letturedelmese

Giacomo Casanova

Giacomo Casanova – Matteo Strukul

Casanova è tornato in città, nella sua Venezia, e nessuno lascia che questo fatto passi in osservato. La sua vita un po’ libertina ed eccentrica ha fatto si, nel corso degli anni, che Giacomo abbia potuto crearsi inimicizie proprio all’interno dei piani alti di Venezia. Casanova incontra una contessa proveniente dall’Austria, Margarethe Von Steinberg, decide di allietare le giornate di Giacomo con una sfida: egli dovrà sedurre ed abbandonare la giovane Francesca Erizzo, piccola rampolla di una delle famiglia ricche di Venezia.

Se Giacomo riuscirà in questa impresa, potrà godersi una notte di meraviglie proprio con la contessa austriaca. Come può un uomo senza alcun ritegno negarsi ad una sfida così avvincente e giocosa? Ovviamente per lui la sfida sarà ancora più difficile poiché tutto ciò dovrà essere fatto senza farsi troppo notare dai piani alti che cercano proprio una scusa per cacciarlo.

Ma Giacomo non ha capito che da ogni parte si guardi, intorno ha solo persone che lo vogliono fuori dai piedi, e proprio questa sfida è stata architettata per un motivo ben preciso. Lui fuori dai piedi darà prestigio a Pietro Garzoni che mire proprio a prendere il posto del Doge con l’aiuto e l’alleanza dell’Austria.

Ma qualcosa va storto e dopo che Giacomo fu imprigionato ai Piombi e la giovane Erizzo murata in un convento, Casanova cambierà le sorti di Venezia.

“Mio caro Casanova, mi amareggia dover constatare che la Vostra lentezza è seconda solo alla vostra superbia. E, quel che è peggio, da più parti mi giunge voce che Vi sareste arreso al più sciocco degli amori. Non vi riconosco più! Basta dunque il volto fresco di una ragazzina per ridurVi allo stato di larva? Poiché è un fatto che da due giorni ormai io attenda buone nuove e invece, lungi dal darmene, Ve ne state nascosto come un ladro fra le calli senza degnarVi di fornirmi neppure il più misero dei ragguagli. Che delusione!”

Commento:

Partirei subito col dirvi che il libro mi è piaciuto un sacco, fin dalle prime righe: la scrittura è davvero stupenda e il modo di raccontare i fatti ti fa entrate subito nella Venezia del 1750. La storia di per sé è molto semplice ma la narrazione dettagliata te la fa rivivere come se fossimo davvero tutti a Venezia mentre avviene il tutto.

E’ stato tutto molto coinvolgente ed appassionante!

Questo libro, in più, mi ha fatto conoscere un personaggio tanto narrato e da sempre sulle bocche di tutti, ma che in realtà non si consce davvero. Avevate mai pensato ad un “Casanova” innamorato? Da sempre il suo personaggio è stato conosciuto come il libertino di turno, ma sapevate quali fossero le sue abilità? Anche se di natura non ricca Casanova ha sempre trovato il modo per sopravvivere con arti chimiche, che gli hanno permesso di raccimolare qualche quattrino e la simpatia delle giovani dame.

C’è stato un personaggio che mi ha colpito di più, in negativo: quello della contessa! Non immaginavo che una donna, soprattutto di quell’epoca, potesse avere un carattere così freddo e manipolatore, tanto da poter rovinare delle vite a caso solo per il suo bisogno di vendetta e per la pianificazione di qualcosa di più grande. In più alla fine viene fuori la sua vera natura di donna calcolatrice e dedita all’egoismo. Che persona odiosa!!!

Il personaggio preferito invece è stato, ovviamente, il Casanova innamorato che ti fa avere una speranza sulla natura di tutti gli uomini (ahahahah!).

E poi Venezia descritti con quelle parole mi hanno fatto venire voglia di tornarci e fare una passeggiata tra le sue calli, ma di sicuro non andrò a visitare “ i Piombi” :P.

Cosa state aspettando, quindi?!

Buona lettura a tutte/i voi!

 

Posted in Review | Commenti disabilitati su Giacomo Casanova

Le solite sospette

Le solite sospette – John Niven

La vita a Wroxham, nel Dorset, scorreva tranquilla e abitudinaria. Susan, sposata con lo stesso uomo un po’ noioso e con nessuna attitudine in particolare, preparava gli oggetti di scena per il suo gruppo di teatro serale, la sua unica passione e il suo unico svago al di fuori della sua vita normale.

Julie, dopo una vita stupenda fatta di soldi e di lusso, si ritrovava a lavorare come addetta alle pulizie in una casa di cura per quattro soldi a causa di quell’uomo che le aveva portato via tutto.

