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Fellside

Fellside – M.R. Carey

Jess si sveglia in ospedale senza ricordarsi più nulla, nemmeno il suo nome. Le viene detto che si è addormentata in casa dopo essersi drogata per l’ennesima volta e una fiamma libera ha preso piede in casa sua creando un incendio in cui lei è rimasta gravemente ferite e ustionata nella maggior parte del corpo e il suo vicino di casa, il ragazzino che abitava sopra di lei, è rimasto ucciso.

Dopo che anche il suo ragazzo conferma in tribunale quella versione dei fatti, Jess si convince della sua colpevolezza e si fa rinchiudere nella prigione femminile di Fellside. Lì scopre che esiste una gerarchia da rispettare: Grace ha il controllo di tutto il carcere, grazie alla complicità della guarda Devlice e alle sue guardie del corpo Lizzie e Big Carol.

All’interno di Fellside, Grace riesce a far entrare e a spacciare droga tra le ragazze ma il processo di Jess potrebbe essere un buon modo per poter ampliare il giro ad altre carceri. Jess però riscopre un potere che aveva fin da quando era piccola e che aveva assopito. Lei riesce a muoversi nei sogni della gente, ed è così che scopre l’assassino, grazie all’aiuto dello spirito del ragazzino morto.

“Il giorno prima dell’udienza di Moulson, Big Carol e Liz Earnshaw andarono a trovarla nella sua cella. Era da un po’ che non si beccava un pestaggio e quindi non era più abituata. Si ritirò nell’angolo tra il letto e il muro, cercando di farsi piccola piccola, coprendosi la faccia con le mani e preparandosi per la tempesta. Earnshaw guardò la scena con la sua solita faccia impassibile, ma Big Carol trovò la cosa estremamente divertente. «Non siamo qui per farti male, scema», ridacchiò. «Esci di lì». Ma Jess rimase dove si trovava e Big Carol dovette chinarsi, sbuffando, per parlarle. «Domani vai in tribunale per la tua udienza», le disse. «Oxford Row a Leeds. Il giudice Foulkes. Annuisci se hai capito». Jess annuì. «Bene, mentre sei lì, ci potresti fare un piccolo favore. C’è un pacchetto che dovresti prendere e portare qui. Alzati. Su. Voglio farti vedere una cosa.»”

Commento:

Come dicevo al mio ragazzo qui vicino, che ha visto la mia faccia quando ho finito questo libro, sono rimasta davvero delusa e con l’amaro in bocca.

Colpa mia, lo ammetto: ma mi ero fatta delle illusioni di un libro completamente diverso da quello che in realtà ho letto. Mi prospettavo un giallo, un thriller, dove la risoluzione di un caso di omicidio veniva sudato e protratto fino all’ultimo capitolo.

Ho trovato invece un libro che inizialmente si spaccia per giallo e che diventa una specie di racconto fantasy, dove subentra all’interno un mondo non reale creato dalla fantasia/magia della protagonista e per merito di quel mondo i tasselli del puzzle vengono riassemblati per dare continuità logica al racconto. Ma il giallo? Ah si, l’assassino viene svelato così nel giro di qualche secondo, come fosse tutta una cosa così naturale da farla passare in secondo piano rispetto alla trama che era stata cambiata nel libro.

Mi spiego meglio: il libro inizia con la protagonista che viene accusata di omicidio e lei non si ricorda nulla, crede di essere colpevole e viene incarcerata. All’interno del carcere riscopre un suo potere innato di quando era piccola che le dava la facoltà di riuscire a muoversi nei sogni delle persone e a vedere quello che sono fantasmi e chi incontra in questo mondo? Il ragazzino che pensa di aver ucciso ed è proprio lui che la convincerà a non arrendersi e a trovare il vero colpevole del suo assassinio, convincendola di non essere stata lei ad ucciderlo.

Il libro finisce con la fine di un’altra storia che viene introdotta nei giorni di carcere della protagonista Jess: la storia di due carcerate che si sono innamorate all’interno di Fellside ma che vengono separate dalla morte sospetta e inaspettata di una delle due. L’assassino della prima storia confessa in un giorno qualunque verso la fine del libro, come nei migliori film di Jessica Fletcher.

La seconda storia va avanti fino agli ultimi capitoli del libro (e almeno quella parte ve la lascerò incognita).
Scusatemi, ma la continuità della storia? La logica di un “inizio, svolgimento e fine”?
Davvero sono senza parole!
Se volete iniziatelo pensando sia un fantasy, magari risulterà più leggibile (a parte qualche descrizione che risulta di difficile comprensione).
Vabbè, andiamo avanti al prossimo libro!

Buona lettura a tutte/i voi!

