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La regina delle ombre

La regina delle ombre #4 – Sarah J. Maas

Ancora una volta nascosta sotto il suo manto da assassina, Celaena è tornata a Rithfold, ma non è più una schiava. Ora è Aelin Ashryver Galathynius, Regina di Terrasen.

Tuttavia, prima di riprendere il trono che le spetta, dovrà ancora combattere: scavare tra i ricordi più dolorosi, battersi per la sopravvivenza e lottare contro una passione che potrebbe consumarla.

E soprattutto si troverà nuovamente di fronte al suo vecchio padrone, il Re degli Assassini. Pronta a reclamare vendetta.

Recensione di “La regina delle ombre”:

Decisamente la serie sta andando avanti un po’ per le lunghe e alcuni dettagli dei libri iniziano a risultare anche di troppo. Finalmente Celaena è tornata alla sua vecchia patria, ma non più come la donna che era partita ma come la regina che aveva svelato essere alla partenza. Ma cosa comporta questa scelta?

Finalmente Aelin ha preso in mano il suo destino: l’ha capito e l’ha (forse ancora non del tutto) accettato, come un tempo la sua amica Nehemia le aveva detto che sarebbe stata destinata a fare per salvare il suo popolo e forse anche i popoli delle terre vicine. Ancora non sa cosa questo comporti veramente, ma sa che da qualche parte dovrà partire, e perché no proprio dalla sua terra d’origine, dove è diventata un assassina professionista e dove tutto è cominciato.

L’incontro con il re degli assassini, forse è quello che mi è piaciuto di più insieme alle parti un po’ più d’azione dove ci si ritrova in mezzo alle battaglie, ma la pesantezza di questa saga eterna inizia a farsi sentire. Molti dettagli che in un solo libro lo avrebbero arricchito, qui lo stanno allungando anche fin troppo. Forse sette libri non autoconclusivi sono troppi se all’interno non si porta avanti un minimo la storia ma si lascia sempre la parte finale inconclusa.

Avrei lavorato meglio (sicuramente meglio) sulla parte editing, tagliando via pezzi di storia che effettivamente non portano a nulla per arricchire la storia centrale nelle sue parti. Il fatto che la scrittura sia poco fluida a causa di errori e refusi, rende il tutto ancora più sgradevole da leggere. Viene il dubbio che questo libro non sia mai stato letto dopo la sua traduzione, possibile?

Speriamo che i prossimi migliorino, anche perché ora si continuerà con i prossimi libri.

Libri Consigliati: Absence. Il gioco dei quattro. Hunger Games.

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Il grido della rosa

Il grido della rosa – Alice Basso

Torino, 1935. Mancano poche settimane all’uscita del nuovo numero della rivista di gialli «Saturnalia». Anita è intenta a dattilografare con grande attenzione: ormai ama il suo lavoro, e non solo perché Sebastiano Satta Ascona, che le detta la traduzione di racconti americani pieni di sparatorie e frasi a effetto, è vicino a lei. Molto vicino a lei.

Alla sua scrivania Anita è ancora più concentrata del solito, ancora più immersa in quelle storie, perché questa volta le protagoniste sono donne: donne detective, belle e affascinanti, certo, ma soprattutto brave quanto i colleghi maschi.

Ad Anita sembra un sogno. A lei, che mal sopporta le restrizioni del regime fascista. A lei, che ha rimandato il matrimonio per lavorare. A lei, che legge libri proibiti che parlano di indipendenza, libertà e uguaglianza. A lei, che sa che quello che accade tra le pagine non può accadere nella realtà. Nella realtà, ben poche sono le donne libere e che non hanno niente da temere: il regime si fregia di onorarle, di proteggere persino ragazze madri e prostitute, ma basta poco per accorgersi che a contare veramente sono sempre e solo i maschi, siano uomini adulti o bambini, futuri soldati dell’Impero.