Jill, una fervente cattolica, pregava ogni giorno che il suo dolce piccolo nipotino potesse sopravvivere a quella malattia che pian piano se lo stava portando via. E Ethel, beh, lei semplicemente continuava a godersi la vita facendo e dicendo tutto ciò che le passava per la testa senza badare a nessuno, ma la vita era stata tanto crudele anche con lei.

Ma quando anche la vita di Susan venne sconvolta e stravolta con la scoperta della morte del marito in circostante ben particolari, allora non restava che un’unica cosa da fare e mettere in atto. Organizzare una rapina in banca, portare tutti quei soldi fuori dall’Inghilterra e vivere di rendita tutta la vita. Peccato che di mezzo ci sia sempre di mezzo la polizia. Ma chi vincerà questa volta?

“ – Tu sei fuori di testa, – disse Julie. – Sul serio, sarà mica così difficile… – Il dolore. Sarà questo. Il trauma a scoppio ritardato. Ti si è fusa la testolina per colpa del dolore e del trauma. – Dai, recuperi una pistola da… da chi ti pare, entri dentro e dici: «Tira fuori quei soldi del cazzo». Mica ci vuole una laurea in Astrofisica -. Adesso Susan stava facendo avanti e indietro. Era sbronza marcia, certo, eppure sembrava molto convinta, come se facesse quasi sul serio.”

Commento:

Adesso fermatevi e provate a immaginare le vostre madri che ad un certo punto spariscono e voi che la sera stessa ve le ritrovate in tv perché ricercate in giro per l’Europa per una rapina in banca. Del tutto surreale. Ma questo libro narra proprio di questo: 4 donne molto diverse che per una ragione o per l’altra decidono di unire le proprie forze per cercare di rapinare una banca e fregare così il sistema che ha cercato di fregarle tempo prima.

Ovviamente è una storia di pura fantascienza: ormai nemmeno più i rapinatori professionisti possono pensare di mettere in atto una rapina a mano “semi”armata nel giro di qualche giorno e di poter sfuggire alla legge. Ma cosa vuole fare il lettore? Molto semplice: divertire! E vi posso giurare che ci è riuscito alla grande. Il libro risulta molto semplice alla lettura e molto scorrevole. Lo si legge davvero in breve tempo (a patto che ne si abbia).

Ma sapete cosa mi ha coinvolto molto di più? I personaggi!

Ovviamente ho la mia preferita: Susan, una nonnina che ha passato tutta la sua vita a sacrificare se stessa e le sue passioni per il bene e per portare avanti la cosa giusta da fare sempre, ma che alla fine viene sempre fregata (e un po’ in lei mi sono immedesimata). Ma credo che la storia non avrebbe avuto senso senza la presenza anche di Ethel, colei che porta il buon umore e le risate lungo tutto il libro, senza Jill, la bigotta di turno che nemmeno si osa a dire parolacce, ma soprattutto senza l’ispettore Boscombe, senza la quale non mi sarei fatta tutte le risate che tenevo dentro grazie al suo essere maldestro e, diciamolo pure, grazie alla sua immensa SFIGA (ahahahahahah).

Riesce a trovarsi sempre nel posto giusto al momento sbagliato, e questo fa molto ridere.

Davvero mai mi sono divertita così tanto durante la lettura di un libro e la fine infatti me la sono mangiata, rinunciando così ad una notte di riposo.

Quindi ragazze ora vi lascio leggere e vado a recuperare ore di sonno.

Buone letture a tutte/i voi!

 

La festa dei limoni

La festa dei limoni – Marco Braico

Gabriele Longo è un professore di matematica in un liceo e la sua vita è tranquilla e quasi abitudinaria insieme a sua moglie Stefania e a suo figlio Roberto. Lavoro, famiglia e qualche giornata di relax a Mentone e come sempre gli acciacchi che arrivano con l’età. Eppure quel piccolo dolorino al fianco sembrava essere più fastidioso del solito. Appena possibile avrebbe fatto un controllo. Tra compiti di matematica da correggere e un bambino alla quale insegnare il senso della vita, la visita viene fatta ma il responso non è quello che ci si poteva aspettare: nessun accertamento da fare e nessuna guarigione con qualche pillola da prendere. La causa di quel semplice e fastidioso dolorino è una leucemia.

E’ da qui che la sua vita cambierà radicalmente e l’abitudinaria vita da professore sposato cambia notevolmente, diventando il centro delle attenzioni di tutte quelle persone buone che lo hanno sempre circondato. Vivere in ospedale è una cosa difficile, tanto per le cure che inizialmente sembrano ucciderti più della malattia, tanto per le persone che hai accanto che sembrano sparire giorno per giorno. Ma Gabriele è uno tosto e la malattia se la mangia a colazione ed è l’anima della festa in un ospedale che non conosce più il significato della parola speranza.

Ma la forza di sua moglie, dei suoi amici, dei suoi amati studenti e soprattutto di suo figlio sono ciò che gli da forza ogni giorno fino al giorno in cui tutto cambierà di nuovo!

