensiero è dedicato a Eloise Weiss, la ragazza cui ha consacrato la vita fin dall’infanzia.

Axel non sa che il suo mondo sta per essere sconvolto dal fatale incontro con Belladore de Lanchale, una cortigiana dal fascino oscuro che ben presto imprigiona il ragazzo in una trama fitta di bugie e ricatti. Mentre Axel lotta contro la seduzione del male, la città pare farsi specchio dei suoi tormenti, trasformandosi in uno scenario di efferati delitti.

Protetto dalla notte, tra i vicoli non ancora illuminati dalla luce a gas di una città ammantata di atmosfere gotiche, un assassino inafferrabile uccide giovani umane e bellissime vampire. Unica traccia utile alla Magistratura incaricata delle indagini è il macabro e accurato gioco dell’omicida, che ricompone i corpi delle vittime ispirandosi a celebri fiabe: Raperonzolo strangolata dalle sue lunghe trecce, la Bella Addormentata dilaniata dal morso del principe. Biancaneve avvelenata dalla mela…

Recensione di “Black Friars. L’ordine della chiave”:

Si torna indietro nella storia per andare a conoscere un po’ di più il nostro giovane Axel Vanderberg, erede al trono di Aldenor. Fin da subito possiamo ben inquadrare il suo carattere: molto ambizioso, tanto che il suo obiettivo ultimo è diventare Duca dell’Ordine della Chiave, volto a conquistare prestigio e rispetto. In pratica titoli degni del suo lignaggio.

Purtroppo viene adocchiato da una vampira molto antica di nome Belladore, nota per aver portato nel suo letto e ai suoi ordini chiunque avesse voluto e puntato. Un misto di antichità e malvagità che sembrano non scalfire il giovane Axel, che cerca in tutti i modi di starne alla larga. Ma purtroppo i suoi poteri sono molto antiche e molto più forti e subdoli di quello che lui poteva credere, tanto che si ritroverà immerso nella sua ragnatela di inganni.

Questo personaggio non mi ha mai fatto impazzire, ormai lo sapete, perché credo che il suo carattere estremamente possessivo e geloso sia una macchia da estirpare e non condividere (ovviamente se paragonato alla società odierna). Ma in questo capitolo l’autrice vuole regalargli delle attenuanti andando a condividere con noi le motivazioni di alcune sue azioni “crudeli” nei confronti di Eloise. Ci sarà riuscita?

Sni. Purtroppo non mi ha convinto del tutto perché credo che le cose potessero essere affrontate in maniera diversa: sono una fan sfegatata della comunicazione in una coppia, che sicuramente avrebbe portato a risultati diversi. Per non parlare del fatto che raccontare fin da subito ad Eloise cosa stava succedendo le avrebbe dato diritto di poter scegliere da sola cosa fare per il suo bene. Questa eccessiva protezione nei suoi confronti alla fine ha portato ad incasinare ulteriormente la faccenda.

Nonostante questo la scrittura della De Winter è davvero magica e, ulteriormente ci dimostra con che magistrali riesce a tenere le redini di così tanti personaggi insieme, rendendoli sempre credibili in ogni azione e parola pronunciata. Credo che questa sia una dote di pochi e andrebbe elogiata in ogni modo. Alla fine di tutto non mi resta che aspettarvi al prossimo capitolo.

Libri consigliati: Illuminae; Caraval.

Black Friars. L’ordine della spada

Black Friars. L’ordine della spada #1 – Virginia De Winter

Libro primo: la saga Black Friars è composta da tre libri in formato ebook e cartaceo.
La Vecchia Capitale si prepara alla Vigilia di Ognissanti e il coprifuoco è vicino perché il Presidio sta per aprire le sue porte. Il lento salmodiare delle orde di penitenti che si riversano per le vie, in cerca di anime da punire, è il segnale per gli abitanti di affrettarsi nelle proprie case, ma per Eloise Weiss è già troppo tardi.