E così, quando Gioia, una ragazza madre, viene trovata morta presso la villa dei genitori affidatari di suo figlio, per tutti si tratta solo di un incidente: se l’è andata a cercare, stava di sicuro tentando di entrare di nascosto. Anita non conosce Gioia, ma non importa: come per le sue investigatrici, basta un indizio ad accendere la sua intuizione. Deve capire cosa è successo veramente a Gioia, anche a costo di ficcare il naso in ambienti nei quali una brava ragazza e futura sposa non metterebbe mai piede. Perché la giustizia può nascondersi nei luoghi più impensabili: persino fra le pagine di un libro.

Recensione di “Il grido della rosa”:

Leggere questi capitoli è davvero molto bello. All’interno puoi trovare la storia di Torino (mia città), la storia delle donne di quell’epoca, un giallo avvincente e pieno di suspense e dialoghi divertenti e a volte irriverenti. Cosa volere di più? Questa autrice ci aveva abituato molto bene già con la saga di Vani, la ghostwriter più famosa di Torino, e con questa nuova saga non ha disatteso le nostre aspettative. Anche la parte dei riferimenti al presente (che fuoriescono dalla storicità del libro) non mi ha dato tanto fastidio come nel primo capitolo. Sarà che mi ci sto abituando.

Questa nuova protagonista porta con sé la pesantezza dell’epoca in riferimento alla vita che dovevano fare le donne: tutte casa e figli, ma riesce anche a portare un po’ di speranza nei nostri cuori. Anita, infatti, si ribella un po’ a quello che secondo la sua famiglia dovrebbe essere la sua vita perfetta: sposarsi con un buon partito e non pensare a null’altro se non a procreare nuovi piccoli soldati della patria. Lei vuole lavorare, almeno un po’, per fare esperienza e provare cose nuove, legge libri proibiti per quell’epoca, messi alla gogna dal regima fascista grazie alla sua vecchia insegnante alla quale è rimasta molto legata. E grazie proprio a quest’ultima conosce la storia di Gioia e decide di scoprire cosa sia successo davvero e di darle almeno un po’ di giustizia. Il suo unico punto debole è Sebastiano: suo capo e, purtroppo per lei, uomo quasi sposato.

A quell’epoca, purtroppo, non ci si poteva aspettare molto da un personaggio femminile, che doveva rigorosamente non pensare e solo agire come gli era stato inculcato fin da bambina a pensare a casa e figli. Ma Alice decide di creare un personaggio un po’ fuori dalle righe e questo fa onore a tutte noi e a tutte quelle donne che avevano deciso di ribellarsi (ognuno a proprio modo) agli stereotipi di genere. Come non lodare un personaggio di questo tipo.

Alice utilizza la sua scrittura fluida e divertente per portarci in quel mondo ormai lontano e mostrarci come doveva essere la vita di una donna in quel periodo storico. La sua scrittura magistrale rende la lettura davvero fluida e veloce e mai noiosa. Sono proprio curiosa di continuare con questa saga.

Libri consigliati: L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome, Il richiamo del cuculo.

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Città di spettri

Città di spettri – Victoria Schwab

Da quando Cass è quasi annegata (sì, va bene, è veramente annegata, ma non le piace ripensarci), è in grado di attraversare il Velo che separa i vivi dai morti… e accedere al mondo degli spiriti.

Persino il suo migliore amico è un fantasma. Insomma, la faccenda è già piuttosto strana. Ma sta per farsi ancora più strana. Quando i suoi genitori vengono ingaggiati per girare un programma televisivo dedicato alle città infestate, tutta la famiglia si trasferisce a Edimburgo, in Scozia. Dove cimiteri, castelli e vicoli sotterranei pullulano di fantasmi irrequieti.

E quando Cass incontra un’altra ragazza che condivide il suo stesso “dono”, si accorge di avere ancora molto da imparare sul Velo, e su se stessa. Da Victoria Schwab, un racconto spaventoso ed elettrizzante, pieno d’azione, che parla di infestazioni, passato, mistero, e del legame tra i veri amici (anche se quell’amico è un fantasma…).

