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Il quadro segreto di Leonardo

Il quadro segreto di Leonardo – Fabio Delizzos

Roma, 1516. Nella vita di Leonardo da Vinci c’è una donna, affascinante e misteriosa. Una donna con un dono speciale che, insieme alla sua bellezza, suscita le brame di uomini potenti. Leonardo fa di tutto per proteggerla e spera di riuscire presto a portarla con sé in Francia. Una notte, nei pressi di Castel Sant’Angelo, è testimone involontario di un omicidio.

Sulle prime sembrerebbe un caso di ordinaria criminalità, ma qualcosa di oscuro si sta invece muovendo nell’ombra: un antico segreto è stato violato e un oggetto molto prezioso è stato rubato da un monastero. Leonardo è chiamato dal cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena a indagare sull’accaduto, per rintracciare gli artefici del furto: ma più scava in quel mistero, più si convince che c’è un collegamento tra i furti e l’omicidio cui ha assistito. Eventi terribili stanno per abbattersi su Roma e la donna che ama potrebbe essere in serio pericolo. Ha così inizio, per Leonardo, una corsa contro il tempo tra tetre sale anatomiche, meandri di antichi monasteri e misteri biblici.

Riuscirà a scongiurare la minaccia che incombe sulla Città Eterna e sulla donna che ama?

 

I colpi contro la porta gli gelarono il sangue. Leonardo si immobilizzò con il pennello fra le dita e ruotò lentamente la testa, in volto l’espressione di un condannato a morte in attesa del boia. <<Chi è?>>, chiese. <<Sono io, maestro, posso entrare?>>. Per fortuna era solo il buon Giovanfrancesco Melzi. Leonardo sospirò di sollievo, <<Avanti, Cesco, entra pure>>. L’allievo prediletto spalancò la bocca e sgranò gli occhi vedendo Leonardo davanti al cavalletto, con i pennelli in mano e una tavola di fronte.

Recensione di “Il quadro segreto di Leonardo”:

Forse ho giocato facile andando a leggere un libro di cui amo il personaggio. Leonardo, infatti, è uno dei miei personaggi storici preferiti. Ho sempre adorato la sua testa e la sua curiosità che lo ha portato ad essere uno dei più grandi inventore e precursori del Medioevo.

In questo libro però ho scoperto un Leonardo sotto un aspetto diverso: questo Leonardo Da Vinci ha amato non solo la scienza, ma anche una vera e propria donna. E chi se no, se non proprio la nostra amata Gioconda? Questa storia ha del straordinario. Su questo quadro le leggende che si sono succedute e create sono state molteplici durante il corso dei secoli. C’è chi ha detto che la Gioconda sarebbe proprio il nostro Leonardo camuffato sotto un viso di donna, e chi invece che fosse una semplice donna dell’epoca, magari una reale. Ma la versione che vede la Monna Lisa come amata del mio caro Leonardo, ecco, questa è la versione che ho più apprezzato.

Non solo scienziato, non solo amante della natura ma anche uomo in carne ed ossa, con tutti i suoi bisogni ed i suoi sentimenti.

E poi cosa ve lo dico a fare: in questo libro Leonardo è vegetariano, non per una questione di salute ma proprio perché ama gli animali e li rispetta in qualità di esseri viventi. Come non identificarmi subito, allora, in lui? E’ stato molto semplice quindi identificarmi in lui in questa versione. La storia poi creata per fargli da contorno, in realtà, non è stata poi così marginale.

Era già tanto, si disse Leonardo, che gli assassini di Allacci non si fossero accorti della sua presenza: i testimoni oculari degli omicidi non vivevano mai a lungo e, comunque, nel migliore dei casi, andavano incontro a problemi e seccature di varia natura. No, l’unica persona con cui doveva parlare era Honda.

Il libro infatti non si è incentrato nel descrive solo il personaggio di Leonardo, ma anche il suo contorno come amici, parenti, la corte in cui lavorava etc. etc. Come precisa l’autore la realtà è stata mescolata con la fantasia: ma il tutto è davvero amalgamato e liscio che non si capisce dove si fermi la finzione e inizi la realtà. Come ultimo aspetto, ma non meno importante: ho adorato la storia creata che coinvolge la Bibbia e il Cristianesimo in genere. I riferimenti reali a quella che è la sua lettura e l’interpretazione delle sue parole per creare un unguento che riportasse alla vita come già successo a Gesù nella sua resurrezione è stata fenomenale. Mi è proprio venuta voglia di leggere la Bibbia e darne una mia interpretazione. Magari anche io troverò la via per il Sacro Graal.

Sono davvero contenta di aver aspettato tanto l’uscita di questo libro e ringrazio tanto Chiara e Dolci per avermi dato l’opportunità di leggerlo.

Buona letture a tutti!

Libri consigliati: Sette giorni perfetti, Il codice Da Vinci

 

L’apprendista di Goya

 L’apprendista di Goya – Sara Di Furia

Madrid 1791, l’arte fiorisce sotto l’occhio vigile dell’Inquisizione. Manuèl Alvèra vive e lavora nel colorificio di famiglia, abile come nessun altro nella miscelazione dei pigmenti. Goya in persona, un giorno, colpito dalla sua abilità, lo richiede al padre come apprendista con la promessa di farlo diventare un pittore di fama.

Intanto, nel giro di poco tempo, in città vengono ritrovati diversi cadaveri, tutti di famosi artisti madrileni assassinati secondo il medesimo modus operandi: il corpo massacrato, denudato e scuoiato. Madrid è in subbuglio e mentre l’inquisitore attribuisce la responsabilità di quanto sta accadendo al mero peccato di vanità commesso dai pittori, Manuèl inizia ad avere il sospetto che proprio Goya sia coinvolto negli omicidi. Studiando l’opera del maestro per emularne il genio, il ragazzo scopre infatti un terribile segreto, che gli permetterebbe di raggiungere sfumature di colore mai viste per la realizzazione della pelle delle sue modelle. In breve il giovane apprendista si ritrova a essere vittima e al contempo complice di una spirale di bugie e segreti sempre più intricata, che metterà in discussione tutta la sua vita.