Scambiata per una vampira, cade vittima dell’irrazionalità di una fede che brucia ogni cosa al suo passaggio. In fin di vita esala una richiesta d’aiuto che giunge alle soglie della tomba dove Ashton Blackmore, un redivivo secolare, riposa protetto dalle ombre della Cattedrale di Black Friars. Il richiamo della ragazza è un sussurro che si trasforma in ordine, irrompe nella sua mente e lo riporta alla vita.

Nobili vampiri di vecchie casate, spiriti reclusi e guerrieri, eroici umani e passioni che il tempo non è riuscito a cancellare: Black Friars – L’ordine della Spada è un mondo nuovo che profuma di antico, un romanzo che si ammanta di gotico per condurre il lettore tra i vicoli della Vecchia Capitale o negli antri del Presidio, in un viaggio che continua oltre la carta e non finisce con l’ultima pagina.

Recensione di “Black Friars. L’ordine della spada”:

In questo primo volume si capisce già che la penna della De Winter sarà incalzante e sarà difficile fermarsi ad ogni tappa. Sì, se ve lo stavate chiedendo, mi sono incastrata in un altro Gruppo di Lettura, questa volta di fans sfegatate di questa autrice.

Eloise Weiss incombe in un pericolo mortale, ma fortunatamente verrà salvata da un essere che si credeva scomparso per sempre: Ashton Blackmore. Dopo averla portata in salvo, sembra essere ossessionato da lei e dal salvarla da qualsiasi pericolo in cui viene coinvolta (e sembrano non essere pochi). Sarà per questo che l’affascinante Axel, ragazzo storico di Eloise, sembra esserne così geloso. Ma forse ciò che si nasconde questa improbabile coppia è ben altro.

Ci troviamo in un mondo antico, anche se non viene definita una vera e propria epoca storica, ma lo possiamo dedurre dagli abiti che vengono descritti in modo così magistrale, dal lessico e da alcune usanze un po’ retrò. Un mondo fatto di vampiri e umani che coesistono e coabitano: gli uni sono a conoscenza della vita degli altri e viceversa e sembrano accettare la cosa. Solo la gente del presidio, esseri che vivono nel male, vengono allontanati e relegati e lasciati liberi solo una sera all’anno. Ma questo equilibrio sembra che pian piano si stia dissolvendo, perché la gente del presidio è sempre più presente nella vita quotidiana della Vecchia Capitale.

Finalmente ci troviamo in un contesto nuovo. Siamo sempre stati abituati a vedere mondi in cui i vampiri dovevano nascondersi dagli umani perché la paura dominava quest’ultimi. Sono contenta che finalmente si sia usciti da questo cliché e si sia provato qualcosa di nuovo e sono contenta che l’autrice aggiunga dei dettagli rilevanti (in questo caso in favore delle donne) in un’epoca storica così difficile da descrivere in maniera giusta.

Il racconto scorre come fosse acqua fresca in una giornata di sole: la caratterizzazione dei personaggi credo che sia la cosa più incredibile creata da Virginia. Sembra che ognuno di essi goda di vita propria e che lei si sia solo limitata a riportarne e a tenere traccia delle loro conversazione (che risultano del tutto credibili).

Sono molto felice di aver iniziato questa nuova avventura. Mi dispiace solo che non riesco ad accettare la coppia Axel – Eloise. Lui è davvero troppo possessivo e maniacale, sull’orlo dell’ossessivo compulsivo. Questa tipologia di carattere proprio non la tollero. Ultima cosa: sto facendo una fatica assurda a ricordarmi nomi, cognomi, personaggi, ordini e chi ne ha più ne metta. Ma voi come fate a ricordarvi tutto?

Libri consigliati: Magic. La sesta opera.

L’impero delle tempeste

L’impero delle tempeste #5 – Sarah J. Maas

La lunga strada dall’omicidio al trono è appena cominciata per Aelin Galathynius, l’ultima discendente della sua casata, la principessa perduta di Terrasen che in molti conoscono come Celaena Sardothien. I regni di Erilea stanno andando in frantumi attorno a lei.