Recensione di “La città di spettri”:

Avevo già letto in passato sue opere e, in effetti, devo ancora terminare una sua saga. Ma devo dire che questo libro mi ha stupito molto. L’utilizzo del lessico sembra completamente diverso da quello utilizzato prima. E’ molto più semplice e colloquiale. Quasi come volesse rivolgersi ad un pubblico più piccolo. Ho apprezzato molto questa sua capacità di modificarsi e modificare il suo linguaggio in base alla persona alla quale pensa di voler far leggere il libro.

Qui si parla a ragazzi giovani e il lessico e la lettura complessiva è semplice ed immediata. Il romanzo scorre velocissimo e non staccare gli occhi dalle pagine risulta davvero difficile. Ho davvero adorato questo capitolo e non vedo l’ora di continuare la saga. La piccola Cass è l’emarginata che la maggior parte di noi è stata a scuola o che si è sentita tale e magari non solo a scuola ma anche dopo. Adoro le storie che parlano di spettri e molto di più i programmi televisivi che ne parlano e mostrano storie vere, filmati etc. etc. Questo capitolo, per me, poteva essere potenzialmente solo un successo. Meno male che è stato proprio così!

La storia è molto lineare, non ci sono chissà quali colpi di scena, e come dicevo prima la lettura che ne viene è molto immediata, senza giri di parole: descrizioni di fatti e dialoghi. Nessun giro di parole, nessuna parafrasi. Si vanno, in più, a toccare argomenti come l’amicizia vera, che è un tema davvero importante da trattare nei ragazzi e nella quale ci si comprende sempre molto bene.

Assolutamente da leggere.

Libri consigliati: Magic, Caraval.

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L’altra famiglia

L’altra famiglia – Jodi Picoult

Zoe Baxter per dieci anni ha cercato disperatamente di avere un figlio e finalmente il sogno suo e del marito Max sembra diventare realtà: ormai è al settimo mese di gravidanza. Ma il sogno è destinato a tramutarsi in un incubo. Anche questa volta Zoe non riesce a portare a termine la gravidanza e il suo matrimonio non regge di fronte a questo ennesimo, grande dolore.

Zoe si rifugia nella sua professione, di musicoterapeuta e insieme alla collega Vanessa cerca di aiutare un’adolescente che ha tentato il suicidio. Fra le due nasce un’amicizia profonda che, con grande sorpresa di Zoe, si trasforma in amore. Al punto che Zoe spera di poter costruire una nuova famiglia e di avere con Vanessa quel figlio tanto desiderato, grazie agli embrioni conservati da lei e Max in una banca del seme.

Ma Max si oppone con tutte le sue forze all’idea che Zoe possa avere un figlio, che lui rivendica anche come suo, insieme a un’altra donna. Il caso finisce in tribunale, dove si scontreranno non solo Zoe e Max, ma anche due concezioni diverse e opposte della famiglia, e dove i sentimenti più profondi e radicati di ciascuno verranno alla luce, fino all’inatteso e sorprendente finale.

Recensione di “L’altra famiglia”:

La Picoult ha la capacità di portare alla luce argomenti complessi trattandoli come se fossero il suo pane quotidiano. La sua scrittura è così incalzante che viene difficile per chiunque non immedesimarsi nei suoi personaggi e non provare il loro stesso dolore. Qui viene trattato qualcosa di immensamente doloroso: marito e moglie che devono affrontare insieme i numerosi tentativi di avere un bambino e la costante perdita della speranza. Può ciò portare davvero allo sgretolamento di un rapporto?