“La vestizione del malato è un’operazione buffa e chissà, per quale motivo, frettolosa. Si deve fare tutto subito, anche perché ci si sente osservati dai compagni di stanza, esperti del ruolo, che non perdono l’occasione per darti suggerimenti sul layout dell’abitacolo e, se ci sta, ci buttano già un embrione di racconto della loro malattia di cui in fondo sono molto orgogliosi, soprattutto se è più grave della tua. «…Eh, la mia è quella mieloide, la peggiore!» mi dice il compagno di destra. Vuole screditare la mia Leucemia linfoide acuta, detta LLA, di cui sono proprietario e a questo punto pure acerrimo difensore. E’ peggio la mia, e che cavolo! Mi vesto velocemente e ricevo altrettanto velocemente il pigiama dispiegato con amore e garbo da Stefania.”

Commento:

Quando ho iniziato a leggere questo libro avevo tanta paura: conosco l’autore ed entrare così nei dettagli di una vita privata è sempre strano. Tutto è reso ancora più difficile dal fatto che la sua, in questo caso, non sia stata una vita semplice, normale e tranquilla. Ma è stata davvero una sorpresa leggere di questo personaggio particolare che riusciva a far ridere tutto l’ospedale nonostante quello che gli stava succedendo.

Mi ha fatto vivere emozioni contrastanti: ero angosciata perché queste cose brutte capitano sempre alle persone migliori e allo stesso tempo ridevo a crepapelle tutto il tempo. Come si può ridere della malattia?

E’ questa la cura identificata da Marco; proprio ridere della malattia e cercare di far ridere tutti, prendere forse anche un po’ in modo esagerato, sotto gamba la malattia lo ha fatto sopravvivere in un luogo cupo e annientato dalla malattia. Il reparto oncologico.

L’insegnamento di questo libro è enorme e forse farebbe bene leggerlo per capire cosa vuol dire avere paura e vincere sulla paura e su tutto, perché si Gabriele non ha vinto solo sulla malattia ma ha vinto sulla VITA!

L’ambientazione del liceo, poi, mi ha fatto immedesimare molto in quello che avveniva nella mia scuola a quell’età e, anche se nessuno di noi fortunatamente, ha dovuto vivere un’esperienza del genere, il legame che si crea per i 5 anni di liceo con i professori è forte tanto da pensare di poter essere noi a sostenere lui nel bisogno e non sempre e solo viceversa.

Un libro bellissimo che meriterebbe di essere letto più e più volte da ognuno di noi.

Cosa state aspettando? Andate subito a comprarlo (anche perché parte del suo ricavato viene donato in beneficenza proprio negli ospedali) e leggetelo seduta stante!

Buona lettura a tutte/i voi!

 

Posted in Review | Commenti disabilitati su La festa dei limoni

Victoria

Victoria – Daisy Goodwin

Vittoria è ancora adolescente, non ha ancora compiuto 18 anni, ma sa già quale sarà il suo destino. Sua madre e il suo fedele amico e consigliere Conroy non hanno smesso un giorno della sua vita di ricordarglielo e di proteggerla in modo maniacale per l’arrivo di quel giorno. Vittoria diventerà la futura regina d’Inghilterra alla morte di suo zio, ma dei suoi anni non è riuscita a viverne nemmeno uno, sempre rinchiusa nel castello e seguita ad occhio dalla madre.

Ecco perché Vittoria spera di diventare regina solo al compimento del suo diciottesimo compleanno, in modo da poter decidere di governare da sola senza la supervisione di sua madre. Alla morte sopraggiunta dello zio, Vittoria ha già 18 anni; ora l’Inghilterra è nelle sue mani. Finalmente al potere si vede nuovamente una donna giovane che si spera riesca a governare in maniera efficiente il suo popolo, cosa che non erano riusciti a fare i suoi predecessori. Vittoria decide che non sarà sua madre e men che meno Conroy ad aiutarla nelle sue scelte come regina, ma ad aiutarla sarà il suo fedele amico, e forse anche qualcosa di più, Lord Melbourne, che dal primo giorno è sempre stato il solo a consigliare Vittoria ma mai ad imporle nulla, come al contrario era stato fatto per tutta la sua vita.

Da quel giorno le cose cambieranno radicalmente nella sua vita. E il popolo imparerà a volerle bene, anche se la sua giovane età faranno sì che qualche scivolone sia comunque presente nelle decisioni di Vittoria. Ma essere la regina d’Inghilterra significa più di quello che la regina poteva aspettarsi: per esempio non potrà mai scegliere pienamente con chi sposarsi. Di certo non potrà sposare il suo vero amore. A questo punto perché farlo? La regina Elisabetta ha governato tutta la vita senza mai sposarsi e così farà anche Vittoria. O forse no?!