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La voce nascosta delle pietre

La voce nascosta delle pietre – Chiara Parenti

Luna ha un destino inciso nella roccia; suo nonno, un ricercatore di gemme, l’ha sempre cresciuta insegnandole che le gemme fossero l’unica cosa che l’avrebbe potuta aiutare sempre.

Ogni pietra preziosa aveva un suo significato e sarebbe servita ad uno scopo ben preciso. Vicino a lei c’è sempre stato lui, Leonardo, bello come l’agata e forte come il diamante.

Una notte, però tutto è cambiato: dopo aver passato la prima notte insieme, Luna si sveglia e al suo fianco Leo non c’è più. Al suo posto un solo biglietto che dice: “ Mi dispiace”. Il suo cuore si spezza in quel momento per non riunirsi mai più fino a che 13 anni dopo Leonardo entra nel negozio di gemme del nonno, dove Luna lavora e tutto piano piano si rimette a posto.

Ma Luna ha già sofferto tanto l’ultima volta che Leonardo è sparito e riaprire il suo cuore è davvero molto difficile, in più adesso suo nonno si sta spegnendo piano piano e lei non sa davvero più cosa ascoltare: il cuore contro la ragione.

“Leonardo aiuta la hostess a risistemare i bagagli nella cappelliera, poi in silenzio si siede nel posto vuoto al mio fianco. Io non distolgo lo sguardo dallo schermo di fronte a me, fisso la linea tratteggiata che unisce Milano a Bangkok e penso che questo sarà il volo più lungo della storia dell’aeronautica. Da questo momento, oltre ai cellulari e ai dispositivi elettronici, si spengono anche le comunicazioni tra noi e nella fila 16 cala un silenzio glaciale. Non riesco ancora a capire come mio nonno abbia potuto farmi questo. Ho deciso che farò, ignorerò Leonardo per tutto il tempo, farò finta che non esista. D’altronde, per me è morto. La promessa prevedeva che anche lui fosse qui, ma non che gli rivolgessi la parola.”

Commento:

Partiamo dal presupposto che questo libro ha con me molto in comune: ho iniziato la facoltà di geologia perchè avevo una passione spropositata per le pietre preziose. I loro colori e le loro forme particolari mi hanno sempre attirato molto e da piccola sognavo anch’io di andare alla ricerca di pietre in tutto il mondo.

In più anche mio nonno si chiamava Pietro, questo ha fatto si che il nonno di Luna diventasse un po’ anche il mio e mi ha riportato alla mente tanti ricordi di quando da piccola giocavo con lui.

Come ultima cosa la Sardegna, visto che mio nonno era sardo!

E’ stato un libro molto intenso per me: volevo che la storia prendesse una certa piega e un certo finale, ma a volte sembrava andare su una via diversa e la sua lettura mi diventava difficile. Quasi non volevo leggere il finale, che ammetto, alla fine non mi ha proprio deluso.

Le storie belle sono le uniche che ci donano speranza e ci fanno capire che le cose belle succedono, ma non perchè sia il destino a farle andare così, ma perchè siamo noi a governare il nostro destino e le nostre scelte ci portano al risultato che vogliamo ottenere.

Un libro leggero, con una scrittura semplice, ma pieno davvero di significati e di emozioni contrastanti. Ammetto che mi è piaciuto molto perchè ho capito che dietro alla storia d’amore c’è molto di più.

Alla fine della storia vorrete bene a tutti: ad Ambra e ai suoi errori, a Giada e al suo amore incondizionato e paziente, a Luna e a Leonardo, i protagonisti, ma soprattutto a Pietro (grande e piccolo).

Ps. Mio figlio si chiamerà Leonardo a prescindere da questo libro!

Buona lettura a tutte/i voi!

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Scrivere è un mestiere pericoloso

Scrivere è un mestiere pericoloso – Alice Basso

Vani si ritrova al punto di partenza, di nuovo single dopo che la sua storia con uno degli scrittori più in voga e più sexy di Torino è finita in maniera drastica (o almeno Vani l’ha fatta finire in maniera drastica) e sempre a fare la ghostwriter, anche se con un aumento dello stipendio.

Una cosa però nella sua vita è cambiata: ora lavora per il commissario Berganza come consulente. La sua empatia e la sua deduzione nella risoluzione del primo caso l’ha messa sotto una luce particolare agli occhi del commissario che l’ha voluto subito al suo fianco. E questa volta i due si ritrovano a dover far luce su un caso molto particolare che coinvolge una delle famiglie più famose e conosciute di tutta Torino: i Giay Marin.