Ebbene, secondo me si. La perdita di un figlio o l’interruzione di parecchie gravidanze può portare ad avere un dolore così grande che una coppia o la unisce per sempre o la separa inevitabilmente. Ma qui si va oltre alla distruzione di un matrimonio. Qui viene trattato un argomento della massima attualità: chi detiene la proprietà di ovuli congelati a seguito di un divorzio? Zoe e Max sono i due protagonisti di questa controversia legale e sentimentale. Zoe conosciuta una nuova compagna decide di usare i propri ovuli congelati per impiantarli nell’utero di Vanessa e provare ad avere finalmente ciò che lei ha sempre sognato: un bambino. Ma Max, incalzato dal fratello molto religioso e dalla sua parrocchia, si oppone fermamente a questa decisione, poiché considerata contro natura. Quale sarebbe quindi “l’altra famiglia” alla quale si fa riferimento, lo potrà decidere solo un giudice.

Vediamo dibattersi più posizioni in questo capitolo: chiesa contro scienza, famiglia tradizionale contro famiglia omosessuale. E’ normale in questi casi chiedersi sempre: “io al posto di Zoe o di Max, che cosa avrei fatto?” e la risposta non è e non sarà mai così semplice come si crede. Qui entrano in gioco parecchi sentimenti, a volte anche contrastanti, alla quale fare fronte.

La bellezza della scrittura della Picoult è proprio quella di riuscire a descrivere tutti questi sentimenti, tutti questi personaggi diversi e opposti in maniera così sublime che ti sembra di essere immersa in una storia vera che ti è stata raccontata in prima persona, proprio da chi l’ha vissuta. Adoro questa autrice e non mi basterebbe una pagine intera del blog per decantarne le lodi. Il mio unico consiglio è quello di leggervi pian piano le sue opere, che sono tutte emozionanti e autoconclusive.

Libri consigliati: Le case degli altri, Il patto.

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La corona di fuoco

La corona di fuoco #3 – Sarah J. Maas

Celaena Sardothien è sopravvissuta a combattimenti mortali e a orribili sofferenze, ma di fronte all’assassinio della sua più cara amica è sconvolta e annientata. Consumata dal senso di colpa e dalla rabbia, vuole mettere in atto la sua vendetta nei confronti del responsabile dell’atroce delitto, il re di Adarlan. Ogni speranza per distruggere il tiranno, però, giace nelle risposte che potrà darle Maeve, la regina dei Fae, a Wendlyn. Sacrificando il suo futuro, Chaol, il Capitano della Guardia Reale, l’ha mandata laggiù con l’idea di proteggerla, senza sapere che questo viaggio potrebbe invece costarle la vita.

Recensione di “La corona di fuoco”:

La scrittura continua a peggiorare, ma se nel primo caso si capiva che era data da una mano inesperta e giovane, qui sembra proprio che nessuno della casa editrice lo abbia almeno riletto una volta. Errori clamorosi di ortografia così come forme grammaticali stilisticamente scorrette. A volte rendono illeggibili alcune parti.

Solitamente nel corso di una saga i personaggi vanno incontro ad una crescita personale, qui invece assistiamo ad una decrescita personale del personaggio di Chaol, che decide di allontanare Celaena da palazzo per (come pensa lui) salvarla dalla voglia di vendetta nei confronti di colui che le ha ammazzato la migliore amica Nehemia. E cosa fa per salvarle la vita? La manda ad ammazzare una famiglia reale per ordine del re (cosa che lui odia di lei): ma che comportamento adulto sarebbe questo? Chaol lo fa davvero per quel motivo o per allontanarla proprio da lui? Sicuramente Celaena non ci pensa due volte a mettere una pietra sopra alla sua vecchia vita e, di conseguenza, anche a Chaol.

La storia continua ma ancora tutto rimane incomprensibile. Vengono aggiunti elementi nuovi ma non vengono date risposte alle vecchie domande che ci si è posti. Siamo ancora nella fase di ascesa della storia, come fossero i capitoli prima della parte centrale, quindi che sia tutto ancora incomprensibile è ancora normale. Ma era davvero necessario aggiungere tutti questi elementi (e personaggi nuovi)? Ho fatto non poca fatica nel cercare di non fare confusione. Sicuramente tutto verrà spiegato più avanti. Vediamo quindi come procede.

Libri consigliati: Nevernight. Mai dimenticare. La chimera di Praga.

