desideri

Scomparsa

Scomparsa – Chevy Stevens

Annie O’sullivan è una giovane ragazza che per lavoro fa l’agente immobiliare. Una vita normale la sua, tra piccole discussioni con sua madre, un ragazzo che ama di nome Luke e una cagnolina della quale non può proprio fare a meno che addirittura dorme insieme a lei la notte.

In una giornata normale Annie organizza il suo Open House, che un po’ noioso all’inizio, viene tirato per le lunghe. L’ultimo uomo, un ragazzo biondo molto particolare con un furgone bianco, sembra interessato alla casa. O forse è interessato ad altro?

Questo strano uomo la rapisce, la getta nel furgone e la fa addormentare. Annie nel giro di una giornata si ritrova fuori dal mondo in una casa sperduta chissà dove intontita e spaventata. Chi è questo uomo che l’ha rapita? E per quale motivo ha scelto lei? Dal giorno della sua scomparsa lei non sarà più la stessa e la sua vita non sarà più la stessa. Rinchiusa per un anno con questo uomo che le da orari su tutto: un orario per la doccia, uno per far da mangiare, uno per andare in bagno e se non vengono rispettati Annie viene picchiata e umiliata. Un anno vissuto nel terrore e nella speranza che qualcuno un giorno riuscirà a trovarla.

Ma Annie e stufa vuole solo tornare a casa. Ma casa non è più la stessa e lei fa fatica ad avere rapporti con le persone o anche solo a fidarsi. Ma i segreti di Annie non sono ancora terminati e lei dovrà scoprire molto di più di quello che immagina. Non vuole più essere la ragazza scomparsa. Vuole ritornare a vivere!

 

Dopo un paio di giorni, decisi di fare pipì mentre lui era fuori. Entrò proprio mentre stavo per tirare lo sciacquone: avrebbe sentito l’acqua. Mi avvicinai al letto, fingendo di sistemare le coperte. Pensavo che non se ne fosse accorto, ma quando aprì il rubinetto della cucina per riempirsi un bicchiere, s’immobilizzò, drizzò la testa e andò in bagno. Pochi secondi dopo venne verso di me, il viso rosso e le labbra contorte per un ghigno. Strisciai nell’angolo, cercando di sfuggirgli, ma mi acchiappò per i capelli.

Commento:

Buongiorno readers e benvenute ad un altro appuntamento di questa bellissima rubrica, che ci da la possibilità di leggere libri che magari non avrei mai scelto. Questo mese la scelta è ricaduta su un libro trovato sul blog di Dolci Le mie ossessioni librose.

Sapete all’inizio la trama di questo libro non mi aveva ispirato per nulla, mi sono fatta convincere per il fatto che era in offerta su Kindle Unlimited e ho pensato che ci si poteva provare! Ragazze, mai scelta fu tanto sbagliata. Questo libro l’ho finito in due giorni!

Io non so cosa sia stato: forse il fatto di vivere una situazione particolare, descritta poi in modo divino dall’autrice, ma vi giuro che io ero presente insieme ad Annie in ogni situazione. Ovviamente la curiosità di sapere cosa potrebbe succedere in quelle situazioni e le sensazioni provate era davvero tanta. La maestria nello scrivere ed il talento di questa autrice ha fatto sì, nella mia testa, che io pensassi per tutto il tempo che fosse un’autobiografia. Il racconto non era solo credibile, ma era del tutto VERO!

Dato l’argomento del racconto non ci si può immedesimare del tutto con Annie, ma tutte le sue sensazioni io le ho provate. La paura, il dolore, il cercare di assecondarlo per non morire, lo sconforto nel pensare che tutti i suoi cari si fossero arresi e la credessero morta e che la propria famiglia e il proprio ragazzo fossero andati avanti con le loro vite e lei, invece, non avrebbe mai potuto farlo.

Bloccata in mezzo al nulla, senza poter uscire mai, senza un’arma. Come avrebbe fatto a fuggire?

Quando la sera ci distendevamo sul letto, ordinavo al mio corpo di abortire. Ogni pensiero negativo che riuscivo a evocare, lo rivolgevo contro quel mostro che mi stava crescendo dentro. Sapevo di espellerlo. Il sonno di solito terminava in un bagno di sudore freddo, dopo incubi di feti orripilanti che mi dilaniavano le viscere.

Mi ha fatto impazzire anche l’idea del racconto: nel senso che la protagonista racconta tutto ciò che le è capitato, dal primo fino all’ultimo giorno di reclusione, tramite i racconti che lei, vittima, sta facendo alla sua psicoterapeuta per cercare di guarire da questo enorme shock e da questo episodio che sta condizionando la sua vita, che non la fa dormire la notte ne vivere di giorno. Ogni racconto inizia con il ricordo di un episodio ed è proprio così che secondo me dovrebbe essere una terapia.

Questo libro è stato davvero una sorpresa e sono davvero contenta di averlo letto! 5 stelle assolutamente!

Buone letture readers!!

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Bet Reading Challenge Recap #2

Bet Reading Challenge Recap #2

Buongiorno e benvenuti ad un altro appuntamento di questa mia prima Challenge. Ci credete che sono già passati altri tre mesi e sei dall’inizio di questa sfida? A me sembra che il tempo sia volato. Sembra che sia passato solo qualche settimana da quando stavo ideando la challenge e da quando l’ho fatta partire.