Berganza e Vani devono risolvere un caso che sembrava aver trovato un colpevole molto tempo prima: durante un’intervista per un libro di cucina l’anziana cuoca della famiglia dichiara di essere stata lei ad uccidere uno dei figli di Armando Giay Marin, l’erede dell’azienda Alberto Giay Marin, quando invece era stato accusato il fratello Aldo.

Come si sono svolti davvero i fatti?

“«Lei dice sempre che io non capisco un accidenti di quello che provo, e dunque potrei sbagliarmi come mio solito, ma no, stavolta non credo. Sono piuttosto certa di non volere più tra i piedi quel bastardo. Il problema è che mi accorgo che non mi sarebbe dispiaciuto se anziché poco più di due settimane d’inferno gli fosse toccata , che so, l’eternità. O se non si fosse mostrato così ostentatamente felice poco fa per strada. O se non avesse fatto uso delle mie teorie per riabilitarsi – quel testadicazzo, non sa proprio fare un accidente senza un ghostwriter, a quanto pare. Però, lo sa? La cosa che mi piace di meno è che queste cose mi secchino. Il fatto che mi secchino è la cosa che mi secca di più…»”

Commento:

Ed eccoci di nuovo dentro una nuova avventura della nostra Vani, e come dicevo del primo, mi stupisce quanto mi possa piacere un libro ambientato nella mia città e nei luoghi che conosco.

Le descrizioni questa volta, anche se sono precise e perfette, non le devo immaginare, ma sono luoghi che conosco davvero e nella quale sono stata anche io di persona. Devo ammettere, però, che anche se torinese, la prima cosa che ho fatto iniziando a leggere questo libro è stata andare a cercare su internet se la famiglia Giay Marin fosse esistita davvero (ahahahahah)!

Il suo modo di parlare semplice poi è strabiliante: ha fatto si che il libro me lo sia davvero mangiato in poco tempo e la storia non è per nulla banale.

C’è la suspance, il desiderio di conoscere la verità e i colpi di scena si trovano nel punto esatto per far riaprire gli occhi e mettere di nuovo attenzione al racconto.

Vani poi è un personaggio che sa essere molto saccente con il giusto mix di umorismo, caratteristiche che vorremo vedere tutti nelle nostre amicizie: purtroppo Vani odia tutti e quindi odierebbe anche noi a prescindere. Ottima lettura, piacevole nella quale perdersi, e mi hanno detto che il terzo capitolo di questa autrice e anche meglio.

Nell’attesa di di leggerlo,

Buona lettura a tutte/i voi!

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La vedova

La vedova – Fiona Barton

Vi siete mai chiesti cosa può passare nella mente di un assassino? Com’è può essere stata la sua vita comune prima di arrivare a commettere un orrore così? E se vi dicessi che quell’assassino ha abusato della sua piccola vittima prima di ucciderla?

Jean e Glen Taylor sono una coppia di giovani sposini tormentati dalla vita quotidiana di tutti i giorni: lavoro per lui, e badare alla casa per lei. Quando un giorno un fatto terribile inizierà a perseguitare entrambi in modi diversi. In un quartiere non molto lontano dal loro una piccola bambina di soli 3 anni scompare nel nulla senza lasciare traccia di se.

Glen viene interrogato come possibile sospettato della scomparsa della bimba, poiché per puro caso il giorno della scomparsa di Bella lui si trovava in quel luogo per una consegna di lavoro, ma con il passare del tempo tutti gli indizi sembrano portare a lui come unico sospettato e quindi come colpevole.

Jean invece è perseguitata dall’idea che lei non potrà mai avere un bambino a causa dell’infertilità di suo marito e quella donna è riuscita a farsi portare via il bene più prezioso che esista. Ma davvero suo marito può essere arrivato a tanto? Glen è davvero l’uomo che pensava di aver sposato o un’altra personalità si trovava nascosta in lui?

“E’ stato allora che ha smesso di sentirsi in colpa perché era sterile e ha cominciato a dire che in realtà eravamo fortunati, perché se non altro io avevo lui,e lui me. Io cercavo di sentirmi fortunata, ma non ci riuscivo. Però nella fortuna ci credo, da sempre. Mi piace pensare che la vita delle persone possa cambiare in un attimo. Come quelli che vincono al lotto o a Chi vuol essere milionario?: prima sei una donna come tante, e un minuto dopo, zac! sei ricca. Ogni settimana compro un biglietto della lotteria, e sono capace di passare una mattina intera a fantasticare su cosa farei se vincessi. In effetti lo so già, cosa farei: mi comprerei una grande casa in riva al mare – un posto pieno di sole, magari all’estero – e adotterei degli orfanelli.”

Commento:

E’ un libro molto particolare: raramente mi capita di leggere la storia narrata passo dopo passo ma da più persone che raccontano fatti da punti di vista diversi e tutto ciò risulta molto interessante.