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La corona di mezzanotte

La corona di mezzanotte #2 – Sarah J. Maas

Celaena è sopravvissuta ai lavori forzati nelle miniere di Endovier e ha vinto la gara all’ultimo sangue per diventare la paladina del re. Da mesi il suo compito è uccidere per conto della corona, ma lei non ha mai rispettato il giuramento di fedeltà al trono: ha concesso alle vittime la possibilità di fuggire e ne ha inscenato la morte. Presto però Celaena dovrà preoccuparsi di qualcosa di più pericoloso dell’ira del sovrano. Nei sotterranei del castello cova una minaccia oscura e devastante, forse legata agli antichi riti magici banditi dal regno…

Recensione di “La corona di mezzanotte”:

In questo secondo capitolo possiamo notare un miglioramento dal punto di vista della scrittura dell’autrice. Certo non si può dire lo stesso del lavoro di editing che è stato fatto (o sarà forse la traduzione o entrambi?) e che ha resa difficoltosa la lettura scorrevole del libro.

Celaena forse si è ridimensionata un po’ dopo quello che ha vissuto nelle miniere di Endovier; le cicatrici non si rimargineranno più, soprattutto quelle della memoria, ma sembra che la famiglia reale e i collaboratori siano pronti a fare di tutto per farle dimenticare il passato. Incontriamo Dorian, figlio del re, che passa le sue giornate a cercare di farsi accettare da suo padre anche se le sue idee sono ben lontane dall’essere le stesse. Conosciamo anche Chaol, capo della guardia del principe, sempre tutto sulle sue ma sembra che C. sia l’unica a riuscire a smuovergli qualcosa dentro, anche se lui continua a ritenerla la parte cattiva (almeno fino a che non vede le sue cicatrici). Questo triangolo amoroso devo dire che è stato parecchio imbarazzante e arrivando dalle novelle mi stupisce che non si parli minimamente di Sam (molto probabilmente perchè sono state scritte successivamente a questo capitolo).

Il re è il vero cattivo, spietato e senza scrupoli, tanto che anche alla nostra paladina fa paura anche solo incontrarlo. Allora perchè lavorare per lui? Per la libertà. Il mistero delle uccisioni, poi, rende un po’ più accattivante questo capitolo che sembrerebbe un po’ una lagna. Davvero quelle sono prove credibili da superare per i peggio delinquenti dello stato?! Diciamo che forse si voleva dare risalto ad altro e quella parte è stata studiata poco.

Nel complesso si fa leggere, dai, ma non tutto ciò che viene raccontato risulta credibile, anche nella caratterizzazione dei personaggi.

Libri Consigliati: Nevernight. Mai dimenticare. La chimera di Praga.

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Il trono di ghiaccio

Il trono di ghiaccio #1 – Sarah J. Maas

Il tempo della magia è finito e sul trono di ghiaccio siede un re malvagio quando un’assassina giunge al castello. Il suo scopo non è uccidere, ma guadagnarsi la libertà. Dovrà sconfiggere ventitré contendenti in una sfida per diventare sicario di corte ed essere così rilasciata dalle terribili miniere di Endovier. Il suo nome è Celaena Sardothien. Presto la sua lotta per la vittoria si trasformerà in una lotta per la sopravvivenza, perché un oscuro pericolo minaccia il suo mondo. A lei il compito di estirparlo prima della distruzione.

Recensione di “Il trono di ghiaccio”:

In questo capitolo della saga vediamo proprio quanto la scrittura di questa autrice sia acerba e provenga da una mente giovane. Troviamo all’interno molti cliché e molti comportamenti che i nostri protagonisti attuerebbero se fossero degli adolescenti trasportati dagli ormoni e non dalla testa.

Ne Il trono di ghiaccio ritorniamo nella città dove è cresciuta Celaena, ma chi la accompagna in questa nuova avventura ancora non ci era stato presentato. Ci sono una serie di nuovi protagonisti: troviamo Dorian, principe ereditario dal fascino misterioso; Chaol, capo della guardia del re e dedito molto al suo lavoro; infine troviamo Nehemia, principessa di un altro territorio che nasconde segreti irrivelabili.