Invece è passata un’eternità o quasi. Si sono aggiunte due nuove ragazze che hanno scoperto solo di recente di questa challnge e quindi diamo un caloroso benvenuto a Giulia e ad Emanuela e facciamo loro un grande in bocca al lupo! Se volete iscrivervi anche voi trovate qui il LINK. Spero che questa sfida vi dia la possibilità di smaltire vecchi libri che avevate in programma di leggere, di scoprire nuovi autori e nuove letture e più in generale, che vi faccia divertire facendo la cosa che più amiamo: LEGGERE!

Alla fin fine lo scopo di queste sfide, premi a parte, è sempre quello no?!

Solo qualche giorno fa stavo facendo una lettura molto particolare e coinvolgente, avevo finito di lavorare al pub a notte inoltrata e avendo dormito male la mattina non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Ma quel dannato libro mi chiamava davvero. Dovevo assolutamente sapere come sarebbe andata a finire la storia e quindi ho passato la mattinata a leggere e addormentarmi. Mi svegliavo leggevo e mi riaddormentavo: così fino a che non l’ho finito del tutto.

Vedete i libri devono farci questo: non devono farci dormire dalla voglai che abbiamo di finirli e leggerne altri! Devono essere quelle avventure che non avremo mai il coraggio di fare, quelle vite che non potremo vivere.

Tornando a noi, ora vediamo com’è la classifica parziale per le nostre ragazze:

  1. Marta con 51450 gettoni
  2. Antonella con 30680 gettoni
  3. Susybong con 4340 gettoni

Bravissime ragazze perchè siete riuscite a mantenere le voster posizioni! Un grande applauso!!

Seguono la classifica:

4. Federica Melchiorre con 2640 gettoni

5. Rosaria con 2100 gettoni

6. Fiorenza Borgia con 1330 gettoni

7. Meshua Arcieri con 1130 gettoni

8. Il Mondo di Drusie con 1000 gettoni

9. Giulia Capacchietti con 1000 gettoni

10. Emanuela Brancato con 1000 gettoni

Facciamo un grande incoraggiamento a queste ragazze!! Su, su, che non è detto che non possiate arrivare anche voi nei primi 3 posti!! Basta solo la giusta strategia 🙂

Prima di salutarvi avviso le ragazze della Challenge che nelle prossime letture si nasconderanno dei vantaggi da poter utilizzare durante la challenge, quindi fate molta attenzione alle recensioni che usciranno!! 😉

Ci risentiamo alla prossima recensione e tra 3 mesi vedremo come il nostro tavolo di gioco sarà apparecchiato!

Buone letture readers!!

 

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La bussola d’oro

La bussola d’oro – Philip Pullman

Lyra è una ragazzina molto speciale ed altrettanto curiosa. Ed è grazie alla sua curiosità che riesce a scoprire che all’interno del College si nascondono dei segreti che le interessano parecchio. Lei e il suo Daimon sentono i grandi parlare di una certa Polvere, piccole particelle elementari che risplendono, e del fatto che tutto ciò deve essere studiato ed approfondito.

La ragazzina continua però a vivere la sua vita da bambina, giocando con i ragazzini della città e portando avanti le piccole battaglie di quartiere. Che strano però, i grandi parlano di ragazzini che continuano a sparire e nessuno ne sa nulla. Parlano anche di certi Ingoiatori che rapiscono i bambini , li fanno sparire e chissà cosa fanno loro: li mangiano, oppure li schiavizzano e li vendono. Sarebbe giusto andarli a cercare e combatterli.

Roger è sempre al suo fianco quando Lyra si mette in testa qualcosa e quindi si parte alla ricerca di questi Ingoiatori che fanno sparire i bambini. Ma alla fine anche Roger sparisce e sarà compito di Lyra andarlo a trovare e salvarlo insieme a Pan, il suo dolce Daimon, la sua anima, il suo compagno di vita. Ma nel frattempo il Maestro del college decide di affidare Lyra alle cure di una giovane signora dolce e gentile che si prenderà la briga di istruirla vestirla e insegnarle tutto ciò che c’è da sapere per poi farla viaggiare con lei alla volta del grande Nord. Prima di partire le viene affidato un ateliometro: strumento che le consentirà di poter fare qualsiasi domanda, se solo riuscirà a capire come utilizzarlo. Ne esistono pochissimi al mondo ed ancora più difficili che trovarli e il saperli utilizzare.

Ma tutto ciò che viene mostrato a Lyra nel corso del suo viaggio forse avrà un riscontro opposto agli occhi di una bambina. La domanda finale alla quale lei continua a voler dare una risposta è sempre: cos’è la Polvere?

E anche: dove sono finiti tutti i bambini spariti? e cosa vogliono da loro?

 

Il piccolo Tony Makarios non fu l’unico bambino a venire catturato dalla signora con lo scimmiotto dorato. Ne trovò un’altra dozzina nella cantina del magazzino, maschi e femmine, tutti, più o meno, al di sotto dei dodici anni; anche se, avendo tutti una storia simile alla sua, nessuno avrebbe potuto essere del tutto certo della propria età. Ciò che Tony non notò, ovviamente, fu il fattore che tutti avevano in comune. Nessuno dei bambini radunati in quella calda e umida cantina aveva ancora toccato la pubertà.

 

Commento:

Il libro è partito subito descrivendoci la piccola Lyra e la sua curiosità mostrandoci come riesce ad intrufularsi e a nascondere la paura dell’essere scoperta, quando vuole ottenere qualcosa. Il suo Daimon, Pantalaimon, la segue sempre e le da una mano ogni volta che Lyra si mette in testa qualcosa. Lui è la sua anima gemella, colui che non la abbandonerà mai e per la quale lei non si sente sola in un college fatto solo di adulti e studiosi.