“Vittoria aspettava Melbourne nel suo salottino privato. Aprì una delle valigette e cercò di concentrarsi sui documenti relativi alla nomina del Decano della Cattedrale di Lincoln, ma non riusciva a tenere salda l’attenzione. Chiuse il coperchio della valigetta rossa ed esaminò la sua immagine riflessa nello specchio che sovrastava il caminetto. Indossava l’abito rosa che una volta Melbourne aveva definito “grazioso”, ma osservandosi ebbe l’impressione che quel colore le rendesse il colorito giallognolo. C’era tempo per cambiarsi? Guardò l’orologio di Boulle sulla consolle di malachite: erano quasi le undici. Se fosse andata a cambiarsi d’abito sarebbe arrivata in ritardo, e non voleva che Melbourne la aspettasse. Si pizzicò le guance e si morse le labbra, cercando di far affluire un po’ di colore al viso, ma era ancora pallida.”

Commento:

Vorrei fare subito una premessa dicendo che i romanzi storici non mi sono mai interessati particolarmente come genere, da poco sto iniziando ad avvicinarmici ed è per questo che nel caso opto ancora per una tipologia di storico abbastanza romanzato. Questo in particolare è stato molto bello: all’età di Vittoria 16/18 anni si sogna spesso come poteva essere la vita negli anni di re e regina e di come poteva essere bello fare la vita da regina piuttosto che da principessa (almeno io ogni tanto lo sognavo!). E’ bello potersi raffrontare con la realtà non del tutto rosa e fiori del ruolo di una vera regina.

Mi è piaciuto particolarmente come libro, l’unica nota piccola dolente, sono quelle parti molto narrative che fanno si che tratti del libro siano molto lenti e quasi noiosi. Verrebbe di saltarli a piè pari ma tranquilli sono solo piccoli attimi.

Invece mi piacerebbe sapere, dalle persone che hanno letto il libro, come hanno trovato la parte della storia d’amore tra Victoria e il cugino Alessandro: fin da subito si capiva che tra i due correva un filo che li legava, forse impercettibile ancora ai loro occhi, ma noi l’avevamo capito. Probabilmente riassumere tutto e non far diventare un libro un poema da 1500 pagine ha fatto si che il loro innamoramento durasse qualche pagina in meno. Però il finale è da urlo, ve lo assicuro!

Quindi lettori e lettrici fatemi sapere la vostra opinione in modo da confrontarci.

Buona lettura a tutte/i voi!

 

Posted in Review | Commenti disabilitati su Victoria

Le assaggiatrici

Le assaggiatrici – Rosella Postorino

Durante la Seconda Guerra Mondiale la vita in Germania, come in tutta l’Europa, sta ormai valicando un limite mai raggiunto: il cibo scarseggia e le persone cercano di arrangiarsi con il poco che hanno e l’umore è molto basso dato che gli uomini, partiti per il fronte, sembrano non tornare mai a casa. Ma dieci donne vengono scelte per un compito importante. Queste dieci donne diventeranno le assaggiatrici ufficiali di Hitler. Coloro alla quale verrà sottoposto il cibo prima che arrivi alla tavola del Fürher. Dieci vite diverse che si incontrano nel momento del terrore: un solo boccone potrebbe ucciderle, ma la fame è tanta e l’ingordigia ancora di più davanti a tutto quel cibo per un solo uomo.

Rosa Sauer, dopo aver perso entrambi i genitori a causa delle bombe, decide di trasferirsi a casa dei suoceri, almeno finchè suo marito Gregor sarà sul fronte a combattere. E’ in quella casa che viene scelta come assaggiatrice di Hitler ed è nel quartier generale nascosto nella foresta che incontra e conosce le sue compagne con la quale si stringeranno amicizie, alleanze o rivalità. Ma alla fine il loro destino è lo stesso: vivere o morire per Hitler.

Dopo la supposta scomparsa di suo marito, Rosa è sempre più pessimista sul finale della guerra e sulla fine che faranno tutti loro. Solo una cosa tiene ancora attiva la sua mente. Lui riesce a fare breccia nel suo cuore; anche se così diversi e con vite diverse, anche se sanno entrambi che mai ci sarà un seguito per loro, i loro incontri risvegliano lo spirito di Rosa, ma lui chi è? Lui è il nemico!

La vita di queste dieci donne cambierà radicalmente fino al giorno della resa della Germania.

“Ero vedova. No, non lo ero. Gregor non era morto: solo,non sapevano dove fosse, e se sarebbe mai tornato. Quanti dispersi erano tornati dalla Russia? Non avevo nemmeno una croce su cui lasciare fiori freschi ogni settimana. Avevo la foto di quand’era bambino, gli occhi strizzati dal sole, non sorrideva. Me lo immaginavo steso su un fianco in mezzo alla neve, il braccio allungato e il mio polso lontano, assente: la mano stringeva l’aria; me lo immaginavo addormentato, non aveva resistito alla stanchezza, i commilitoni non avevano voluto aspettarlo, neanche il cacasotto, che irriconoscenza, e lui si era assiderato. Quando fosse arrivato il caldo, la lastra di ghiaccio che una volta era mio marito si sarebbe sciolta, e forse una fanciulla con le gote rosse da matrioska l’avrebbe risvegliato baciandolo.”