La scrittura è semplice da leggere e le descrizioni rimangono facilmente in testa, questo fa si che il libro risulti molto scorrevole e si possa leggere in modo abbastanza veloce. La storia poi, se pur può risultare un argomento pesante, è davvero originale e quindi da premiare.

Un paio di cose non mi sono piaciute particolarmente: in primo luogo i personaggi ( a parte Jean e Glen che sono i protagonisti) non vengono quasi mai descritti e non si può capire chi siano realmente, il loro carattere e ciò rende difficile potersi immedesimare in loro.

In secondo luogo la storia è molto lineare. Più che un thriller con suspance e momenti di tensione a me sembra una semplice ricostruzione dei fatti da parte dell’ispettore con l’aiuto della giornalista.

Non c’è all’interno del racconto nessun alto e basso che tenga i nostri sensi all’erta; nessun colpo di scena che possa farci ridestare un po’ e cambiare idea sull’identità dell’assassino. Mi aspettavo davvero che nelle ultime pagine si scoprisse che ciò che si era creduto vero fino a quel momento fosse in realtà un enorme bugia. E invece no.

Mi spiace perché la storia dietro era davvero bella, ma forse l’avrei sviluppata in modo diverso.

Buona lettura a tutte/i voi!

 

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L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome

L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome – Alice Basso

Vani è una ragazza molto particolare: cerca in ogni modo di schivare la gente e ogni tipo di sentimento umano. Ma lei ha un potere particolare. La sua innata e forte empatia verso le persone la porta ad avere un enorme successo nel suo lavoro.

Vani infatti fa la ghostwriter per un’importante casa editrice; da semplici frasi di conoscenza lei riesce ad entrare nella testa delle persone fino a capire come e cosa potrebbe scrivere sotto ad un determinato titolo.

E’ così che incontra Roberto, un importante autore colpito dal blocco dello scrittore, che ha bisogno proprio di Vani per terminare il suo romanzo prima della scadenza impostagli dalla casa editrice. Roberto però farà sciogliere il cuore di Vani, fino a farsi dare fiducia e farsi donare amore da colei che sembrava non averne per nessuno.

Ed è proprio lui che la deluderà all’uscita del suo capolavoro e ora Vani deve rialzare la sua barriera protettiva anche se Roberto sembra spuntare da ogni parte. Cercare di risolvere un caso insieme al commissario Berganza sulla scomparsa di un’altra autrice per la quale stava lavorando Vani, sembra che potrà distoglierle per un po’ la mente.

“Cazzo. Non riesco a credere di avere questo dubbio. Non si può uscire dalla casa di un tizio con cui si è passata la notte – una bellissima notte – e ritrovarsi con domande come questa. Avrei dovuto chiedere. Già, e come si chiedono queste cose? “Scusa, solo per capirci, quindi adesso saremmo insieme? Giusto per sapere come organizzarmi con la pillola.” Ah. Ma certo che Riccardo non pensa che stiamo insieme. Siamo realistici. Tanto per cominciare, dalla sua bocca non è uscita nessuna delle seguenti espressioni: «stiamo/stare insieme», «fidanzato/a», «a dopo/a stasera». Non che sia sempre indispensabile pronunciarle esplicitamente, certo; ci sono casi in cui l’intesa è così perfetta che l’intenzione di entrambe le parti di considerarsi impegnate è inequivocabile. (E, se dobbiamo essere obiettivi, l’intesa che c’è stata fra di noi ieri notte potrebbe effettivamente rientrare in questa categoria.)”

Commento:

Mi ha lasciato stupefatta come un libro ambientato nella città in cui vivi possa suscitare dentro delle emozioni particolari. E’ bello poter leggere le parole di un altro e vedere come in determinati luoghi si provi tutti le stesse emozioni e le descrizioni di essi possano essere all’incirca le stesse.

La storia poi, per quanto possa risultare semplice e leggera, la si legge in men che non si dica. Ci si impiega poco più di qualche giorno per terminare il libro, perché fin dalle prime pagine si riesce ad entrare nel vivo della storia e la suspance in determinati momenti e fondamentale per tenerci legati alla storia. Il personaggio di Vani, poi, è molto particolare.

Non è il mio tipo devo essere sincera: al contrario della protagonista sono una persona spigliata e molto aperta con le persone che mi circonda e non mi è stato facile cercare di immedesimarmi in essa per capirla, ma nella sua particolarità, ho apprezzato il suo personaggio.

Sincero, vero ed empatico oltre ogni immaginazione che la rende una persona più che reale alla nostra mente. Non siamo tutti uguali e incontrare personaggi di questo tipo è un buon allenamento che ce lo può far ricordare.