Sullo sfondo di una Madrid impregnata di fervore artistico e untuosa religiosità si snoda la vicenda più cruenta che il mondo dell’arte abbia mai conosciuto.

Passi in corridoio. Qualcuno sta arrivando. Mi chiedo se mi daranno più cibo, Mi avvicino alla porta, ma rimango nell’ombra. Attraverso le sbarre scorgo un altro poveretto trasportato come un pacco nel lenzuolo. Questa volta però qualcosa ciondola fuori dalla stoffa. Un braccio dell’uomo è sfuggito alla maglia del drappo. Il pesante pacco viene adagiato sul pavimento del corridoio. Uno dei due incappucciati cerca di aprire la serratura che si è inceppata. Abbasso lo sguardo sulla vittima. Noto qualcosa. Un movimento impercettibile.

Recensione di “L’apprendista di Goya”:

Non so se avete capito ma mi sto appassionando agli storici in questo periodo quindi ve ne proporrò molti e molto diversi. Questo in particolare mi aveva attirato perché riusciva a combinare bene la storia con una note thriller (il mio genere preferito). Ho pensato che sarebbe stato proprio il massimo.

In questo libro si parla di un artista che ho imparato a conoscere di recente, poiché sembra essere avvolto da misteri che riguardano la sua stessa pittura, ma anche la sua morte. La cosa particolare di questo libro è che l’autore non viene descritto secondo il suo carattere e la sua visione, ma secondo quella che ha il suo apprendista di lui. Un parere del tutto estraneo che giudica il più grande artista spagnolo di quel tempo.

De L’apprendista di Goya mi è piaciuto molto questo punto di vista e mi è piaciuto il fatto che ad un certo punto Manuel viene coinvolto nella stessa pazzia del suo maestro tanto da diventare pazzo anche lui. Viene descritto come ragazzo umile e genuino e poi, la presenza costante di un elemento e di un carattere così estroverso e folle, sembra coinvolgerlo più di quanto lo stesso Manuel si sarebbe aspettato da se stesso. Ottimo personaggio davvero, anzi proprio il mio personaggio preferito.

Ero talmente eccitato all’idea di dipingere Soledad che avevo scavalcato del tutto il primo fondamentale passo. Il bozzetto! Uno schizzo disegnato e colorato che rappresentasse la prima impressione dell’insieme così come avrebbe dovuto risultare sulla tela dalle grandi dimensioni. Dovevo averne uno ben chiaro prima di iniziare il lavoro vero e proprio. Avevo letto da qualche parte che Tiziano, il famoso pittore veneziano, era solito ritornare addirittura più volte sul progetto, cosa che ha fatto presumere agli storici il grande valore che egli aveva attribuito a questa fase.

Ci sono state solo un paio di note dolenti: la prima che ho notato è stata proprio il fatto che le descrizioni della città fossero un po’ scarne. Non si riesce a capire se l’autrice sia stata davvero in quella città o se l’abbia descritta in modo proprio blando perché appunto non c’è mai stata. La seconda è stata un pezzo del finale della storia. Infatti questo particolare era, per me, così assurdo da risultare quasi surreale o buttato lì.

Chissà magari ad altri invece è piaciuto proprio questo dettaglio.

E voi che ne pensate? Lo avete letto? Commentate qui sotto 🙂

Troverete le altre recensioni sui blog

Libri al caffèLe mie ossessioni libroseLibrintavolaLetture a pois

Consigliati: storico –> La città delle streghe

su Goya –> Goya enigma

Ringrazio La Corte Editore per la copia omaggio.

Book Jumpers

Book Jumpers – Mechthild Glaser

Amy è una book jumpers. Amy Lennox, ha lasciato la Germania per passare le vacanze sull’isola scozzese dove è nata, e dove ancora vive sua nonna, nel castello di famiglia. Nonostante le proteste della madre di Amy la nonna rivela alla ragazzina che alla loro e a un’altra famiglia, la famiglia Mecalister, nel castello vicino è affidato un compito molto importante da secoli, ovvero impegnarsi a proteggere la letteratura. Per poterlo fare, sono dotati dall’età di cinque anni a quella di 25 della capacità di ‘saltare’ dentro ai libri per controllare che tutto si svolga per il verso giusto, con l’obbligo di non interferire con le trame.

È così che Amy conosce Will e Betsy, eredi dell’altra famiglia, e subito dimostra un gran talento nel rapporto con i libri. La trama è intervallata da frammenti di una fiaba bruciata per sbaglio secoli prima, i cui personaggi (una principessa, un cavaliere e due cortigiani), usciti dal mondo letterario, vivono tra gli uomini. Il cavaliere e i due cortigiani insegnano vestiti da monaci le regole per i nuovi eredi, mentre la principessa è scomparsa.

Verso la metà del romanzo iniziano i problemi, perché un misterioso ladro ha cominciato a rubare le idee che contraddistinguevano dieci libri, così comincia la ricerca, che non impiega molto per volgere alla soluzione.

Quando il giorno dopo a lezione saltai di nuovo nel Libro della Giungla, trovai Werther ad aspettarmi. Indossava un mantello di velluto rosso che gli arrivava al ginocchio e un cappello di foggia antiquata. Un rovo gli aveva lasciato spine in una calza di seta aprendogli una smagliatura. Quando arrivai stava appunto battagliando con la pianta per liberarsi.

Commento di “Book jumpers”:

Qual’è il sogno di ogni lettore accanito? Beh, quello di poter entrare nel proprio libro e partecipare alla storia, o anche solo vedere i nostri personaggi preferiti prendere vita davanti ai nostri occhi. E’ esattamente quello che Amy scopre di poter fare, con un compito molto importante però. Si lei potrà anche essere una book jumpers, ma il suo ruolo è quello di proteggere le storie e i suoi personaggi. Quanta invidia ho provato quando Amy ha potuto incontrare la mia adorata Lizzie e la sua famiglia, e poi il piccolo principe e mille altri personaggi.

Devo dire che la qualità della storia mi è piaciuta molto, credo non sia facile creare una storia di fantasia che piaccia, con un senso logico e dei personaggi adeguati che la possano portare avanti. Quindi premio molto l’immaginazione dell’autrice e la sua invettiva.