Commento:

Ho pensato tanto a cosa avrei dovuto scrivere come commento. Il libro è molto bello ma è davvero tanto complicato, ci sarebbero tante cose da dire per commentarlo nel migliore dei modi.

Per iniziare la sua scrittura è molto particolare: riesce a spaziare da scene del momento a scene del passato facendo capire come può essere confusa una mentalità che ha subito così tanti dolori e che comunque va avanti, perché altro non può fare.

Rosa Sauer è di sicuro una ragazza dal carattere forte e vigoroso, che si è rialzata ogni volta che la vita l’ha fatta cadere, ma dopo un po’ la mente ne subisce le conseguenze e in questo libro si vede la costante pressione del dover fare per forza quello che le viene detto di fare da chiunque.

Per sopravvivere in quei tempi era così: Rosa ubbidisce alle SS, a Ziegler, alle sue compagne e addirittura a quello che le chiede la baronessa. Ma in un solo momento lei ha la meglio sul suo assenso costante: quando è il suo corpo a comandare e quindi nel rapporto tra lei e Ziegler la notte, nel fienile.

E’ un libro strano, non si riesce ad immedesimarsi nella protagonista, ma mentre leggevo il libro mi sembrava di essere seduta davanti a Rosa Sauer, ormai anziana e si ascoltare tutti i suoi racconti. Un po’ come fanno e facevano con me i miei nonni. Solo che le sue esperienze sono al di là di ogni immaginazione.

E’ un misto tra sogno e realtà, tra racconto e storia.

L’autrice ha saputo riportare davvero una storia inimmaginabile che ha cambiato davvero l’immagine della guerra, poiché non avevo mai letto un libro sulla Seconda Guerra Mondiale che parlasse e che raccontasse la guerra dal punto di vista di un qualsiasi cittadino tedesco (nel caso di Rosa un po’ più particolare dato il lavoro strano affidatale).

Un libro indimenticabile, da leggere assolutamente. Ma consiglio personale, leggetelo prendendovi tutto il tempo che serve.

Buona lettura a tutte/i voi!

 

Posted in Review | Commenti disabilitati su Le assaggiatrici

Il bacio eterno

Il bacio eterno (#6) – Lara Adrian

Andreas Reichen ha perso tutto e ora sta perdendo anche se stesso nella disperata ricerca di vendetta. Il suo unico obiettivo è quello di sterminare tutte le persone che sono state coinvolte nello sterminio della sua famiglia. Questo, però, per Reichen vuol dire perdere se stesso del tutto: ogni volta che il fuoco distruttore si sprigiona dal suo corpo, per lui segna un passo in più verso il punto di non ritorno. In quel momento il fuoco si impossessa di lui e prende il sopravvento sulla sua mente: rabbia, morte e sete di sangue e tutto ciò alla quale riesce a pensare.

Ma c’è una sola cosa, o in questa caso una sola persona, che può fermare tutto questo ed il suo decorso: Claire Roth. Sfortunatamente lei è anche la moglie e compagna della stirpe del mandante del disastro che ha ucciso la famiglia di Andreas.

Al primo loro tragico incontro il filo sottile che li ha sempre legati, torna a farsi più spesso e ogni momento passato insieme va a riconfermare l’amore che c’è stato, c’è e ci sarà sempre tra di loro. Ma come farà? Lei comunque ha già un legame che la stringe ad un’altra persona e lui si farà invadere dall’incendio della vendetta che lo pervade.

Nel frattempo i progressi dell’Ordine stanno andando a buon fine e l’aiuto di Andreas con le nuove informazioni su Dragos e sui suoi piani permettono a Lucas e alla sua squadra di individuare il luogo e i piani originari di Dragos.

Come faranno a fermarlo? E Andreas riuscirà a lasciare andare Claire al suo destino o lo cambierà radicalmente?

“I passi di Claire rieccheggiavano sordi sui pavimenti spogli della casa di sua nonna. Era da molto che non veniva nella sua vecchia casa vittoriana sulla riva tempestosa della Narragansett Bay, ma era rimasta uguale. Aveva sempre lo stesso odore, un misto di legno vecchio, lucido per mobili e frizzante aria salmastra. Certo, molto era cambiato dall’ultima volta che era stata qui, prima che, ragazza, si trasferisse in Germania per studiare. Sua nonna era morta nel frattempo e adesso la proprietà era intestata a Claire,unica erede e ultima discendente in linea materna.”