Le avventure che dovrò affrontare Lyra sono davvero tante e tutte molto belle. L’abilità dell’autore nel farci vivere emozioni e luoghi è davvero impressionante. Io ero lì con Lyra davvero mentre cavalcava il suo orso corazzato ed ero lì con lei quando ha tentato la fuga dalla signora con la scimmia dorata. E’ stato davvero bello ed entusiasmante leggere questo libro e mi sono divertita molto nel farlo.

Ovviamente adesso vorrei avere anche io un piccolo Daimon (anche se a casa ne ho ben due che fanno fatica a staccarsi da me, per non contare il mio compagno) ma mi piacerebbe sapere quale forma avrebbe preso il mio e quale parte del mio carattere avrebbe evidenziato. Voi non siete curiosi?

Ho odiato tantissimo la signora Coulter e mi dispiace che nel film sia interpretata da Nicole Kidman perché la adoro un sacco e nel libro non la si può che odiare (razza di donna repressa!) e il finale che riguarda lei e Lord Asriel proprio non mi è piaciuto. Avrei preferito che succedesse tutto l’opposto (non posso andare avanti se no spoilero, cercate di comprendermi ihihih!).

Lyra dovette adattarsi a vedere la propria storia in una luce diversa, e non era una cosa che potesse esser fatta in un giorno. Riconoscere Lord Asriel come padre era una cosa, ma accettare per madre la signora Coulter non era altrettanto facile. Un paio di mesi prima ne sarebbe stata felice, ovviamente, e anche di questo si rendeva conto, e accresceva la sua confusione.

Assolutamente un libro distopico (che di solito a me non fanno impazzire) da leggere ed assaporare. Le descrizioni e la storia l’hanno reso leggero e affascinante, tanto che non si riusciva più a smettere di leggerlo. Facevo proprio fatica a chiudere il Kindle.

Essendo un grande classico, voi l’avete letto? E cosa ne pensate?

Buone letture a tutti voi!

 

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March Monthly Recap ’19

March Monthly Recap ’19

Eccoci di nuovo qui, miei readers, a chiudere un altro mese con un nuovo recap mensile. Marzo è stato un mese difficile e lungo, pieno di impegni e di tante cose da fare. Ecco perché questo post non sono riuscita a farlo uscire prima. Portate pazienza.

Questo Marzo è stato il mese dei miei 28 anni, della scoperta di nuove amicizie e dell’assenza di altre. Ho festeggiato allegramente con amici e famiglia (finalmente dopo 6 anni io e il mio compagno abbiamo deciso di far conoscere i nostri genitori), ho mangiato tantissimo e addio dieta. Ho ricevuto dei regali bellissimi e più avanti vi farò vedere anche cosa (forse). Sapete anche voi che sono nei momenti difficili poi che si vedono le amicizie migliori e io quest’anno ho scoperto tante nuove cose (o forse dovevo aprire solo gli occhi?). Le altre sono solo amicizie di comodo o di convenienza.

Aprile invece riparte con un piede diverso, pieno di aspettative e di novità. Speriamo di non rimanere delusi, ma in realtà sono dell’idea che questo mese mi porterà belle sorprese. A voi com’è andato questo periodo? E, cosa molto importante, che letture avete fatto e scelto?

Ora vi parlerò delle mie: come sempre sotto ogni immagine troverete il link alla recensione, per poter sempre sapere cosa mi è parso dei libri scelti. Devo essere sincera, questo mese anche con le letture non sono stata molto fortunata. Che fossero lunghe o brevi le ho trovate per la maggior parte tirate per le lunghe e un po’ noiose. Forse gli stili scelti, tanto diversi per uscire ogni tanto dalla mia confort zone, non li ho apprezzati appieno. Ma sarei davvero curiosa di conoscere la vostra opinione in merito. Quindi commentate e commentate! 🙂

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Le tartarughe tornano sempre

Le tartarughe tornano sempre – Enzo Gianmaria Napolillo

Salvatore vive da sempre nella sua isola, aiutando il padre giornalmente nel suo lavoro: la pesca. Giulia invece, anche se originaria della stessa isola, ci torna con la famiglia solo per il mese delle vacanze estive; per il resto del suo tempo vive e studia al nord, nella grigia Milano: tutta nebbia e aria chiusa.

Giulia e Salvatore stanno insieme fin da quando erano piccoli e si erano conosciuti giocando a pallone sulla spiaggia: per Salvatore Giulia che scende dal traghetto e torna da lui è un punto fisso, come sono un punto fisso le lettere con la busta rosa che arrivano puntualmente da Giulia per tutto il resto dell’anno.

Ma quell’estate sarà diversa. Giulia e Salvatore stanno godendosi una giornata di sole e relax quando sul bagno asciuga viene riportato dal mare il corpo inerme di un ragazzino. Altri corpi arrivano da poco più avanti e sull’orizzonte si intravede un barcone carico di migranti. Cosa sta succedendo?

Questo avvenimento sconvolgerà la vita di tutti sull’isola ma soprattutto di Giulia e Salvatore che metteranno in discussione tutta la loro storia in balia di una crescita interna improvvisa, conseguenza della realtà che come un’onda si infrange sulla loro adolescenza.

Chissà se però questa crescita li riporterà insieme alla fine, come aveva predetto Giulia con la lanterna lanciata sulla spiaggia insieme, o li separerà per sempre rendendoli consapevoli di quello che la crescita fa alle vite umane. Alla fine dei conti bisogna essere come le tartarughe. Nascono sulla spiaggia, corrono in mare, vivono ma alla fine tornano sempre dove sono nati. Le tartarughe tornano sempre!