La storia poi è più che comune, l’amore segreto tra un personaggio famoso e la sua ghostwriter e di come possano essere false le persone solo per poter raggiungere uno scopo ben preciso. Ah! Gli uomini!

Libro che vi consiglio in un giorno di pioggia che possa allietare una giornata grigia.

Buona lettura a tutte/i voi!

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Shining

Shining – Stephen King

I Torrance sono una famiglia come tutte che abitano tranquilli in un paesino del Vermont. Ma un giorno qualcosa cambia totalmente le loro vite. Jack, padre di famiglia, dopo un litigio finito in rissa con un suo studente, viene esonerato dall’università e perde il lavoro.

I Torrance sono costretti a trasferirsi all’Overlook Hotel nel Colorado come guardiani del luogo per il periodo invernale in cui l’hotel rimarrà chiuso al pubblico: Jack potrà terminare la sua commedia in santa pace e la famiglia troverà un po’ di pace nel riunirsi.

Ma l’Overlook non è un Hotel normale, nasconde al suo interno molti segreti. Sembra che questo posto più che riunire e riappacificare la famiglia, la voglia spezzare in modo irrimediabile e sembra avere un’influenza maggiore proprio su quello che è l’elemento debole della famiglia: Jack, che ha avuto un passato burrascoso fatto di violenze e alcool. L’Hotel sembra però attratto da qualcosa che non può raggiungere.

L’Overlook vuole il piccolo Danny e il suo potere, quello di riuscire a leggere nei pensieri delle persone e a connettersi con loro. Chi vincerà alla fine: l’Overlook come le ultime volte o Danny?

“Tutto le riportava alla mente il caldo ricordo del viaggio di nozze con Jack a New York, alla Beekman Tower. Per la prima volta fu indotta a ritenere che potesse essere proprio quello di cui loro tre avevano bisogno: una stagione assieme, lontani dal mondo, una sorta di luna di miele in famiglia. Abbassò lo sguardo sorridendo con affetto a Danny che osservava ogni cosa con due occhioni stupefatti. Un’altra berlina, grigia come il panciotto di un banchiere, era venuta a fermarsi dinanzi all’ingresso. “L’ultimo giorno della stagione,” stava dicendo Ullman. “Giorno di chiusura. Sempre movimentato. Mi aspettavo che arrivaste verso le tre, signor Torrance.” “Ho voluto concedere alla Volkswagen il tempo di fare i capricci, semmai ne avesse avuto l’intenzione,” precisò Jack.”

Commento:

Un lungo ed estenuante libro che sembrava non terminare mai. Come sempre i libri di Stephen King vanno a catturare l’attenzione dei lettori da diversi punti di vista: la narrazione non è sempre del tutto semplice e le descrizioni per quanto dettagliate a volte non sono del tutto chiare e bisogna rileggere i passaggi per capire bene dove ci si trova o dove e come si stanno svolgendo i fatti.

Quello che impressiona sempre dei libri di King è la complessità delle storie che avvolgono i personaggi. In questo caso non sono solo una famiglia ma: Jack, fin da subito, si capisce che ha un carattere molto labile e già dai primi capitoli vive una situazione particolare di lotta interna con il “chi vorrebbe essere” e il “lasciarsi andare a quello che è davvero”.

Wendy invece vive in un limbo e in un mondo tutto suo. Forse presa dalla smania di voler essere la madre e la moglie perfetta non si accorge del pericolo che la circonda.

Danny, invece, risulta un personaggio surreale. Troppo piccolo per essere così sveglio e per capire dinamiche che ancora adesso io non ho risolto. Sembra che questo Shining sia un potere di gran lunga superiore a tutti quelli conosciuti fin’ora.

Un libro davvero particolare ma molto lungo e a volte, lo ammetto, è stata davvero dura continuare. MA (perché c’è sempre un ma) un libro che bisogna leggere per forza!

Una blogger per Amica:

E questa piccola avventura iniziale termina qui mie care lettrici. Se vi è piaciuta questa esperienza sappiate che a breve verrà creato il sondaggio per la scelta del nuovo libro da leggere e quindi vi invito a leggere la lista QUI e a conoscere quali potrebbero essere le proposte. Se invece non partecipate ancora QUI troverete le istruzioni per iscrivervi. E come sempre attendo qui sotto i vostri commenti!

Ci vediamo alla prossima lettura!!