Ci sono giusto un paio di cose che non mi sono piaciute tanto. Come prima cosa, all’inizio l’ingresso dei personaggi secondari sembra buttata un po’ lì. Amy incontra per la prima volta nella sua vita la nonna e nessuna delle due pensa a farsi delle domande per conoscersi. La nonna non è nemmeno incuriosita di conoscere sua nipote, di cui viene a sapere solo al momento dell’arrivo della figlia. Nessuna domanda e nemmeno un’occasione per passare del tempo assieme. Tutto normale? Io avrei modificato leggermente la storia e magari avrei lasciato che fosse la nonna a raccontarle della loro storia familiare e che magari la aiutasse a capire cosa poteva fare del suo potere. In realtà la nonna c’è ma rimane sempre un po’ distante. E alla fine della nonna nessuna notizia.

Mi sembrava di avere appena chiuso gli occhi che già era mattina. La sveglia del cellulare mi strappò bruscamente dal sonno e in preda al mal di testa mi trascinai a fare colazione di sotto. Alexis mi accolse con un sorriso e non sfuggì al mio sguardo. Di colpo mi tornò in mente quanto mi aveva rivelato la sera prima.

Per quello accennato prima e altri dettagli mi è sembrato che tutto l’inizio della storia fosse un po’ frettolosa. Ci sono tante cose da dire e poche pagine, quindi all’inizio è stato buttato tutto lì nel pentolone.

E il secondo appunto che vorrei fare è stata la fine (che per ovvi motivi non vi racconterò). Mi limiterò a dire che a me non è piaciuta. Mi aspettavo davvero qualcosa di molto diverso. Sarà solo una questione di mio gusto personale? Può darsi, ma alla fine le recensioni sono molto soggettive.

Non mi sento comunque di sconsigliarlo del tutto. E’ pur sempre stato un bellissimo viaggio nella fantasia e nei sogni di tutti noi lettori.

Buona letture a tutti voi

Se ti piace questo genere ti consiglio: La bussola d’oro

Un caso speciale per la ghostwriter

Un caso speciale per la ghostwriter – Alice Basso

Per Vani le parole sono importanti e questa volta c’è un caso speciale per la ghostwriter da risolvere. Nel modo in cui una persona le sceglie o le usa, Vani sa leggere abitudini, indole, manie. E sa imitarlo. Infatti Vani è una ghostwriter: riempie le pagine bianche di scrittori di ogni genere con storie, articoli, saggi che sembrino scaturiti dalla loro penna. Una capacità innata che le ha permesso di affermarsi nel mondo dell’editoria, non senza un debito di gratitudine nei confronti dell’uomo che, per primo, ha intuito la sua bravura: Enrico Fuschi, il suo capo.

Non sempre i rapporti tra i due sono stati idilliaci, ma ora Vani, anche se non vorrebbe ammetterlo, è preoccupata per lui. Da quando si è lasciato sfuggire un progetto importantissimo non si è più fatto vivo: non risponde al telefono, non si presenta agli appuntamenti, nessuno sa dove sia. Enrico è sparito. Vani sa che può chiedere l’aiuto di una sola persona: il commissario Berganza.

Dopo tante indagini condotte fianco a fianco, Vani deve ammettere di sentirsi sempre più legata all’uomo che l’ha scelta come collaboratrice della polizia per il suo intuito infallibile. Insieme si mettono sulle tracce di Enrico. Tracce che li porteranno fino a Londra, tra le pagine senza tempo di Lewis Carroll e Arthur Conan Doyle. Passo dopo passo, i due scoprono che Enrico nasconde segreti che mai avrebbero immaginato e, soprattutto, che ha bisogno del loro aiuto. E non solo lui. Vani ha di fronte a sé un ultimo caso da risolvere e fra le mani, dalle unghie rigorosamente smaltate di viola, le vite di tutte le persone cui ha imparato a volere bene.

Come già detto, fra le altre cose oggi è giovedì. Il che di per sé non costituirebbe una gran notizia, essendoci ben cinquantadue giovedì in un anno. Se non fosse che il giovedì pomeriggio è una delle due parentesi settimanali durante le quali, da quattro mesi circa, alla mia testa è consentito distrarsi. Ascoltare voci diverse dal mio chiacchiericcio interiore, manifestare attenzione verso problemi squisitamente mondani. Il giovedì pomeriggio, come il lunedì pomeriggio, vado infatti a trovare Irma, la mia amica ottantaduenne.

Commento di “Un caso speciale per la ghostwriter”:

Ed eccoci qui alla fine di questa serie. Con un misto di tristezza e malinconia anche io oggi saluto l’ultimo capitolo di questa serie che ormai seguo da cinque anni, forse qualcosa in meno perché l’ho conosciuto più tardi rispetto alle sue uscite. Complice una rubrica e il blog di Chiara, dalla quale avrei dovuto scegliere, mi sono fatta convincere a chiudere la serie. Forse una delle prime che concludo, anche perché mi mette sempre un po’ di tristezza. Con “Un caso speciale per la nostra ghostwriter”, da oggi dovrò salutare la mia “dolce” Vani, e il mio amato Romeo, da tutti conosciuto come Berganza.

Ma sarò davvero pronta a salutarli?

Vani è la solita ragazza cinica e in lei mi sono sempre riconosciuta. Come lei non sopporto le persone (o almeno buona parte) e una vita in solitaria su un’isola deserta mi affascina molto. Ma di qualcosa si deve pur vivere. Ovviamente in comune abbiamo anche la stessa passione per i libri e per la lettura. Magari però sapessi scrivere come lei :). Berganza è quel genere di uomo che tutte cerchiamo (o almeno buona parte, quella che mi piace solitamente). Istruito, con un forte intuito, che sa affascinarti ma soprattutto che ti accetta per quella che sei, anche se cinica e terribilmente sincera con il mondo esterno.

