Tutto ciò che sappiamo di noi due – Colleen Hoover

Ed eccoci qui al secondo capitolo di questa serie: i protagonisti sono sempre Will, un ragazzo dolce e premuroso, sempre gentile con il mondo, di appena vent’anni che ha perso i genitori 3 anni prima e da solo si è trovato ad occuparsi del fratellino più piccolo.

Layke, ragazza di appena diciotto anni che dopo aver perso il padre a causa di un infarto si ritrova da sola a causa di un brutto tumore che le porta via la madre solo qualche anno dopo.

I due si innamorarono nel primo libro, dopo che lei si era trasferita in città dal Texas. Il secondo libro ha come storia principale un litigio tra i due dovuto ad una bugia detta (fatemi commentare da pura donna con un ovviamente) da Will, o si potrebbe anche chiamare una verità non detta, che nasconde a Layke il fatto di aver incontrato la sua ex storica ai corsi del collage.

Purtroppo come tutte le storie che si rispettino all’età di quindici anni, questa ex è assolutamente convinta di essere rimasta nel cuore e nella testa di Will, tanto da non rassegnarsi ai suoi NO continui e tanto da pensare di poterlo riconquistare.

“La sfioro con il ginocchio sotto il tavolo. Sa benissimo che odio quando mi chiama così. Non saprei spiegare il motivo; forse perché quando ero davvero il suo insegnante, per me era una tortura. Dopo la nostra prima uscita insieme, la sintonia tra noi è cresciuta a una velocità spaventosa. Con lei potevo essere semplicemente me stesso e stavo bene. Non mi era mai capitato con nessuno, prima. Ricordo che, dopo quella sera, passai l’intero week end a pensare a Lake. E quando il lunedì mattina, a scuola, girai l’angolo del corridoio e la vidi davanti alla porta della mia aula, mi sentii come se qualcosa mi avesse squarciato il petto”

Commento:

Per quanto la scrittura di entrambi i libri ovviamente sia la stessa, e che quindi il libro risulti scorrevole e leggibile come era avvenuto con il libro, devo ammettere che il secondo è stata un po’ una delusione e si è verificato in pieno per il genere Young Adult che lo rappresenta.

A differenza del primo, dove infatti i ragazzi si trovano a trattare degli argomenti che li rende molto più adulti, il secondo li riporta nella loro adolescenza mancata; mi sembra surreale dare un ruolo centrale in una storia ad una litigata che mette in crisi il pensiero di lei sui sentimenti di lui.

Mi sembra davvero un argomento molto infantile e per questo ne sono rimasta molto delusa, forse anche a causa della mia età. Diciamo che forse se avessi una figlia in età adolescenziale, preferirei che leggesse un libro come questo ad un “Moccia”, certo però con la consapevolezza che è soltanto un libro e non dovrebbe rappresentare la realtà ma uno svago della nostra mente.

Mi spiace ma, come ho ribadito più volte, lo consiglio solo se avete sui quindici anni, se no secondo me non ne vale la pena.

Di sicuro, e di questo me ne dispiaccio, ma non credo che riuscirò a leggere il terzo libro.

Buona lettura tutte/i voi!