Le mille luci del mattino

Le mille luci del mattino – Clara Sanchez

Ci troviamo a Madrid, nel centro della Spagna e la protagonista di questo libro si chiama Emma; la ragazza attraverso una parola buona messale, trova posto come receptionist in un grande palazzo di vetro che è la sede dell’impresa di Emilio Rios. Quel determinato posto, all’ingresso del grande palazzo, dove sotto gli occhi passa il mondo intero le da l’opportunità di conoscere l’autista personale di Emilio e la moglie di quest’ultimo. Col passare del tempo la fortuna vuole che lei riesca a fare carriera e a salire ai piani alti dell’edificio, più precisamente al 19° piano, come segretaria e aiutante personale del vice presidente Sebastian Trenas.

In quel periodo riuscirà a conoscere meglio la sua persona e quella di tanti altre: quella di Vicky per esempio e quella di due fratelli che andranno a sostituire il ruolo del suo capo attuale diventando vice presidenti. Passano ancora mesi e Emma viene finalmente mandata alle dipendenze personali di Emilio Rios, dove ancora una volta inizierà a conoscere meglio la vita personale delle persone che la circonderanno e le complicazioni del merito.

In tutto questo passa del tutto inosservato il sogno nascosto di Emma: quello di diventare  una scrittrice.

“Sull’anulare brilla un anello in pendant con gli orecchini, il bracciale e la catenina, cosa che introduce un pizzico di eccesso nella sua persona. Dovrebbe esistere una legge universale che impedisse di portare allo stesso tempo catenina, orecchini, anello e bracciale; o catenina e orecchini, oppure bracciale, catenina e orecchini, oppure anello e bracciale. Mentre si potrebbero abbinare anello e orecchini, o bracciale e catenina, oppure catenina ed anello.”

Commento:

Inizio premettendo che in effetti non è stato il peggiore libro che io abbia mai letto, ecco spiegato il motivo per la quale gli ho dato due stelle invece che una in tutte le recensioni che ho fatto: diciamo che c’è sempre peggio al peggio! Ho voluto farvi leggere esattamente quell’estratto del libro per farvi capire come esso risulti inconcludente: durante la lettura speravo che ad un certo punto si arrivasse ad un dunque, speranza vana.

Il libro si limita a descrivere e i fatti che girano attorno al palazzo di vetro, a ciò che succede all’interno di esso e cioè alle relazioni tra le persone e a ciò che succede loro fuori da lavoro, nella vita privata e nel loro intimo. Emma è semplicemente ciò che accomuna tutte queste persone, ma in realtà non esiste una storia reale o unica: è come se esso fosse una raccolta dei racconti delle vite di ognuno di loro. Alla fine è anche abbastanza scorrevole e non ci vuole molto per terminarlo, però alla fine ci lascia con l’amaro in bocca.

Quali emozioni ci ha lasciato dentro? Quali interrogativi o quali speranze? Non si può nemmeno definire a quale personaggio ci siamo identificati perché nessuno di loro ci ha lasciato dentro nessuna emozione.

Diciamo che se mi dovessi basare solo su questo potrei non leggere più i libri della Sanchez. E per voi ragazze/i vi consiglio tanti altri libri. Se possibile questo evitatelo.

Buona (altra) lettura a tutte/i voi!

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Dillo tu a mammà

Dillo tu a mammà – Pierpaolo Mandetta

Samuele vive a Milano ormai da molti anni e già da tempo convive con il suo compagno Gilberto, ma c’è una questione rimasta in sospeso ormai da troppo tempo.

Samuele deve dire alla sua famiglia di essere omosessuale, ala fine proprio per questo motivo era scappato anni addietro dal magnifico cilento, o no?! Insieme alla sua amica Claudia, Samuele prende quel maledetto treno e si avvia verso la sua prima casa con l’intento di confessare tutto e di prendersi del tempo per capire se ama davvero il suo compagno tanto da sposarlo o forse proprio la sua insicurezza nasce dal fatto che il suo amore non è forte abbastanza.

Lui abita in un piccolo paese e confessare tutto vuol dire esporsi al giudizio di tutte quelle persone che l’hanno visto crescere negli anni e maturare e infine fuggire via. Le cose non diventano semplici da affrontare, soprattutto se tuo padre intuisce qualcosa di sbagliato, e cioè che tu, sì, ti voglia sposare, ma che la sposa sarà la tua amica Claudia che hai portato giù proprio per farla conoscere.

Mamma che guaio, e adesso come si farà?

“Eccolo lì, mio padre. Non si è curato di insegnarmi niente, non mi ha spronato a studiare, ha snobbato con scetticismo i miei primi racconti, scritti sul bancone della ferramenta. Da quando il mio blog è diventato redditizio, però, è lì pronto a pavoneggiarsi. Per prendersi il merito. Per assicurare alla massa che c’è la sua impronta nella mia arte e nei miei risultati, che ha collaborato all’impasto della mia personalità e del mio intelletto. Ricordo ancora quel giorno in cui spinsi le valigie nel cortile e lui, negativo e tradito nelle sue aspettative, disse che tanto avrei faticato a trovare un lavoro. «Secondo me tra un mese stai di nuovo qui» mormorò.”