Per salvare coloro che ama dalle forze dell’oscurità, dovrà allearsi con i suoi nemici. Mentre la guerra incombe all’orizzonte, l’unica speranza di salvezza risiede in una tenace ricerca che potrebbe mettere fine a quanto Aelin ha di più caro.

Recensione di “L’impero delle tempeste”:

La storia procede e seguo il suo filo in maniera lenta, lentissima, come tutto il loro percorso fino a qui. I personaggi stanno diventando sempre più incoerenti e sembra che l’unico intento della Maas sia quello di trovare un marito o una moglie ad ogni personaggio. C’è una guerra che incombe, il mondo sta distruggendosi pian piano per merito di forze oscure e noi pensiamo ad accoppiarci, che in previsione di una morte imminente del mondo è sempre meglio non morire da soli. Trovo davvero assurda questa impostazione della storia. Forse i fantasy di questo contesto non sono proprio il suo.

Aelin sta cercando alleati per la sua guerra e sembra che tutti i conti in sospeso che aveva avuto nella sua vita si stiano riavvicinando per pareggiare i conti, riesce ad avere la fiducia anche dei suoi nemici, e nel frattempo tutto dev’essere fatto per ritrovare la porta da chiudere e l’ultima chiave di Wird. Praticamente un gran casino di intrecci di storie e fili che si devono ricongiungere.

A questo punto della storia, diventa tutto così assurdo che dare un vero e proprio commento non è indicato. Probabilmente se non fosse per il gruppo di lettura creato per questa saga, avrei rinunciato alla lettura di questa saga dopo il terzo libro. Sembra davvero che non siano mai stati visionati da nessuno: nessun editor né correttore di bozze ha mai letto questi libri o non credo che li avrebbero lasciati così.

Molto probabilmente avrebbero tagliato la saga e ne avrebbero fatti massimo 4 libri: anche perché si notano tantissime descrizioni inutili che vanno solo ad allungare un brodo già molto lungo e intricato. Mi spiace ma non riesco proprio a farmelo piacere. Anche la scrittura sembra troppo ridondante da poter essere considerata godibile. Continuerò la saga solo per il GdL e per finire questa tortura.

Libri consigliati: La guerra dei papaveri. Hunger Games.

Posted in Review | Commenti disabilitati su L’impero delle tempeste

Élite immortale

Élite immortale – Francesco Falconi

Frida ha venti anni e vive a Firenze. Schiva e introversa, il suo carattere si è indurito dopo un tragico evento accaduto cinque anni prima. Frida ha pianto così tanto, quella notte, che ora non è più capace di versare una sola lacrima.
La sua vita si divide tra gli studi universitari, le uscite con l’amico Sebastian e il volontariato in ospedale, dove si reca quasi tutti i giorni a trovare l’anziana Delia,  che l’ammalia con le sue storie sulla stirpe dei SenzaLacrime: creature maledette, simili a vampiri che si nutrono di lacrime e dolore, capaci di far innamorare con un soffio, di immobilizzare con lo sguardo, fino a privare le proprie vittime di ogni sentimento.
Queste leggende la suggestionano a tal punto da spingerla ad avere delle inquietanti visioni che la portano a dubitare della sua stessa lucidità. Quando improvvisamente Delia viene a mancare e l’amicizia con Sebastian s’incrina, Frida sente che il mondo le sta crollando addosso. È in questo momento che incontra però un ragazzo affascinante e misterioso, Julien LePleur, con il quale stringe subito un legame di inaspettata passione. C’è qualcosa di inquietante, pericoloso, ma allo stesso tempo incantevole in lui, che porta Frida ad accettare di accompagnarlo fino a Barcellona.
Giunti nella città spagnola, ad accoglierla ci sarà una verità sconvolgente e inaspettata: i SenzaLacrime non sono solo una leggenda.
Ma chi è in realtà Julien? Davvero l’ha fatta innamorare solo per spezzarle il cuore? E perché quando Frida gli racconta del suo doloroso passato, i suoi occhi sembrano tremare di un’improvvisa eccitazione?