Sono seduta accanto al commissario, nella sua macchina, mentre lui guida lungo corso Francia, quando il mio cellulare emette due suoni quasi contemporaneamente. Come fanno gli smartphone quando ricevono insieme un’e-mail e un messaggio: un avviso sonoro si fonde nell’altro e quello che ne risulta è una cacofonia delle peggiori, come se un gatto avesse camminato su un sintetizzatore.

In questo ultimo capitolo, stranamente, non si vede nessun libro particolare affidato a Vani, ma in realtà si trova a dover risolvere un caso reale. Il suo capo Fuschi è scomparso dopo aver “abbandonato” il suo lavoro in tronco solo per difenderla. Questo ha sconvolto molto Vani che era convinta che al suo capo fregasse di lei quanto a lei di salvare il mondo intero dall’ignoranza. Per questo si lancia alla sua disperata ricerca, speranzosa in cuor suo che Enrico non abbia commesso un terribile gesto. La sua ricerca si trasforma in qualcosa di più difficile di quanto vani avesse immaginato, e le sue intuizioni vengono meno fino a che l’ultima idea sembra funzionare alla grande. Ora non resta che rendere ad Enrico pan per focaccia.

E’ stato davvero strano leggere questo ultimo capitolo (soprattutto sapendolo tale) forse ci si aspetta un’uscita con fuochi d’artificio dal primo capitolo in poi con colpi di scena a iosa. Invece il tutto inizia molto mestamente con la ricerca di Enrico come argomento principale e tutti i colpi di scena sembrano passare in secondo piano, ma alla fine eccoli. Arrivano i fuochi d’artificio ed esplodono tutti insieme nell’ultimo capitolo.

Una vera e propria sorpresa. Ed è stato davvero bello poter finire così in bellezza con un finale aperto ad ogni immaginazione.

Siete ancora qui? 😉 Direi che vi tocca finire o, se non l’avete ancora fatto, iniziare del tutto la serie.

Buona letture misteriose a voi!!!

Vuoi leggere i primi quattro libri della serie? Eccoli: L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome, Scrivere è un mestiere pericoloso, Non ditelo allo scrittore e La scrittrice del mistero.

La piccola libreria di Venezia

La piccola libreria di Venezia – Cinzia Giorgio

Margherita ha un dono: sa consigliare a ogni persona il libro giusto. È per questo che, delusa dalla fine della sua storia d’amore, lascia Parigi e torna a Venezia, con l’intenzione di aprire una libreria nella bottega d’antiquariato appartenuta al padre. Poco prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione, rovistando tra vecchie carte, Margherita trova, incastrata in fondo a un cassetto, una foto che ritrae una giovane donna.

“Per Anselmo, il mio grande amore”, recita la dedica sul retro, che riporta anche data e luogo: aprile 1945, Borgo degli Albizi, Firenze. Margherita nota con stupore che la ragazza ha al collo un ciondolo identico a quello che le ha lasciato suo zio Anselmo. Com’è possibile? Quel ciondolo è un pezzo unico, non può trattarsi di una copia. Incuriosita dalla scoperta, decide di indagare e parte per Firenze. La sua piccola ricerca la conduce in una libreria, la cui proprietaria è la figlia di Emma, proprio la donna della foto.

Ma in quel luogo Margherita conosce anche qualcun altro: Fulvio, uno scrittore un tempo famoso, che non pubblica da anni e che nasconde un mistero nel suo passato.

Un espositore al centro dell’ambiente più ampio, vicino alla vetrina principale, era riservato alle novità, mentre su quello accanto c’era la “selezione della libreria”, così come recitava la scritta racchiusa in una bella cornice indiana, decorata con specchietti di varie dimensioni che formavano colorati arabeschi. Incuriosita dai gusti delle libraie, Margherita cominciò a spulciare fra i titoli, prendendo ogni tanto un libro, per rigirarselo tra le mani e leggerne la trama. Si trattava per lo più di classici e di saggi femministi. Sorrise.

Commento di “La piccola libreria di Venezia”:

Non avevo mai letto nulla di questa autrice e mi aveva attratto molto la copertina al momento dell’acquisto. Complica la rubrica Questa volta leggo creata daChiara e Dolci ho dovuto scegliere di comprare un libro che avrei letto sulla spiaggia, e cosa è meglio di un libro leggero e con qualche storia romance?

Ho cercato di uscire dalla mia zona di confort, poiché io non leggo proprio questo genere e infatti avrei dovuto ascoltarmi di più. La scrittura dell’autrice in realtà non è male: i termini sono semplici e le descrizioni chiare che ti fanno rivivere i momenti. Quello che però non traspare è per la quale proprio questo libro non mi è piaciuto è stata la descrizione dei sentimenti. Infatti questi ultimi dovrebbero essere descritti con scene e invece qui vengono solo dichiarati, tipo: “Margherita si era innamorata”. Questo non mi ha fatto entrare per nulla in sintonia con il personaggio.

Inoltre la storia nel suo complesso è quasi assurda: la protagonista, infatti, nel giro di qualche giorno si innamora perdutamente di un uomo che non conosce nel giro di un paio d’ore nella quale sono stati assieme. Già questo è assurdo. Aggiungiamoci poi il fatto che lui non viene minimamente descritto, in più nessuno dei due parla all’altro di sé. Di che cosa si sono innamorati questi due? E per finire Margherita vive una storia molto conflittuale con la madre. Questo viene menzionato un paio di volte in mezzo alla storia ma non spiegato, né risolto, né fatto capire. Allora che senso ha avuto aggiungere questo dettaglio nel libro?

Alla fine di questo libro mi sono rimaste tante domande e tanti dubbi e la storia, a ripensarci ora, mi sembra ancora del tutto assurda. Bisogna leggerlo per credere (ahahah). Mi dispiace ma viene bocciato. Non so se riuscirò a dare un’altra possibilità all’autrice, ma giuro che ci proverò.

Buona lettura a tutti voi!

Il giardino Segreto

Il giardino segreto – Frances Hodgson Burnett

Mary Lennox è una bambina di 10 anni nata in India da genitori inglesi, che non si sono mai presi cura di lei e non le hanno mai mostrato neanche un po’ di amore. Di conseguenza la bambina cresce viziata ed egoista. Dopo la perdita di entrambi i genitori, Mary viene affidata alle cure di un ricco zio vedovo, il signor Archibald Craven, che vive in Inghilterra.