Commento:

Scrivere del proprio coming out credo sia sempre una cosa molto difficile e romanzarlo perché risulti una storia romantica mista al divertente credo sia ancora più complicato. Ma Mandetta ci ha provato.

Detto sinceramente il libro non mi ha fatto impazzire; all’inizio la storia sembrava molto carina e particolare, già non e facile rapportarsi con l’avere dei genitori del sud non abituati a determinate cose, figuriamoci se si sente anche il bisogno di dover confessare la propria omosessualità, ma quello che mi ha lasciato un attimo interdetta sia l’inserirsi di tante storie all’interno di una sola, tanto da far sembrare il racconto eccessivo.

Escono fuori amanti, amori segreti e non corrisposti e intrighi da ogni dove. L’impressione è quella che l’autore abbia voluto aggiungere elementi su elementi tanto da farlo diventare un racconto abbastanza lungo, l’effetto su di me è stato quello di pensare che fosse troppo carico di cose che alla fine non c’entravano nulla con la storia iniziale.

E vogliamo parlare del finale? Buttato lì per chiudere il libro: senza senso e senza una reale connessione, giusto per cercare di dare un lieto fine al libro ma il protagonista non risolve i suoi problemi e di sicuro non capisce cosa li ha causati.
Per carità leggetelo per la curiosità, ma non vi entusiasmate troppo.
PS. Comunque la zia Cherubina mi fa pensare a tutte le anziane che incontro sull’autobus, ancora vecchio stampo e con le vecchie credenze impresse in testa e sempre pronta a lamentarsi di tutto e a criticare ogni cosa!

Buona lettura a tutte/i voi!

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Il mercante di libri maledetti

Il mercante di libri maledetti – Marcello Simoni

Ignazio è un mercante molto famoso ormai, il suo lavoro è quello di smerciare qualsiasi cosa abbia un valore molto elevato: libri rari, reliquie antiche, tutti oggetti molto particolari ed altrettanto rari. Ma non nasconde solo oggetti preziosi.

Questa avventura iniziò quando Ignazio, il suo compare illalme e il nuovo aggregato Uberto, adolescente vissuto in un monastero sopra Venezia che ha deciso di intraprendere questo viaggio con loro, vengono a contatto con il conte Scalò, che li assume per far compiere loro una missione importante e alquanto strana.

Devono mettersi sulle tracce del famosissimo Uter Ventorum, un libro molto raro che metterebbe a contatto l’uomo con gli angeli, i quali sarebbero in grado di svelare quelli che sono i misteri più aulici, donando un potere immenso all’uomo che riuscirà ad evocarli. Ma il fatto più curioso e che in tutta questa storia compare il nome di una persona che Ignazio credeva morta da un bel po’ di tempo: Vivein de Narbonne!

La ricerca però non sarà per nulla facile perché non solo Ignazio e i suoi amici sono sulle tracce del libro, ma altre persone sono alla ricerca del potere assoluto. Chi avrà la meglio alla fine?!

“Le parole furono inghiottite dal buio. D’un tratto risuonarono dei passi, molti passi. Entrarono numerose persone, una dozzina o più. Che dimensioni poteva avere quel luogo? A giudicare dei rumori, i convenuti sembrarono prendere posto su una fila di scranni, come una sorta di giuria. «Cosa sta succedendo?», sobbalzò il conte. «Siete al cospetto del Tribunale Segreto della Saint-Vehme». Era la stessa voce che aveva parlato poc’anzi: un uomo dall’accento slavo. «Quest’incontro è stato organizzato per voi». “La Saint-Vehme?”, rimuginò lo Scalò. Pur facendo parte del Consiglio dei Quaranta, aveva udito poche volte quel nome. Sapeva che designava una congrega di matrice germanica, composta da fanatici. “Franchi-Giudici” o “Veggenti” venivano chiamati. Non ne sapeva molto di più e certo non avrebbe mai immaginato che ve ne fossero alcuni insediati a Venezia.”

Commento:

Questo genere di lettura mi affascina sempre molto, mi piacciono quei libri un po’ intricati ed intrisi di mistero che fin dalle prime pagine attirano l’attenzione della mente. Questo in particolare però non è stato del tutto così.

La storia mi è piaciuta in modo particolare perché è inusuale e ben pensata, anzi pensata proprio nei minimi dettagli, come sapete amo i libri e piacerebbe anche a me poter viaggiare alla ricerca di libri misteriosi e rari persi nel tempo.