Recensione di “Élite immortale”:

Ammetto che è stata una lettura un po’ complicata: non sono per nulla riuscita ad immedesimarmi con la protagonista che sembra non riesca mai a prendere una decisione di senso e purtroppo gli altri personaggi sono stati altrettanto deludenti. L’unico che mi è piaciuto e ha avuto una crescita e un percorso ben definito è stato Julien.
A Frida è successa una cosa terribile e penso che uscirne le sarà stato difficile, ma questo non giustifica i suoi comportamenti incoerenti ed egoisti che ha nel corso del libro: per esempio con il suo amico Sebastian. E anche quest’ultimo sembra cambiare atteggiamento da un giorno all’altro, ma forse lui è più giustificato dal finale della storia. Ma tornando a Frida, lei sta scrivendo un libro, ma nel frattempo studia psicologia. Ok, la scrittura sarà solo una passione che utilizza solo per superare un determinato evento. Ma in qualità di psicologa, davvero non si accorge del comportamento strano di Sebastian? E davvero, dopo che è lui stesso a farglielo notare, lei decide di non allontanarsi o di non allontanarlo e pensare di recuperare un’amicizia anche se potrebbe ferire lui?
Il dubbio può essere risolto nel credere che lei sia solo egoista o che il suo atteggiamento non sia lineare con l’età e la caratterizzazione del suo personaggio. Purtroppo anche la storia mi è sembrata un po’ confusa e a tratti ho fatto fatica a capire cosa stesse succedendo o di chi si stesse parlando.
Devo però premiare, e anche molto, la scrittura di questo autore che è stata incalzante e mi ha permesso di arrivare al fondo del libro in maniera facile, anche quando la continuità della storia non me lo permetteva. Le descrizioni e i dialoghi sembravano essere usciti dal mondo reale e non si faceva fatica a capire chi stesse parlando o dove ci si trovasse. Sicuramente vorrò dare una seconda possibilità all’autore, sapendo poi che ha scritto altri libri di tutt’altro genere. Mi spiace, ma forse non sono riuscita a comprendere appieno il potenziale di questo romanzo.
Libri consigliati: La sesta opera, Caraval.

Posted in Review | Commenti disabilitati su Élite immortale

La regina delle ombre

La regina delle ombre #4 – Sarah J. Maas

Ancora una volta nascosta sotto il suo manto da assassina, Celaena è tornata a Rithfold, ma non è più una schiava. Ora è Aelin Ashryver Galathynius, Regina di Terrasen.

Tuttavia, prima di riprendere il trono che le spetta, dovrà ancora combattere: scavare tra i ricordi più dolorosi, battersi per la sopravvivenza e lottare contro una passione che potrebbe consumarla.

E soprattutto si troverà nuovamente di fronte al suo vecchio padrone, il Re degli Assassini. Pronta a reclamare vendetta.

Recensione di “La regina delle ombre”:

Decisamente la serie sta andando avanti un po’ per le lunghe e alcuni dettagli dei libri iniziano a risultare anche di troppo. Finalmente Celaena è tornata alla sua vecchia patria, ma non più come la donna che era partita ma come la regina che aveva svelato essere alla partenza. Ma cosa comporta questa scelta?

Finalmente Aelin ha preso in mano il suo destino: l’ha capito e l’ha (forse ancora non del tutto) accettato, come un tempo la sua amica Nehemia le aveva detto che sarebbe stata destinata a fare per salvare il suo popolo e forse anche i popoli delle terre vicine. Ancora non sa cosa questo comporti veramente, ma sa che da qualche parte dovrà partire, e perché no proprio dalla sua terra d’origine, dove è diventata un assassina professionista e dove tutto è cominciato.