Durante una delle sue esplorazioni nel parco, Mary trova in una buca la chiave del giardino e più tardi ne scopre la porta di ingresso, nascosta dall’edera. Il giardino, invaso dalle erbacce negli anni, ha bisogno di cure, e Mary chiede aiuto a Dickon, fratello dodicenne di Martha. Dickon è un ragazzino gentile, profondamente affezionato alla natura e in grado di capire il linguaggio degli animali.  Promette a Mary di non confidare a nessuno la scoperta riguardante il giardino.

Una notte Mary sente di nuovo il pianto misterioso. Seguendolo per cercare di capire da dove venga, con sua grande sorpresa Mary scopre in una stanza un bambino della sua età. I due scoprono di essere cugini. Il bambino, di nome Colin Craven, è figlio dello zio Archibald, orfano di madre e allettato perché ritenuto sofferente di un problema non specificato alla colonna vertebrale. Colin è un bambino viziato, prepotente, ipocondriaco, fermamente convinto di dover diventare gobbo come suo padre e di dover morire nel giro di poco tempo.

Però prende in simpatia Mary, la quale lo va a trovare tutti i giorni della settimana e lo distrae raccontandogli storie che parlano dell’India, di Dickon, dei suoi animali e del giardino segreto. Mary, convinta che il cugino non sia ammalato ma abbia solo bisogno di aria fresca e di esercizio fisico, tenta di far nascere in Colin il desiderio di uscire dalla sua stanza e confidandogli di avere accesso al misterioso giardino segreto.

Commento di ” Il giardino segreto”:

Ho scelto di leggere questo libro perché da piccola mi piaceva tantissimo il cartone che né avevano fatto. Leggendolo però ho capito che forse da piccina mi sono persa le letture di un sacco di classici per bambini.

Inizialmente, devo ammettere che l’ascolto di questo libro mi stava risultando un po’ noioso. La sua partenza è davvero lenta e Mary è davvero antipatica, cosa che non ricordavo dal cartone. Questo dovuto dal fatto che nessuno l’abbia mai cresciuta come si deve e cresce quindi viziata e arrogante, una bimba che pretende tutto da tutti, persino che la si vesta. Quando però i genitori muoiono a causa di un’epidemia lei si ritrova improvvisamente in Inghilterra affidata ad uno zio.

Da questo momento Mary inizia ad essere una persona diversa e a capire che essere scontrosa non è una soluzione giusta in questo nuovo mondo. Vagando per il giardino della tenuta, Mary viene a conoscenza di un giardino segreto, chiuso da anni. Da questo momento per lei inizia una nuova avventura insieme al suo amico Dickon e al cugino malato Colin.

Questo è sicuramente uno di quei libri che mi piacerebbe leggere ai miei figli: pieni di avventure e di insegnamenti impliciti che sicuramente li farà crescere sulla buona strada. Il libro mi è piaciuto abbastanza, mi ripeto dicendo che l’inizio è stato un po’ lento, ma per il resto le avventure di questi tre ragazzi sono state davvero piacevoli.

Forse come lettura è un po’ al di fuori della mia età, ma penso che i classici siano intramontabili è che ogni momento sia quello giusto per leggerli e apprendere.

Perché non provato anche voi a leggerlo e mi fate sapere cosa ne pensate?

Buona lettura a tutti voi!

Se vuoi un consiglio per un altro libro da ragazzi, eccolo qui: Il mago di Oz.

 

La lettura di questo libro ti darà diritto alla

vincita di 500 gettoni per la Challenge

 

 

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La spia di Richelieu

La spia di Richelieu – M.G. Sinclair

 

Francia, XVII Secolo. Nato in un villaggio estremamente povero, Sebastian Morra è un nano ed è costretto a crescere in un mondo che non gli appartiene. Ha un cervello sopraffino, eppure tutti si fermano solo al suo aspetto, deridendolo e trattandolo come un abominio. La sua vita sembra segnata, ma grazie alla sua intelligenza e alla sua caparbietà riesce ad arrivare fino a Parigi, per diventare un giullare alla corte reale.

Qui conoscerà un mondo totalmente diverso da quello a cui era abituato, un mondo fatto di ricchezze ma anche di terribili intrighi e segreti. Con i nemici che avanzano da tutte le parti e la salute del Cardinale Richelieu compromessa, il regno di Luigi XIII sembra avere i giorni contati. In maniera del tutto inaspettata Sebastian entrerà nella cerchia degli uomini più fidati del Cardinale, scoprendo che potrebbe essere l’unico ad avere le abilità giuste per salvare la Francia dai suoi nemici più letali.

Grazie alla sua astuzia e alla sua sfrontatezza riuscirà a dimostrare al mondo intero che, nonostante la sua statura, la sua grandezza è ineguagliabile.

Era il 5 giugno e Sebastian aveva ventiquattro anni. Era diventato un uomo, o almeno quel tanto di uomo che avrebbe potuto mai essere. La barba era ormai abbastanza fitta da coprire il mento sfuggente e finalmente riusciva a guardarsi allo specchio senza provare disgusto. In effetti, dal collo in su, appariva quasi normale. I capelli scompigliati e gli occhi neri gli conferivano un’aria da intellettuale, compensata da un simpatico naso a patata. Aveva un aspetto eccentrico, il volto così serio su una corporatura minuta. Ma eccentrico era già molto meglio rispetto a grottesco.

Commento:

Buongiorno readers, eccoci qui con un nuovo appuntamento dei nostri Review Party. Oggi con i blog Niente di personale, La lettrice sulle nuvole, Letture a pois e Libri al caffè vogliamo presentarvi un grande romanzo storico ambientato nella Francia del 1600.

La storia che viene raccontata è molto curiosa: in un’epoca dove pregiudizi e apparenza sono all’ordine del giorno, come potrà mai emergere un nano molto intelligente ed astuto? Ed è proprio Sebastian il protagonista di questa storia; nato da una famiglia umile e per di più con una malformazione genetica che lo vedrà rimanere piccolo di corporatura e statura ma con un cervello molto sviluppato rispetto alla norma. Con mezzi e stratagemmi dalla Normandia, riuscirà a spostarsi e ad arrivare a Parigi. In un primo momento dovrà vivere come un mendicante, ma con la giusta astuzia riuscirà a far breccia nello spirito di un duca ed ad entrare a corte per lavorare come giullare.