L’ultimo dell’anno la città sprofonda in un grigio pesante e respirabile. Alle quattro del pomeriggio il buio è quello di un cappuccio calato a forza sul viso di un milione di persone. Salvatore aspetta Giulia, non ha voglia di andare alla festa, vorrebbe rimanere con lei nel letto a contare i secondi che precedono la mezzanotte e ascoltare i fuochi d’artificio fuori dalla finestra. Sente il richiamo della sua isola […]

 

Commento:

Ho scelto, inizialmente, questo libro perché l’argomento è molto attuale. Salvatore e Giulia dovrebbero fare solo da contorno al racconto della vita difficile che fanno i migranti che cercano di scappare dalla loro terre aride e piene di guerre in cerca di salvezza.

Il libro risulta molto strano e quindi, anche se le pagine sono poco più di 200, risultano un pochino pesanti: partiamo dal presupposto che il narratore cambia. Un po’ il narratore risulta esterno, un po’ è Salvatore stesso a raccontarci le sue sensazioni. Questa prima cosa mi ha un po’ destabilizzato. Ma la cosa reale che rende pesante il testo è la quasi assoluta mancanza di dialogo.

Per il 90% del libro non esiste un dialogo tra persone; è quindi tutto un riflettere e far girare la testa su descrizioni dei luoghi, ma soprattuto su riflessioni interne e su crescite personali.

Salvatore ovviamente passa dall’adolescenza spensierata e gioconda al dover crescere perché la realtà gli viene sbattuta in faccia in un tranquillo pomeriggio. Nel mondo esiste il male e ora lo so. Da quel momento in poi il libro scorrerà con le riflessioni di Salvatore (mentre è in barca o mentre passeggia sul lungo mare) di quanto sia dura la vita etc etc. Mettiamoci in mezzo anche il fatto che le uniche certezze di Salvatore alla fin fine vanno scemando. Però così facendo non sono riuscita ad entrare in empatia con nessuno dei personaggi perché mi sembravano sempre tutti molto eterei.

Salvatore vede l’isola dall’alto, un punto nel mare circondato dalle incessanti onde invernali, apparentemente inamovibile. Ne riconosce forma e colori, come si possono riconoscere i lineamenti del visto amato sempre più vicino. Un tavoliere spazzato dal maestrale, con strade sterrate, un paese arroccato, case sparse e le piscine azzurre delle ville private. Un contadino nell’orto che alza la testa per guardare l’aereo e con una mano sulla fronte si difende dal sole.

Un’altra cosa strana che ho notato è che mai l’autore fa il nome dell’isola in questione. Viene chiamata sempre isola, isola sconosciuta, triangolo ma perché non fare direttamente il nome del luogo? Questo però non lo spiega e il dubbio mi è rimasto, secondo voi quale potrebbe essere la motivazione?

Nel complesso l’idea del libro poteva anche piacermi, ma come è stata sviluppata mi ha lasciata un po’ interdetta. Forse questo genere non fa per me e preferisco qualcosa di più romanzato, anche se si tratta di fatti realmente accaduti e che, in questo caso, accadono tutt’ora.

Spero di avere più fortuna con la prossima lettura.

Buone letture readers!

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La ballerina dello zar

La ballerina dello zar – Adrienne Sharp

Mathilda Feliksovna Ksesinskaja è una discreta ballerina ed una discreta donna. Non eccelle in nessuna delle due cose e la concorrenza è davvero tanta. Invecchiando andrebbe a perdere entrambe le cose: e quindi che fare? Da sempre i reali, si sapeva, sceglievano le proprie amanti nel corpo di ballo russo. Mathilda si sarebbe così assicurata notorietà e una vita agiata.

Diventata, quindi, l’amante dello zarevic Nikola, Mathilde si ritrova finalmente le porte della russia aperte: il ruolo di prima ballerina viene subito assegnato a lei a dispetto del volere del coreografo Petipa e non solo, le viene assegnato anche il ruolo di prima ballerina assoluta dei teatri imperiali e la sua influenza diventò talmente importante da costringere alle dimissioni il direttore dei teatri Volkonskij che non voleva mettere in scena un’opera da lei richiesta. Ecco perché viene definita la ballerina dello zar!

Ma la salute di Alessandro II si aggrava tanto da costringere l’erede, Nikola, ad una decisione veloce sulle sue future nozze: Mathilde speranzose di questa opportunità che l’avrebbe resa non solo celebre e nota ma la più celebre e la più nota in quanto zarina, vede il suo sogno infrangersi quando scopre che Nikola è riuscito a convincere Alice d’Assia a diventare la nuova zarina di Russia.

Dalla morte di Alessandro, però la loro vita sarà segnata solo dal male. Mathilde che è stata accantonata fa di tutto per mettersi in mostra ai suoi occhi, litigi e scenata in teatro sono all’ordine del giorno, poiché unico modo per incontrare lo zar. E non servirà avere delle storie nemmeno con i cugini Sergej e Andrej. Ma dopo ben 4 tentativi, Alessandra non riesce a dare alla luce un figlio maschio che possa diventare l’erede dell’impero dei Romanov. Nikola caduto in depressione ritorna da Mathilde che rimane incinta e partorirà il figlio maschio tanto voluto da Nikola, ma nello stesso momento in cui Alessandra partorirà l’erede al trono di Russia.