L’incontro con il re degli assassini, forse è quello che mi è piaciuto di più insieme alle parti un po’ più d’azione dove ci si ritrova in mezzo alle battaglie, ma la pesantezza di questa saga eterna inizia a farsi sentire. Molti dettagli che in un solo libro lo avrebbero arricchito, qui lo stanno allungando anche fin troppo. Forse sette libri non autoconclusivi sono troppi se all’interno non si porta avanti un minimo la storia ma si lascia sempre la parte finale inconclusa.

Avrei lavorato meglio (sicuramente meglio) sulla parte editing, tagliando via pezzi di storia che effettivamente non portano a nulla per arricchire la storia centrale nelle sue parti. Il fatto che la scrittura sia poco fluida a causa di errori e refusi, rende il tutto ancora più sgradevole da leggere. Viene il dubbio che questo libro non sia mai stato letto dopo la sua traduzione, possibile?

Speriamo che i prossimi migliorino, anche perché ora si continuerà con i prossimi libri.

Libri Consigliati: Absence. Il gioco dei quattro. Hunger Games.

Posted in Review | Commenti disabilitati su La regina delle ombre

Il grido della rosa

Il grido della rosa – Alice Basso

Torino, 1935. Mancano poche settimane all’uscita del nuovo numero della rivista di gialli «Saturnalia». Anita è intenta a dattilografare con grande attenzione: ormai ama il suo lavoro, e non solo perché Sebastiano Satta Ascona, che le detta la traduzione di racconti americani pieni di sparatorie e frasi a effetto, è vicino a lei. Molto vicino a lei.

Alla sua scrivania Anita è ancora più concentrata del solito, ancora più immersa in quelle storie, perché questa volta le protagoniste sono donne: donne detective, belle e affascinanti, certo, ma soprattutto brave quanto i colleghi maschi.

Ad Anita sembra un sogno. A lei, che mal sopporta le restrizioni del regime fascista. A lei, che ha rimandato il matrimonio per lavorare. A lei, che legge libri proibiti che parlano di indipendenza, libertà e uguaglianza. A lei, che sa che quello che accade tra le pagine non può accadere nella realtà. Nella realtà, ben poche sono le donne libere e che non hanno niente da temere: il regime si fregia di onorarle, di proteggere persino ragazze madri e prostitute, ma basta poco per accorgersi che a contare veramente sono sempre e solo i maschi, siano uomini adulti o bambini, futuri soldati dell’Impero.

E così, quando Gioia, una ragazza madre, viene trovata morta presso la villa dei genitori affidatari di suo figlio, per tutti si tratta solo di un incidente: se l’è andata a cercare, stava di sicuro tentando di entrare di nascosto. Anita non conosce Gioia, ma non importa: come per le sue investigatrici, basta un indizio ad accendere la sua intuizione. Deve capire cosa è successo veramente a Gioia, anche a costo di ficcare il naso in ambienti nei quali una brava ragazza e futura sposa non metterebbe mai piede. Perché la giustizia può nascondersi nei luoghi più impensabili: persino fra le pagine di un libro.

Recensione di “Il grido della rosa”:

Leggere questi capitoli è davvero molto bello. All’interno puoi trovare la storia di Torino (mia città), la storia delle donne di quell’epoca, un giallo avvincente e pieno di suspense e dialoghi divertenti e a volte irriverenti. Cosa volere di più? Questa autrice ci aveva abituato molto bene già con la saga di Vani, la ghostwriter più famosa di Torino, e con questa nuova saga non ha disatteso le nostre aspettative. Anche la parte dei riferimenti al presente (che fuoriescono dalla storicità del libro) non mi ha dato tanto fastidio come nel primo capitolo. Sarà che mi ci sto abituando.