Commento:

E dopo questo libro posso dire di aver finalmente aggiunto un altro capitolo a questa saga particolare e alla cui lettura mi sono appassionata molto. La saga, come potrete leggere dalle precedenti recensioni, è un misto di fantasy, che parla della vita di vampiri alieni, e un misto anche di sensualità. Diciamo che non sono fatti proprio per essere letti da ragazzini e diciamo anche che questa saga non ha assolutamente nulla da invidiare a quei romanzetti chiamati “50 sfumature di…”.

Qui dentro si può vedere passione, una trama ben studiata e congeniata e soprattutto delle descrizioni che fanno si che lettrici come noi possano viaggiare da Boston all’Europa (come nel caso di questo racconto) senza fare nessuna fatica.

La scrittura, poi, risulta molto semplice e scorrevole e il libro si fa divorare molto velocemente.

Per quanto riguarda il racconto, devo dire, che forse questo capitolo è quello che mi ha colpito di più. La storia, a differenza delle precedenti, ha dei risvolti in più: per esempio il fatto che Claire abbia già un legame che però non la soddisfa appieno, la rende di sicuro molto più umana comprensibile alla nostra mente, visto che è una storia già vista e rivista, ma non per questo banale. In più scoprirà che la persone che le è accanto non è quella che lei pensava di avere, ma è cattiva e fredda. Anche questa situazione quante volta l’abbiamo letta e vissuta.

Se avete già iniziato la saga, continuatela pure con questo capitolo, che è assolutamente consigliato (anche se non per tutte le età).

Buona lettura a tutte/i voi!

 

Posted in Review | Commenti disabilitati su Il bacio eterno

La sarta di Dachau

La sarta di Dachau – Mary Chamberlain

Ada Vaughan ha un sogno che vuole a tutti i costi portare avanti e realizzare: lei vuole diventare una sarta famosa, aprire un’atelier tutto suo e iniziare a creare abiti bellissimi per le donne che fanno parte dell’elite della sua città. Ha solo diciotto quando inizia a lavorare per una sartoria a Londra, in Dover Street, ma una speranza fa breccia nel suo cuore.

La possibilità di andare a Parigi per lei è l’inizio di una grande avventura e di una grande possibilità di crescere e vedere con mano la vera moda francese. Ma sono gli anni di inizio della guerra e Ada si ritrova bloccata in un posto che non accetta diversità di culto. E’ intrappolata in Francia quando inizia la caccia nazista e ovviamente scappare è fuori questione.

Ada viene catturata e deportata immediatamente nel campo di concentramento di Dachau dove viene a contatto con la fame, il freddo e la paura costante delle SS e soprattutto di morire. Ma c’è una sola cosa che la salva: il suo sogno le permette di iniziare a cucire abiti per la moglie del comandante del campo e la bellezza delle sue creazioni le permette di essere sempre più conosciuta nei piani alti.

Fino al giorno in cui le viene commissionato l’abito più bello che potesse mai esistere: nero con una rosa rossa. L’abito sarà quello da sposa di Eva Braun, l’amante del Führer.

“Percorse senza fretta lo Strand, facendo dondolare la borsetta. Gli uomini la guardavano. Era da molto tempo che non si sentiva addosso quello sguardo. Mentre camminava, sorrise. Era come ai vecchi tempi. Ada Vaughan. Modella. Stilista. Era ancora magica: un tocco della sua bacchetta e ciò che era scialbo diventava sensazionale, il corpo un paesaggio di sogni e desiderio. Svoltò a destra allontanandosi dallo Strand e si avvicinò all’ingresso dell’hotel Smith’s. Gli uscieri chinarono la testa e le fecero strada all’interno. Ada scivolò nella hall come una leggiadra farfalla blu nel nettare.”

Commento:

Un libro davvero straordinario. Credo che sia a cosa più bella quella di raccontare la guerra partendo da vite di persone comuni, questo di sicuro ci può far capire quanto è stata tremenda la seconda guerra mondiale e cosa davvero ha distrutto. Non parlo di città ma parlo di vite e famiglie, spezzate e dilaniate dalla tirannia di uno psicopatico.

Solo in questo modo e attraverso le parole possiamo portare avanti ricordi che presto andranno distrutti per sempre, ma mai dimenticati.

Le descrizioni del libro poi sono proprio in grado di riportarci in quei luoghi e in quei tempi tanto da farci credere di essere davvero noi Ada in quel momento.

Adesso che ve ne descrivo i ricordi ancora mi vengono i brividi sulle braccia.

Per scrivere una racconto del genere, prima di tutto ci vuole un sacco di coraggio per scrivere nero su bianco cosa è successo, ma soprattutto ci vuole tanto studio sulla storia, sui fatti e soprattutto sui luoghi.

Un libro molto bello e molto empatico. E’ giusto leggere libri come questi, un po’ dolorosi ma che portano tanta conoscenza.

Buona lettura a tutte/i voi!