Che fare adesso? Per Mathilde le cose si mettono male, e il malcontento del popolo avanza sempre di più tanto da diventare pericoloso. Bisogna correre ai ripari e fare qualcosa.

 

Probabilmente darete ragione a mio padre sul fatto che avessi troppo talento per ritirarmi dalle scene, ma dovete sapere che a teatro la moda stava cambiando con grande rapidità e, di conseguenza, non era soltanto per mio figlio che volevo lasciarlo. Il nuovo direttore dei Teatri imperiali, il colonnello Vladimir Teliakovskij, era già stato direttore dei teatri di Mosca e ufficiale nella Cavalleria della casa reale. Mi ero illusa che, essendo un aristocratico vecchio stile, avesse gusti altrettanto antiquati […]

Commento:

Ed eccoci qui ragazzi con un’altra recensione. Questa libro è stato scelto per la Challenge di Rosaria che prevedeva la lettura di un libro che parlasse di danza. Mi sono davvero un po’ pentita della scelta. Partiamo dal presupposto che io amo il cartone di Anastasia ( che è davvero il mio preferito) e quindi sono stata un po’ prevenuta nel leggere delle amanti dei Romanov.

I problemi sono stati davvero tanti: la scrittura è molto classica, le frasi sono molto lunghe e a volte davvero non portano a nulla. Il narratore è la stessa Mathilde che racconta la sua storia quando ormai è diventata vecchia e si trova sul punto di morire. La lettura quindi è tutto un rimandare ad eventi passati o a cose che succederanno nel futuro ma delle quali a noi vengono dati solo alcuni accenni per poi parlarne più avanti. Il libro per di più è molto lungo e non solo racconta la storia di Mathilde e di Nikola ma anche della stessa Russia, della storia e della rivoluzione. Sono 400 pagine che l’autrice ha fatto pesare come fossero state il doppio. Ho fatto fatica a finirlo e difficilmente lo rileggerei.

Un altro mio problema è stato il fatto che mai io sono riuscita ad immedesimarmi con la protagonista che ad oggi definiremmo un’arrampicatrice sociale: per quanto lei dichiari di essere innamorata di Nikola, in tutto il libro e nelle sue parole, si capisce che il suo unico scopo e quello di diventare famosa e, perché no, magari anche zarina.

Niki voleva che Vova indossasse l’uniforme rossa delle Guardie Preobrazenskij al posto di Aleksej e si unisse a loro nel palco imperiale. Notai dall’espressione di Sergej che la proposto lo entusiasmava: una colossale burla come quelle che il Club delle Patate amava tanto organizzare. Ma Sergej non era stato a Spala per vedere come quella stessa burla fosse il preludio di un rapimento. Sergej credeva che fossimo andati in Polonia perché Vova potesse cacciare con Josef, e ignorava che mio figlio avesse corso il rischio di diventare la preda. Così cercò di persuadermi.

La sua insoddisfazione personale la porta quindi a compiere atti di vendetta per cercare di rovinare la vita agli altri, soprattutto quella di Nikola, per cercare di essere sempre al centro dell’attenzione. Mai un giorno nella sua vita riuscirà a rassegnarsi pensando di poter ancora ottenere quello che vuole lei. Proprio in questi comportamenti non mi ci rivedo. Per di più continua a giudicare il prossimo come se lei potesse permettersi di fare quello che vuole perché è stata l’amante dello zar. ODIOSA!

In più tutto è contornato da un racconto freddo e distaccato, quasi analitico come letto sui libri di storia, degli avvenimenti di quell’epoca della Russia. Nn come se si volesse dare un contorno e una motivazione ai pensieri e agli usi della gente spiegando il contesto in cui vivono, ma come se si volesse trasformare per forza un romanzo in un libro storico e quindi bisognasse inserire un tot di percentuale di eventi storici dell’epoca all’interno.

Non lo trovate un po’ pesante? Io si e quindi sono felice di averlo portato a termine e poter iniziare una nuova lettura. Se anche voi l’avete letto fatemi sapere la vostra opinione!

Buone letture!

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Sottopelle

Sottopelle – Matthias Graziani

In città accade qualcosa di strano quando il detective si mette sulle tracce dell’assassino che sta facendo stragi in città. Uomini e donne continuano a morire in modi totalmente strani e diversi gli uni dagli altri. Queste persone non sembrano avere nulla in comune: vite diverse, abitudini diverse e conoscenze diverse. Qual’è allora il punto che accomuna queste morti? Cosa accade sotto la pelle di ognuno di loro?

La narrazione viene suddivisa in tre racconti: il primo parla del presente, dove Adam, detective sottovalutato e contorto, si trova sul luogo dove è appena stato ritrovato il corpo di una donna morta in modo strano, sembra quasi un suicidio, come sembrano e sono dichiarati suicidi i corpi ritrovati di un uomo ed una donna che si gettano nel vuoto gridando e della giovane collega di Adam, Emily, che viene ritrovata impiccata nel suo appartamento. Cosa sta succedendo nella grande mela? E poi quel fatto che sconvolge Adam, ancora di più della morte di Emily.

La seconda invece è ambientata nel passato dove il detective Roy viene affiancato da un giornalista alle prime armi per cercare di scoprire chi c’è dietro ai corpi dei bambini uccisi che vengono assemblati a formare delle macabre marionette. Chi si potrà divertire in questo modo con degli innocenti bambini? Il detective e il giornalista inseguiranno tutte le piste per rincorrere il pedofilo che c’è dietro a queste sparizioni e agli omicidi che li seguono.