Celaena viene liberata da Endovier dal principe con lo scopo di battersi con altri 22 balordi per vincere la propria libertà e diventare assassina personale del re. Anche se la cosa non le va a genio, Celaena farebbe qualsiasi cosa per ritornare libera. Partiamo col dire che le prove che dovrà superare sembrano davvero una banalità a noi che leggiamo, visto che la protagonista si è sempre vantata di essere l’assassina migliore di tutti. Eppure trova delle difficoltà, credibile? Caino, suo primo rivale nella sfida, in effetti non usa solo le sue forze per cercare di vincere. Durante questa gara, dei pretendenti vengono ammazzati e la paura in chi gareggia si fa sempre più forte.

In tutto questo aggiungiamoci il fatto che Celaena viene contesa sia dal principe Dorian che dal capitano della guardia Chaol che iniziano a provare un non velato interesse verso di lei. Questa parte qui si vede che è coltivata da una scrittrice giovane e preda dell’adolescenza. Non fraintendetemi, la scrittura della Maas rimane sempre accattivante e incalzante, ma si nota subito quanto i cliché siano triti e ritriti.

La storia di sottofondo, quella degli omicidi per capirci, è invece molto interessante e cercare di capire che mistero ci si trova davanti diventa il fulcro della lettura. Diciamo che il resto ne fa un po’ da contorno. Speriamo che il resto della saga abbia una scrittura più matura.

Libri consigliati: La chimera di Praga, Nevernight. Mai dimenticare.

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Uccidi il male

Uccidi il male –  Davide Simon Mazzoli

Sono trascorsi undici anni da quando il Profeta dell’Apocalisse, il serial killer che aveva terrorizzato Milano, ha colpito l’ultima volta uccidendo la moglie e il figlioletto del commissario Alexander Wolf, dopo averli sottoposti a torture indicibili, facendosi aiutare dai suoi Cavalieri. Da quella notte tutto è cambiato.

Dopo essere stato deposto dal suo ruolo, per aver ucciso a sangue freddo uno dei Cavalieri e aver scontato un periodo di reclusione, Wolf si trasferisce nella sua villa di Varenna insieme alla figlia Vera: una ragazza ventisettenne, nata da una relazione giovanile.

Anche se non è più un poliziotto, Alexander continua a collaborare segretamente con il suo ex collega e amico Giorgio Alborghetti, aiutandolo nelle indagini grazie ad alcune sue doti particolari. Ma l’incubo, che sembrava ormai sopito, ritorna all’improvviso per trascinarlo di nuovo all’inferno. Una mattina, rincasando da una nottata con Alborghetti, Alexander trova sul tavolo della sala da pranzo una lettera del Profeta dell’Apocalisse.

Il folle è tornato e una sanguinosa caccia all’uomo ha inizio: il baratro sembra non avere fondo e una scia di morte e dolore rivelerà verità insospettabili che nessuno avrebbe mail voluto sapere.

Recensione di “Uccidi il male”:

Uccidi il male è uno di quei libri che ti rimane sotto la pelle. Una novità della CE La corte Editore, questo autore mi ha davvero sorpreso per la sua scrittura. I gialli normalmente vengono scritti in maniera semplice e colloquiale. Invece Mazzoli utilizza un linguaggio leggermente più ricercato che risulta molto più gradevole a chi di gialli ne legge in continuazione come me. Ho apprezzato davvero molto questa ricercatezza nel linguaggio e anche nelle descrizioni di un paesaggio tutto italiano e inusuale. La città, le montagne, il mare, ma in Italia del nord siamo pieni anche di paesaggi meravigliosi che si affacciano sul lago.