Ci sono delle piccole pecche però che hanno reso un po’ lenta la lettura: nella storia ci sono più “cattivi” diversi che tentano di mettere i bastoni fra le ruote ad Ignazio ed a volte non si capisce bene chi lavori per uno e chi per l’altro e chi siano davvero i cattivi; in più ci sono più capitoli che pagine mi sa, a volte del tutto inutili e invece dove servirebbe mettere un punto fermo e cambiare argomento, perché cambiano i personaggi della quale si parla, non c’è nulla e bisogna rileggere più volte per capire che si è cambiato il soggetto.

La narrazione mi è piaciuta molto: si mette in evidenza la storia senza però tralasciare di aggiungere qualche dettaglio sui personaggi per farci entrare nel cuore del libro.

Secondo me, a parte quelle piccole pecche superabili, è degno di essere letto, almeno per le persone a cui piace il genere.

Buona lettura a tutte/i voi!

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Tutto ciò che sappiamo dell’amore

Tutto ciò che sappiamo dell’amore – Colleen Hoover

Layken, 18 anni del Texas, sta per trasferirsi in una città buia e fredda dopo la prematura morta del padre. Non ancora pronta ad affrontare un nuova vita e avendo perso tutte le amicizie che la sostenevano, è però in questa nuova città che incontra il suo vicino di casa, bello e sexy da far paura, Will, con questo animo dolce e altruista che la avvolge subito.

Scoprirà poi in seguito che quello che sembra essere un ragazzo perfetto, la comprende più di chiunque altro a causa del loro passato comune. Infatti Will ha perso entrambi i genitori a causa di un incidente stradale e da allora ha deciso di prendersi cura del fratellino di 9 anni a costo di studiare e lavorare insieme, ma niente potrà separarlo dall’unica parte che gli rimane della sua famiglia.

Tra i due scocca subito la scintilla dell’amore, dato anche il destino comune; ma solo il primo giorno di scuola scopriranno che il loro è un amore impossibile: infatti Will è un professore del liceo frequentato da Layken.

I due decidono allora di separarsi. Decisione troppo difficile da sopportare e il loro sentimento li porterà a comunicare attraverso la poesia, unico mezzo per potersi sentire insieme.

“«Certo. Il rimpianto è fine a se stesso. Significa recriminare su cose passate che ormai non puoi più cambiare. Invece, avere dei dubbi prima può aiutarti a fare scelte di cui non ti pentirai dopo. Io ho pensato molto al mio rapporto con tuo padre. Le persone decidono di stare assieme basandosi sempre su quello che dice loro il cuore. Ma c’è molto di più dell’amore in una relazione tra due persone.»
«È per questo che mi dici sempre di seguire la testa, e non il cuore.»
Mia madre si tira su a sedere e mi prende una mano nelle sue.
«Lake, lo vuoi un consiglio vero, che non ha nulla a che fare coi cibi da evitare a cena?» … «Ci sono tre domande che una donna dovrebbe farsi prima di cominciare a fare sul serio con un uomo. E a tutt’e tre dovrebbe poter rispondere di sì. Se anche a una sola rispondi di no, meglio se scappi a gambe levate.» … «Ti tratta con rispetto sempre, in ogni situazione? Questa è la prima domanda. La seconda è: se tra vent’anni sarà esattamente la stessa persona che è adesso, lo sposeresti comunque? Infine, ti fa essere migliore? Se trovi qualcuno che ti fa rispondere di sì a tutte e tre le domande, hai trovato un ragazzo d’oro.»”

Commento:

La trama per quanto possa sembrare semplice è molto più intrisa di avvenimenti e fatti, il difficile come ogni volta diventa scegliere quali narrare per darvi un’idea del libro.

A questo punto però vi consiglio di leggerlo. E’ un libro che in massimo una settimana lo si legge, molto leggero e scorrevole e la sua scrittura semplice fa si che siano gli avvenimenti raccontati a legarvi alla trama e ai due personaggi.

La storia in effetti è molto bella e fa riflettere tanto sui comportamenti che abbiamo noi ogni giorno e su come forse dovremmo cambiarli non sapendo quale possa essere il passato delle persone attorno a noi, anche se si intuisce che l’obiettivo dell’autrice non fosse quello.

Leggetelo ragazze, perché dalla trama non gli davo due lire ed invece è stata una riscoperta. Soprattutto fatelo leggere a ragazze in fase di adolescenza, dove si sogna sempre il vero amore folle e protettivo, ma almeno libri del genere ci aiutano a riflettere anche su altre tipologie di vita che fortunatamente non siamo costrette a vivere.

Può far imparare e e far riflettere tanto e magari anche farci cambiare la prospettiva nella quale vediamo noi le persone che ci circondano ogni giorno.

Buona lettura a tutte/i voi!

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