La terza, invece, rimane un po’ nell’ombra. Non si capisce benissimo quando sia stata ambientata. Presente? Passato? Si sa solo che la voce narrante è quella di una bambina che è stata rapita dal pedofilo ed è rinchiusa in una cella. Viene picchiata, non mangia quasi nulla e deve stare alle regole del suo aguzzino che si fa chiamare Samir.

Chi sarà il colpevole di questo panico in città? E chi c’è dietro al volto di Miss Piggy che, dieci anni dopo, torna a versare sangue innocente sulle strade della grande mela?

 

Chiamai Emily. Le raccontai dei miei dubbi sui casi di Ivanov e di Edgar Loy. Lei mi liquidò dicendomi che avevo un buon istinto, soprattutto a letto. E che avrei dovuto trovare delle prove. Già, prove. Ragionai. La vendetta di qualcuno? Le vite di Ivanov ed Edgar Loy non potevano essere più differenti. Non avevano interessi in comune. Nemmeno il lavoro poteva in qualche modo averli fatti incontrare. Dalle analisi degli informatici nemmeno dai loro pc e cellulari vi erano stati interazioni. Apparentemente non si conoscevano.

 

Commento:

questo mese per la rubrica Questo volta leggo… creata dai blog La lettrice sulle nuvole e Le mie ossessioni librose, dovevo scegliere un libro thriller e quale scelta per me non fu mai così facile?! Ma questa volta non mi è andata del tutto bene. Al fondo della recensione troverete l’elenco dei blog partecipanti. Mi raccomando seguiteci!

Un libro molto particolare e controverso: sarà difficile recensirlo ma ce la metterò tutta.

La storia che ci viene raccontata è molto particolare, originale e bella: ma non mi ha coinvolto come avrei pensato. Si parla di pedofilia e non sono riuscita a sentire il sentimento di schifo che avrei dovuto provare trattandosi di abusi su bambini. Si parla dei maltrattamenti su di loro ma sembra quasi una storia marginale. L’argomento principale sembra sempre un altro.

Mi piace il modo schietto che ha Adam di parlare; è inutile celarsi dietro alle belle parole. Ormai le parolacce vengono usate quasi da tutti gli adulti e sono quindi all’ordine del giorno. Adam è così! Adam usa le parolacce perché tutti i giorni vede cose orribili e sta a contatto con gente sporca che se si limitasse a dire parolacce sarebbe già tanto. La storia divisa in tre mi piace anche ma ci sono troppi personaggi e all’inizio non riuscivo a capire dove fossi e di chi stessimo parlando.

Nella storia poi ci sono alcuni avvenimenti di cui non ho ancora ben capito lo scopo: non sembrano avere un nesso con la storia principale, come ad esempio il caso di tutte quelle persone che si suicidano. Non ho ancora ben capito perché sia stato raccontato se alla fine il killer principale è il pedofilo.

Roy era oppresso dall’idea di commettere un’imminente cazzata. Guidava ma le mani gli tremavano. Come si faceva a guidare in quello stato? Avrebbe avuto bisogno di un tiro di coca. Non poteva permettersi di sbagliare. C’erano altre sei famiglie là fuori, distrutte da un dolore indescrivibile. Le prime bambine erano state rapite almeno tre mesi prima.

Tutto la sotira è sottolineata da una suspense che ci tiene incollati al libro, questo è una particolarità che mi è piaciuta molto. Ma poi arriva il finale dove tutto succede in fretta e gli avvenimenti non hanno un senso. Alla fine la domanda che mi è rimasta è stata: “Ma quindi chi era il protagonista?”.

Sono sincera: il libro non mi ha fatto impazzire: lo stile dello scrittore mi piace molto ma secondo me la storia è stata sviluppata male. Spero davvero che il suo prossimo libro sia più architettato.

Buone letture readers!

La donna silenziosa

La donna silenziosa – Debbie Howells

In un piccolo paesino perfetto scompare da un giorno all’altro una ragazza di appena diciotto anni di nome Rosie: sempre vissuta in una casa perfetta con una casa perfetta ed una vita perfetta nessuno si aspetta questo episodio che sconvolge la cittadina e in particolare Kate.

Kate è una giovane donna sposata che di mestiere cura i giardini degli altri e per passione ospita cavalli che le persone non possono tenere e li fa correre e divertire. Negli ultimi tempi aveva imparato a conoscere questa strana ragazza, molto bella, dolce e molto a modo. E’ per questo che lei rimane ancora più sconvolta dalla sua scomparsa tanto da cercare di aiutare la famiglia come può, anche con piccoli gesti quotidiani.

La sua vita sembra molto monotona ed abitudinaria: chi può averle fatto del male?

Ma più si va avanti nelle ricerche più delle notizie su di lei vengono a galla portando alla luce persone che potrebbero essere sospettate. Il possibile ragazzo, ex giardiniere di casa sua, che è stato già indagato per atti violenti. Potrebbe essere bastata una lite per scatenare la rabbia in lui, no?! E’ anche l’ultima persona che si sa che abbia incontrato Rosie.

Ma la vita idilliaca che tutti credono viva la famiglia è davvero così? Il secondo indagato sarà sicuramente il padre che si scopre avere una seconda personalità, affettuoso e premuroso con le persone estranee ma subdolo e meschino con la propria famiglia, tanto da far passare a Rosie e a sua sorella anni di strazianti soprusi. Sarà stato davvero lui? Sarà arrivato al limite e avrà fatto qualcosa di cui ci si può pentire? O forse c’è una terza persona misteriosa che ha programmato tutto?