Proprio al castello e al servizio del re, incontrerà Richelieu, cardinale dell’epoca noto per aver affiancato le decisione del re Luigi XIII, che lo renderà conosciuto in seguito come una delle spie più importanti. Nel periodo che vede Francia e Spagna lottare per il potere, Sebastian Morra diventerà un’importante figura nella risoluzione dei tradimenti e sotterfugi che giravano attorno alla figura del re. Infatti, chi mai avrebbe potuto sospettare che un piccolo uomo di famiglia umile, così insignificante, lavorasse come spia al servizio del cardinale?

Il romanzo è davvero molto bello, la sua scrittura è semplice e lineare e la linea temporale che viene creata per raccontare la storia di Sebastian, e quindi di tutti i personaggi con cui entra in contatto, è chiara e di facile intuizione. Si riesce a seguire la trama del libro entrando sia in empatia con i protagonisti, sia capendo bene cosa sta succedendo in Francia in quel momento e quindi a capirne il contesto. Tutto viene spiegato e descritto nei dettagli facendo sì che la parte storica del racconto non risulti pesante, ma un chiaro filo conduttore che porterà a capire anche i caratteri dei personaggi.

Se all’inizio provavo una sorta di antipatia per quella che è la figura di Richelieu, alla fine è stato uno dei personaggi che più mi sono piaciuti. I suoi doveri ed i suoi compiti lo rendono freddo nelle relazioni umane. Ma si capisce con il passare del tempo che la sua è tutta una farsa. Al contrario è un personaggio molto giusto e compassionevole che ha preso a cuore nel tempo bambini che hanno avuto una vita non troppo fortunata e lo stesso Sebastian.

Ho adorato Sebastian in tutto il suo percorso per la grinta che ha tenuto e per il fatto che, nemmeno davanti alle grandi cariche dello stato, abbia mai abbassato la testa e si sia arreso. Possa la sua tenacia essere di ispirazione per tutti.

I personaggi che proprio non ho sopportato invece sono stati il marchese Cinq-Mars, uomo viziato ed arrogante e Maria di Chevreuse, donna altezzosa e subdola. Ovviamente poi il corso della storia a reso giustizia a quelli che sono valori giusti come lealtà, fedeltà e sopratutto verità.

Un messo del Cardinale era giunto per discutere “una questione di una certa importanza”. Dopo breve considerazione, disse al servitore di lasciarlo passare. Si aspettava un emissario risplendente nella sua livrea ricamata e dal carattere altrettanto incolore di quello del suo signore. Perciò rimase esterrefatta alla vista del nano barbuto e arcigno che, ancora impolverato dalla strada, si inchinò presentandosi in una buffa parodia dell’etichetta. Sebastian non aveva mai visto la Regina da vicino, negli unici ricordi che aveva di lei era sempre ad una certa distanza.

Un libro che assolutamente consiglio. Si è vero, è facile parlare per me che mi sono appassionata agli storici, ma vi posso assicurare che la scrittura ha reso molto leggera la parte storica rendendola un piacevole contorno alla narrazione di questo personaggio molto interessante: la spia.

Io se fossi in voi farei subito un tentativo.

Buone letture Readers!!

Ringrazio La Corte Editore per la copia omaggio.

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Harry Potter e il principe mezzosangue

Harry Potter e il principe mezzosangue – J.K. Rowling

Harry Potter è sconvolto, solo e preoccupato. Il suo amato padrino Sirius Black è morto, e le parole di Albus Silente sulla profezia gli confermano che lo scontro con Lord Voldemort è ormai inevitabile.

Niente è più come prima: anche l’ultimo legame con la sua famiglia è troncato, perfino Hogwarts non è più la dimora sicura e accogliente dei primi anni, mentre Voldemort è più forte, crudele e disumano che mai. Harry stesso sa di essere cambiato.

La frustrazione e il senso di impotenza dei quindici anni hanno ceduto il posto a una fermezza e una determinazione diverse, più adulte.

Harry rimase entro i confini del giardino della Tana per le poche settimane che seguirono. Passò gran parte delle giornate a giocare a Quidditch due contro due nell’orto dei Weasley (lui e Hermione contro Ron e Ginny; Hermione era tremenda e Ginny brava, quindi erano ragionevolmente equilibrati) e le serate a mangiare triple porzioni di tutto ciò che la signora Weasley gli metteva davanti. Sarebbe stata una perfetta vacanza felice se non fosse stato per le storie di persone scomparse, strani incidenti e anche morti che ormai apparivano quasi ogni giorno sul Profeta.

Commento di Harry Potter e il principe mezzosangue:

Che dire, readers? Ormai non si può più nascondere la mia passione per questa saga. Forse sono così tanto presa da questi libri (e lo conferma il fatto che quest’anno io mi sia fatta tatuare proprio i doni della morte) da potermi quasi considerare di parte nelle loro recensioni.

Credo che questi libri insegnino davvero tantissimo a tutti, e non solo ai ragazzi a partire dai 12 anni come viene consigliato. All’interno troviamo amicizia, lealtà, giustizia, lotta bene e male e saper distinguere cosa, verità e tanti altri valori che spero un giorno di poter insegnare ai miei figli. Penso che questa saga saranno i primi libri che gli leggerò.

Non c’è bisogno di dire che la Rowling, quando ha pensato a questa storia, non aveva nemmeno immaginato il successo che avrebbe avuto, non solo a livello economico, ma anche a livello di emozioni fatte provare e di speranze create. Credo che tutti dovrebbero leggere questi sette libri almeno una volta nella vita per provare a capire di cosa parlo. Le ambientazioni sono stupende e descritte nei minimi dettagli. Può essere davvero tutto frutto della fantasia di una donna? Ebbene sì, ragazzi. Pazzesco! Mi ripeterò ma pensare alla Rowling che immagina e inventa tutto questo mondo è davvero strepitoso.