 

Posted in Review | Commenti disabilitati su La sarta di Dachau

Extraunione e la fortezza di Nugari

Extraunione e la fortezza di Nugari – Michele Raniero

Il vice generale Met Gresten e il fedele amico Sam Douson non hanno fallito la missione: l’inaspettata quanto improbabile alleanza fra Unione e la Società degli Uomini Morti è stata stretta, ed è quindi giunto il tempo di mettere da parte gli antichi dissapori e combattere fianco a fianco.

Gli invasori neutoniani hanno ormai in pugno oltre metà del pianeta e, spintisi fino alle porte della Fortezza di Nugari, progettano la conquista dei territori di ExtraUnione. Met farà tutto ciò che è in suo potere per impedirlo e difendere la città degli Uomini Morti dall’assalto dell’esercito del Primarca, leader di Neuton.

Sarà in grado di convincere gli Uomini Morti a combattere al suo comando? Di trovare le parole giusto per persuaderli che, al di là delle diverse decisioni e delle divise indossate, il fine perseguito è lo stesso?

“La Unione Tower era l’edificio più imponente di tutti i Territori Sud-Est diExtraUnione e, probabilmente, dell’intero pianeta. Un mostro di cemento e acciaio, rivestito da vetri azzurri, che si innalzava nel cielo per oltre 700 metri. Zivor Ullman in persona aveva voluto e commissionato quella costruzione grandiosa, nata sulle macerie del Palazzo Imperiale della dinastia dei Cheimer. La Union Tower era e sarebbe stata per sempre un monumento era e sarebbe stata per sempre un monumento alla gloria di Unione, la testimonianza de potere assoluto di Ullman sulla regione. Il grattacielo sorgeva nello Union Center, un’area di quaranta chilometri quadrati nel cuore della città dove, in situazioni normali, risiedevano i militari della Seconda Armata con le loro famiglie.”

Commento:

Uno strano ma particolare fantasy: si nota in ogni parola o studio dettagliato dell’autore nei minimi particolari raccontati. E’ stata creata da zero la storia di un popolo con una lotta interna come è stata creata da zero l’ambientazione usata. Questo è denotazione di una grande testa ed una grande fantasia, come di un dettagliato studio.

La storia e la narrazione sono ricche di dettagli ed è fenomenale leggere ed entrare a far parte di un mondo tutto nuovo. Non si fa fatica a comprendere quale sia il carattere dei personaggi, poiché sono descritti molto bene.

Met così fiero e possente, capo di questa organizzazione, riesce sempre a trovare le parole giuste per trovare il rispetto e l’ascolto delle persone che lo circondano. Ottima caratteristica per quello che sarà un grande capo.

E’ una lettura certamente consigliata soprattutto per un pubblico giovane o in fase di adolescenza. Una lettura divertente e molto ispirata.

Buona lettura a tutte/i voi!

 

Posted in Review | Commenti disabilitati su Extraunione e la fortezza di Nugari

Il linguaggio segreto dei fiori

Il linguaggio segreto dei fiori – Vanessa Diffenbaugh

Victoria è una ragazza dal passato complicato: passò la sua infanzia ad essere spedita di famiglia in famiglia e ad essere rimandata indietro con la scusa che lei era una ragazza troppo difficile. Il suo unico problema era quello di avere un carattere molto freddo e razionale, allergica al contatto umano e a chi aveva sempre provato a dimostrarle affetto.

Fino a quando però incontrò la sua nuova mamma Elisabeth, lei non si era mai arresa nonostante il carattere dispettoso di Victoria, fino a quando lei non iniziò a fidarsi e poi? Cosa ha cambiato tutto? Cosa ha portato a tutto questo?

Vittoria adesso è maggiorenne e dorme in un giardino della città, come fosse una barbona qualsiasi. Ma qualcuno riuscirà a fare breccia nel suo cuore adesso e forse a farle vivere quelle emozioni che lei cercava di celare dietro a quell’enorme muro che si era creata per allontanare il dolore ed il rifiuto.

“Quando Grant bussò alla porta alle dieci e mezzo del mattino, stavo ancora dormendo sotto il tavolo. Ero in quella posizione da dodici ore e avevo il corpo irrigidito. Attraversai la stanza carponi, con la coperta che mi dondolava intorno ai fianchi. Mi appoggiai al legno solido della porta per alzarmi in piedi e mi strofinai gli occhi, le guance e la nuca. Poi aprii.”

Commento:

È stato davvero difficile iniziare questo libro; non conosco il perché ma non riuscivo a superare le prime dieci pagine, la storia forse all’inizio mi sembrava banale e raccontata anche male, ma fatto quel passo non sono più riuscita a staccare gli occhi da quelle parole.

Ragazze dovete leggere questo libro! È stato davvero difficile identificarsi nel personaggio di Victoria all’inizio, ma più lo leggevo è più mi rendevo conto che volevo continuare a sapere cosa sarebbe successo e come sarebbe andata a finire la sua vita e devo dire che il finale è stato molto bello e inaspettato e sicuramente in linea con il personaggio creato diffidente e solitario.