I personaggi sono caratterizzati molto bene e risultano fin da subito credibili nelle loro vesti. Alezander, un uomo con un passato doloroso alle spalle tanto da riuscire a dimenticarlo (anche se solo per qualche ora) solo con l’aiuto dell’alcool. Vera, invece, ha vissuto nella sofferenza di sua madre, che ha amato fino all’ultimo il padre di Vera, Alexander, tanto da lasciarlo libero di vivere la vita che voleva ma nello stargli comunque accanto come ha potuto. Alborghetti è stato il mio personaggio preferito: uno di quei “buoni” che sanno andare contro tutto e tutti per far valere la giustizia. Forse troppo buono in questo e poco credibile? Sarà anche così, ma io mi ci rivedo molto.

Qui Alexander viene ri-catapultato nel suo passato più doloroso, la morte di sua moglie e di suo figlio per mano di una setta che si era trovato a fronteggiare in qualità di forza dell’ordine e per la quale aveva perso tutto: famiglia e carriera. Il linguaggio e le descrizioni degli omicidi sono molto crude e a volte difficili da leggere e in questo sta anche la bravura dell’autore.

Il finale è risultato parecchio scontato poiché, ormai si sa, i colpevoli vengono quasi sempre trovati all’interno della cerchia dei personaggi descritti nel corso del testo e si da il caso che qui i colpevoli siano due e i personaggi descritti cinque di cui tre protagonisti, chi sarà mai il colpevole di tutto?

Libri consigliati: I delitti della gazza ladra, Ogni giorno ha il suo male.

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Luce

Luce – Rachele Tarpani

“Ho imparato ad accettarmi. Ho imparato che, nei momenti bui, la mia luce è l’unica cosa che può aiutarmi. Ora so fin dove posso spingermi ed è molto più lontano di quanto mi aspettassi”.

Anthony Dyce è all’apparenza un ragazzo come tanti, che da sempre vive nella grigia Londium, la capitale di una delle dodici aree di United Horizon. Nessuno, a parte il suo eccentrico amico e mentore, lo scienziato Lawrence Hogan, conosce il suo segreto: la capacità straordinaria di rendersi invisibile. Anthony infatti non cerca fama o prestigio, ma ha un desiderio: vuole vendicarsi del responsabile della morte di suo padre e di chi ha condannato la sua famiglia all’infelicità.

Ma quando, determinato a perseguire il suo obiettivo, fa irruzione in una delle più potenti aziende informatiche della Nazione, si ritrova al centro di un vero e proprio attentato terroristico. Per fronteggiare il pericolo deve ricorrere al suo potere, scoprendo che è molto più grande di quanto immaginasse: Anthony Dyce è infatti un warden e l’invisibilità non è che una delle tante variabili della sua vera abilità, la manipolazione dei fotoni. Da questo momento la sua vita cambierà drasticamente. Anthony entrerà nello IUCA e non sarà più solo, ma suo malgrado si troverà coinvolto in una serie di feroci scontri fino a cadere in un pozzo senza fondo di oscurità e distruzione che rischia di fagocitarlo vivo.

E forse avere la capacità di controllare la luce, in un mondo che sprofonda nelle tenebre, potrebbe essere l’unica ancora di salvezza per sopravvivere.

Recensioni di “Luce”:

Questo libro è stata una vera e propria sorpresa. L’inizio è stato un po’ lento e faticavo a capire qualcosa di quello che veniva scritto (evidente volontà dell’autore di lasciarci un po’ nel mistero del tutto). In effetti appena si cambia scenario dopo la lotta di Anthony nei primi capitoli, quando si parla e si entra nello IUCA, lì le cose vengono chiarite per bene, come in effetti vengono chiariti i dubbi anche a Anthony, che ancora non capisce bene chi è e cosa è capace di fare.

Mi sono piaciute molto le descrizioni: in particolare la caratterizzazione dei personaggi che, a mio parere, è stata studiata nei minimi dettagli, ma anche i paesaggi e i luoghi narrati. Diventava molto facile pensare di essere lì accanto a loro e vedere le stesse cose riportare dai loro occhi. Non ho capito molto bene però l’utilizzo di parole un po’ ricercate che forse non si addicono troppo al personaggio di Anthony, che è comunque un ragazzino.