Cosa vi posso dire sulla storia? Credo che la maggior parte di noi già la conosca ma in questo capitolo in particolare ci avviciniamo alla fine di tutto. Vincerà il bene o il male? E qual’è la verità che si nasconde dietro a tutto? Silente nasconde dei segreti che non ha rivelato a nessuno men che meno ad Harry stesso anche se gli chiederà di aiutarlo a portare a termine il suo piano. Quindi Silente si fida o meno di Harry? E Piton (ooooh quanto non sopportiamo Piton) sempre così ingiusto e cattivo con Harry, chissà poi cosa gli avrà fatto di male?! E questo nuovo professore? Il signo Lumacorno sembra essere un esserino tanto insignificante e invece avrà un ruolo fondamentale in tutta questa vicenda.

Dov’era Silente, e che cosa faceva? Harry vide il Preside solo due volte nelle settimane seguenti. Compariva di rado ai pasti, e sembrava che Hermione avesse ragione a pensare che Silente si assentasse dalla scuola per alcuni giorni di fila. Si era forse dimenticato delle lezioni con Harry? Aveva detto che le lezioni avevano a che fare con la profezia; Harry si era sentito sostenuto, confortato, e ora si sentiva un po’ abbandonato.

Ci sarebbe ancora molto da dire ma non voglio farlo. Questo saga dev’essere letta e capita poco alla volta, ognuno per se stesso. E’ molto importante che ognuno percepisca dalle pagine e dalle parole emozioni e sensazioni diverse. Quindi per ora vi lascio e ci rincontreremo alla prossima recensione.

Buona magiche letture!

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La ragazza nell’ombra

La ragazza nell’ombra – Lucinda Riley

Una ragazza nell’ombra, silenziosa ed enigmatica, appassionata di letteratura e cucina, Star è la terza delle sei figlie adottive del magnate Pa’ Salt e vive da sempre oscurata dell’esuberante sorella CeCe. Fin da piccole le due sono inseparabili: hanno un linguaggio segreto che comprendono solo loro e hanno passato gli ultimi anni viaggiando per il mondo, guidate dallo spirito indomito di CeCe, di cui Star è abituata ad assecondare ogni desiderio.

Ma adesso, a solo due settimane dalla morte del padre, CeCe decide che per entrambe è arrivato il momento di fissare un punto fermo nelle loro vite e mostra a Star il magnifico appartamento sulle rive del Tamigi che ha intenzione di comprare per loro.

Per la prima volta nella sua vita, però, Star sente che qualcosa in lei è cambiato: quel rapporto quasi simbiotico sta rischiando di soffocarla. Non è più la ragazza nell’ombra. È ora di trovare finalmente la propria strada, cominciando dagli indizi che Pa’ Salt le ha lasciato per metterla sulle tracce delle sue vere origini: una statuetta che raffigura un gatto nero, il nome di una donna misteriosa vissuta quasi cent’anni prima e il biglietto da visita di un libraio londinese.

Ma cosa troverà tra i volumi polverosi di quella vecchia libreria antiquaria? E dove vuole condurla realmente Pa’ Salt?

Il negozio era deserto e la porta sul retro era chiusa. Sarei potuta benissimo andarmene senza disturbare nessuno, ma per quanto volessi farlo, dovevo ricordarmi qual era il motivo che mi aveva spinto a entrare la prima volta. E poi la campanella aveva di certo avvertito l’uomo che qualcuno era entrate; non sarebbe stato educato andarsene senza prima comunicargli di aver trovato ciò che avevo lasciato. Il mio cellulare infranse di nuovo il silenzio, costringendomi a correre fuori per rispondere.

Commento di La ragazza nell’ombra:

Buongiorno readers e rieccoci con un altro capitolo della saga de Le Sette Sorelle. Se non conoscete la serie e siete curiosi di scoprire di che cosa si tratti trovate qui le recensioni dei primi due capitoli: Le sette sorelle, Ally nella tempesta.

Con questa serie mi sono imbattuta in un bel problema: sappiate, se vorrete dare il via a questa saga, che non riuscirete ad uscirne così facilmente. In questi capitoli vediamo unirsi tre storie diverse ma intrecciate le une con le altre. La prima è quella che collega le sette sorelle e che parla della storia di Atlantis e di Pa’ Salt, ma alla fine crediamo davvero che sia morto? O qualcosa di più complicato si nasconde dietro a questa misteriosa scomparsa e messa in scena? Io per ora sono convinta che ci sia altro e che alla fine dei capitoli lo vedremo rispuntare.

La seconda storia che troviamo nei libri e, soprattutto, in questo è la storia della terza sorella Asterope. Lei messa sempre in ombra dal carattere estroverso ed eccentrico della sorella Cece decide finalmente che è giunta l’ora di vivere la sua vita senza pensare sempre al benessere di chi le sta attorno. Decide così di seguire gli indizi che Pa’ Salt le ha lasciato per scoprire chi è davvero, da dove arriva e chi sono i suoi genitori. Tutto ciò la porterà a lavorare in una libreria di Londra il proprietario è molto eccentrico ma simpatico. Vedrete poi nel corso della storia come si evolveranno le situazioni riguardanti Star.

La terza storia è quella che parla dell’antenata di Star, ovvero di Flora MacNichol, che introduce la vita di quella che è stata la famiglia di Star, anche se presa alla lontana.

Flora Rose MacNichol correva a tutta velocità sull’erba; l’orlo della gonna era fradicio di rugiada come un foglio di carta bagnato. La tenue luce dell’alba risplendeva sul lago e faceva brillare le fronde ghiacciate degli alberi, ultime vestigia della gelata notturna. Posso arrivare in tempo, si disse svoltando a destra mentre si avvicinava al lago; gli alti stivali con i bottoni neri danzavano lievi sulle familiari collinette diu duro terreno del Lakeland.