La scrittura del racconto poi è molto lineare e semplice e risulta molto facile poi entrare all’interno di Victoria; come dicevo magari non sono riuscita ad identificarmi con il suo personaggio, ma almeno l’ho capita.

Ho capito quale potesse essere la sua situazione e i suoi sentimenti e le motivazioni che l’hanno portata a comportarsi in un certo modo. Storia soprattutto inusuale, particolare e molto bella.

Tocca a voi ora scoprirlo!

Buona lettura a tutte/i voi!

Posted in Review | Commenti disabilitati su Il linguaggio segreto dei fiori

Il bistrò dei libri e dei sogni

Il bistrò dei libri e dei sogni – Rossella Calabrò

Che cosa hanno in comune un anziano, una libraia, una bambinaia, un artista di pareti e un giornalista? No, non è come pensate! Questo non è l’inizio di una barzelletta ma qualcosa in comune queste persone ce l’hanno davvero: i libri ed i sogni nascosti.

Petra è la proprietaria di un bistrò particolare ed originale, dove si possono acquistare libri e leggerli sorseggiando una bibita fresca. Armando è un anziano stravagante che ha passato la sua vita a nascondere la sua vera natura di ballerino eccentrico dietro ad una maschera di famiglia perfetta e felice.

Poi c’è Blanche, una giovanissima ragazza che ha trovato la sua vera strada. Lei si occupa di dare un colore a quelle pareti che la chiamano perché incomprese, e in questo è molto brava.

Linda invece è una bambinaia accurata e molto amorevole che nel tempo libero riesce a ridare vita alle stoffe che sono state gettate e considerate inutili, creando delle bambole piene di vita e di amore.

E infine c’è Dylan, uno scrittore affetto da una malattia poco conosciuta che non gli permette di riconoscere i volti. Ecco perché lui si abitua ai gesti, al tono di voce e addirittura ai profumi delle persone per poter dar loro un nome e quindi un volto preciso. Questo però non lo rende capace di capire cosa vuole ottenere nella sua vita.

Tutti loro però riusciranno, con il tempo e imparando ad ascoltare i libri chiusi, ad aprire il cuore ai loro sogni e a renderli reali come mai nessuno prima era riuscito.

“Quella mattina pioveva. Toh, le previsioni del tempo erano state attendibili. Faceva freddo, e c’era anche un gran vento che spostava le gocce di pioggia di lato, come tende di un sipario. Armando entrò in bagno. Con la spazzola (detestava i pettini) si riavviò i capelli da leonessa albina. Fece pipì, mettendoci un sacco di tempo perché le prostate anziane sono lente e pigre e capricciose. Entrò nella doccia. L’acqua calda dissetò il suo corpo arido. Shampoo. Alla fragola, il suo preferito. Anche se gli faceva un po’ piangere gli occhi. Gli occhi piansero, quindi, ma quelli dei vecchi sono sempre un po’ lacrimosi, non si sa se per dispiacere o per eccesso di fragole nei pensieri.”

Commento:

Che strano libro questo! La storia non è particolarmente articolata, anzi la considererei piuttosto banale e quasi scontata, ma un qualcosa dentro di sicuro te lo lascia. Attraverso il personaggio di Armando soprattutto, si possono capire davvero tante cose.

Armando ha passato la sua intera vita a nascondere la sua vera identità, forse per vergogna, ma io credo che più di tutti prevalga il senso del giusto. Avere una famiglia, un lavoro autorevole e una vita scontata era più giusto che perseguire il suo sogno di ballare vestito da donna. Quale essere umano considererebbe ballare vestito da donna una cosa da sani di mente?

L’insegnamento del libro è proprio quello di spronare ognuno di noi a realizzare i nostri sogni anche se ci sembrano assurdi e anche se non pensiamo di avere più l’età di farlo. L’importante è fare ciò che ci rende felici sempre!

Trovo davvero fenomenale la scrittura: il racconto viene narrato da Petra, donna uscita da un divorzio a causa di un tradimento e da un susseguirsi di bugie, che la rendono quindi cinica e incapace di prendere sul serio le situazioni. Questo però rende il racconto leggero e divertente anche quando l’argomento da trattare è un lutto.

Sempre pieno di metafore particolari e che se non ti fanno sorridere la faccia allora forse non è stato ancora compreso l’umorismo.

Mi ha fatto molto sorridere e ridere e in alcune cose di Petra mi ci sono ritrovata, anche se la distanza di anni è notevole. Siamo comunque due donne!

Consiglio questo libro per una lettura da spiaggia, soffice e leggera come dovrebbe essere la nostra mente in periodo di relax.

Buona lettura a tutte/i voi!

 

Posted in Review | Commenti disabilitati su Il bistrò dei libri e dei sogni