La sarta di Dachau – Mary Chamberlain

Ada Vaughan ha un sogno che vuole a tutti i costi portare avanti e realizzare: lei vuole diventare una sarta famosa, aprire un’atelier tutto suo e iniziare a creare abiti bellissimi per le donne che fanno parte dell’elite della sua città. Ha solo diciotto quando inizia a lavorare per una sartoria a Londra, in Dover Street, ma una speranza fa breccia nel suo cuore.

La possibilità di andare a Parigi per lei è l’inizio di una grande avventura e di una grande possibilità di crescere e vedere con mano la vera moda francese. Ma sono gli anni di inizio della guerra e Ada si ritrova bloccata in un posto che non accetta diversità di culto. E’ intrappolata in Francia quando inizia la caccia nazista e ovviamente scappare è fuori questione.

Ada viene catturata e deportata immediatamente nel campo di concentramento di Dachau dove viene a contatto con la fame, il freddo e la paura costante delle SS e soprattutto di morire. Ma c’è una sola cosa che la salva: il suo sogno le permette di iniziare a cucire abiti per la moglie del comandante del campo e la bellezza delle sue creazioni le permette di essere sempre più conosciuta nei piani alti.

Fino al giorno in cui le viene commissionato l’abito più bello che potesse mai esistere: nero con una rosa rossa. L’abito sarà quello da sposa di Eva Braun, l’amante del Führer.

“Percorse senza fretta lo Strand, facendo dondolare la borsetta. Gli uomini la guardavano. Era da molto tempo che non si sentiva addosso quello sguardo. Mentre camminava, sorrise. Era come ai vecchi tempi. Ada Vaughan. Modella. Stilista. Era ancora magica: un tocco della sua bacchetta e ciò che era scialbo diventava sensazionale, il corpo un paesaggio di sogni e desiderio. Svoltò a destra allontanandosi dallo Strand e si avvicinò all’ingresso dell’hotel Smith’s. Gli uscieri chinarono la testa e le fecero strada all’interno. Ada scivolò nella hall come una leggiadra farfalla blu nel nettare.”

Commento:

Un libro davvero straordinario. Credo che sia a cosa più bella quella di raccontare la guerra partendo da vite di persone comuni, questo di sicuro ci può far capire quanto è stata tremenda la seconda guerra mondiale e cosa davvero ha distrutto. Non parlo di città ma parlo di vite e famiglie, spezzate e dilaniate dalla tirannia di uno psicopatico.

Solo in questo modo e attraverso le parole possiamo portare avanti ricordi che presto andranno distrutti per sempre, ma mai dimenticati.

Le descrizioni del libro poi sono proprio in grado di riportarci in quei luoghi e in quei tempi tanto da farci credere di essere davvero noi Ada in quel momento.

Adesso che ve ne descrivo i ricordi ancora mi vengono i brividi sulle braccia.

Per scrivere una racconto del genere, prima di tutto ci vuole un sacco di coraggio per scrivere nero su bianco cosa è successo, ma soprattutto ci vuole tanto studio sulla storia, sui fatti e soprattutto sui luoghi.

Un libro molto bello e molto empatico. E’ giusto leggere libri come questi, un po’ dolorosi ma che portano tanta conoscenza.

Buona lettura a tutte/i voi!