Questa nuova protagonista porta con sé la pesantezza dell’epoca in riferimento alla vita che dovevano fare le donne: tutte casa e figli, ma riesce anche a portare un po’ di speranza nei nostri cuori. Anita, infatti, si ribella un po’ a quello che secondo la sua famiglia dovrebbe essere la sua vita perfetta: sposarsi con un buon partito e non pensare a null’altro se non a procreare nuovi piccoli soldati della patria. Lei vuole lavorare, almeno un po’, per fare esperienza e provare cose nuove, legge libri proibiti per quell’epoca, messi alla gogna dal regima fascista grazie alla sua vecchia insegnante alla quale è rimasta molto legata. E grazie proprio a quest’ultima conosce la storia di Gioia e decide di scoprire cosa sia successo davvero e di darle almeno un po’ di giustizia. Il suo unico punto debole è Sebastiano: suo capo e, purtroppo per lei, uomo quasi sposato.

A quell’epoca, purtroppo, non ci si poteva aspettare molto da un personaggio femminile, che doveva rigorosamente non pensare e solo agire come gli era stato inculcato fin da bambina a pensare a casa e figli. Ma Alice decide di creare un personaggio un po’ fuori dalle righe e questo fa onore a tutte noi e a tutte quelle donne che avevano deciso di ribellarsi (ognuno a proprio modo) agli stereotipi di genere. Come non lodare un personaggio di questo tipo.

Alice utilizza la sua scrittura fluida e divertente per portarci in quel mondo ormai lontano e mostrarci come doveva essere la vita di una donna in quel periodo storico. La sua scrittura magistrale rende la lettura davvero fluida e veloce e mai noiosa. Sono proprio curiosa di continuare con questa saga.

Libri consigliati: L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome, Il richiamo del cuculo.

Posted in Review | Commenti disabilitati su Il grido della rosa

Città di spettri

Città di spettri – Victoria Schwab

Da quando Cass è quasi annegata (sì, va bene, è veramente annegata, ma non le piace ripensarci), è in grado di attraversare il Velo che separa i vivi dai morti… e accedere al mondo degli spiriti.

Persino il suo migliore amico è un fantasma. Insomma, la faccenda è già piuttosto strana. Ma sta per farsi ancora più strana. Quando i suoi genitori vengono ingaggiati per girare un programma televisivo dedicato alle città infestate, tutta la famiglia si trasferisce a Edimburgo, in Scozia. Dove cimiteri, castelli e vicoli sotterranei pullulano di fantasmi irrequieti.

E quando Cass incontra un’altra ragazza che condivide il suo stesso “dono”, si accorge di avere ancora molto da imparare sul Velo, e su se stessa. Da Victoria Schwab, un racconto spaventoso ed elettrizzante, pieno d’azione, che parla di infestazioni, passato, mistero, e del legame tra i veri amici (anche se quell’amico è un fantasma…).

Recensione di “La città di spettri”:

Avevo già letto in passato sue opere e, in effetti, devo ancora terminare una sua saga. Ma devo dire che questo libro mi ha stupito molto. L’utilizzo del lessico sembra completamente diverso da quello utilizzato prima. E’ molto più semplice e colloquiale. Quasi come volesse rivolgersi ad un pubblico più piccolo. Ho apprezzato molto questa sua capacità di modificarsi e modificare il suo linguaggio in base alla persona alla quale pensa di voler far leggere il libro.

Qui si parla a ragazzi giovani e il lessico e la lettura complessiva è semplice ed immediata. Il romanzo scorre velocissimo e non staccare gli occhi dalle pagine risulta davvero difficile. Ho davvero adorato questo capitolo e non vedo l’ora di continuare la saga. La piccola Cass è l’emarginata che la maggior parte di noi è stata a scuola o che si è sentita tale e magari non solo a scuola ma anche dopo. Adoro le storie che parlano di spettri e molto di più i programmi televisivi che ne parlano e mostrano storie vere, filmati etc. etc. Questo capitolo, per me, poteva essere potenzialmente solo un successo. Meno male che è stato proprio così!

La storia è molto lineare, non ci sono chissà quali colpi di scena, e come dicevo prima la lettura che ne viene è molto immediata, senza giri di parole: descrizioni di fatti e dialoghi. Nessun giro di parole, nessuna parafrasi. Si vanno, in più, a toccare argomenti come l’amicizia vera, che è un tema davvero importante da trattare nei ragazzi e nella quale ci si comprende sempre molto bene.