Ci sono stati dei dettagli che forse avrei migliorato: per esempio ci sono davvero tanti, ma tanti, elementi da collegare insieme e forse avrei spezzato questo libro in due, lasciando magari il lettore in balia di un cliffhanger finale. Perché a volte sembra davvero di leggere più libri insieme e ricordarsi di tutti gli avvenimenti e di tutti i personaggi diventa difficile. E’ anche vero che la storia narrata non è una storia semplice da raccontare e molto articolata.

Il finale, poi, forse lo avrei fatto diverso. Senza fare nessuno spoiler perché quanto segue è frutto della mia fantasia, forse mi avrebbe lasciata più di stucco se alla fine si fosse scoperto che tutte le avventure vissute da Anthony e i suoi compagni fossero state frutto della realtà immaginata per il superamento del test d’ingresso e che quindi tutto ciò che era stato appena letto in realtà non era mai stato vissuto veramente. Vero è che con il senno di poi siamo tutti bravi.

Però voglio fare i miei complimenti all’autrice perché come libro d’esordio è stato davvero fantastico ed inaspettato. Almeno ho letto qualcosa di innovativo e ricercato e non la solita manfrina vista e rivista. Grazie mille.

Libri Consigliati: Illuminae. File 1, Bringer.

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La lama dell’assassina

La lama dell’assassina – Sarah J. Maas

Celaena Sardothien è la più micidiale sicaria del regno. Lavora per la Gilda degli Assassini, ma in realtà non obbedisce a nessuno e non si fida di nessuno. Inviata in una serie di missioni nei luoghi più pericolosi, dalle Isole Morte al Deserto Rosso, Celaena inizia ad agire senza rispettare gli ordini del capo della Gilda. Ma dovrà rischiare tutto per rimanere viva.

Il prequel della saga de “Il trono di ghiaccio”: cinque nuove avventure raccolte per la prima volta in volume con il racconto inedito “L’assassina e la guaritrice”.

Recensione de “La lama dell’assassina”:

Questo libro fa parte delle letture condivise con il gruppo di Tutte insieme appassionatamente, il cui scopo è quello di condividere insieme ad altre lettrici letture step by step e di parlarne insieme volta per volta. Un modo molto piacevole di leggere o rileggere letture che magari da soli si sarebbe fatto fatica a terminare. Nella lettura di questa saga sono coinvolte Chiara, Alessia, Francesca e Rosaria.

Sarah J. Maas ha una scrittura accattivante che ti tiene veramente legata fino all’ultima riga di ogni sua storia. In questo libro vengono raccontate cinque novelle volte a presentare quello che è il personaggio di Celaena e il contesto in cui vive. Ed esso viene fatto in maniera ottima. Celaena appare come la bambina viziata  che è, sempre pronta a fare di testa sua perchè pensa di poter essere sempre giustificata da quello che è il suo maestro (o vuole proprio raffigurare la figura del padre?) Arobynn. Ma forse così non è e Celaena dovrà affrontare le conseguenze delle sue azioni avventate.

Il suo fedele compagno di avventure Sam è il personaggio che in questi capitoli viene più facile amare, ancora di più della nostra protagonista, forse un po’ troppo avventata. Mentre Arobynn rimane un personaggio pieno di fascino (il fascino del cattivo, insomma. A chi non piace?) e sarà difficile cercare di decifrare il suo carattere e le sue intenzioni, ed in questo devo dire che la Maas è stata molto brava a renderlo un vero cattivo.

La nota dolente è la scrittura un po’ acerba di questo libro che purtroppo si rende evidente nella mancanza di alcuni dettagli o, al contrario, nell’aggiunta di dettagli che si scoprono inutile al fine della storia narrata. Essendo queste delle novelle saranno utili magari per la saga dei libri? Lo scopriremo presto con la continuazione della lettura della saga intera.

Libri Consigliati: Nevernight, La chimera di Praga

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