 

Questo è l’anno in cui sono la prima della classe, ottengo il massimo dei voti in ogni materia, eccetto matematica. L’impegno che ci ho messo e l’orgolgio che provo sono inimmaginabili, sono cose che non si vedono da fuori, come non si vede la piccola parte del mio animo che brilla in me. Quella sera, però, quando mio padre torna a casa, mi ordina di smontare la piccola TV rosa che ho in camera e di portargliela – solo per colpa della matematica.

 

Commento:

Eccoci qui ad un altro appuntamento della rubrica “Tu leggi? Io scelgo!” creata da Rosaria e Chiara. Questa volta il libro che ho scelto è stato prelevato dal blog Libri e Librai. Che dite della mia scelta?

La storia inizia in modo strano, partendo quasi subito dalla scomparsa di Rosie, descrivendo la famiglia e la vita di Kate piuttosto che la famiglia della ragazza scomparsa. Solitamente non capita così ma vengono descritte prima le abitudini e la famiglia della scomparsa. Questa cosa mi ha incuriosita molto, poiché la prima domanda che ti viene in testa è: che relazione avrà questa donna e la sua famiglia con la scomparsa?

I personaggi sono descritti molto bene e non viene difficile immaginarsi Kate nel giardino, la figlia che si prepara per andare al collage e il padre, invece, un uomo molto pratico, razionale, ma non per questo freddo nei suoi sentimenti. Non è difficile nemmeno immaginare la famiglia di Rosie, ho odiato fin da subito il padre ed i suoi comportamenti con le figlie sognando che scomparisse dai racconti nel più breve tempo possibile (ovviamente sapevo che non sarebbe successo). Vogliamo parlare della madre? Un’inetta che non sa fare altro che accondiscendere alle torture del marito quando dovrebbe pensare a proteggere le figlie.

La trama è davvero particolare e la capacità dell’autrice di tenerci attaccati alle parole è stata determinante perché io finissi il libro in breve tempo. L’unica cosa che non mi è del tutto piaciuto è stato inserire piccoli fatti che secondo me con la storia non centravano proprio nulla. Non parlo di descrizioni, ma proprio di fatti raccontati per farci capire che tipo era il padre di Rosie ma che in realtà non erano né necessari per quel fine né per il fine della storia. Mi è rimasto un enorme punto interrogativo!

Il racconto poi è intervallato da piccoli capitoli dove si racconta la storia di Rosie, anzi è proprio Rosie che ci racconta come ha vissuto fin da piccola in quella casa e che piano piano ci porta alla sua morte a cosa e a come è accaduto (visto che la polizia è persa nel nulla). E’ come se lei stesse rivivendo la sua vita: un po’ come si dice che succeda quando capisci che stai per morire, ma lei lo fa post mortem in forma di spirito.

Mio padre è un attore dai mille volti. In altre parole un bugiardo. Chiunque lo incontri rimane colpito dal suo fascino, dal suo sguardo. Il reporter famoso e attraente che fissa tutti dallo schermo del televisore, mentre rischia la propria vita nelle zone di guerra. Mostra un volto livido, dopo che gli hanno sparato mentre cercava di arrivare alla verità; cupo, mentre descrive quello che succede là fuori; sincero, quando parla dell’orfanotrofio; arrabbiato, perché c’è troppo poco aiuto e troppi bambini sofferenti; e dolce, se gli viene chiesto di sua moglie e delle figlie.

Ho trovato questi stacchi molto interessanti e coinvolgenti, mi hanno aiutato molto nel capire determinati dettagli di Rosie e della sua famiglia. E’ un gioco del tipo: il lettore conosce più dettagli del protagonista ma non troppo. Il colpevole non viene mai svelato fino all’ultimo così che sia possibile sempre cambiare idea e fare le proprie congetture.

Nel complesso un bel libro da leggere. Se vi piace il genere è super consigliato! Vi lascio qui sotto l’elenco delle letture già uscite della rubrica e che dovranno uscire. Mi raccomando: seguiteci!!

Buone letture librose!

February Monthly Recap ’19

February Monthly Recap ’19

Buonasera mie care readers come state? Sono stati dei mesi intensi per quanto mi riguarda e fatico ancora a prendere bene il ritmo. E’ così bello crogiolarsi nelle abitudini ed avere tutto sotto controllo che appena qualcosa cambia devo avere un certo tempo di adattamento per riuscire a capire come organizzare di nuovo tutto.

Vi è mai capitato?

Pian piano così siamo arrivati alla fine di Febbraio e agli inizi di Marzo, e pur se ancora inverno, qui le temperature iniziano già a darci la possibilità di uscire solo con un leggero spolverino. Qual’è la vostra stagione preferita?

Se vi devo dire la mia io preferisco di gran lunga la primavera. Le giornate si fanno più lunghe, il caldo inizia ad arrivare e posso tirar fuori qualche mio vestito più leggero (della quale sono piena), ma soprattutto si avvicina il mio compleanno. Quest’anno, poi, sono davvero tanti quelli che mi aspettano, almeno in confronto a quelli che mi sento!

Ma giungendo al dunque partiamo al nostro Monthly Recap e, mi raccomando, scrivete nei commenti quelle che sono state le vostre letture. Sono davvero curiosa di sapere che cosa a ispirato questo Febbraio a tutte voi!

 

Lo so ragazze a cosa state pensando: 3 libri in un mese sono davvero pochi e avete assolutamente ragione. Ma con i 3 tre nuovi lavori giuro che il tempo è diminuito nettamente. Prometto di riprendere le mie solite (minime) 5 letture al mese. E voi cosa avete letto di bello? Qualcuna ha letto questi 3 libri? E cosa ne pensa?