Ogni libro è caratterizzato da queste tre storie che si intrecciano, pensate che sia roba da poco?! In questa saga ci saranno addirittura 3 storie, e non una sola, ad acchiapparci e a non farci più chiudere nessuna delle sue pagine (che effettivamente sono 640), ma vi posso assicurare che vi passeranno davvero velocemente. La scrittura di questa autrice è semplice ed arriva subito al cuore. L’unica cosa che mi ha fatto desistere da dare un 5 pieno a questo libro è stato il fatto che la protagonista di questo capitolo è molto diversa da me.

Star è molto riflessiva e al contrario io sono molto istintiva, lei tende a rimanere sempre nell’ombra delle persone e a mettersi nell’angolo e io al contrario tendo sempre ad emergere. Le uniche cose che abbiamo in comune sono state la lettura e la passione per la cucina (dove lei è nettamente più abile).

Chissà come sarà il quarto capitolo, devo sbrigarmi a leggere tutti i libri rimanenti perché tra poco ne uscirà un altro.

E voi conoscete questa saga? Se no, vi ha incuriosito? Aspetto le vostre risposte.

Buone letture readers!

Compra qui: Le sette sorelle, Ally nella tempesta

 

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La città dell’assedio

La città dell’assedio – Luca Buggio

Torino è la città dell’assedio. Estate 1706: il Ducato di Savoia vive la stagione più drammatica della guerra contro la Francia del Re Sole. Tutte le piazzeforti sono cadute, Torino resiste nella morsa di un assedio sanguinoso e un cadavere orrendamente mutilato, all’ombra del Santuario della Consolata, potrebbe far dubitare i torinesi della protezione di Dio.

A Gustìn, fidata spia del Duca, viene chiesto di usare la razionalità di cui va fiero per smentire le superstizioni e trovare un colpevole in carne e ossa. Indagando tra gli angoli più bui di Torino, Gustìn si avvicina a segreti che vanno oltre ogni sua immaginazione. Laura, giovane saponaia di Borgo Dora, conosce parte di questi segreti, eppure non riesce a ricordarli.

Consapevole dei misteri celati dietro le case e i vicoli della città, Laura cerca di sopravvivere in questa città di assedio francese. Entrambi arriveranno a sfiorare il cuore più profondo e misterioso di Torino, popolato da creature terrificanti, crudeli, misericordiose. E scopriranno che, forse, i misteri che nasconde la città, sono ancora più grandi di quello che pensavano.

Raggiunsero la città poco dopo l’alba, costeggiando il Po lungo la sponda controllata dagli uomini del Duca. Le tende degli accampamenti e le uniformi blu dei francesi spiccavano nell’ansa della Dora che un tempo ospitava il Parco del Viboccone: dei folti boschi rimanevano schiere di tronchi mozzati che sembravano gli aculei di un enorme porcospino. Il fumo nero e denso delle bombe che scoppiavano in aria, e il frastuono dei cannoni, dava l’impressione che sulla Cittadella si fosse abbattuto un violento temporale; numerosi incendi si alzavano anche da dietro le mura, tra i tetti dei palazzi e le guglie delle chiese.

Commento di La città dell’assedio:

Vi sembrerà strano o assurdo, ma prima di questa trilogia il genere storico lo ripudiavo un po’ pensando che sarebbe stato troppo noioso per poter finire un libro. La città delle streghe e La città dell’assedio mi hanno fatto cambiare idea completamente.

Ho iniziato il primo libro di questa trilogia curiosa del fatto che come protagonista della narrazione ci fosse la Torino del 1700: i vecchi palazzi, le vecchie usanze, le vecchie strade e soprattutto le vecchie dicerie sulle streghe di Torino. Mi sono innamorata letteralmente di quel mondo che non ho mai vissuto e la bravura dell’autore nell’usare le giuste parole e le giuste descrizioni mi hanno fatto rivivere momenti ed episodi che non troverò mai nella mia memoria.

Grazie a Luca ho scoperto una vera e propria passione per la vecchia Torino e per tutti i libri che ne parlano. Dopo anni di studio è diventato un maestro nello scrivere di quei luoghi, gli stessi che vivo io ora ogni giorno, ma che ora trasudano di storia. Le sue descrizioni ci portano indietro di più di 300 anni e ci trasporta davvero davanti ai vecchi castelli, non in disuso, e davanti a persone vestite di redingote e parrucche. Ci credereste mai? Per me i suoi libri sono stati una vera macchina del tempo.

I personaggi principali sono Laura: giovane ragazza che arriva dalla Francia e vogliosa di ricrearsi una nuova vita. Ne ha passate davvero tante, dalla morte della madre, al tradimento del loro manovale che ha rubato loro tutto ciò che poteva e alla malattia del padre che lo ha reso mezzo invalido. Ora solo con le sue forze Laura cerca di portare avanti una vita quasi normale da ragazza. Non senza le giuste peripezie del caso, da un giovanotto che la vuole a tutti i costi, ai disguidi dell’essere una donna nel 1700. E Augusto, chiamato da tutti Gustin, uomo tormentato dal suo passato che cerca di redimere la sua vita aiutando il conte Gropello nelle sue faccende.

Nell’aria risuonavano le voci dei torinesi, spezzate ogni tanto dagli echi delle cannonate. Le massaie appendevano i panni ai balconi e alle finestre, i garzoni percorrevano le strade con i sacchi sulle spalle, i bambini giocavano alla guerra. Nella piazzetta della Consolata, all’ombra del campanile, si vendevano crocifissi, rosari e immagini sacre. C’era qualcuno che grazie alla guerra faceva affari d’oro, notò Gustin: dietro le bancarelle, infatti, c’erano i monaci. Quell’immagine gli diede il voltastomaco.

In questo capitolo della trilogia vengono posti al centro dell’attenzione proprio i nostri protagonisti preferiti fino al tanto atteso e agognato incontro. Quel momento, ve lo giuro, sarà davvero uno spettacolo di emozioni. Tutto ciò contornato dall’assedio che trova Torino contro la Francia e da tutto ciò che non consegue, attacchi, bombe, agguati, soldati, paura e morti. Una vera e propria città sotto assedio all’interno del quale le vite cercano di andare avanti come possono.

Come potrà finire tutto ciò? Scopritelo iniziando a leggere questa saga stupenda! Puoi Comprare qui La città delle streghe.

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