Assolutamente da leggere.

Libri consigliati: Magic, Caraval.

Posted in Review | Commenti disabilitati su Città di spettri

L’altra famiglia

L’altra famiglia – Jodi Picoult

Zoe Baxter per dieci anni ha cercato disperatamente di avere un figlio e finalmente il sogno suo e del marito Max sembra diventare realtà: ormai è al settimo mese di gravidanza. Ma il sogno è destinato a tramutarsi in un incubo. Anche questa volta Zoe non riesce a portare a termine la gravidanza e il suo matrimonio non regge di fronte a questo ennesimo, grande dolore.

Zoe si rifugia nella sua professione, di musicoterapeuta e insieme alla collega Vanessa cerca di aiutare un’adolescente che ha tentato il suicidio. Fra le due nasce un’amicizia profonda che, con grande sorpresa di Zoe, si trasforma in amore. Al punto che Zoe spera di poter costruire una nuova famiglia e di avere con Vanessa quel figlio tanto desiderato, grazie agli embrioni conservati da lei e Max in una banca del seme.

Ma Max si oppone con tutte le sue forze all’idea che Zoe possa avere un figlio, che lui rivendica anche come suo, insieme a un’altra donna. Il caso finisce in tribunale, dove si scontreranno non solo Zoe e Max, ma anche due concezioni diverse e opposte della famiglia, e dove i sentimenti più profondi e radicati di ciascuno verranno alla luce, fino all’inatteso e sorprendente finale.

Recensione di “L’altra famiglia”:

La Picoult ha la capacità di portare alla luce argomenti complessi trattandoli come se fossero il suo pane quotidiano. La sua scrittura è così incalzante che viene difficile per chiunque non immedesimarsi nei suoi personaggi e non provare il loro stesso dolore. Qui viene trattato qualcosa di immensamente doloroso: marito e moglie che devono affrontare insieme i numerosi tentativi di avere un bambino e la costante perdita della speranza. Può ciò portare davvero allo sgretolamento di un rapporto?

Ebbene, secondo me si. La perdita di un figlio o l’interruzione di parecchie gravidanze può portare ad avere un dolore così grande che una coppia o la unisce per sempre o la separa inevitabilmente. Ma qui si va oltre alla distruzione di un matrimonio. Qui viene trattato un argomento della massima attualità: chi detiene la proprietà di ovuli congelati a seguito di un divorzio? Zoe e Max sono i due protagonisti di questa controversia legale e sentimentale. Zoe conosciuta una nuova compagna decide di usare i propri ovuli congelati per impiantarli nell’utero di Vanessa e provare ad avere finalmente ciò che lei ha sempre sognato: un bambino. Ma Max, incalzato dal fratello molto religioso e dalla sua parrocchia, si oppone fermamente a questa decisione, poiché considerata contro natura. Quale sarebbe quindi “l’altra famiglia” alla quale si fa riferimento, lo potrà decidere solo un giudice.

Vediamo dibattersi più posizioni in questo capitolo: chiesa contro scienza, famiglia tradizionale contro famiglia omosessuale. E’ normale in questi casi chiedersi sempre: “io al posto di Zoe o di Max, che cosa avrei fatto?” e la risposta non è e non sarà mai così semplice come si crede. Qui entrano in gioco parecchi sentimenti, a volte anche contrastanti, alla quale fare fronte.

La bellezza della scrittura della Picoult è proprio quella di riuscire a descrivere tutti questi sentimenti, tutti questi personaggi diversi e opposti in maniera così sublime che ti sembra di essere immersa in una storia vera che ti è stata raccontata in prima persona, proprio da chi l’ha vissuta. Adoro questa autrice e non mi basterebbe una pagine intera del blog per decantarne le lodi. Il mio unico consiglio è quello di leggervi pian piano le sue opere, che sono tutte emozionanti e autoconclusive.

Libri consigliati: Le case degli altri, Il patto.

Posted in Review | Commenti disabilitati su L’altra famiglia