Non vedo l’ora di raccontarvi le mie prossime letture. Per ora vi saluto e vi auguro bellissime letture!

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Sogni di mostri e divinità

Sogni di mostri e divinità – Laini Taylor

Siamo arrivati al dunque: chimere ed angeli devono incontrarsi per unire le forze contro un male superiore. Ma come si potrà fare? Le chimere avranno sempre un’arma da utilizzare contro gli angeli, i loro palmi hanno tutti gli occhi della resurrezione che possono nuocere gli angeli. Ma Akiva ha la magia dalla sua parte e usare il suo potere per eliminare gli effetti degli occhi sui palmi rende gli angeli più inclini al patto di alleanza.

Akiva e Karou si guardano, si osservano e si limitano a parlarsi con gli occhi, c’è ancora speranza tra di loro e per loro ma gli eventi sembrano voler sempre ostacolare la loro unione; un abbraccio o un bacio diventano un semplice tocco ed un sguardo più ravvicinato, ma nulla di più.

Ziri nel frattempo risulta convincente nei panni del Lupo Bianco, ma il suo essere riesce a far capolino e a far brezza su un certo cuore di ferro. Ma qualcosa, ovviamente, ostacolerà il loro conoscersi e il loro cercarsi. Sarà un fatto definitivo?

Karou ha un’idea geniale per far si che Jael torni nel loro mondo senza portarsi dietro le armi umane che farebbero sfociare quella guerra in qualcosa di peggio. L’idea viene accettata e programmata. Quel giorno lei e Liraz andranno sulla Terra e riporteranno qui, in questo mondo, Jael. Tutto funzionerà e finalmente potranno tornare alla pace. Ma ovviamente qualcosa non va come dovrebbe e al portale vengono colti impreparati dagli angeli di Jael. Karou, Akiva, Liraz, Zuzanna e Mik fuggono per raggiungere il portale. Qui, Akiva e Karou dovranno separarsi, oppure no?!

Liraz spinge fuori Akiva e sigillia il portale per sempre. Akiva e Karou affronteranno insieme questa missione.

Nuovi e vecchi personaggi faranno capolino nelle pagine di quest’ultimo capitolo: personaggi che ameremo e altri che odieremo. La differenza però sarà che in questo finale qualcosa di straordinario e inaspettato succederà e ci travolgerà come una piena!

 

“Ti perdono. Ti amo. Ti voglio, al termine di tutto questo. Il sogno, la pace e te. Ecco quello che Karou desiderava dire e anche sentire. Non voleva venire a sapere che Akiva aveva abbandonato la speranza di lei e che, qualsiasi fosse in quel momento la sua motivazione, non era la più la pienezza del loro sogno, che non era stato semplicemente la pace, ma loro due insieme, in pace.”

“La parola che pronunciò Akiva era Haxaya, e Jael poteva anche non avere idea di cosa significasse, nè che fosse un nome, ma il risultato fu abbastanza evidente. Un secondo. L’aria dietro di lui era vuota, poi non lo era più, e la forma che la riempì – un lampo in pelliccia e denti – era già in movimento. La vide, e lei lo colpì. Due metà dello stesso istante. Jael venne trascinato bruscamante all’indietro. Due secondi.”

Commento:

Ragazze ma come si fanno a riassumere 570 pagine di avvenimenti intensi ed importanti al fine di capire la storia? Ovviamente nel mio riassunto mancano molte parti, lo so, ma tanto questo è un libro che bisogna leggere per capirlo davvero. Mi spiace ragazze ma vi avverto in questa recensione ci saranno degli SPOILER!

Innanzitutto finalmente Karou si è svegliata: ha capito che non gliene deve fregare nulla di quello che la sua squadra potrebbe pensare del suo sentimento verso Akiva, soprattuto adesso che il male peggiore, Thiago, è morto. Ora potrebbe essere libera di vivere i suoi sentimenti, ma la sua mente la blocca riportandola alla realtà: prima di tutto la salvezza del suo popolo e di quello degli angeli. Fino a quando non lo vede e non lo tocca. Questo si piò ben capire: bastano un paio di pettorali ben formati e qualche addominale a risvegliare tutto il corpo di Karou e a prendere il sopravvento sulla testa. Benedetta invisibilità!

Vogliamo poi parlare di Liraz, cuore di ghiaccio, e Ziri, piccolo Kirin? Una coppia male assortita ma che ci ha fatto battere il cuore: lui si merita tutta la felicità che può ottenere dalla vita a causa delle sue esperienza e del grande compito che sta assolvendo nel modo migliore. Lei, sempre molto fredda, avrebbe finalmente bisogno di qualcuno che la facesse sciogliere e farle provare vere emozioni.

Possiamo anche nominare Zuzana e Mik: belli come il sole insieme, sempre pronti ad aiutare il prossimo. Sono proprio una bella squadra insieme ed è proprio insieme che riusciranno ad aiutare la loro amica e il suo strano mondo alla salvezza.

E la nonna? No ragazze non voglio spendere nemmeno mezza parole sul suo conto. Lei si è ben descritta da sola nel libro!

Alla fine di tutto questo capitolo è stato davvero mozzafiato! Intenso e pieno di sorprese. Unica nota dolente? Il finale. L’ho trovato davvero moooooolto lungo, diciamo che si è fatto attendere anche troppo per poi finire con troppa semplicità. Forse l’autrice voleva lasciarci ancora senza fiato? Chissà! E nel frattempo…

Buone letture a tutte le mie care readers!